Samsung Q9F

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Samsung Q9F

Wow non è passato nemmeno un anno da quando abbiamo recensito una TV QLED di Samsung! In novembre 2017 siamo entrati nel 4K con la Q7F ma ora è decisamente il momento di fare un passo avanti con la Q9F. Cosa sarà cambiato tra il 2017 e il 2018?

Grandi cambiamenti

Negli ultimi mesi ci siamo goduti la Q7F, inutile negarlo. Un bel pannello flat dotato di quasi tutti i confort moderni: 4K, HDR, una generosa sezione di app… ma per il gamer che non vuole compromessi, c’era ancora spazio per migliorare. Specialmente (e l’abbiamo scoperto col tempo!) la modalità game della Q7F non era delle migliori e, in certi casi, introduceva artefatti di colore rosso nelle immagini. Un infarto, specialmente perché credevamo fosse la GPU di Xbox One X ad avere problemi! Ma facciamo un salto in avanti con il nuovo modello.

La serie 9 flat è disponibile in modelli da 55” (il modello che abbiamo in redazione) ma anche da 65” e 75”. Tutti e tre i modelli sono pannelli QLED con illuminazione diretta (e non edge come abbiamo detto per errore nell’unbox – la scheda tecnica sul sito US di Samsung è sbagliata!). La risoluzione è 4K (3840×2160) e il pannello supporta HDR+ (Q HDR 2000) ma non Dolby Vision e ha una luminosità massima di 2000 nits e ben 500 zone di controllo. Rispetto alla Q7F questa TV è più spessa (38,9 mm – a causa dell’illuminazione full LED local dimming) ma bisogna dire che la riduzione a quasi niente della cornice, circa 5 millimetri, è decisamente impressionante: questo device è solo schermo e niente fronzoli e una volta acceso c’è solo l’immagine. Molto impressionante la fabbricazione del vetro che copre lo schermo: grazie all’aggiunta di un livello anti riflesso avanzato, lo schermo non riflette quasi per nulla eventuali altre luci circostanti, a parte le fonti luminose più forti. Questo accorgimento aiuta anche a rinforzare le performances dei neri e a ridurre qualsiasi perdita luminosa interna (o bleeding).

Ritorna anche il box One Connect, ovvero l’unità di connessione e elaborazione dell’immagine che è totalmente separata dallo schermo, in modo da ridurre l’ingombro della stessa. Nel 2018 c’è una benvenuta novità: quest’anno l’unica connessione tra la TV e il suo “cervello” è rappresentato dalla fibra ottica che porta dati e alimentazione. A differenza del Q7F, che aveva una fibra più fine ma un cavo di alimentazione grigio di dimensione standard, ora è ancora più facile montare la TV senza rovinarne l’estetica con orribili cavi penzolanti. La fibra inclusa con la Q9F è lunga 5 metri ma è possibile acquistarne una da 15 metri, se vogliamo posizionare lo One Connect davvero lontano. Per quanto riguarda quest’ultimo, la connettività è molto buona. Quattro porte HDMI 2.0, tre porte USB (due da 0,5 A e una da 1 A), una porta ethernet, connettività wireless, Bluetooth, uscita audio ottica digitale, 1 ingresso RF, 2 ingressi satellite, tuner DVB-T2 e DVB-S2, un connettore ex-link e uno slot common interface oltre che al connettore proprietario per la fibra ottica. Il cambiamento subito dallo One Connect è importante visto che il modello 2018 è grande circa il doppio in altezza rispetto al modello 2017 e produce decisamente più calore, specialmente a causa dell’inclusione dell’alimentazione al suo interno.

Per quanto riguarda l’audio, il televisore è di altoparlanti 4.2CH da 60 W RMS con supporto a Dolby Digital Plus. Sono sicuramente più incisivi dei 2.2 CH dell’anno scorso ma non ci hanno impressionato particolarmente. I dialoghi sono sempre comprensibili e anche spingendo il volume verso l’alto non ci sono distorsioni o spiacevoli vibrazioni sui bassi. Detto questo, dopo un paio d’ore di uso siamo tornati ad usare la nostra soundbar (una Samsung HW-K470, che si integra perfettamente con il sistema della TV ed è molto più incisiva, grazie all’accoppiata soundbar + subwoofer + due satelliti posteriori).

