The Walking Dead: 400 Days

The Walking Dead è una serie a fumetti horror molto fortunata che nasce dalle menti di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard e pubblicata a partire dal 2003. Nell’universo di The Walking Dead gli zombie sono una minaccia costante, sebbene non siano gli esseri più terribili che si aggirano per il mondo: come dicevano Plauto e Hobbes “homo homini lupus”.

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Proprio per questo motivo si tratta di un universo narrativo interessante, che rilega i non morti (o meglio, gli Erranti) su un livello secondario, lasciando che sia l’uomo a fare la parte del mostro. L’universo di The Walking Dead si è, come logico supporre, ben presto esteso anche alla televisione con la nota serie di AMC e al videogame di TellTales. Il gioco è arrivato al termine della stagione 1 l’anno scorso e oggi ci accingiamo a parlare di un episodio speciale, chiamato 400 Days.

Il ritorno dell’avventura grafica

the-walking-dead-400-days-1TellTale ha creato un vero capolavoro di storytelling lo scorso anno con TWD, risollevandosi da alcuni flop piuttosto imbarazzanti quali Ritorno al Futuro e, specialmente, Tales of Monkey Island. Tanto poco riusciti che il sottoscritto aveva deciso di fare una grossa croce sullo studio californiano per sempre. E invece gli sviluppatori americani sono riusciti in modo magistrale a trasportare l’universo (ma non la storia, che è diversa da fumetto e serie tv) sui piccoli schermi di console e portatili. The Walking Dead è sicuramente riuscitissimo come storia interattiva che mette il giocatore di fronte a scelte molto difficili. Lo stile scelto, a metà tra grafica 3D e fumetto, rende TWD un gioco davvero a metà tra le due forme espressive prendendo, a mio avviso, il meglio da questi due mondi. Forse il gioco non fa gridare al miracolo tecnico, ma tutto viene messo in secondo piano dall’incredibile forza narrativa.

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400 giorni, 5 storie

TWD: 400 Days non riprende la storia della stagione 1. Non scopriremo il destino di Clementine, non avremo modo di piangere la fine di Lee né di ritrovare gli altri personaggi che tanto abbiamo amato (o odiato) l’anno scorso. 400 Days è un episodio a sé stante, collegato al passato solo dalla similitudine (voluta) di alcuni scenari e di alcune situazioni. Questo episodio ci racconta 5 vicende diverse, legate a 5 diversi personaggi. Il giocatore può scegliere in che ordine scoprire queste storie, che lo terranno impegnato per 15 minuti circa.400Days_roadtrip
Ogni storia e ogni personaggio sono ambientati sull’arco di 400 giorni e avremo modo di vivere il contagio dal primo giorno per poi passare a storie che si svolgono a distanza di un mese, di qualche mese e infine di qualche anno dall’inizio dell’apocalisse zombie. Si tratta di un’idea interessante che ci permette di vivere le differenti situazioni: dal panico dell’inizio della crisi, passando per la fuga disorganizzata e confusa di qualche mese dopo fino ad arrivare a vivere l’esistenza dei gruppi di sopravvissuti barricati in luoghi più o meno sicuri. Impersoneremo quindi, a turno i diversi protagonisti. Shel vive asserragliata in una stazione di benzina (un po’ come nella season 1 Lee e Clem) assieme alla sorella ed un gruppo di sopravvissuti. Wyatt è un fattone in fuga assieme ad un amico da un tizio su un furgone deciso a fare loro la pelle. Bonnie invece è una tossicomane infatuata di un uomo sposato. Vince è un prigioniero che rimane bloccato in una situazione molto spinosa all’inizio del contagio. Per finire impersoneremo Russel, un giovane ragazzo in fuga da un campo di sopravvissuti governato da un pazzo, che cerca di raggiungere la sua famiglia. Questi personaggi tanto diversi tra loro vivono le loro storie in tempi diversi, ma sempre nella stessa zona fuori Atlanta. Come sempre, le nostre decisioni e azioni comporteranno diversi risultati e le vicende che faremo vivere ai nostri li porteranno prima o poi ad incontrarsi.

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400 giorni e così poco tempo…

Telltale ha prodotto un episodio speciale che è una fotocopia dei precedenti, ma che ha un difetto piuttosto evidente. Se la storia di Lee e Clem aveva parecchie ore per essere svelata piano piano senza forzare i tempi, le vicende dei 5 personaggi di 400 Days hanno a disposizione poco meno di 20 minuti. Si intuisce che gli sviluppatori hanno cercato di mettere il giocatore dinnanzi alle stesse triviali decisioni che aveva dovuto affrontare in passato, senza però permettergli di conoscere bene i personaggi e di affezionarcisi. Un conto era affrontare il dilemma di Lee dopo il morso di un Errante, un conto e scegliere tra sparare ad una traditrice mai vista prima o meno. Non c’è il tempo di provare empatia per i nostri personaggi e i loro problemi che è già tutto finito. Una breve introduzione, una scelta “difficile” e abbiamo già finito. Per di più, le singole storie finiscono spesso con un cliffhanger oppure ci lasciano brutalmente in sospeso. Quando le cose si fanno interessanti, insomma, è già ora di passare oltre. Non fraintendetemi, questo 400 Days è realizzato con la stessa cura della stagione 1 di TWD e merita di essere giocato. Specialmente perché sospettiamo che la stagione 2 vedrà almeno qualcuno di loro tornare ad incrociare la nostra strada. Eppure 400 Days sembra proprio un contentino per farci stare buoni mentre aspettiamo l’inizio della nuova season.
The Walking Dead: 400 Days rimane un episodio che i fan della prima stagione devono giocare, sebbene non sia allo stesso eccellente livello di quest’ultima. Per coloro che non hanno mai giocato a TWD prima, è imperativo cominciare dai primi 5 episodi.

 

 
 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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