Roccat Nyth

Torniamo a parlare di mouse e torniamo a parlare di uno dei nostri hardware makers preferiti. Qualche tempo fa è giunto infatti in redazione il nuovo Roccat Nyth, mouse che abbiamo già visto in anteprima alla scorsa gamescom e che eravamo davvero curiosi di mettere alla prova in modo serio.

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Mutaforma

Il Roccat Nyth è una strana bestiola. Non molto leggero (136 grammi, che tuttavia per qualche strano motivo sembrano meno rispetto ai 125 del Razer Mamba), un bel cavo braided, illuminazione RGB, sensore da 12’000 DPI e corredato di una scatolina dall’aria robusta e misteriosa. Una volta aperta la scatolina comprendiamo subito la natura tutta particolare di questo prodotto. Customizzabile in una maniera senza precedenti, il Nyth può essere modificato sia nella forma che nel numero di tasti. Il sidegrip destro può essere modificato in modo rapido e semplicissimo: basta tirare un pochino e una parte si stacca, permettendoci di sostituirla con un’altra. nyth (2)Due le configurazioni fisiche: con o senza spazio per appoggiare tutte le dita della mano. Nella configurazione “slim” il mouse ha un profilo classico in cui sostanzialmente appoggiamo pollice, indice e medio sulla periferica, lasciando le altre dita sul fiano. Se invece optiamo per il sidegrip ampio avremo spazio per un quarto dito, lasciando il mignolo ad appoggiarsi contro una superfice gommosa. La posizione è comoda e sicuramente ci lascia riposare la mano più comodamente. Si tratta di una questione ergonomica molto personale e mi sono ritrovato a modificare spesso il sidegrip: slim per FPS e MMO, large per navigazione web e altri utilizzi meno intensivi. Il cambio è, come detto, rapido e senza complicazioni. Per fortuna non ci sono switch o levette, il pezzo si attacca al corpo del mouse magneticamente, una soluzione davvero molto intelligente. Sopra il mouse troviamo i classici tasto destro e sinistro, un tasto Easy Shift [+] (il sistema di switch veloce delle funzioni di Roccat), una rotellina cliccabile e una pinna. Nulla da dire sui tasti destro e sinistro, l’attivazione non richiede molta forza (difficile valutare, saranno sui 60 grammi). La rotellina è in gomma, con delle tacche abbastanza distanziate e degli step ben definiti. Il tasto Easy Shift, che si trova proprio davanti alla rotellina, non mi convince moltissimo. Piccolo e in una posizione un po’ troppo scomoda farà in modo che utilizziate la funzione solo in alcuni casi. Impossibile lasciarlo attivato (si attiva solo se resta premuto) può essere usato col dito medio, posto che non lo stiate usando intensamente per il click destro. Scomodissimo per attivare una funzione secondaria della rotellina è più indicato per la modifica dei tasti laterali, di cui parleremo tra pochissimo. La pinna è un tasto attivabile verso destra e sinistra e il suo utilizzo può variare moltissimo da titolo a titolo; per esempio possiamo usarlo per guardare da un angolo in un FPS o per aumentare e diminuire il volume del PC, il limite è la vostra fantasia. La pinna si trova proprio in mezzo alle dita e non da nessun fastidio.

