The Dark Pictures Anthology: House of Ashes

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The Dark Pictures Anthology: House of Ashes

Supermassive Games! Ah Benedetti ragazzi tutti fissati con il loro concetto di film interattivo! Dopo lo stuzzicante Until Dawn e i primi due volumi della Dark Pictures Anthology, Man of Medan e Little Hope, siamo oramai quasi alla fine della season 1, con solo un episodio dopo House of Ashes che ci aspetta.

L’avventura di quest’anno ci poterà nell’Iraq del 2003 e nell’episodio migliore finora.

Una sporca guerra

Iraq, 2003. Ad appena un paio d’anni dagli attacchi terroristici dell’11 settembre, gli americani sono determinati a farla pagare ad Al-Qaida in Afghanistan e a Saddam Hussein in Iraq (si potrebbe pure discutere delle due cose ma non è il momento). Gli americani stanno ancora cercando le armi di distruzioni di massa del dittatore, in modo da giustificare la loro presenza. La svolta potrebbe essere l’arrivo di un nuovo sistema satellitare chiamato in grado di vedere strutture sotterranee, sviluppato da un pezzo grosso dell’esercito, Eric King. L’uomo ha scovato una struttura in effetti e non vede l’ora di verificare se il suo sistema funziona. Prende allora il comando di una piccola unità di soldati, per altro capitanati dalla sua quasi ex moglie Rachel e parte per il luogo indicato sulle mappe. Al contempo, un soldato regolare dell’esercito iracheno, Salim Othman, ritorna a casa per scoprire che il figlio si è messo nei guai. E non è tutto, il raid americano è stato anticipato dalle forze irachene, decise a non arrendersi all’occupazione statunitense. Suo malgrado, Salim sarà trascinato sul campo di battaglia. Quella che inizia come una delle tante storie di guerra dei primi anni duemila però finirà ben presto per prendere una piega oscura. Cosa si nasconde nelle rovine sotterranee dimenticate da millenni?

Film interattivo, ancora una volta

House of Ashes, come tutti i suoi predecessori, è più un film interattivo che un gioco vero e proprio. Si inizia scegliendo uno o più dei 5 personaggi disponibili, il gioco ci raccomanda caldamente di condividere l’esperienza con gli amici, sia in multiplayer online oppure, molto meglio, passando il controller a qualcun altro sul divano. Dovremo scegliere tutti, 4 americani ed un iracheno, per poter giocare. E, come di consueto, le nostre scelte e i nostri errori avranno un impatto sostanziale sulle chances di sopravvivenza di ciascuno di essi. House of Ashes ci farà giocare a turni, con una chiara indicazione su chi sia al comando. Ogni scelta, ogni dialogo, ogni interazione modificherà gli equilibri del team, mentre tenteremo di scoprire come fuggire da quello che potremmo definire un misto tra Il Tempio Maledetto, Tomb Raider, Alien e Prometheus, il tutto con una buona dose di Black Hawk Down. Giusto per dire che non siete affatto pronti alle atmosfere oscure e minacciose di questo gioco!

Il gameplay è, crediamo, volutamente semplice. Quando tocca a noi potremo alternativamente muoverci in spazi molto limitati, per raccogliere oggetti, leggere documenti e parlare occasionalmente coi nostri compagni. Oppure dovremo sopravvivere ai più classici QTE: premere il tasto giusto al momento giusto, schivare, premere col giusto ritmo e poco altro. La parte videoludica è, come sempre in questi casi, la parte più debole della produzione. D’altra parte, è manifesto che Supermassive voglia proporre un’esperienza il più vicina al cinema possibile e che la formula si adatti poco al media videogioco, specialmente per quanto riguarda il rimo in cui viene raccontata la storia. Questa limitazione, comunque, secondo noi non è problematica al fine di questa serie di giochi perché assolutamente strumentale all’ottenimento dell’esperienza desiderata. House of Ashes è un film d’azione avventura appassionante, che ci ha tenuti assolutamente incollati un venerdì sera dalle 18 alle 00:30, con appena un tre quarti d’ora di pausa per la cena. House of Ashes ha tutto: azione, jump scares, mistero, scoperta… indubbiamente (e a detta di tutti) è il miglior capitolo della serie. Col passare degli anni, infatti, Supermassive ha affinato la ricetta e ora il gioco è più action, più dinamico anche nel passare il controllo da un giocatore all’altro, specialmente nelle fasi più concitate.

Fortuna e Gloria, Short Round!

Abbiamo giocato a House of Ashes su PlayStation 5 e il gioco è tecnicamente molto bello, specialmente per quanto riguarda gli effetti di illuminazione che regalano chiaroscuri magnifici e luci meravigliosamente soffuse. Abbiamo apprezzato tantissimo ogni set piece, ogni struttura o ambiente. Dai templi perduti a strutture leggermente più… come dire… fuori dal mondo, il level design di House of Ashes è davvero straordinario. Per quanto riguarda i protagonisti, il team di sviluppo continua a spingere sulla sua tecnica di presentazione il più realistico possibile. Questa volta troviamo l’attrice Ashley Tisdale, nei panni di Rachel, ad essere il personaggio faro. E qui purtroppo non siamo ai livelli che vorremmo, con la uncanney valley purtroppo ancora presente. I volti sono molto buoni; eppure, c’è ancora qualcosa che non va, come se il viso non fosse correttamente collegato al resto della testa. Alcuni personaggi poi sono più realistici di altri e non è immediatamente chiaro il perché. Detto questo, non che la cosa sia particolarmente grave, visto che l’esperienza rimane assolutamente godibile. Il gioco non è tutto super fico, comunque, ci sono alcuni ambienti meno belli di altri, abbiamo notato qualche pop-in di textures e qualche caricamento di troppo per essere PS5 ma nulla di trascendentale.

Ottimo per una serata con gli amici

Se vi piacciono le storie misteriose e avventurose, House of Ashes è il gioco per voi. È possibile finirlo in una serata o, se non avete troppa fretta, anche in due e va giocato con gli amici. La storia, se fosse un film di Hollywood, si fermerebbe a buono. Un po’ come gli immortali film della Mummia con Brandon Fraser, esaltanti ma non capolavori assoluti. Ma il fatto che siamo noi a decidere cosa succede, noi a prendere una direzione piuttosto che un’altra, è quello che eleva l’esperienza offerta da Supermassive. La rigiocabilità non è eccelsa, anche se potremo ottenere diversi risultati per diversi personaggi (e perderne qualcuno per strada pure!) ma la storia resterà sempre quella.

Insomma, prendetelo per quello che è, un divertente (e a tratti esaltante) “gioco da tavola” per una serata un po’ diversa con gli amici. Senza dubbio, il migliore dei tre giochi usciti finora.

The Good

  • Storia appassionante
  • Diverente con gli amici

The Bad

  • Movimenti legnosi
  • Solo se vi ispira il concetto
5.5

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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