Spider-Man: Miles Morales

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Spider-Man: Miles Morales

Here comes the Spiderman!” , cantava Michael Bublé nell’omonima canzone dedicata all’Uomo Ragno più famoso della storia dei comics, e a questo punto anche dei videogiochi. Ufficialmente il primo eroe Marvel a sbarcare sulla console next-gen di casa Sony, PlayStation 5, senza dimenticare la versione precedente, il viaggio in cui ci gettiamo tra i palazzi di New York, ancora una volta, vede sì un protagonista in calzamaglia, ma non è l’eroe che vi aspettereste.

Siamo di fronte a Spider-Man: Miles Morales, il nuovo titolo in esclusiva Sony che riprende le vicende del seguace di Peter Parker, rimarcando la linea sottile di confine tra i due fin dall’inizio.

L’allievo che non supera il maestro

Per chi ancora non sapesse chi è Miles Morales, ripercorriamo brevemente la storia alle spalle di questo personaggio. Questo nuovo “amico di quartiere” compare nel momento in cui avviene anche il ritorno di Kingpin, portando il caos nella città di New York, tra nuovi e vecchi antagonisti. Nel frattempo, Peter Parker cerca di aiutare zia May con il volontariato al centro F.E.A.S.T., senza dimenticare la sua amata, Mary Jane Watson, che ha ormai abbandonato la vita patinata da modella. Ora infatti la brava MJ è una ragazza acqua e sapone, ricopre il ruolo di giornalista per il Daily Bugle e chiaramente rimane pur sempre parte integrante di vita privata e pubblica di Spider-Man. Tornando però al nostro eroe, Miles scopre ora di avere poteri esplosivi che lo distinguono dal suo mentore, ed è in grado di padroneggiare poteri più grandi di quanto si immaginasse.

Nella New York targata Marvel è ora scoppiata una vera e propria guerra per il controllo della città: da un lato l’esercito della Roxxon Energy Corporation, azienda alle prese con una rivoluzionaria fonte di energia per rifornire New York, dall’altro il gruppo dissidente Undergound, la forte opposizione alla diffusione di questa energia, chiamata NuForm, pensando che dietro gli interessi della Roxxon si celi ben altro. Con il suo nuovo quartiere al centro dello scontro, Miles impara che diventare un eroe, e ancora di più il buddy di quartiere, ha un prezzo davvero elevato da pagare. E la scelta per il sacrificio a favore del bene comune non è mai facile.

Certo, non saremo noi a doverci sacrificare invece nel provare questo titolo, sia per la tecnologia che supporta le performance decisamente ottime delle console, soprattutto su PS5 come avremo modo di raccontarvi, sia per le opzioni di gioco che ci accompagnano da uno scontro all’altro. Se infatti le missioni nell’open world sono gradevoli, la trama alle spalle risulta piuttosto striminzita e per nulla complessa e, a conti fatti, siamo pur sempre di fronte a una sorta di titolo successore di Marvel’s Spider-Man, ma in versione standalone. E si sa, non è tutto oro quello che luccica.

Nell’alto dei cieli di New York

Dunque accompagniamo Miles tra le strade innevate del suo nuovo quartiere, mentre cerca di ambientarsi a questa altrettanto novella realtà, dove il confine tra vita privata e lotta al crimine si fa sempre più sottile e si troverà a scoprire l’importanza della fiducia e del senso di appartenenza. Sin dai primi minuti di questo “sequel – non sequel” ci viene presentato in breve il personaggio con cui abbiamo a che fare, narrandoci le sue passioni, il contesto in cui vive e le fatiche che dovrà affrontare nei nuovi panni di supereroe. Trasferitosi da poco nel quartiere di Harlem, Miles è pronto a darsi da fare per aiutare il vicinato, tra musica hip pop e vestiti di marca, senza dimenticare la sua adorazione per la street art coloratissima che dà un tocco di realismo al gioco.

Bando ai sentimentalismi però: il dovere ci chiama e dobbiamo subito calarci nella calzamaglia che da decenni è diventata simbolo di un agile giovincello che scorrazza lanciando ragnatele tra i grattacieli di New York, sempre verso il prossimo nemico. E il primo che incontriamo è Rhino, sfuggito dal suo container e che si trova a dover affrontare non uno, ma ben due Spider-Man. Parker e Morales uniscono le forse, ma solo parzialmente e non di certo per tutta l’avventura, anzi: la sicurezza di New York viene messa nelle mani di Miles.

C’è da fidarsi? Dopotutto poteva andare peggio; Miles sa cavarsela grazie ai primi, stringati insegnamenti di un ologramma di Parker, per poi lanciarsi subito nella mischia e affrontare il vasto mondo urbano. Scopriamo man mano i suoi poteri da ragno, tra i classici attacchi grazie al lancio di ragnatele e balzi, fino alla nuova abilità della “bioelettricità”, meglio nota nel gioco come Venom, senza però avere effettivamente a che fare con i simbionti.

La missione introduttiva serve anche a stabilire quel ponte, temporaneo, tra Peter, che deve raggiungere Mary Jane, e Miles. lasciato alle prese con una imprevista guerriglia urbana di cui abbiamo parlato poc’anzi.

