The Last of Us: Parte I

Scritto da il il Recensioni, 4 più
chiudi [x]

The Last of Us: Parte I (PC)

Cavalcando l’onda della popolarità rinata per il franchise grazie all’uscita della serie TV di The Last of Us targata HBO con protagonisti Pedro Pascal nei panni di Joel Miller e Bella Ramsey in quelli di Ellie Williams, The Last Of Us: Parte I viene portato su PC grazie a una collaborazione fra Naughty Dogs, casa originaria del gioco alla sua uscita nel 2013, e Iron Galaxy, già sua partner per il port su PC della collection di Uncharted.

Il gioco doveva uscire il 3 marzo 2023 ma è stato rimandato di quasi un mese, sbarcando su Steam il 28 marzo 2023. Beh, probabilmente ci sarà stato un motivo per cui il gioco è stato rimandato, e, secondo noi, forse avrebbe avuto bisogno ancora di qualche mese per essere effettivamente giocabile.

Nuovamente Cordyceps

Ma procediamo in ordine. Il remake del gioco del 2013 è uscito per PS5 nel 2022, e noi da bravi fan della saga non abbiamo potuto fare altro che recensirlo sotto l’attento e critico sguardo di Dave, che ai tempi gli diede un 5.5, con l’unica pecca che il remake fosse effettivamente sempre lo stesso gioco, con solo qualche miglioria di quality-of-life. Nel caso viviate su Marte, vi facciamo un piccolo recap della storia; The Last of Us: Parte I è un gioco di avventura e azione in terza persona in cui vestiamo, per la maggior parte del gioco, i panni di Joel Miller, mercenario che fa di necessità virtù, il cui compito è scortare la giovane Ellie Williams dall’altra parte degli Stati Uniti d’America, affrontando un paesaggio post-apocalittico popolato da delle creature infette dal fungo Cordyceps, che è mutato per poter sopravvivere dentro un ospite umano, creando creature simili a degli zombie come i Runner, gli Stalker o gli spietati ma ciechi Clicker.
 
 
Il giocatore potrà utilizzare armi da fuoco, armi improvvisate, o addirittura decidere di combattere a mani nude – e decidendo se utilizzare un approccio più furtivo o meno, che a volte il gioco ci obbligherà ad usare a causa della natura dei nemici sensibili ai rumori – per portare a termine la missione: trasportare il cargo, cioè Ellie, dalle Luci, un gruppo di milizia rivoluzionario che cerca di trovare una cura per l’infezione del fungo che ha messo in ginocchio l’intera umanità. Ci renderemo presto conto però che a volte i pericoli più grandi non sono gli infetti, ma i gruppi di umani che ci sono ostili e che, ognuno a modo suo, cerca di sopravvivere all’apocalisse. E soprattutto ci renderemo presto conto che Joel, un uomo segnato dalle perdite che ha subito nella sua vita e dal peso di aver interrotto diverse vite umane per sopravvivere al difuori delle finte oasi che sono le Zone di Quarantena delle varie città, ha una possibilità di guarire dal suo trauma grazie alla vicinanza di Ellie, una ragazza cocciuta, temeraria e chiacchierona, con cui creerà un forte legame, e rivedendo in lei la figlia Sarah morta il giorno in cui è scoppiata la pandemia Cordyceps, farà di tutto per tenerla al sicuro.
 
 
Le avventure di Joel ed Ellie durano per un intero anno, e con loro attraverseremo le stagioni e i vari stati americani. Durante l’inverno, avremo la possibilità di giocare nei panni di Ellie, mentre subito dopo il primo filmato introduttivo indosseremo brevemente le vesti di Sarah, catapultandoci subito nella terribile realtà che ha sconvolto l’umanità fra la notte del 26 e del 27 settembre 2013. Bisogna ammettere che dopo la pandemia covid-19, ogni gioco post-apocalittico prende una piega più spaventosa. Soprattutto giochi realistici come The Last of Us: Parte I, dove seppur vi sono elementi molto poco realistici la cui funzione è puramente legata al game-play come il fatto che le spore del fungo rimangano ferme in posti isolati e non si spargano per tutto il mondo trasportate dall’aria, le conseguenze dell’infezione sono tangibili soprattutto nelle strutture sociali che vanno a crearsi fra i sopravvissuti.
 
