L’anno scorso abbiamo avuto l’opportunità di testare Google Pixel 8 nella sua versione base, che, insieme al Samsung S23, rappresentava ancora uno dei pochi telefoni “tascabili” presenti sul mercato. Quest’anno siamo entrati in possesso del Google Pixel 9 (in seguito: Pixel 9) e dobbiamo constatare che Google ha cambiato direzione. Le dimensioni sono ora aumentate e sono state inoltre rimosse alcune funzioni software esclusive, ora riservate alla gamma Pro. Joypad ha già avuto modo di testare il Pixel 9 Pro XL, che si distingue per una batteria capiente e dimensioni maggiori rispetto alle varianti Pixel 9 Pro e Pixel 9 della presente recensione, oltre a offrire un comparto fotografico più completo. Il Pixel 9 Pro e il Pixel 9 (base) condividono di per sé le stesse caratteristiche hardware, fatta eccezione per alcune caratteristiche come il display (1-120 Hz LTPO per il Pro e 60-120 non variabile sul base), la presenza di una vapor chamber (non implementata per il Pixel 9 base) e un comparto fotografico software e hardware più completo (niente sensore telefoto e meno megapixel sulla fotocamera frontale).
Lato software, la variante base non offre le funzionalità “pro” implementate all’interno dell’app fotocamera, mentre per le funzioni AI la variante base non include al suo acquisto un anno gratuito del chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa creata da Google, Gemini Live (non ancora disponibile in Svizzera, attualmente “fermo” alle nostre latitudini alla sua variante Advanced). Abbiamo testato il Pixel 9 base per due settimane, una lavorativa in Svizzera interna e una settimana di vacanza in Spagna, e abbiamo constatato che le differenze con la variante Pro sono ridotte al minimo. In effetti, l’esperienza Pixel è la medesima in tutte le sue gamme, con qualche piccola differenza software che riguarda maggiormente gli appassionati di fotografia.
- Schermo e dimensioni: OLED 6,3″ Actua Display 1080×2424, 20:9, refresh 60-120Hz, 2.700nit, HDR 10, Corning Gorilla Glass Victus 2; 152,8x72x8,5mm per 198g + IP68 (resitente ad acqua e a polvere)
- SoC: Google Tensor G4 octa core (1x cortex X4 a 3.1 Ghz, x3 Cortex A720 a 2.6 Ghz e x4 Cortex 520 a 1.9 Ghz) con co-processore di sicurezza Titan M2 e GPU Arm Mali-G715 a 7 core (940MHz)
- memorie: 12GB di RAM LPDDR5x e 128/256 GB UFS 3.1
- OS: Android 14 con 7 anni di aggiornamenti (patch di sicurezza + Sistema – Pixel Drop)
- autenticazione: sensore impronte ultra sonico, sblocco facciale 2D
- audio: stereo, 3 microfoni
- dual SIM: nano SIM + eSIM
- connettività: 5G, WiFi 7, Bluetooth 5.3, UWB, NFC, USB-C 3.2, GPS
- fotocamere:
- anteriore: 10,5mpx Dual PD, AF, f/2,2, FOV 95°
- posteriori: 50mpx Octa PD, f/1,68, FOV 82°, sensore 1/1,31 pollici, Super Res Zoom fino 8x, stabilizzazione OIS+EIS (principale) + 48mpx, f/1,7, FOV 123°, sensore 1/2,55 pollici (ultra grandangolare); video: 4K a 24/30/60fps
- batteria: 4.700mAh, ricarica rapida 27Watt (wireless 15W)
Pixel 9 offre quest’anno un display di dimensioni maggiori, ovvero 6,3 pollici a 120 Hz contro i 6,1 pollici di Pixel 8 (base). La luminanza è maggiore del 30% e il rivestimento è ora il Gorilla Glass Victus 2, con bordi ancora più arrotondati che lo rendono molto simile al concorrente iPhone 15 (base e pro). Durante la nostra prova lo schermo si è dimostrato molto luminoso e con colori sorprendentemente naturali in qualsiasi contesto di utilizzo. I 2700 nits di picco si sono dimostrati molto utili, in particolar modo al mare, in spiaggia e sotto la diretta luce del sole. Il sole cocente di Sitges non ha impedito di godersi a piena visibilità gli articoli o i video su YouTube sul “piccolo” schermo del Pixel 9. Non c’è stato il minimo impuntamento, zero stuttering o altri glitch grafici vari, grazie anche ai 120 Hz (pur non essendo variabili come nella variante Pro) e a una buona gestione delle temperature. L’esperienza d’uso dei Pixel è effettivamente matura, stabile e senza mai alcuna incertezza. Inoltre, le temperature sotto diretta luce del sole si sono dimostrate anch’esse molto buone, senza mai superare i 35-37 gradi percepiti sulla scocca.
