Thief

Thief è una saga piuttosto longeva. Nata nel 1998 con Dark Project: L’Ombra del Ladro (o Thief: The Dark Project) su PC Windows ad opera di Looking Glass Studios, essa è passata attraverso alcuni sequel nel 2000 e 2004. Il sottoscritto si ricorda ancora il primo titolo, giocato su una rombante 3dfx Voodoo 2 (se non ci siete passati, non potete capire l’emozione di possedere una Voodoo 2!) e passato tra frustranti fasi stealth che ben poco si accostavano con il mio animo irrequieto d’adolescente. Thief ritorna nel 2014 su PC, old e next gen, a metà tra un sequel e un reboot dello storico primo episodio.

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Guardie e Ladri

In Thief impersoniamo Garrett, ladro dal passato misterioso e dalle capacità furterecce assolutamente fuori dal comune. La nostra avventura inizia con una tragedia: durante un furto in coppia con la giovane sbruffoncella Erin, incappiamo in un misterioso rituale. Sfortuna vuole che la giovane finirà proprio in mezzo a tale pratica oscura perdendo la vita. Garrett riuscirà a salvarsi la vita ma sparirà dalla circolazione senza lasciar traccia di se. Lo ritroveremo un anno dopo i tragici eventi totalmente ignaro di cosa abbia fatto per così tanto tempo: l’amnesia gli impedisce di dare un senso a ciò che è accaduto. Ma si sa che il lupo perde il pelo ma non il vizio, quindi il nostro si rimetterà ben presto in azione, restando presto invischiato nelle trame del Barone della città e di un misterioso morbo che affligge la popolazione.
ONLINE_082113_still02_1377017566Thief si svolge tutto nella Città, un agglomerato di case e viottoli sudici, umidi e tenebrosi. L’atmosfera ci ricorda un po’ la Londra di Jack Lo Squartatore, sebbene vi siano contaminazioni di vario genere: l’ambientazione è chiaramente ispirata dalle città di inizio ‘900 ma vi troviamo anche strutture tipicamente steampunk e tecnologie più moderne. Un misto di illuminazione a candele e elettriche, macchinari a vapore e lavoro manuale. Può sembrare un controsenso eppure l’atmosfera un po’ dark della Città di Thief funziona a meraviglia. Le strade della Città possono essere esplorate a piacere dal giocatore con meccaniche free roaming: troveremo mercanti e missioni secondarie oltre che ai punti in cui iniziare i vari capitoli. La struttura a compartimenti messa in piedi dagli sviluppatori però non ci invoglia granché all’esplorazione. Complici i frequenti caricamenti tra una zona e l’altra e il reset dello stato delle guardie ad ogni cambio (non sperate di ripulire la zona alla Assassin’s Creed per intenderci), oltre che alla fatica di passare inosservati ogni volta, scoraggiano ben presto il giocatore dal girovagare troppo. La mappa proposta dal gioco non facilita di certo il compito risultando scomoda da usare e fin troppo scevra di dettagli. Per farvi un esempio ogni volta che scassineremo un forziere o una porta essa non risulterà già visitata ad un successivo ritorno in zona: dovremo ricominciare a scassinare con il rischio di non trovare nulla ed essere scoperti. Un’indicazione sulla mappa ci avrebbe fatto comodo! L’ultimo punto non troppo riuscito per quanto riguarda la Città riguarda la navigazione verso determinati punti: a causa della mappa poco dettagliata e dell’architettura estremamente complessa delle strade, ci ritroveremo spesso a navigare un po’ a caso cercando il percorso giusto per raggiungere la nostra destinazione. Il giocatore più meticoloso sarà comunque premiato dalla conoscenza approfondita dei vicoli, una volta esplorati a puntino.

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Gameplay riuscito…

Iniziamo con i punti positivi: Thief risulta molto piacevole da giocare. Il titolo propone una visuale in prima persona stile FPS sebbene la sua filosofia non potrebbe essere più diversa. Lo scopo di questo gioco è agire nell’ombra, passando inosservati ed evitando il più possibile gli scontri diretti. In modo non dissimile da Metro Last Light (con cui condivide anche un difettuccio di cui parleremo tra poco) viene data grande importanza all’azione nell’oscurità e nel silenzio. D’altra parte Garrett è un ladro e non un guerriero e preferirà dunque agire discretamente piuttosto che con uno spadone. Grazie ad un indicatore a schermo che ci informerà se siamo visibili o meno, potremo avvalerci del nostro passo felpato per aggirare le guardie. Un po’ deludente il fatto che, come in Metro, basterà essere al buio per passare inosservati, anche a pochissimi metri dal naso delle guardie. Davvero poco realistico! Thief comunque spinge più avanti il concetto stealth obbligandoci non solo a non farci vedere ma anche a prestare la dovuta attenzione dove camminiamo. Correre su dei cocci di vetro è sicuramente più rumoroso che zampettare su un tappeto folto. Lo stesso discorso vale per le pozze d’acqua e vari oggetti che potrebbero cadere al nostro passaggio: rovinare uno splendido accerchiamento steltheggiante perché non abbiamo notato una bottiglia vuota è ben più che una mera possibilità. Sarà anche necessario prestare attenzione alla presenza di corvi o cani, in quanto le simpatiche bestiole saranno messe in allarme dalla nostra presenza, attirando nemici indesiderati. Il giocatore dunque dovrà per forza prestare attenzione a tutti questi elementi e sfruttare a proprio vantaggio il level design: magari arrampicandosi su una trave per passare silenziosamente sopra i nemici oppure nascondendosi in anfratti bui in attesa del momento per colpire. ONLINE_082113_GCss02_1377017563Garrett possiede anche l’abilità di concentrarsi in modo particolare per evidenziare nemici, trappole e oggetti. La concentrazione è limitata da una barra che si svuota gradualmente e che va riempita assumendo dei papaveri acquistabili o recuperabili in giro nei livelli. Non sperate dunque di venir facilitati dal gioco, tale abilità è speciale proprio perché limitata!

