Sackboy: A Big Adventure

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Sackboy: A Big Adventure

Avevamo bisogno dell’ennesimo platform? La risposta probabilmente sarebbe no, ma quando si tratta del ritorno di un personaggio ormai iconico e tenerissimo come Sackboy, la risposta non può che cambiare in

positivo. E’ così che l’esclusiva Sony PlayStation ha fatto capolino sulle nostre console da qualche giorno, precisamente lo scorso 12 novembre, con Sackboy: A Big Adventure in un momento in cui forse l’attenzione dei giocatori è maggiormente rivolta ad altre esclusive, come quella di Spider-Man: Miles Morales, recentemente affrontato anche nella nostra recensione. D’altro canto, è innegabile il fascino di un platform senza tempo, che ci è scorso veloce e ci ha regalato solo poche ore di puro divertimento naif e coloratissimo.

Sackboy: A big adventure, una storia di stoffa e cartone

Non siamo di fronte a una produzione epica e patinatissima come i titoli davvero appealing del momento, ma non per questo, soprattutto a fronte del periodo natalizio alle porte, non si tratta di un titolo privo di interesse e che rischia di essere relegato in un angolino dimenticato della libreria digitale di Sony. Il nuovo platform di Sumo Digital permette di riscoprire il sollievo di un gioco privo di adrenalina e colpi di scena, ma assolutamente indicato per trascorrere un po’ di tempo con del sano divertimento e in tranquillità. Ma come siamo arrivati al ritorno di questo personaggio ormai storico nell’industria videoludica?

Il temibile Vex ha deciso di invadere il mondo di Sackboy e dei suoi amici, complicando la situazione e minacciando di togliere la libertà al protagonista e a tutti gli altri abitanti. Per evitare che questo accada, dobbiamo subito metterci in viaggio, attraversando cinque mondi pieni di livelli dalla difficoltà per nulla eccessiva e ben equilibrata, ma ricchi di temi sempre diversi e oggetti da raccogliere per ottenere gli ambiti trofei di livello. Il tutto tra le calde coccole di personaggi e oggetti realizzati in cartone, pittura, stoffa e tanti altri materiali realmente esistenti, come ben sanno gli aficionados di questo franchise.

E’ anche vero che questa realizzazione così originale perde un po’ di lustro man mano che procediamo nei livelli, in quanto alla lunga la natura fisica e concreta dei materiali usati, e la risposta altrettanto realistica di questi, rende l’atmosfera un po’ troppo omogenea, per quanto però sia coerente con il concept di base. Non vi è alcun dubbio: il lavoro fatto da Sumo Digital è davvero molto buono, soprattutto nella resa grafica sullo schermo dei materiali e delle risposte fisiche, ma è anche vero che si rischia di avere l’impressione che, almeno visivamente, il gioco abbia già offerto tutto il possibile.

Un mondo godibile e per nulla difficile

Sackboy: A Big Adventure, di fatto, non è una evoluzione del genere in sé. I livelli sono a scorrimento orizzontale e verticale, con tanti premi e ricompense da scovare, sfide a tempo e piattaforme da attivare e su cui saltare grazie alla risposta fisica compresa in modo logico nel gioco. Il protagonista apprende una manciata di mosse durante i primi momenti di gioco, proprio come se si trattasse dell’ennesimo Crash Bandicoot e acquisire solo in un secondo momento alcune abilità particolari per poter restare sospeso in aria, utilizzare il suo braccio bionico o un rampino per proseguire nel percorso. La stessa (scarsa) varietà si riscontra nella successione dei nemici, man mano più potenti, ma non in maniera eccessiva e proibitiva.

Il livello di difficoltà, lo abbiamo già detto, risulta parecchio contenuto e limitato, ma non limitante nella godibilità del gioco. Sackboy: A Big Adventure è accessibile a un’ampia fetta di pubblico, sempre a patto che si voglia avere a che fare con questa tipologia di genere di gioco. Riscontrato questo prerequisito, possiamo partire alla volta delle sfere che si devono raccogliere durante le nostre sessioni di gioco, che ricordiamo comprendere anche una modalità in cooperativa e con le sopracitate sfide a tempo che richiedono (finalmente) una certa concentrazione.