Guardarci la TV

Strano a dirsi, ma il guardare la TV non è proprio tra le nostre priorità con questa Q9F. Tuttavia, è bene discuterne, prima di passare al gaming. Grazie a Tizen OS 4.0 abbiamo una buona scelta di app e servizi da usare: YouTube, Netflix, Amazon Prime Video Google Play, Spotify, Zattoo, Twitch, Sky CH, ExLibris VoD, Steam Link e via dicendo. La quantità di app non è forse paragonabile a una TV basata su Android ma non ci manca nulla. Il sistema è velocissimo, il passaggio tra un’app e l’altra è quasi istantaneo. Se poi avete uno smartphone Samsung, scoprirete che far interagire i due è facilissimo: che si tratti di usare il telefono come telecomando, proiettare video o accedere alle immagini salvate sul cloud. Da quei bravi millenial che siamo, non abbiamo provato i tuner della TV perché non siamo disposti di nessun tipo di accesso a via cavo, antenna o satellite. Ma abbiamo guardato una marea di contenuti su Netflix, YouTube e ci siamo dati ai Bluray 4K HDR. Le immagini sono notevoli e, specialmente per quanto riguarda i contenuti HDR10, davvero niente male. Peccato che Netflix non supporti HDR10+, l’alternativa open a Dolby Vision. La differenza tra HDR10 e 10+ è che il secondo usa metadati dinamici per gestire luminosità scena per scena o addirittura frame per frame.

Nemmeno Xbox One X per ora lo supporta, sebbene la feature sia stata dapprima annunciata e poi Microsoft abbia smesso di parlarne. Quello che però è chiaro, per ora, è che le performances HDR di questa TV sono davvero interessanti. Nelle prime scene di The Martian (che non è in 10+ in ogni caso) siamo rimasti molto colpiti dai livelli dei neri contro le pianure assolate di Marte. In Deadpool ci siamo concentrati sulle scene all’aperto e, di nuovo, siamo rimasti molto soddisfatti dalla dinamica dell’immagine, in particolar modo quando Deadpool è seduto sul cavalcavia nella prima parte del film: il sole che si riflette sullo scarabocchio del mercenario chiacchierone ci ha dato davvero l’impressione di essere “troppo luminoso” perché colpito dai raggi solari. Amazon Prime Video offre dei contenuti HDR10+ (sì, abbiamo fatto un abbonamento a Prime Video solo per darci un’occhiata) e bisogna dire che la qualità è davvero impressionante ma è molto difficile dire quanto sia lo scarto con Netflix senza avere gli stessi contenuti in HDR10 e HDR10+ uno di fianco all’altro (le due piattaforme non offrono gli stessi contenuti purtroppo). Insomma, tra una buona resa cromatica e una gestione dell’illuminazione degna di questo nome, Samsung ha fatto un ottimo lavoro. L’uniformità dell’illuminazione è notevole: la miscela di illuminazione diretta e dimming locale portano questo pannello QLED molto vicino ad un OLED, pur non potendo competere al 100% con la sua precisione. Ma vi sfidiamo, sul serio, a distinguerla da un OLED senza averne una proprio di fianco, con la stessa sequenza a schermo. La luminosità massima è qualcosa di davvero intenso: 2000 nits sono ampiamente di più dei 1000 per cui la maggior parte dei film sono creati (in HDR). Insomma, preparatevi a nuovi livelli di potenza e precisione con pochissimi punti deboli.

 

Ora di giocare

Una delle cose che più ci interessava fare con la Q9F è giocare. Non solo perché lo schermo ora ha una modalità gaming automatica che si attiva automaticamente quando il televisore rileva un’attività di gioco (ma non, per esempio, se state guardando un film su Xbox One X) portando l’input lag a circa 15ms al posto dei regolari 34ms. La cosa in assoluto più interessante è il VRR, il variable refresh rate. Si tratta di una feature talmente nuova in campo PC che Samsung ha dovuto aggiornare il firmware della serie 9 solo dopo l’uscita sul mercato. In pratica, la Q9F supporta il Freesync. Se non siete saltati immediatamente sulla sedia, significa che non siete dei gamer. In poche parole Freesync è una tecnologia di AMD (che si oppone al ben più costoso G-Sync di Nvidia) che permette un refresh rate variabile e dinamico dello schermo in base al framerate in entrata. Avere un pannello che non supporta il VRR significa vedere effetti di tearing quando l’output video non è sincronizzato con il refresh del pannello. Ci sono soluzioni software collaudate come implementare un v-sync oppure un frame cap fisso in modo da ottenere un frame pacing stabile (ovvero: una sequenza stabile nel tempo di immagini al secondo, senza variazioni). Con il Freesync è possibile lasciare libera la console (nel nostro caso, una Xbox One X – PlayStation 4 Pro non supporta questa tecnologia!) di produrre l’output senza né v-sync né frame cap e la televisione si adatterà da sola al refresh rate (entro un certo limite).

