One Piece Odyssey

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One Piece Odyssey

Fan di One Piece, una nuova avventura ci attende! Supervisionato dal grande Eiichirō Oda, One Piece Odyssey catapulta i nostri pirati preferiti su un’isola misteriosa, che si ritroveranno con nuovi enigmi da risolvere e vecchi avversari da affrontare, accompagnando le loro peripezie con una dose di simpatia che solo Rufy e la sua ciurma sono in grado di regalarci.

Un viaggio attraverso la memoria

La ciurma di Cappello di paglia, a bordo della Thousand Sunny, nota in lontananza una particolare isola, dalla quale si elevano delle strane colonne di elettricità. Decisi a saperne di più cercano di avvicinarsi, ma una forte corrente marina verticale, la Knock Up Stream, scaraventa la Sunny in aria. Con una manovra di fortuna da parte del carpentiere Franky, i nostri eroi riescono ad arrivare all’isola, tuttavia la loro nave è stata fortemente danneggiata e rischia di affondare. Su quest’isola, chiamata Waford, Rufy e gli altri incontrano due personaggi esclusivi: Lim e Adio. La prima è una giovane ragazza che non sopporta i pirati, il secondo è un avventuriero, che si mostra molto più ben disposto nei confronti dei protagonisti. Utilizzando il potere derivato dal suo frutto del diavolo, Lim ruba le energie e le forze della ciurma di Rufy e li racchiude in dei cubi, che vengono sparpagliati casualmente per tutta l’isola.

Adio convince Lim ad aiutare la ciurma a recuperare questi cubi e, di conseguenza, tutti i loro poteri. L’impresa è però più facile a dirsi che a farsi: per poter riassorbire completamente le energie contenute nei cubi, i pirati dovranno infatti affrontare i ricordi delle battaglie avvenute nel corso della loro avventura, accompagnati da Lim, che dà loro un avvertimento: la memoria può ingannare. Alcuni fatti saranno diversi da come Rufy e i suoi amici li ricordano, e i nemici affrontati in passato saranno molto più forti. Inizia così un viaggio attraverso le isole visitate in precedenza, dove i nostri eroi ripercorreranno i loro passi con lo scopo di recuperare totalmente le proprie forze. Il tutto, mentre vengono osservati da degli esponenti del Governo Mondiale…

Battaglie “SUPER!”

Come ogni shōnen che si rispetti, uno dei motivi per cui amiamo One Piece sono certamente gli emozionanti combattimenti. Odyssey onora questo aspetto regalandoci un sistema di combattimento a turni che strizza l’occhio ai classici JRPG. Tutti i personaggi (protagonisti, alleati e nemici) appartengono a una delle tre tipologie proposte dal gioco: potenza, velocità o tecnica. Ognuno di questi stili di combattimento ha una resistenza e una debolezza rispetto agli altri due: in poche parole, un personaggio potente ha la meglio su uno veloce, il quale non avrà difficoltà a sconfiggere un personaggio con stile tecnico, e quest’ultimo surclasserà facilmente un personaggio potente. Il campo di battaglia è suddiviso in aree distinte. All’inizio dello scontro, quattro membri della ciurma a nostra scelta vengono schierati nelle diverse aree, così come i nemici. La ricetta per il successo è scegliere accuratamente i pirati da schierare, oltre che a un pizzico di fortuna: non è infatti possibile cambiare area prima di avere liberato la propria da tutti i nemici, per cui capitare in una zona con avversari deboli alla propria tipologia è un vantaggio non indifferente.