Come appena menzionato, la riproduzione dei video su Netflix e YouTube è come sempre di alta qualità grazie al pieno supporto di HDR 10/HDR 10+ e alla certificazione Widevine L1. Assente, invece, il Dolby Vision a differenza dei dispositivi Samsung. Tuttavia, i Pixel offrono il pieno supporto a Google Ultra HDR dedicato alla visualizzazione delle foto in Google Photo e altri social compatibili con il suddetto standard.
Autonomia nettamente migliorata rispetto all’anno scorso…
Pur non essendoci grandissime differenze lato schermo e batteria con il Pixel 8, siamo rimasti stupiti dall’autonomia. In effetti, lasciando attive tutte le impostazioni dello schermo, in primis la luminosità automatica e la frequenza massima di aggiornamento, nonché la posizione con precisione Google, abbiamo raggiunto risultati relativamente buoni. Grazie anche al SoC aggiornato ma, soprattutto, al nuovo modem Exynos 5400, con un uso misto Wi-Fi e prevalentemente sotto rete 5G abbiamo raggiunto tra le 6 ore/7 ore di utilizzo (schermo attivo) su circa 13 ore (giornata tipica). In vacanza, il Pixel 9 si è comportato egregiamente raggiungendo almeno 5 ore e mezza/6 ore di utilizzo attivo nell’arco di 36 ore, unicamente sotto consumo rete dati 5G, segno che i consumi in standby sono buoni. In effetti, il Pixel 8 soffriva molto dei consumi in standby e di utilizzo della rete 5G, avendo di conseguenza un’autonomia appena sufficiente. Con il Pixel 9 la questione è stata definitivamente risolta con l’implementazione del nuovo modem Exynos 5400 di Samsung, lo stesso del Samsung S24 e che promette consumi nettamente inferiori. In effetti, il consumo in stand-by è vicino ai modem Qualcomm dei top di gamma Samsung dell’anno scorso (paragonabile ai consumi di un Galaxy S23).
L’equilibrio tra i consumi appena menzionato e l’ottima fluidità d’uso è dato anche grazie al Tensor G4, che offre una potenza sufficiente per gestire l’interfaccia quasi stock (per i benchmark vi rimandiamo alla recensione di Pixel 9 Pro XL). Pur essendo Google rimasta conservativa, implementando questa volta un Tensor G4 con core principale aggiornato all’architettura X4, ma con soli 8 core complessivi al posto di 9 come il Tensor G3, la potenza bruta offerta da questo chip è in sostanza la stessa dell’anno scorso… consumando però meno. Di riflesso, la GPU è la medesima del precedente anno, seppur con frequenze maggiori essa non è adatta a sessioni di gaming con settaggi avanzati in giochi complessi come Genshin Impact. Di per sé, il Pixel 9 non è in nessun caso adatto per giocare a titoli di una certa complessità grafica. Tuttavia, con giochi graficamente più basici come, ad esempio, Pokémon GO, la GPU ARM Mali permette di raggiungere un framerate stabile oltre i 90-100 fps, senza stuttering evidenti ma senza sorprendere, pur tuttavia offrendo temperature accettabili paragonabili a un normale utilizzo dello smartphone (esempio: navigazione tramite Firefox). Il thermal throttling è minimo e ciò è sorprendente considerando l’assenza della vapor chamber, presente sulla variante Pixe 9 Pro e Pixel 9 Pro XL.
Ma vi è qualche piccolo compromesso (memorie UFS 3.1 e niente vapor chamber)
Google, però, per fare tombola e ottenere consumi ancora inferiori, con caricamenti dei file/foto al pari della concorrenza, poteva decisamente implementare delle memorie ancora meno energivore e al passo coi tempi. In un telefono con un prezzo “base” di CHF 700.- stona, e di parecchio, leggere che lo smartphone implementa delle UFS 3.1, con risultati in alcuni contesti vicini addirittura allo standard antiquato 2.2. Specifichiamo che sulla piacevolezza della fluidità d’uso l’interfaccia rimane scattante e non si percepirà lo standard ormai sorpassato delle memorie. Il problema si nota inevitabilmente nei caricamenti, per esempio, delle numerose foto/video salvate sulla memoria interna o, ad esempio, nel caricare i numerosi modelli poligonali in Pokémon GO scaricati in memoria, al fine di ridurre i consumi di rete dei modelli richiamati sui server. Situazioni che, in un telefono di questa gamma e con questo prezzo di lancio, non dovrebbero verificarsi. Peccato, visto la presenza da oltre un anno dello standard 4.0.
Per il resto delle caratteristiche hardware, tra cui i tre microfoni e gli speaker audio (stereo), quest’utlimi sono sempre di buona qualità e non si notano particolari differenze rispetto allo scorso anno. Grazie al nuovo modem Exynos 5400 di Samsung, abbiamo constatato una maggiore stabilità del segnale in chiamata grazie alla quale i nostri interlocutori ci hanno sempre sentito chiaramente, ciò anche grazie all’algoritmo Clear Calling implementato da Google.