 
Come per PS5, acquistando il gioco ci sarà dato accesso anche al DLC Left Behind, dove approfondiremo la storia di Ellie e di come sia stata infetta. La storia si svolge contemporaneamente nel passato e nel presente del gioco, ma vi consigliamo comunque di giocarlo dopo aver terminato la storia principale, se ancora non lo avete fatto, e ci introduce all’amica d’infanzia e interesse romantico di Ellie, Riley. Le due ragazze si ritrovano dopo che Riley è scomparsa per diverse settimane per entrare a far parte del gruppo rivoluzionario delle Luci, e passano una giornata insieme in un centro commerciale abbandonato, dove dovranno far conto non solo con la loro immaturità ma anche con l’epidemia e i pericoli che il Cordyceps ha portato.
 
 

Una lotta per la sopravvivenza

A costo di essere ripetitivi della recensione scritta da Dave nel 2022, vi ricordiamo che il gameplay di The Last of Us: Parte I è brutale, come è giusto che sia. La pandemia Cordyceps ha creato degli infetti dalle abilità sovrannaturali, mentre noi siamo solo un mercenario che trasporta una ragazzina immune da una parte all’altra degli Stati Uniti d’America. A qualsiasi difficoltà sarà giocato, sarà necessario – come per Uncharted, già citato titolo di Naughty Dogs il cui porting è stato fatto sempre da Iron Galaxy – spingere persone dalle scale, spostare oggetti per crearsi delle nuove entrate in luoghi apparentemente chiusi, e soprattutto combattere. Ma ricordatevi: Joel non è un super umano, e se trivellato di colpi verremo uccisi. I nemici più pericolosi sono i Clicker, a cui spesso non basta un colpo per essere mandati a terra, e gli umani, che come in molti giochi post-apocalittici sono i nemici più temuti a causa della nostra avidità e differenze di pensiero. È davvero importante far uso della modalità stealth anche quando “non necessario” e dei call-out di Ellie durante il gioco, che renderanno i combattimenti molto più gestibili.

In generale sono stati fatti miglioramenti della qualità di vita, che è piuttosto triste da dire in italiano. La mira è più reattiva, l’utilizzo delle diverse armi ha un certo peso nel gameplay, e Joel (ed Ellie) sono più facili da manovrare. L’IA dei nemici è stata migliorata: come noi, anche essi cercano disperatamente di sopravvivere e sopraffarci, offrendoci un maggior senso di pericolo e imprevedibilità. È stata migliorata anche l’IA degli NPC che ci seguono, rendendoli più utili, seppur ancora corrono facendo un casino assurdo mentre tu sei ancora in modalità silenziosa. Tutti questi miglioramenti, seppur non siano dei veri e propri rework dei livelli, rendono il gioco più autentico e pericoloso, seppur i livelli rimangono piuttosto lineari. Certo, il gameplay rimane ancora diversi passi indietro rispetto a quello di The Last of Us: Parte II, ma è già qualcosa. Sarebbe stato meglio riempire queste discrepanze facendo un rework totale dei livelli, così da poter dire che il gioco sia effettivamente un remake e non un update del precedente.