Come è normale che sia, il protagonista e tutto l’universo ricreato sono ben definiti e assolutamente riconoscibili, grazie soprattutto al lavoro svolto nel comparto grafico, tra colori parecchio contrastati, dettagli precisissimi e una telecamera che però ci impedisce spesso di osservarli da vicino. A fronte di questa varietà e attenzione visiva, non dimentichiamo che possiamo spendere la valuta in game per acquistare diversi costumi ed elementi estetici come premio e ricompensa per il nostro sforzo, sempre divertenti come l’intero universo di Sackboy.

Se il comparto visivo regala parecchie gioie, quello tecnico risponde molto bene ai nostri input, al netto di qualche sbavatura nelle sequenze di filmati, dove la scena è risultata talvolta ritardata e bloccata per pochi decimi di secondo. Inoltre, i continui cambi di prospettive rendono alcuni passaggi più confusionari di altri, piccole pecche che però non hanno inficiato sul risultato finale. Un vero neo è invece caratterizzato dallo scontro con i boss, uno per ogni mondo, i quali si sono dimostrati spesso ripetitivi e che ci conducono a completare il gioco in pochissimo tempo, poco più di dieci ore.

La versione PlayStation 5

Fino a questo punto la nostra Blondienerdie vi ha raccontato la versione PS4 ma durante il periodo di test Dave stava giocando alla versione per PS5. Il gioco a livello contenutistico è il medesimo, com’era logico supporre. Tuttavia, PS5 offre qualcosina in più. Per cominciare c’è l’utilizzo del controller DualSense che sfrutta il feedback aptico per offrire effetti rumble più precisi e di effetto. Il gioco sfrutta anche l’altoparlante integrato nel controller ma quello c’è anche sulla veneranda PS4. Un po’ peccato che gli sviluppatori non abbiano inserito anche il supporto ai grilletti adattivi, sebbene si tratti di tasti che useremo poco spesso (in sostanza per raccogliere oggetti o per aggrapparci a muri e altre sporgenze) non offrono una sostanziale differenza rispetto a PS4 in questo caso specifico. Sulla nuova console Sackboy gira 60 fps con risoluzione 4K e il gioco è semplicemente magnifico da vedere, con le sue bizzarre forme cartoon e i colori sgargianti. È difficile per il piccolo Sackboy rubare la scena a Miles Morales o Deamon’s Souls e tuttavia, pur non offrendo chissà quali enormi vantaggi rispetto a PS4 (60 fps 4K a parte!) è un’avventura che personalmente consiglio ai fortunati che sono riusciti a portarsi a casa una PSS5.

In conclusione

Sackboy: A Big Adventure non porta originalità, ma tanto buonumore, allegria e riprende le classiche caratteristiche dei platform tradizionali, riscoprendo però questo genere con una grafica decisamente accurata e rinfrescata. Se la realizzazione tecnica è davvero buona, avremmo preferito un maggiore coinvolgimento nell’azione, tra schemi musicali interessanti ma boss fight abbastanza facili e non troppo impegnative. Buona l’idea della modalità in coop, ma anche quella in single player offre parecchio contenuto, soprattutto se vissuto e goduto con calma. Un titolo che non ambisce all’epicità, ma alla memorabilità della leggerezza tipica di questo franchise che non si smentisce nemmeno stavolta con tanta serenità e spensieratezza.

 

Ci piace

  • Grafica coloratissima
  • Dettaglio visivo eccellente
  • Atmosfera spensierata

Non ci piace

  • Scarsa longevità
  • Poco impegno richiesto
  • Livelli e boss fight abbastanza ripetitivi
5

Scritto da : Blondienerdie

Pad alla mano da 6 anni, ancora mi chiedo se Squall sia vivo o morto, ma comunque nella playlist Spotify trovi la colonna sonora di FF VIII e FF VII accanto a metal, Two Steps from Hell, Hans Zimmer e i Coldplay. Sed non satiata.

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