Interfaccia quasi stock ma niente android 15, per ora…
Lato software, Android 14 è nella sua forma quasi più pura (stock) con aggiunte da parte di Google per migliorare la piacevolezza d’uso. La cosiddetta Pixel “experience” composta dai Pixel Drop rilasciati dalla casa di Mountain View arricchiscono l’interfaccia di funzioni utili. Abbiamo pertanto un’interfaccia base, ma coerente (animazioni curate e funzionalità utili per l’uso quotidiano del dispositivo). Beninteso, come già ribadito nella recensione del Pixel 8, Android integrato nei Pixel non offre le stesse personalizzazioni/opzioni presenti nella One UI di Samsung o nella Color OS di Oppo. Tuttavia, la semplificazione di alcune funzioni e l’assenza di alcuni gimmick presenti in altri produttori non ci hanno per nulla fatto rimpiangere le interfacce concorrenti, a patto di scendere a compromessi. Innanzitutto, manca ancora la cura dell’interfaccia in alcuni contesti, ovvero le applicazioni che non supportano ancora lo schermo intero. Quest’ultime mostreranno sempre una fastidiosa banda nera che si interromperà poco al di sotto della fotocamera frontale (vedi schermate sotto). Oppure, seppur non fondamentale, la totale assenza nell’app chiamate di sistema di qualsivgoglia personalizzazione dello sfondo, durante le chiamate, di determinati interlocutori, opzione che aggiungeva un minimo di simpatia e personalizzazione dei contatti. Inoltre, le nuove funzionalità software legate all’intelligenza artificiale come Pixel Studio, Pixel Screenshot e Gemini Live non sono ancora disponibili in Svizzera e, pertanto, non è stato possibile testarle nel corso della presente recensione. Un vero peccato, essendo quest’ultime i cavalli di battaglia dei nuovi Google Pixel. Tuttavia, sono presenti invece le nuove funzionalità Magic Editor e AddMe (“aggiungimi”). La prima consente di modificare le foto tramite l’AI, ovvero di cancellare, aggiungere o modificare porzioni di immagine o lo sfondo stesso, a patto di caricarle nei server Google. Ciò potrebbe generare dei costi legate allo spazio nel caso in cui non si disponesse di un abbonamento Google One adeguato. Rinominata dallo scrivente il Magic editor anti turista, durante le vacanze la funzione si è rivelata molto utile nel togliere i turisti che rimanevano sullo sfondo o che rovinavano la qualità della foto, mettendosi letteralmente in mezzo alle scatole durante uno scatto. Mentre la seconda, “Aggiungimi”, permette di scattare una foto con la fotocamera principale di tutti i presenti senza ricorrere alla fotocamera frontale, obbligando a scattare il classico selfie. In altre parole, una persona scatterà la foto al gruppo, mentre un’altra si metterà al posto della persona che ha effettuato il primo scatto permettendo a quest’ultima di unirsi al gruppo. Grazie all’intelligenza artificiale, la persona che si è unita al gruppo in un secondo momento verrà integrata nel primo scatto unendo entrambi i frame.
Lato scatti le fotocamere dei Pixel si sono sempre contraddistinte. Pur Pixel 9 non avendo la telephoto e una fotocamera frontale con maggiori megapixel, Quad Bayer e di dimensioni maggiori come la serie Pro, gli scatti si difendono comunque bene durante il giorno e anche con meno luce. Il sensore principale e la ultrawide, in effetti, sono le stesse della controparte Pro. Tuttavia, a livello software manca l’opzione “pro”. Lato video, gli stessi sono comparabili ad altri concorrenti come ad esempio la gamma S24 di Samsung. L’algoritmo di stabilizzazione sviluppato da Google esegue un lavoro di tutto rispetto.
Con la linea Google Pixel di quest’anno, il Pixel 9 può sembrare un po’ senza senso a prima vista: non è più il Pixel compatto e il gemello compatto Pixel 9 Pro offre, a qualche centinaio di franchi in più, più fotocamere posteriori (telephoto) e una fotocamera frontale migliore, vapor chamber e schermo Super Actua Display (LTPO 1-120 Hz). Tali differenze ne limitano un po’ l’appeal della versione liscia… Tuttavia, a un prezzo inferiore vi sono miglioramenti che potrebbero contribuire a rendere il Pixel 9 il più interessante del lotto. L’autonomia, in effetti, è al pari, se non migliore, di quella del Pixel 9 Pro XL con un netto passo avanti rispetto al Pixel 8, ma con la stessa qualità delle fotocamere principali dei Pixel 9 Pro e 9 Pro XL, nonché la stessa fotocamera frontale ereditata dal Pixel 8 Pro.
Ci piace
- Interfaccia sempre fluida e mai uno scatto
- autonomia e consumi in standby buoni
- Buona riproduzione dei colori e luminosità sorprendente sotto la luce del sole
- 7 anni di aggiornamenti garantiti...
Non ci piace
- ...ma ancora qualche ottimizzazione dell'interfaccia necessaria (coerenza grafica)
- UFS 3.1 su un prodotto top
- più delle funzioni AI promesse non sono ancora disponibili in Svizzera