Visto alla Gamescom 2019: Cyberpunk 2077

Essere presenti alla presentazione di Cyberpunk 2077 è sempre un momento di grande emozione! Per darvi un’idea di quanto il gioco sia atteso, immaginate che l’unico stand nella zona business della Gamescom con la colonna al desk è proprio quello di CD Projekt Red. Certo, è risaputo che i famosi gadget offerti dallo studio fanno gola a molti e che è possibile trovarli in vendita a prezzi esorbitanti sul web, ma non si può ricondurre tanto interesse solo a questo. Essere alla Gamescom significa anche parlare di Cyberpunk con altri giornalisti durante una festa, discuterne con gli sviluppatori di altre società negli spazi della fiera e con gli altri addetti del settore quando capita. Vi possiamo assicurare che tutto questo succede molto di rado! Dunque, anche se lo abbiamo visto poco tempo fa all’E3 (potete rileggere l’articolo di Dave) ci è sembrato fondamentale assistere alla presentazione di Cologna e proporvi il parere di un altro redattore sul gioco.


Esattamente come un anno fa, la dimostrazione è proposta da uno degli sviluppatori, mentre il pubblico di giornalisti e invitati assiste seduto in una specie di cinema. CD Projekt Red è molto strutturata nella maniera di comunicare e, come è capitato per la la Gamescom 2018, insiste sugli stessi contenuti già proposti a Los Angeles. Se il 2018 è stato l’anno in cui lo studio ha voluto presentare il sistema di combattimento, nel 2019 è piuttosto la parte RPG e stealth a farla da padrone. La presentazione comincia dunque con la creazione di V, il nostro personaggio, che passa da diverse tappe: dapprima, è possibile scegliere se il personaggio è donna o uomo, poi il sistema Life Path permette di decidere quale sia il suo background (un ragazzo di strada? Un ex-membro di corporazione?) e l’ultima tappa corrisponde all’attribuzione di punti alle varie caratteristiche, come ogni buon vecchio caro RPG domanda. Finita questa fase, comincia la dimostrazione del gioco vero e proprio con V che si trova a Pacifica, un quartiere che doveva essere una sorta di paradiso e invece, il progetto immobiliare fallito e mai completato, si è evoluto in un inferno controllato da bande. Fra queste spiccano i Voodoo Boys e gli Animals, un gruppo che ha recentemente occupato un supermarket. Il compito assegnato a V è quello di entrare in contatto con Placide, il capo dei Vodoo Boys, che dovrà dapprima trovare. Lo sviluppatore guida dunque V nel quartiere e subito restiamo impressionati dai dettagli: l’identità di Pacifica è completamente diversa dai bei quartieri visti l’anno scorso e dà veramente un’idea di sporco e trasandato, con nuvole di fumo che avvolgono i grattacieli mai completati.

La ricerca di Placide spinge V a visitare una chiesa, in cui dei fedeli quasi inebetiti ascoltano una specie di predicatore. Ancora un dettaglio ci impressiona: quando V si sposta fra la gente ammassata, chi è spinto ha una flessione della schiena. Mentre il nostro eroe (?!) cerca di farsi spazio nella calca, qualcuno lo trattiene: è uno strano personaggio che dà indicazioni riguardo a dove andare per incontrare Placide, che si trova in una macelleria poco distante. Una volta raggiuntolo, V è invitato dal criminale a seguirlo nel suo ufficio. È l’occasione di vedere qualche ulteriore dettaglio della zona; il sottoscritto è stato colpito dai personaggi nelle strade che sembrano avere vita propria e che parlano il francese creolo, mentre un sistema di traduzione “in tempo reale” vi permette di vedere in sovraimpressione cosa dice uno di loro nella vostra lingua. Assolutamente fuori di testa!

Durante il percorso, lo sviluppatore che pilota la dimostrazione ha l’opportunità di fare degli acquisti e di comprare una giacca e un modulo di hacking. Da notare che in Cyberpunk avere molte risorse finanziarie equivale a avere un’alta reputazione! Una volta raggiunto l’ufficio di Placide, comincia un dialogo con varie scelte e il mastodonte attribuirà una missione a V: recuperare Brigitte, una donna importante per i Voodoo Boys, che dovrebbe trovarsi nel supermercato occupato dagli Animals. Alla fine di uno scambio non proprio amichevole, V lascia l’ufficio e decide di utilizzare una moto per raggiungere la zona di Pacifica in cui ritrovare la donna. Tutto avviene con grande fluidità e continuità, dando veramente l’impressione di essere in un mondo vivente (per essere onesto, CD Projekt Red ci ha ormai fin troppo ben abituati a questo già dai tempi delle avventure di Geralt).

Una volta in loco, la missione viene aggiornata da Placide e suoi sgherri: V deve arrangiarsi per entrare e trovare un camioncino all’interno della struttura. A questo punto, diversi approcci si offrono al giocatore, che potrà anche decidere di combinarli o variarli. Per esempio, un approccio stealth consiste nel cercar di aggirare o eliminare il nemico in modo silenzioso; lo sviluppatore ci dà un assaggio del tipo di meccaniche di infiltrazione aggredendo un energumeno alle spalle e mettendolo in un cassonetto dei rifiuti. Le opzioni di hacking vengono invece utilizzate in un primo tempo per far saltare un apparecchio elettronico (ma potrebbe controllare il cervello di un nemico), distraendo così le guardie e permettendo di aggirarle tranquillamente, e in un secondo momento per riprogrammare delle armi automatiche perché attacchino gli Animals. La versione maschile di V non essendo particolarmente adatta al combattimento, lo sviluppatore ci mostra che è possibile prendere il controllo di quella femminile, preparata per essere una vera macchina da guerra e per usare la forza bruta (il sottoscritto ha adorato l’effetto delle braccia meccaniche che deformano e scardinano una porta). Comincia così l’attacco al camioncino, con lo sviluppatore che passa da una V all’altro. Dopo aver eliminato la marmaglia è il turno di dare una lezione alla capa degli Animals, che funge da boss della missione. Sconfitta infine la donna, V deve affrontare ancora qualche dialogo… di cui non vi parliamo per non rovinarvi la sorpresa.

Cyberpunk è impressionante. Decisamente impressionante. Talmente impressionante da far quasi male. Per il sottoscritto, che lavora anche come programmatore e che è in contatto ogni giorno con un’art director, vedere così tanti dettagli è stata quasi una sberla… A un certo punto, non si è più semplicemente trattato di ammirare il lavoro fatto dagli sviluppatori polacchi, ma di vedere dei numeri in testa: le ore passate da programmatori e artisti per curare ogni singola cosa. A volte, ci sono dettagli che la maggior parte dei giocatori neppure vedrà e che devono essere comunque costati ore, se non giorni, di lavoro. Cyberpunk 2077 dà le vertigini quando si comincia a pensarci: se tutto il contenuto che si è visto nelle due presentazioni sarà presente nel gioco finale e tutto l’universo avrà una tale ricchezza, CD Projekt Red avrà attraversato una volta di più una nuova frontiera e raggiunto un livello mai visto prima.

Scritto da : Mauri

Si occupa di tante cose legate al mondo dei videogiochi: game dev, insegnamento di programmazione e game design, il Swiss Game Center e così via. E ogni tanto Dave lo incastra per scrivere su joypad!

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