Dead or Alive 5: Last Round

Certo che Tecmo e Team Ninja non ci vanno sul sottile quando si tratta di Dead or Alive: che sia fan service, pacchetti d’espansione o il fatto che è tipo la quarta volta che Dead or Alive 5 esce sulle nostre console, in un modo o nell’altro. Quest’ultima edizione si chiama Last Round ed è stata pensata per la nextgen, sebbene sia anche disponibile su PS3, 360 e PC. DoA 5 lo recensimmo in passato, quindi vi riproponiamo il testo di allora, pur evidenziando le novità di questa versione.

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Boing, Boing, Boing!

La serie di Dead or Alive, un po’ come Tekken, è molto longeva e affonda le sue radici nello scorso decennio, più precisamente nel 1996 quando uscì il primo DoA su Saturn e Playstation. La serie diventa esclusiva Xbox per quasi tutta la prima decade degli anni 2000 per poi arrivare finalmente su altre piattaforme, come nel caso di Dead or Alive 5. doaLR_screen (2)Famoso per le sue arene di dimensioni generose, cosÌ come i seni sballonzolanti delle lottatrici (di dimensioni altrettanto generose), Dead or Alive 5 si propone di migliorare quello che non andava nelle scorse edizioni. Dopo il torneo di DoA 4 i lottatori sono tornati alle loro occupazioni. Chi dirige la DOATECH, chi si allena per diventare ancora più forte, chi si dà a puerili attività o all’alcol… insomma i vari Hitomi, Ayate, Christie, Zack, eccetera fanno quello che riesce loro meglio. L’occasione di un nuovo torneo, il Dead or Alive 5, arriva con la rifondazione della multinazionale DOATECH. Senza entrare nei retroscena, vedremo il folle (e un filino maiale) Zack in giro per il mondo a reclutare lottatori vecchi e nuovi per il nuovo torneo. Finalmente vediamo una story mode molto corposa che ha il duplice compito di intrattenerci per ben 71 episodi e di introdurci al sistema di combattimento di questo titolo. Seguendo le vicende dei vari personaggi, le quali come prevedibile si intrecciano tra di loro, avremo la possibilità di vedere tutte le arene ed imparare prima le basi e poi le tecniche più avanzate di combattimento. Da un lato se colpire con un pugno alto, medio o basso è semplice, decisamente è meno facile fare una contromossa media in protezione saltata. Tempismo e abilità (oltre alla pratica) sono componenti di prima importanza per giocare come si deve a questo picchiaduro. D’altronde la cosa è valida sia per DoA che per Tekken: allenamento, pazienza e voglia di mettersi d’impegno sono la strada per il successo. La story mode è dunque riuscitissima e ci intratterrà per circa 5 o 6 orette. Dead or Alive 5 non si ferma chiaramente qui, la lista di modalità è ben più articolata. Dal multiplayer alle sfide contro la CPU, troveremo Sfide a Tempo, Sopravvivenza, Allenamento, Arcade, Versus. Particolare, e sicuramente molto ben congeniata, è la Sala d’Attesa online in cui possiamo combattere contro 15 giocatori online e osservare i loro incontri, in modo da carpirne tecniche e cogliere i loro punti deboli.

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Il solito DoA (non che ci sia qualcosa di male)

A livello di gameplay e struttura Dead or Alive 5 non cambia rispetto al passato. Le arene sono molto belle e spaziose, con diversi “livelli” di altezza. A titolo di esempio in una di esse combattete su una zattera legata ad un palo in un fiume sotterraneo. Spezzare l’ormeggio vi farà combattere in un fiume in piena per poi precipitare da una cascata enorme. I personaggi sono sia quelli classici della serie sia presi da Virtua Fighter. Si tratta di un gruppo piuttosto eterogeneo, ognuno con il suo stile di lotta particolare, coi suoi pro e contro. Animati e disegnati in modo egregio, hanno solo un punto debole. Il famoso (e marchio di fabbrica) rimbalzo delle tette delle lottatrici è migliorato rispetto al 2012, quando rimbalzavano in modo asincrono come fossero gelatina. Fin troppe ore di lavoro sono andare nello sviluppare un modello di tettodinamica che potrebbe offendere il gusto occidentale. Ma si sà che in Giappone fanno le cose a modo loro.  Di particolare pregio è anche l’animazione del sudore, che sebbene non sia forse la cosa più sexy del mondo, è davvero ben realizzato e aggiunge un tocco di realismo in più.

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Dead or Alive 5, a differenza di Tekken Tag 2, è molto più accessibile ai neofiti dei picchiaduro. Pur mantenendo un buon livello di complessità e di tecnica, esso è godibile da subito per un più vasto pubblico. Dal mio personale punto di vista dunque DoA 5 è superiore al nuovo Tekken, ma bene inteso dipende dalle vostre preferenze!

La quarta versione

Last Round si basa su una nuova tecnologia chiamata Soft Engine. Dietro questa parola altisonante e molto marketing-friendy si cela però una molto giapponese realtà: seni ancor più sballonzolanti. Lo si diceva in apertura, Dead or Alive è sì un picchiaduro completo e tecnico, ma che non lesina assolutamente sul fan service. La nuova tecnologia di DoA promette seni che sballonzolano in modo più realistico e… ehm… soffice.

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Le novità non terminano qui, visto che troviamo due nuovi personaggi giocabili, Raidou e Honoka. Il primo è una sorta di cyborg mentre la seconda la più classica delle studentesse giapponesi kawaii con il bonus che sa tirare calcioni che è un piacere. Sfortunatamente Team Ninja non ha voluto fare molto altro se non aggiungere due personaggi, qualche arena e un impressionante numero di bikini. Le arene nuove sono Danger Zone e Crimson, anche se le abbiamo già viste in passato da DoA e DoA 2. Insomma, un lavoro di innesti da altri giochi e di consolidazione di quanto visto finora. E non dimentichiamo i DLC, che stanno per fioccare copiosi (se ne trova già una discreta quantità sui vari store). Graficamente vediamo migliorie a livello di risoluzione e framerate ma non molto altro. Stessi modelli e stesse ambientazioni delle versioni precedenti. Un vero peccato dal momento che la rinnovata potenza di PS4 e XOne, senza dimenticare la RC Master Race, poteva tranquillamente digerire modelli con poligoni extra e livelli più dettagliati.

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Per finire, Dead or Alive Last Round rimane un buon picchiaduro (senza contare l’unica opzione per i possessori di PS4). Peccato che però non abbia molto senso se già possedete una delle 3 versioni (TRE) precedenti dello stesso identico gioco. L’unico motivo per acquistarlo è se non l’avete, per qualche assurdo motivo, già fatto dal 2012 ad oggi. Altrimenti molto meglio aspettare un Dead or Alive 6, perché è troppo comodo continuare a rivendere la solita minestra! Nota 5.0 solo se non avete una versione precedente!

 

 
 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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