La versione PlayStation 5

Spider-Man: Miles Morales è uno dei titoli di punta dell’offerta PlayStation 5, una delle sue “killer app”. Un po’ peccato pensare che un titolo cross-gen sia una delle punte di diamante dell’offerta di una nuova piattaforma ma va anche detto che Miles Morales su PS5 ha i suoi vantaggi. Nelle impostazioni troveremo due opzioni grafiche: la prima è la Fidelity Mode che presenta il gioco a 30 FPS ma con effetti grafici avanzati come i riflessi raytracing. Una delle debolezze del titolo su PS4 è in effetti l’utilizzo massiccio di screen space reflections e specialmente cube maps per i vertri riflettenti dei palazzi. L’effetto è convincente se non ci soffermiamo sul dettaglio ma appena facciamo attenzione l’illusione crolla senza pietà. Vediamo riflessi alberi quando di alberi non ce ne sono nel raggio di centinaia di metri, vetri che non riflettono né Spider-Man né altri PNG o oggetti che lo circondano. Il più grande salto avanti di PlayStation 5 è offrire una rappresentazione più realistica di New York grazie ad un misto di raytracing e illuminazione migliore e più avanzata. Esiste comunque anche la modalità performance, che sacrifica tutti gli effetti migliorati per offrire una presentazione a 60 FPS. La scelta è assai ardua perchè da un lato abbiamo una presentazione visiva nettamente superiore ma dall’altra abbiamo una fluidità doppia, la quale per inciso offre una spettacolare esperienza di attraversamento della città. Purtroppo toccherà fare una scelta.

Segmento next gen a cura di Dave

I caricamenti su PS5 sono un notevole passo avanti rispetto a PS4. Grazie all’SSD della console i caricamenti sono quasi istantanei e usare il fast travel non è più un fastidio di attese e minuti sprecati. Su PS4 per intrattenere il giocatore durante l’attesa ci sono simpatici siparietti in metropolitana, dove vediamo il nostro eroe interagire con gli altri pendolari. Su PS5 possiamo sperimentarli ugualmente, obbligando il gioco (tramite un’opzione) a mostrarceli, visto che i caricamenti sono così rapidi che non riusciremmo mai a vedere tali scene. La velocità, forse addirittura più degli effetti grafici avanzati, saprà fare la differenza nelle prime ore di gioco, mentre piano piano ci adattiamo alla next gen.

Una ragnatela dalla trama sottile

Quindi cosa ci attende in concreto? Il titolo è all’altezza delle attese e delle sue potenzialità? Una cosa è certa: il motore di gioco non perde un colpo, nessuna sbavatura a livello di performance tecnica in qualsiasi momento della partita. Grazie alla ormai costante duplice presenza del salvataggio manuale e automatico, possiamo vivere in serenità queste avventure in cui Insomniac reinterpreta alcuni personaggi storici dell’universo Marvel, a partire dal Tinkerer e dai richiami a Into the SpiderVerse, per via della presenza di un costume specifico e di alcune comparse che strizzano l’occhio ai personaggi più importanti del lungometraggio. Come era prevedibile, e probabilmente anche abbastanza corretto per fidelizzare gli affezionati, è un prodotto che unisce fan-service e sezioni di storia decisamente fondamentali, puntando con una certa probabilità a un sequel.

La trama, come anticipavamo, è veloce ma con una buona regia alle spalle, senza riservarci parecchi e notevoli colpi di scena, ma condita da alcune side quest non troppo difficili e pur sempre godibili. Nel complesso, non mancano di certo diverse scene dal gusto cinematografico e sentimentale, mentre il percorso compiuto in questo gioco riprende in buona sostanza il precedente titolo, con minime variazioni.

In conclusione, abbiamo a che fare con un lavoro accurato e preciso sulle prestazioni tecniche e sulla resa grafica degli elementi sullo schermo, soprattutto per quanto riguarda la loro risposta fisica, tra tuffi da capogiro dall’alto dei grattacieli, per poi risalire correndo sulle pareti degli stessi palazzi. Un titolo longevo? Non molto; tutto dipende anche da quanta attenzione porrete alle missioni secondarie, ma questo non incide in modo particolare sulla sostanza del gioco, sempre punteggiato da scontri con criminali di ogni tipologia e alla volta di gadget non sempre (e non solo fan service). Nulla di complesso, purtroppo o per fortuna. Un gioco che sa il fatto suo, ma che, se dovesse mai esserci un sequel, vorremmo vederlo con ragnatele dalla trama più solida e avvincente.

Ci piace

  • Fluidità del motore di gioco
  • Due opzioni grafiche per PS5
  • Avventura non troppo complessa

Non ci piace

  • Longevità non eccessivamente estesa
  • Trama scarna
  • Un allievo che non supera il maestro
4,5

Scritto da : Blondienerdie

Pad alla mano da 6 anni, ancora mi chiedo se Squall sia vivo o morto, ma comunque nella playlist Spotify trovi la colonna sonora di FF VIII e FF VII accanto a metal, Two Steps from Hell, Hans Zimmer e i Coldplay. Sed non satiata.

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