Ogni pirata ha diverse azioni tra cui scegliere: attaccare, che oltre ad infliggere discreti danni è necessario per caricare la barra dei PT, usare un’abilità, come ad esempio il Gom Gom Gatling di Rufy, che consuma la barra dei PT, oppure utilizzare uno strumento. Alcuni attacchi o abilità causeranno un malus al bersaglio come sanguinamento, ustione, congelamento, e chi più ne ha, più ne metta. Proseguendo con la storia sarà possibile utilizzare anche delle tecniche speciali, chiamate arti di legame, che infliggeranno elevati danni agli avversari e, spesso, ci regaleranno dei vantaggi in battaglia. Alcune di esse verranno sbloccate riparando dei ricordi durante i viaggi attraverso le memorie, e saranno sferrate grazie alla collaborazione da parte di più di un membro della ciurma. Oltre alla barra dei PT, ogni pirata ha una determinata quantità di PV, ovvero punti vita che, se scenderanno a zero, manderanno il personaggio KO. I PV possono essere ripristinati tramite il cibo, i punti di salvataggio o le arti curative di Chopper. Oltre a ciò, sarà sempre possibile sostituire un membro della ciurma con un altro.

Alcune volte durante gli scontri appariranno dei messaggi con delle istruzioni particolari, ad esempio sconfiggere un determinato nemico in un determinato numero di turni. Se soddisferemo queste condizioni, ci verranno regalati molti più punti esperienza a fine battaglia. Abbiamo amato il sistema di combattimento, tuttavia le volte in cui ci siamo trovati davvero in difficoltà si possono contare sulle dita di una mano (precisiamo che non è possibile selezionare il livello di difficoltà).

Accessori, che passione!

Ognuno dei nostri pirati può essere potenziato a dovere. Durante la nostra avventura raccoglieremo uno svariato numero di accessori, che potranno essere assegnati ai personaggi per aumentare, ad esempio, i PV, l’attacco, la difesa, il coraggio (ovvero la resistenza alle abilità del nemico), e così via. Inoltre, ogni qualvolta che raccoglieremo dei cubi relativi a uno dei membri della ciurma, lo potremo utilizzare per potenziare una delle abilità del personaggio corrispondente, per rendere i loro attacchi ancora più efficaci.

Gozzoviglie e strategia

In determinate aree del gioco troveremo dei luoghi per far accampare la ciurma di Rufy. Qui, potremo chiedere al cuoco Sanji di cucinare qualche manicaretto utile a recuperare PV, PT o a rianimare un compagno esausto, oppure costruire con l’aiuto del simpatico Usop delle sfere da lanciare contro i nemici che procureranno loro dei malus, o ancora fondere degli accessori grazie alle conoscenze della bella Nico Robin, che renderanno il nostro equipaggiamento ancora più potente e funzionale. Dopo essersi preparata a dovere, la ciurma di Cappello di paglia potrà lasciarsi andare in una festa tra amici.

Esplorare: devo proprio?

Un aspetto che proprio non ci è piaciuto di One Piece Odyssey è, in generale, l’esplorazione. Gli ambienti hanno un grande impatto visivo, sono ben allestiti, piacevoli alla vista e relativamente fedeli a quanto abbiamo ammirato nell’anime. Oltre alla missione principale, abbiamo la possibilità di seguire quest secondarie, cercare i collezionabili quali cubi dei personaggi e forzieri del tesoro, nonché improvvisarci cacciatori di taglie. Tuttavia, l’esplorazione in sé ci ha fatto più innervosire che divertire: innanzitutto, anche ad un punto avanzato della trama verremo interrotti tante, troppe volte da delle cutscene. Alla lunga diventa quasi frustrante, perché pur essendo simpatiche e spesso funzionali alla trama, interrompono la fluidità del gioco in decisamente troppi momenti. In secondo luogo, il viaggio rapido diventa disponibile dopo poche ore dall’inizio del gioco… in teoria. In pratica, ci viene data la possibilità di utilizzarlo forse una volta su cinque. Per cui, armati di pazienza, durante la missione principale ci siamo ritrovati a fare avanti e indietro per le macroaree della mappa innumerevoli volte. Complici i muri invisibili che ci impedivano di tagliare anche solo una piccola porzione di strada, l’esplorazione è certamente quello che del gioco abbiamo gradito di meno.

