Superhot è un titolo particolare. Lo scorrere del tempo non è lineare ma è legato ai nostri movimenti: se ci muoviamo noi, si muove anche lui. Un’idea nata in una game jam talmente buona da essersi trasformata in un paio d’anni in un titolo fatto e finito. Pronti ad essere super caldi?
Tempus fugit?
Già dai primi secondi di gioco capiamo che Superhot è un gioco strano. Tutta l’interfaccia grafica è in stile ASCII, un po’ come i vecchi giochi su computer. Dopo esserci messi in contatto con un misterioso hacker e aver chattato con lui alla Neo del primo Matrix (sapete, quello bello…) riceveremo un programma chiamato superhot.exe. Appena lanciato il gioco, debitamente crackato grazie al nostro amico virtuale, siamo pronti per iniziare. Tempo qualche breve livello introduttivo e saremo sbattuti fuori dalla simulazione perché, scopriremo, ci serve una crack per l’aggiornamento del gioco (è tutto così meta!). La trama continuerà tra continui glitch, crack, easter eggs… insomma, Superhot pesca a mani basse dall’immaginario hacker degli anni 80 e 90, in un esercizio che ci ha fatto sorridere. La storia principale non è particolarmente lunga, in un paio d’ore e mezza si può portarla a termine. Una lunghezza affatto stellare che però viene riscattata dalle modalità extra di cui parleremo più avanti.
Un, due, tre… stella!
Dicevamo che in Superhot il tempo scorre solo se ci muoviamo. Per finire i livelli quindi dovremo osservare bene cosa ci sta attorno, guardare cosa fanno i nemici e fare la nostra mossa. Le armi a nostra disposizione, come pungi, pistole, mazze da baseball e altro, sono molto efficaci ma, per l’appunto, richiedono movimento. Per fortuna che le nostre abilità neoesche ci permettono anche di schivare le pallottole, se riusciamo a vederle per tempo e abbiamo sufficiente margine di manovra. Le nostre mosse non sono limitate alle armi perché possiamo saltare e raccogliere oggetti e addirittura usare le armi scariche come corpi contundenti. Per finire, possiamo trasferire la nostra anima dentro il nemico, cosa molto utile in certi casi dove non c’è nessuna via d’uscita. Perché Superhot è un gioco di calcoli, di anticipazione e di prove. Morire ci riporta infatti immediatamente a inizio livello e dovremo dar prova di aver imparato dai nostri errori. Alla fine di ogni livello poi potremo, se vogliamo, salvare il nostro replay e condividerlo online. Terminata la campagna principale si sbloccano nuove modalità di gioco piuttosto sfiziose. Troviamo 12 sfide che ci obbligano a terminare un livello usando solo l’abilità dell’anima o con un’arma particolare. C’è poi la modalità endless, che come suggerisce il nome, è una modalità che ci sfida a liquidare più nemici possibile senza morire (volendo, anche contro il tempo). Questi “extra” sono davvero benvenuti perché aumentano notevolmente il tempo che possiamo passare in compagnia di Superhot, andando a stuzzicare la nostra voglia di migliorare il record!
Minimal
Visivamente Superhot è davvero minimalista. Livelli tutti bianchi, nemici rossi, oggetti interagibili neri. Nonostante questa apparente povertà, il gioco è molto bello da vedere, stiloso al punto giusto e condito da effetti sonori molto azzeccati. Non vincerà probabilmente il best graphics del 2016 ma questo suo essere essenziale ha un duplice vantaggio: lo stile particolare e la sua buona digeribilità da parte di macchine poco performanti. Per intenderci il titolo funziona a meraviglia sul nostro PC test ma anche su un semplice Surface Pro 3 le prestazioni, seppur non stellari, sono sufficienti per giocare.
Superhot è un titolo strano, un FPS così non lo si vedeva da… beh… da sempre. Non è per tutti i palati ma se il video qua sotto non vi ispira, non credo che nemmeno il gioco sarà di vostro gradimento. Per gli altri invece lo consiglio caldamente! Il titolo esce su PC, OSX e Linux il 25 febbraio e arriverà su Xbox One in un secondo momento. Purtroppo al momento il titolo non supporta i visori VR anche se, a suo tempo, lo provai proprio con Oculus DK2. Sappiamo però che il supporto alla realtà virtuale è previsto in futuro.