Metro Last Light

Il mondo è andato a farsi benedire. Le città spazzate via dalle bombe nucleari, la natura trasformata orribilmente. La superfice di Mosca è diventata un tetro campo di morte, abitato da famelici abomini e contaminata da radiazioni. Avventurarsi per le strade di quella che un tempo era una grande città, senza filtri e protezioni significa morire. Il genere umano, quel poco che ne resta, è costretto a vivere all’interno dei tubi della metro, in condizioni pietose. L’umanità annientata si annida come un folto gruppo di ratti di fogna in buchi e cunicoli, preda dei suoi più bassi istinti. Predoni, bande, assassini, stupratori… questi sono coloro che sopravvivono. Vi sono vari gruppi organizzati, dai comunisti ai neo nazisti, che fanno del radunarsi attorno ad una bandiera la loro unica ragione di vita. E una vita del genere non può far altro che portare i venti della guerra

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La vita nel cunicolo

0_57311200_1356117536Ad un anno dagli avvenimenti di Metro 2033, impersoniamo ancora Artyom, ranger del D6 che si ritrova a convivere con la consapevolezza di aver spazzato via i Tetri, oscure creature di cui sappiamo davvero poco. Chi erano i Tetri? Perché sembrano avere uno strano collegamento con il responsabile del loro genocidio? Iniziamo Metro Last Light scoprendo che esiste ancora un Tetro e che il nostro compito è salire in superfice per eliminare la minaccia. Ma il dubbio rode la mente del nostro Ranger e invece di eseguire gli ordini finiremo prigionieri dei filonazisti. Anche il Tetro è finito in una gabbia e, abbandonata l’idea di farlo fuori, cercheremo di liberarlo. Ma i venti di guerra non hanno smesso di soffiare e, ben presto, ci ritroveremo a fare i conti con un oscuro piano dei bolscevichi di Linea Rossa. Un piano a base di mortali armi chimiche e dominazione di tutti i cunicoli della metro! La trama di Metro Last Light comincia forse un po’ lenta, eppure declina ben presto in un interessante turbine di eventi raccontati sia in prima persona che tramite dei flashback e altri espedienti (che però non vogliamo rivelarvi). Decisamente il titolo prende una strada che è molto piaciuta a chi scrive, sebbene gli eventi a volte siano solo abbozzati e gli sviluppatori non siano riusciti a dare il giusto tempo narrativo al gioco. Scopriremo parecchi retroscena solamente se avremo il tempo (e la pazienza) di ascoltare i discorsi dei vari personaggi che incontreremo sparsi per i vari villaggi sotterranei. Noi ve lo consigliamo di sicuro!

Filtri & Fretta

metro_ll_tgs11_5_19369Metro Last Light è la creatura degli ucraini 4A Games, seguito di Metro 2033 e basato sui personaggi dei libri di Dmitry Glukhovsky. Si tratta di uno sparatutto in prima persona che fa dell’ambientazione post apocalittica il suo punto di forza. Ciò che colpisce il giocatore è, appunto, l’ambientazione. I cunicoli della metro, freddi, umidi e claustrofobici sono realizzati con maniacale cura al dettaglio. E lo stesso vale per quegli scorci di mondo esterno che visiteremo in alcuni livelli. Tutto appare plausibile, tutto appare esattamente come ci aspetteremmo. Le varie Polis, Venezia, il Nuovo teatro Bolshoi, la Piazza Rossa, i cunicoli senza nome che visiteremo con un cuore in gola costante sono semplicemente magnifici. Per buona parte del tempo giocheremo nella metro, al riparo dalle mortali radiazioni della superfice e dovremo solo preoccuparci di umani e mostri. Metro Last Light predilige molto chiaramente l’approccio stealth e, complice un buon sistema di illuminazione dinamica, ci permette di sfruttare l’oscurità a nostro vantaggio. Indispensabile dunque un’arma col silenziatore per eliminare discretamente le fonti di luce e i nemici ignari della nostra presenza. Per quanto riguarda il mondo esterno invece sarà una continua corsa contro il tempo. Artyom non può sopravvivere senza una maschera antigas funzionante e i filtri si esauriscono molto in fretta. L’unica difesa tra noi e il tristo mietitore sarà dunque una febbrile ricerca dei preziosissimi filtri che potranno essere recuperati in apposite cassette oppure addosso ai meno fortunati di noi. Un comodo orologio sul polso sinistro ci terrà costantemente informati sulla scorta di filtro rimanente e, cosa piuttosto utile, se siamo visibili oppure coperti dal favore delle tenebre. Ah, e non dimentichiamo di evitare le paludi, i vari mostri a quattro zame e i mostri alati. Il tutto si amalgama in sessioni davvero molto soddisfacenti, sempre presi tra la necessità di rintanarci il più velocemente possibile sotto terra e la sfida del combattimento contro uomini e bestie.