Hey, brutto ceffo! Sono qui!

Parliamo dell’IA dei nemici. Durante l’esplorazione, ci imbatteremo in diversi nemici che ostacolano il nostro cammino. Quando noteranno il nostro pirata, lo inseguiranno con lo scopo di attaccarlo. Almeno finché non raggiungiamo un’area a loro preclusa. In altre parole, gli asset dei nemici sono probabilmente programmati per attaccare solo in un determinato spazio intorno a loro: superata quest’area, potremo stare letteralmente faccia a faccia col nostro avversario, anche senza alcun ostacolo a separarlo dal nostro pirata, e il nemico si dimenticherà completamente di noi pur avendoci davanti agli occhi. Aggirare i nemici diventa così un gioco da ragazzi e, considerando che i combattimenti sono un piccolo gioiello, dovremo per lo più essere noi ad andare a cercare lo scontro. Come detto sopra, il livello di difficoltà non è molto alto, per cui non c’è bisogno di affrontare ogni singolo nemico che incontriamo per livellare il più possibile. Questo toglie però un po’ di pepe alla già non perfetta esplorazione. Peccato.

Oh capitano, mio capitano

Durante l’esplorazione è possibile utilizzare ognuno dei personaggi. Ogni pirata ha una sua particolarità: Rufy può allungarsi e raggiungere luoghi anche molto distanti, Chopper è in grado di infilarsi in passaggi piccoli per raggiungere tesori nascosti, Zoro può fare a fette delle porte di metallo grazie alla sua abilità con le spade, e così via. Ci ha fatto molto piacere poter impersonare ognuno dei simpatici pirati, tuttavia Rufy si conferma il più delle volte il personaggio che conviene utilizzare quasi sempre. È in grado di raccogliere strumenti anche a distanza e i luoghi che gli sarà possibile raggiungere grazie al suo potere saranno parecchi e, spesso, determinanti per proseguire con la trama. I talenti degli altri membri della ciurma non vengono quasi mai utilizzati, se non in rare eccezioni.

Prestazioni o grafica?

Poco da dire sui modelli 3D dei personaggi: fedeli ai disegni di Oda, Rufy e compagnia sono ben strutturati e animati, così come i nemici, i boss e le ambientazioni. Il doppiaggio giapponese vede protagonisti i doppiatori originali e le interfacce sono completamente in italiano. Nelle opzioni è possibile scegliere se privilegiare le prestazioni o la grafica: su Xbox Series X, la versione da noi giocata, abbiamo provato entrambe le opzioni. La modalità prestazioni vince a mani basse: mantiene una buona qualità di tutti gli elementi senza incappare in alcun problema di sorta, quali rallentamenti o glitch. In modalità grafica, al contrario, abbiamo notato immediatamente un repentino calo del framerate durante una semplice camminata. Considerando che il gioco fa la sua bella figura anche senza massimizzare le grafiche, consigliamo caldamente di godersi il gioco accordando la preferenza alle prestazioni.

Una buona dose di feels

In conclusione, la trama è ben riuscita e la supervisione di Eiichirō Oda ha sicuramente donato un surplus alla storia che One Piece Odyssey ci racconta. Le emozioni che ci ha trasmesso l’anime ritornano puntualmente anche in questa sede, pronte a colpire dove fa più male, come piace a noi. Non da ultimo, un sublime sistema di combattimento bilancia una deludente esperienza di esplorazione.

Ci piace

  • Sistema di combattimento
  • Trama
  • Modelli 3D dei personaggi
  • Doppiaggio giapponese originale
  • Possibilità di utilizzare tutti i membri della ciurma durante l'esplorazione

Non ci piace

  • La gestione dell'esplorazione in generale
  • IA e campo di azione dei nemici
  • Quantità soffocante di cutscene
5

Scritto da : EllyPepper

Gattara, bassista, appassionata di videogiochi, film e serie tv sin dalla tenera età. Studentessa di grafica e web design, animazione e gaming.

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