Le opzioni di Xbox One X

Perché il VVR è interessante per i giocatori su Xbox One X? Beh, perché con l’avvento dei giochi ottimizzati per l’ammiraglia di casa Microsoft possiamo spesso scegliere tra diverse modalità grafiche: 4K, grafica migliorata, framerate massimo. Abbiamo fatto i nostri test con Rise of the Tomb Raider (nella famigerata Valle Geotermica, una zona ricca di effetti alpha in grado di schiantare anche una 1080 Ti su PC) e con The Witcher 3 (sia a Novigrad che a Crookback Bog). Si tratta di test difficili da quantificare perché è necessario un gioco che supporti diverse modalità grafiche (per vedere la differenza) e specialmente che, in almeno una modalità, non ci sia nessun limite al framerate. E anche in questo caso, non avendo nessuna possibilità di avere un contatore di FPS a schermo (come avremmo su PC), l’unica è stata basarsi sulle indicazioni che compaiono a schermo per qualche secondo nella GUI della TV quando selezioniamo l’output video. Per farvela corta, il Freesync funziona in entrambi i giochi. Per quanto riguarda RoTTR abbiamo notato cambiamenti tra 42 e 59 Hz in modalità framerate elevato mentre passeggiavamo per la Valle geotermica. Ma Freesync resta attivo anche in modalità 4K nativa (ma il framerate è bloccato dal gioco a 30 – ma abbiamo visto comunque dei picchi verso il basso fino a 52 Hz). The Witcher 3, in modalità performaces è in grado di produrre framerates decisamente superiori a 30 FPS. In modalità performances il gioco tenta di renderizzarsi a 60 FPS, riuscendoci non molto spesso in ambienti cittadini. Grazie al Freesync però i cambi di frame pacing non risultano mai (per quanto abbiamo visto) in tearing dell’immagine. Sia con RoTTR che Witcher 3 l’impressione generale è di una maggiore consistenza nella presentazione finale. L’impressione finale è più simile a quella di una fluidità maggiore in ogni caso, anche se in realtà si tratta semplicemente di una maggiore consistenza nella presentazione.Abbiamo spulciato un po’ le opzioni di Xbox One X e abbiamo scoperto che è anche possibile cambiare l’output video in 1440p a 120 Hz invece di 4K a 60 Hz. Benché abbiamo provato in diversi giochi però non siamo riusciti ad ottenere un output a 1440p a 120 Hz, i giochi riconfigurano l’output a 4K 60 Hz. In ogni caso il VRR (e la sua implementazione Freesync) è agli inizi su TV e c’è ancora strada da fare. Per esempio non è possibile avere 4K, 120 Hz con VRR attivo a causa della limitazione di banda dello standard HDMI 2.0. Ora come ora è necessario attendere HDMI 2.1 il quale offrirà maggiori features per quanto riguarda il refresh rate, risoluzione, contrasto e così via). Purtroppo Samsung non ha pensato di inserire una connessione Display Port 1.2+ che avrebbe reso questa TV un’ottima compagna per un PC.

We like! A lot!

Questa Q9F ci ha comunque soddisfatto in pieno. Samsung ha migliorato praticamente ogni aspetto della gamma 2018, da piccoli accorgimenti a stravolgimenti importanti. La nuova fibra che trasporta anche l’alimentazione è una scelta perfettamente sensata. Aver spinto così tanto la tecnologia QLED, quasi al limite dal confonderla con un OLED, è un traguardo impressionante (anche se a discapito dello spessore del pannello). Le features gaming sono per noi il piatto forte, l’implementazione del VRR migliora in modo tangibile l’esperienza di gioco su console, specialmente se optate per le opzioni con framerate senza limiti nei giochi che lo permettono. La cosa meno riuscita è la modalità ambient, che in teoria fa sparire il televisore nell’ambiente in cui si trova mimando le superfici dietro di essa. Si fa tramite l’app Smart Things di Samsung ma nel nostro caso non ha fatto un gran bel lavoro. In più preferiamo spegnere il televisore quando non lo stiamo usando, risparmiando corrente (con tutti i benefici ecologici e finanziari del caso) piuttosto che lasciarla accesa con un orologio e le previsioni del tempo.

Non proprio così…

Insomma, l’unica cosa che proprio non ci piace (a parte il fatto che dobbiamo restituirla) è il prezzo: 3599 CHF per il modello più piccolo (quello da 55”) e fino a 6999 CHF per quello da 75”. D’altra parte, il top di gamma si paga caro…

 

Ci piace

  • VRR & Freesync
  • HDR10+
  • Design

Non ci piace

  • Ambient mode
  • Dimensione dello One Connect Box
5.5

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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