Battlefield 4

La saga di Battlefield fa parte dei quella che è la grande triade dei giochi di guerra, assieme a Call of Duty e Medal of Honor. Sebbene MoH sia caduta un po’ in disgrazia, la scuderia EA può sempre contare sul talento di DICE per non mancare l’appuntamento autunnale con il genere sparatutto.

 

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A spasso per la Cina

Battlefield 4 è composto da due grandi parti, divise in due DVD (almeno, in versione Xbox 360): single player e multiplayer. La storia del gioco ci terrà occupati per circa 5 orette e, ve lo anticipiamo, non è memorabile. Ci ritroveremo in Cina, invischiati in un colpo di stato dai risvolti davvero drammatici. Il giocatore farà parte della squadra Tombstone e dovrà lottare con tutte le sue forze contro numerosissimi nemici in grado di mettere in ginocchio le più potenti portaerei della marina statunitense. bf4_thumbnail_youtube_sp-story-trailerQuando un carismatico ma aperto leader del partito cinese viene eliminato, di chi è la colpa se non degli americani? Preso tra le calunnie di uno spietato e crudele golpista asiatico e una flotta decimata prima da un EMP e poi missili e squadre d’assalto, il giocatore dovrà salvare la situazione. Assieme alla nostra squadra (la quale vivrà un certo numero di momenti drammatici) ci sposteremo tra Azerbaigian e Cina, visitando città e spazi più aperti. Il ritmo della campagna giocatore singolo è molto buono, con continue situazioni di forte tensione e un buon numero di effetti speciali ed esplosioni. Abbandonata la pessima (nonché noiosa) fase di combattimento nei celi di Battlefield 3, i DICE sono riusciti a mettere insieme una campagna che offre un buon ritmo, se non narrativo almeno d’azione. Tuttavia per quanto riguarda la storia e i personaggi, dobbiamo dire di essere un po’ delusi. La vicenda narrata è il solito polpettone di fantapolitica, visto e stravisto negli sparatutto recenti. Poco importerà al giocatore dei componenti della squadra, ancor meno di chi è il cattivo di turno. In effetti l’unica cosa che ci ha convinto sono i movimenti dei vari attori, che denotano un buon motion capture. Ma in effetti la caratterizzazione dei personaggi, con personaggi stereotipati al massimo (la ragazza forte ed idealista, il soldato di colore che non si fida di nessuno, il soldato silenzioso…) e un finale che al posto di farci provare empatia ci fa quasi ridere per la sfiga della squadra Tombstone. Insomma, come fin troppo spesso succede, non siamo di fronte ad una storia memorabile. Ma non disperate perché le missioni sono ben realizzate e ci offrono un buon numero di diverse situazioni da affrontare. Oltre alle solite concitate sparatorie urbane infatti ci ritroveremo ai comandi di un natante pesantemente armato, utilizzeremo mezzi corazzati, qualche bella fase da cecchino e, incredibile a dirsi, ci saranno pure sezioni stealth.

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Chiaro, nessuno vi obbliga a far passare sotto silenzio la vostra presenza, però i vostri compagni di team vi faranno notare, quando possibile, che esiste la concreta possibilità di tenere un basso profilo (di norma il sottoscritto risponde con una lanciagranate a tali codardi proposte!). Notiamo comunque che il design delle mappe tenta, con successo, di fornirci un approccio più variato al semplice “spara a chi ti passa davanti”. Un sicuro vantaggio per un genere che così raramente osa cambiare qualcosa nella sua formula di base. Gli spazi pullulano di nemici, sebbene non troppo brillanti. Capita infatti di imbatterci in parecchi singhiozzi dell’intelligenza artificiale la quale obbliga i nemici a fare mosse piuttosto idiote. Noterete spesso infatti che i soldati avversari non sfrutteranno bene le coperture, correranno verso di noi nonostante l’altissima percentuale di piombo nell’aria e altre cose che una persona vera si asterrebbe dal fare. Se in più taggiamo i nemici con il nostro binocolo in modo da vederli evidenziati anche dietro a muri e altri oggetti solidi, ci accorgeremo presto che i poveretti si ritroveranno in netto svantaggio. Non tutto è male comunque, dal momento che il nemico cercherà sempre di aggirarci per evitare ritirate strategiche e lo farà sempre piuttosto in fretta. Così facendo saremo sempre impegnati su più fronti, godendo di un livello di sfida in più. A dipendenza del livello di difficoltà scelto saremo messi più o meno alla prova dall’IA avversaria, ma se siete avvezzi a giocare al genere FPS, la modalità normale è più che abbordabile. Se siete in cerca di una vera sfida, meglio orientarsi verso qualcosa di più difficile. Insomma, campagna corta e con una storia assolutamente dimenticabile, che è tuttavia divertente da giocare e che ci metterà di fronte a un buon numero di situazioni diverse. Meglio di tanti altri sparatutto!