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Armi e demenza?

Per quanto riguarda gli armamenti abbiamo la solita scelta tra pistole, mitragliatrici, fucili a pompa, fucili da cecchino, fucili d’assalto e qualche altra cosuccia. Presente anche un sistema di upgrade e acquisto di munizioni tramite lo scambio di proiettili, i quali fungono da divisa nel gioco. Il mio consiglio è quello di affrontare il gioco con una pistola silenziata, un fucile d’assalto con il comodissimo binocolo infrarosso e un fucile a pompa ben corrazzato. Nel caso di quest’ultimo, ho trovato che sia l’unico gioco dove un è davvero utile!

mll2Abbiamo menzionato poc’anzi la componente stealth. Ebbene, nonostante essa sia piuttosto ben riuscita si scontra pesantemente con alcune limitazioni. Per prima cosa, l’IA dei nemici umani è piuttosto scarsa. Possiamo passare correndo ad un palmo di naso da un soldato, ma se il nostro fido orologio ci dice che siamo nell’oscurità, saremo totalmente invisibili. Perché in effetti sentire dei passi di corsa a 2 cm dalla faccia è perfettamente normale e non allarmerebbe nessuno!!! Questa stupidità dei nostri nemici è riscontrabile anche nei comportamenti d’attacco. Se da un lato possiamo aspettarci che delle orribili mutazioni affamante di giovane Ranger russo corrano in linea retta in un mulino di fauci e zanne, ci aspetteremo un po’ più di pensiero creativo da soldati altamente addestrati. E invece no, anche gli umani attaccheranno a testa bassa, in linea retta e senza sfruttare angoli e coperture. Per carità, il gioco funziona ugualmente, ma un pizzico in più di furbizia non avrebbe di sicuro guastato. Secondariamente, doveste lasciare un cadavere in bella vista perché avete calcolato male i tempi per un headshot, non potrete spostarlo e nasconderlo. Il prossimo soldato di passaggio quindi lo vedrà e farà scattare l’allarme. Con buona pace del vostro approccio discreto! Eppure, se non farete errori, potrete completare il gioco quasi senza sparare un colpo! Ci sono ovviamente alcuni frangenti in cui non potrete fare a meno di sparare (anche per esigenze di copione), ma Metro Last Light fa un buon lavoro nel lasciarvi la scelta nell’approccio.

Durata, grafica e conclusioni!

La storia dura dalle 8 alle 12 ore, a dipendenza della difficoltà scelta. Per motivi di tempo (esami imminenti) ho scelto la difficoltà facile, in modo da visionare tutta la storia. In 8 ore e morendo pochissimo (forse 3 volte al massimo) ho completato la storia. Consiglio comunque di scegliere una difficoltà più elevata, specialmente se siete già scafati in fatto di FPS! Metro Last Light non possiede nessuna componente multiplayer, il che giustifica la lunghezza superiore alla media (di solito in 6 orette si finisce un Call of Duty o un Battlefield). Esiste comunque una modalità Ranger che complicherà decisamente le cose, mettendo di fronte il giocatore ad un’esperienza molto più hardcore.

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Graficamente l’avrete capito, il gioco è davvero bello. Senza usare il blasonato Unreal Engine, il motore maison dei 4A Games fa quasi sempre un ottimo lavoro. Buona l’illuminazione, ottima la complessità dei livelli, più buone le animazioni! Ci sono alcuni frangenti in cui notiamo un certo popup delle texture e l’acqua ha un aspetto un po’ bizzarro, quasi fosse più plasma che liquido. Ma l’amalgama di tutti gli elementi ci mette di fronte ad ottimi scenari e non rimpiangiamo niente! A livello audio citiamo un doppiaggio italiano completo di discreta fattura, il rumore della armi un po’ troppo piatto per i nostri gusti e una colonna sonora che purtroppo non è all’altezza della situazione.

Metro Last Light è un buon gioco, supportato da una buona trama e da un enorme impegno da parte dei suoi creatori. L’attenzione al dettaglio è presente ovunque: dal design dei livelli al gameplay. E non possiamo dimenticare i piccoli tocchi, come la necessità di ripulire con il dorso della mano la maschera antigas in caso essa si sporchi di fango, pioggia o schizzi di sangue! La mancanza del multiplayer potrebbe far storcere il naso ad alcuni e in effetti la storia poteva essere approfondita maggiormente, ma noi siamo rimasti piacevolmente soddisfatti da questo titolo.

Un bel 5.0 ci sembra più che meritato!

 

 
 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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Il sito nasce quale tentativo di informare i giocatori della Svizzera italiana nel modo più completo possibile riguardo ai media videoludici, cercando di contestualizzare l’informazione per gli ascoltatori di questa regione spesso dimenticata dalle grande aziende mondiali. Dalla metà del 2013 si occupa anche di film con la rubrica Joypad Movies.

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