Strane prestazioni

Come su PS5, anche su PC il remake di The Last of Us Parte I brilla grazie alle migliorie degli elementi visivi. L’illuminazione, le texture, e le animazioni rivisitate e più fluide, anche figlie delle nuove tecnologie, rendono il gioco non solo più piacevole esteticamente, ma rendono le cut scene più profonde e significative. Joel ci appare più provato, più cupo, più scavato. Ellie ci appare più viva e innocente, ma anche più vulnerabile. L’ambiente è più consumato dalla natura e dalla piaga dei Cordyceps, mentre gli infetti sono più brutali e spaventosi. Il gioco di per sé non è cambiato, ma questa miglioria grafica prende a braccetto la storia, donandole una tonalità grave e cupa che effettivamente mancava al gioco del 2013. L’occhio vuole la sua parte e questo remake di certo non pecca su questo.

Il gioco su PC ha però un sacco di problemi di performance, e i suoi problemi principali sono due. Il primo riguarda l’utilizzo della VRAM, la memoria video sulla scheda grafica, che richiede molta memoria. Anche con una scheda grafica potente come la RTX 3070 Ti, le impostazioni consigliate sono molto ridotte, soprattutto per quanto riguarda le texture, indipendentemente dalla risoluzione. Questo limita praticamente chiunque nel godersi al massimo la grafica su PC, che richiede troppo, anche per hardware molto costosi e build di ultima generazione, il che ha fatto storcere il naso alla comunità online. Molti si lamentano del porting del gioco su PC, tanto da richiedere numerosi rimborsi, e lasciare review negative sui maggiori siti di review delle varie comunità online. Il secondo grande problema riguarda l’elaborazione degli shader, la quale compilazione richiede più di quarantacinque minuti: la cosa che rende il tutto davvero ridicolo è che ad ogni minimo aggiornamento driver bisogna aspettare sempre più tempo, e noi siamo arrivati a un massimo di due ore di attesa, anche perché giocare senza shader influisce brutalmente sulle prestazioni del gioco. Diciamo che come PC gamer siamo abituati a caricamenti più lunghi se ciò corrisponde a prestazioni molto elevate, ma due ore è troppo anche per noi. Come vi dicevamo all’inizio, è molto probabile che il processo di porting sia incappato in dei problemi, che hanno portato al ritardo iniziale del gioco all’inizio di marzo. Siamo convinti che almeno un altro mese di ritardo fosse necessario per rendere il processo più fluido e ottimizzato, evitando così anche il backlash della community su un gioco così tanto amato.

Per concludere, la versione PC del gioco può apparire visivamente meno impressionante della sua controparte PlayStation 5, nonostante l’hardware più prestante. Molti giocatori riportano anche numerosi bug e crash del gioco. Noi per fortuna abbiamo avuto solo problemi con i lunghissimi tempi di attesa dei caricamenti, che comunque hanno reso il gioco piuttosto ingiocabile. Ci sembrava giusto condividere i report più frequenti dei giocatori.

Al momento, vi consigliamo di godervi il gioco sulla sua piattaforma originale, se ne avete la possibilità. Se il gioco avrà delle patch che andranno effettivamente a sistemare questi enormi problemi, il voto potrebbe migliorare. Al momento, dopo due settimane dall’uscita, non ci sono patch ancora in vista. Attendiamo con trepidazione notizie da Naughty Dogs, Sony e Iron Galaxy.

 

Ci piace

  • Gameplay migliorato
  • Personaggi indimenticabili
  • Storia spettacolare

Non ci piace

  • È sempre lo stesso gioco
  • Interminabili ore di caricamento
  • Problemi di performance
4.5

Scritto da : Giulia Da Costa

Conosciuta anche come Duckie, Giulia è una redattrice appassionata di indie e studentessa di Media Management.

Nessun commmento

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

JOYPAD

Joypad è il sito indipendente di videogiochi, tecnologia e film per la Svizzera italiana.

Il sito nasce quale tentativo di informare i giocatori della Svizzera italiana nel modo più completo possibile riguardo ai media videoludici, cercando di contestualizzare l’informazione per gli ascoltatori di questa regione spesso dimenticata dalle grande aziende mondiali. Dalla metà del 2013 si occupa anche di film con la rubrica Joypad Movies.

SGN Logo

Altri membri di SCN:
games.ch
the(G)net.ch