L’armamentario del nostro ladro, tra l’altro upgradabile attraverso la raccolta di tesori nei livelli, comprende diversi tipi di armi appositamente create non per attaccare ma per interagire col mondo. Le frecce ad acqua per esempio possono spegnere le torce (ma non i lampioni elettrici o a gas) mentre le frecce spuntate sono perfette per rompere pulegge o attivare meccanismi a distanza. Esistono anche frecce asfissianti che possono sia soffocare una persona che estinguere le fiamme. Se invece vogliamo appiccare il fuoco, esistono delle costose frecce incendiarie. Dal lato prettamente offensivo abbiamo la possibilità di usare il randello (che tramortisce i nemici) oppure delle frecce normali. Ad ogni modo, randello a parte, tutte queste armi sono sempre disponibili in numero molto limitato e vanno acquistate a caro prezzo dai mercanti. Ben più che un invito alla parsimonia, un vero e proprio obbligo a non sprecare nemmeno un colpo.
L’avrete capito, Thief è un gioco stealth puro e duro. Talmente stealth in effetti che risulta estremamente ostico attaccare un nemico. È possibile occuparsi di una guardia senza troppi problemi, ma un combattimento aperto con due o più nemici finirà sempre con la sconfitta. Per il corpo a corpo avremo dunque a disposizione solo il randello e una schivata, davvero poca cosa contro spade e balestre. State nell’ombra, ok?

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… la storia invece meno

Abbiamo visto come il gameplay, nonostante il suo deficit nel combattimento offensivo, sia soddisfacente. Le abilità di Garrett di passare inosservati ci danno quella sensazione di essere l’Ombra, l’Oscurità e la Morte Improvvisa (tanto per tirarcela un po’). Siamo dunque più che soddisfatti. Meno bene invece la storia e i personaggi. Garrett invece di essere un badass senza confini risulta essere un ometto magrolino dalla faccia appuntita e nemmeno il cattivo Barone risulta essere un cattivo convincente. Non parliamo poi di Basso e degli altri personaggi a carisma zero. Anche la trama in se risulta piuttosto deboluccia e ben presto ci vorremo andare avanti nel gioco solo per giocare e non per scoprire cosa succederà dopo. Insomma, Thief ha carisma da vendere per quanto riguarda l’ambientazione e il gameplay, ma è molto carente per quanto riguarda la narrazione.

Otto capitoli compongono le missioni principali e potremo affannarci anche nella trentina di missioni secondarie, queste ultime utili per acquistare potenziamenti per il nostro ladro. Le attività sono la raccolta di bottini (dette commissioni) e altre cose più complesse, più simili alle missioni principali. Per quanto riguarda le missioni principali potranno essere giocate con diversi stili (opportunista, fantasma o predatore) e forniranno diversi tipi di sfide a seconda del nostro approccio. Se il gioco può essere portato a termine in 7 ore circa, una volta che ci imbarcheremo in tutte le missioni secondarie e ci impegneremo a portare a termine le sfide, arriveremo a sfiorare tranquillamente le 20-25 ore. Thief offre anche la possibilità di decidere quali handicap avremo nella partita, ad esempio un gameover immediato se siamo scoperti o l’assenza dello scatto furtivo, tanto per citarne due. Il numero di approcci alla partita è dunque enorme e saprà fornire un grado di sfida decisamente superiore alla norma. Anche per quanto riguarda l’intelligenza artificiale dei nemici non troviamo di che lamentarci: le guardie fanno il loro doverne nel metterci i bastoni tra le ruote.

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Per finire

Thief è graficamente apprezzabile. Decisamente a cavallo tra la old e la next gen (nulla a che vedere con la grafica spaccamascella di Ryse per dirne una), il titolo di Eidos sa regalare scorci niente male, anche se rovinati un po’ da delle texture che non brillano per pulizia. Il doppiaggio italiano è adeguato, ma non contribuisce a dare spessore a dei personaggi già piatti per conto loro. Come detto più volte, abbiamo apprezzato molto il gameplay e le enormi possibilità di personalizzazione delle missioni, raramente viste in un gioco di questo genere (no, nemmeno in Dishonored). Il gioco piacerà da matti ai fan dello stealth senza concessioni action e può considerarsi un titolo ludicamente riuscito.

 

 
 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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