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La magica scatolina

Il punto focale e di primario interesse del Nyth (quello che giustifica la magica scatolina) è rappresentato dai tasti laterali. L’idea di Roccat ci aveva già colpito alla gamescom e decisamente non senza motivo. Quando togliamo il mouse dalla confezione sul lato troviamo ben 12 piccoli tasti, liberamente programmabili tramite il software di gestione della periferica. I tasti sono comodi e dal feeling dolce, sentiamo un soffice click quando li premiamo e, anche se ad alcuni potrebbe non piacere, non l’ho trovato un difetto. Se però per qualche motivo non necessitiamo di 12 tasti possiamo sempre toglierli e sostituirli! nyth (1)Le combinazioni sono moltissime ma possiamo ad esempio usare sei tasti grandi al posto di 12 piccoli o addirittura sostituire tutti o solo parte dei tasti con una superfice insensibile per ottenere tasti piccoli e distanziati da zone morte. In pratica il nirvana dei giocatori di MMO che possono cambiare fisicamente il layout della periferica a seconda del gioco! In WoW per esempio possiamo decidere per una configurazione leggera con pochi tasti se siamo all’inizio dell’avventura e ancora non necessitiamo di macro. Mano a mano che avanziamo nel gioco ci ritroveremo con il desiderio di aumentare i tasti speciali e in pochi istanti possiamo cambiare tutto. Certo, bisogna modificare a mano il layout dei tasti nel programma di gestione (il quale non è in grado di rilevare le modifiche fisiche) ma l’idea è geniale! L’unica cosa che a mio avviso manca è la possibilità di avere solo tre grossi tasti, configurazione che sarebbe adatta ad un giocatore di titoli action o per l’utilizzo web/mail/facebook. Si tratta chiaramente di una scelta fatta da Roccat per non dover fornire troppi tasti extra. Nessuno vi impedisce di certo di stamparvi i vostri tasti personalizzati con una stampante 3D ma non so quanto sia fattibile per molti di noi… I tasti extra vanno messi nella scatola speciale che ha un aspetto bello robusto e aggressivo. Roccat avrebbe potuto fare molto meno ma si vede che la scatola dei pezzi è fatta per essere portata con voi durante tornei e LAN party. L’unica nota negativa dei tasti intercambiabili è che sostituirli non è un’operazione veloce. Per sbloccarli bisogna agire su una levetta che si trova sotto la periferica e poi bisogna fisicamente togliere i tasti dall’alloggiamento. Certi escono bene, altri fanno più fatica. Impossibile pensare di sostituirli al volo durante una qualsiasi sessione di gioco, gli aggiustamenti vanno fatti con calma e senza fretta.

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Migliorie software

Quello che, fino ad oggi, non ho mai apprezzato molto di Roccat era il software di gestione delle periferiche. Interfaccia confusa e complicata, strane scelte di design e una difficoltà generale nell’accedere alle funzioni principali. Finalmente le cose stanno cambiando con Swarm, il nuovo sistema multi periferica che, similarmente al Gaming Software di Logitech e al Synapse di Razer, unisce in modo coerente e molto più semplice tutte le funzioni. swarmCerto, il mio sogno sarebbe un sistema unificato tra diversi costruttori (al momento ho tutti e tre i sistemi attivi, visto che uso un mix di hardware differente) ma sono consapevole del fatto che sia impossibile anche se in Swarm potete attivare la funzione AlienFX che permette di fare proprio questo se avete hardware di Alienware! Io mi accontento di sapere che Roccat Swarm, nonostante il tema sempre nero e blu che può piacere o meno, finalmente fa le cose per bene. Tre i tab per il Nyth: Settings (sensitività, scroll della rotellina, tilt orizzonatale, DPI switcher e accelerazione del puntatore), Button Assignment (che serve a creare i profili dei tasti laterali, oltre che a salvare diversi layout da applicare a diversi giochi) e Advanced Setting (dove possiamo regolare la sensibilità sugli assi X e Y, attivare e disattivare il tracking control e definire la distanza di controllo, scegliere il polling rate da 125 a 1000 Hz, scegliere gli effetti di illuminazione e disattivare l’orrida voce Roccat che già ci ha terrorizzato mille volte in passato). È tutto qui, semplice ed in bella vista e, grazie ad una gestione dei profili per slot, possiamo cambiare ogni singola impostazione per ogni gioco.

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Roccat Nyth è un mouse pieno di sorprese. Come al solito ci vuole il mouse giusto per il gioco giusto e se il vostro gioco è un MMO o comunque necessita di avere comode macro ma vi piace anche cambiare spesso, avete trovato qualcosa di davvero interessante. Il prezzo è piuttosto alto, lo troviamo sui 115-130 CHF a dipendenza dei negozi, perciò l’acquisto va valutato bene. Come detto, fan degli MMO attenti perché potreste innamorarvene. Per tutti gli altri, le opzioni di customizzazione sono comunque ottime e le prestazioni mi hanno convito. La ventata d’aria fresca portata dal Nyth ci è piaciuta.

 

 
 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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