The Dark Pictures Anthology: Man of Medan

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The Dark Pictures Anthology: Man of Medan

Supermassive Games! A noi piacciono questi bravi ragazzi perché hanno uno stile tutto loro, una insana passione per il genere horror e i jump scares e una indubbia bravura tecnica. Dopo aver apprezzato Until Dawn, ora tocca al primo capitolo della Dark Pictures Anthology intitolato Man of Medan.

Navi fantasma? Morti misteriose? Un gruppo di amici che rischia la pelle? Oh sì, siamo pronti!

Oscuri misteri

Man of Medan si apre con due allegri soldati statunitensi in licenza. Tra una bottiglia di birra e un gioco di forza da fiera, i due si godono una meritata serata di relax. E chi potrebbe dare torto ai due? Sono appena sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale e stanno per imbarcarsi sulla loro nave per ritornare in patria. Ma sì sa che marinai in licenza ed alcol sono brutti compagni di letto e i due finiscono per rientrare fin troppo sbronzi, finendo uno in galera e l’altro in infermeria. Ma, come il cliché degli horror esige, al risveglio le cose sono andate terribilmente storte… Arriviamo ai giorni nostri per fare la conoscenza con un gruppo di amici in vacanza nella Polinesia francese: Alex, Conrad, Brad e Julia si godono una vacanza facendo sub e bevendo birra su una graziosa barca a motore capitanata da Fliss, un’energica donna locale. La vacanza prosegue spensierata, tra una sbronza e un’immersione (un filo irrispettosa invero) dentro un aereo statunitense affondato negli anni Quaranta quando gli eventi prendono una piega sinistra. Un gruppo di pesatori ha cattive intenzioni per il gruppetto…

Man of Medan è il classico prodotto Supermassive: un horror-thriller interattivo in cui il giocatore deve sostanzialmente superare una serie di QTE e fare delle scelte che avranno ripercussioni anche piuttosto serie sullo svolgimento degli eventi. Il gioco è stato pensato per essere giocato in compagnia, tanto che la prima voce nel menu principale dice “non giocare da solo” e così abbiamo fatto! Ci siamo lanciati nella modalità Serata al Cinema che prevede un massimo di 5 giocatori che si passeranno un unico controller durante il gioco. A turni ciascuno dei partecipanti prenderà i comandi del proprio personaggio e tenterà di salvargli la pelle mentre l’orrore si spande attorno ai protagonisti. Per fortuna eravamo esattamente in cinque, 3 gamer e due imbranati (molto imbranati) col controller, il che ha decisamente movimentato l’esperienza, che si è fatta subito condivisa tra il gruppo di giocatori. Tra gente che suggeriva risposte a qualche discorso, tra jump scares condivisi dal gruppo, risate e prese in giro per la poca perizia nei quick time events (che in pratica hanno deragliato la storia verso le sue ramificazioni più oscure e sfigate) abbiamo speso un’ottima serata tra amici in modo davvero diverso dal solito.

Da condividere nel bene e nel male

La storia di Man of Medan non si può definire originale, anzi, si rifà ad altre opere del genere e non si nega i più classici cliché del genere (il topo che compare all’improvviso, apparizioni evanescenti, corridoi ripetuti più volte) ma è davvero godibile. Mentre seguiremo le avventure e disavventure dei nostri alter ego virtuali non potremo che restare catturati dalla storia che è completabile in una serata densa ma divertente. Quello che non funziona benissimo è la quantità di tempo speso a giocare per ogni singolo personaggio, davvero squilibrata. Certi giocatori hanno avuto quasi il doppio del tempo degli altri e nel caso della prematura dipartita di uno di essi (è possibile ed è successo), il giocatore orfano di personaggio resterà gioco forza in panchina a riflettere sui suoi errori.

In generale comunque è possibile giocare a Man of Medan anche da soli o in co-op online, questa volta con solo un altro giocatore che però deve per forza possedere una copia del gioco. Onestamente, sconsigliamo entrambe queste opzioni se avete 4 amici e una sera libera da dedicare a questo gioco.

Tecnicamente Supermassive Games flette i muscoli. Abbiamo giocato su PS4 Pro e siamo rimasti molto soddisfatti dal comparto grafico, dalle animazioni facciali (quasi sempre molto buone) e dal doppiaggio italiano, si buona fattura. Siamo ancora lontani da un vero e proprio film in CGI interattivo Supermassive è decisamente tra gli studios che stanno in prima linea. In ogni caso, la resa visiva di questo titolo è sufficientemente realistica da permettervi, con un po’ d’impegno, di convincere anche non gamer a condividere la storia con voi – il che è tutto dire!

Alla prossima puntata

The Dark Pictures Anthology: Man of Medan è solo il primo capitolo di una serie a più ampio respiro che continuerà nel 2020 con Little Hope di cui sappiamo ancora poco se non che sarà il secondo in una serie di tre titoli pianificati. Di sicuro con Man of Medan Supermassive è partita molto bene e siamo molto curiosi di vedere che succederà nel prossimo. Ma prima, dovremo giocare ancora e ancora, in modo da scoprire le altre direzioni possibili in questo capitolo la cui rigiocabilità è garantita per più serate in compagnia.

Ci piace

  • Storia accattivante
  • Modalità cooperativa
  • Tecnica

Non ci piace

  • Non è lunghissimo
  • Fasi di gioco poco calibrate tra giocatori
5.5

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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