In tanti è più bello

battlefield_4_-_paracel_storm_2Battlefield 4, si sa, è un gioco da fruire in multiplayer. Le versioni PC e next gen offrono il supporto a 64 giocatori, mentre tale numero è limitato su PS3 e X360, a causa delle loro limitazioni di harware. Come tradizione dunque, le modalità multigiocatore sono la vera essenza della produzione DICE. E di attività da svolgere ce ne sono tantissime! Negli scorsi mesi abbiamo sentito spesso parlare delle novità introdotte, la più eclatante di tutte è il concetto definito “levolution”. Come da tradizione infatti le mappe multi avranno coperture distruttibili, ma ciò che cambia veramente è la scala delle distruzioni più grosse. Come non citare la distruzione della diga che allaga tutta la mappa? O la mappa “Paracel Storm” che vedrà una tempesta prendere notevole forza mentre noi giochiamo? Senza ovviamente dimenticare la possibilità di far schiantare una intera nave contro un’isola, tanto per mettere un bastone da svariate tonnellate tra le ruote del team avversario. La distruzione su vasta scala, unita ad un sapientissimo level design, elevano questo Battlefield 4 a una delle esperienze multiplayer meglio riuscite in tempi recenti. La decina di mappe proposte brilla per originalità e per intelligenza di design e riescono a proporre diversi stili di gioco. Non sono dunque dimenticati nemmeno i veicoli e i natanti, al fine di ampliare la strategia di gioco. I camperoni amanti del fucile da cecchino si renderanno presto conto delle infinite possibilità offerte da Battlefield 4, specialmente per quanto riguarda le immediate vicinanze dei punti di conquista. battlelog-tabletForse un po’ frustrante per il giocatore neofito, ma assai divertente per gli altri scovare tali punti favorevoli, sia per sfruttarli che per vendicarsi del suddetto camperone, magari avvalendoci del paracadute per prenderlo alle spalle. Bene inteso, più andiamo avanti nella nostra carriera di soldato digitale e meglio saremo equipaggiati. Variatissimi i vari potenziamenti sbloccabili, anche e soprattutto in base alla specialità scelta. Da qui la necessità di formare un team con i propri amici, in modo da “gestire” al meglio le varie peculiarità di ogni singolo componente. La gestione del team viene anche ampliata dal Commander, ovvero la possibilità di comandare la squadra tramite tablet. Il comandante potrà dunque gestire a colpo d’occhio la sua squadra, inviare rinforzi e affinare la strategia, il tutto senza doversi trovare davanti alla console o al PC, ma tramite un tablet. Un gradito ritorno insomma! Per quanto riguarda le nuove modalità troviamo Defuse ed Obliteration. La prima richiederà al giocatore di innescare e disinnescare bombe, mentre la seconda vedrà le squadre competere a chi piazza per prima delle cariche esplosive. Due modalità che fanno sicuramente la corte al lato bombarolo che c’è in voi!

Concludiamo?

Battlefield 4 è la naturale evoluzione di Battlefield 3. Un enorme numero di contenuti, un buon numero di novità (abbiamo parlato solo di quelle, siamo sicuri che conosciate a menadito BF3!). Citiamo ancora una volta l’ottimo level design, specialmente per quanto riguarda il multiplayer. Con un lavoro tanto importante svolto nel multi, quasi ci chiediamo cosa ci sia ancora a fare la campagna singolo…
Aspettando Ghosts, oppure a dipendenza della vostra “fede” a uno o l’altro franchise, Battlefield 4 è un titolo molto divertente da giocare!

 
 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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