Volker Wertich incontrato alla gamescom con The Settlers

Alla gamescom abbiamo avuto il grande piacere d’incontrare uno dei grandi personaggi che ha reso possibile l’evoluzione videoludica in questi ultimi 30anni sopratutto quando si parla di RTS e city simulation, realizzatore del primo e del terzo titolo di The Settler e ancora oggi game designer della serie, Volker Wertich.

Nella presentazione da parte del game designer, ci ha introdotto al suo ultimo capolavoro della serie; “The Settlers: New Allies”, che promette di fondere magistralmente i generi RTS e city builder. Questa combinazione ha sempre generato attesa tra gli appassionati, data la comune radice di microgestione e costruzione tra i due generi. Oltre alla sua innovativa gameplay, ciò che distingue questo titolo è la sua eccezionale qualità estetica. L’ambiente dettagliato, dalle acque brillanti alle strutture riccamente disegnate, offre un’esperienza visiva coinvolgente. Con un mondo così affascinante e una promessa di gameplay ricco, l’uscita completa di “The Settlers: New Allies” è attesa con grande entusiasmo.

Nell’era dei videogiochi, raramente ci si imbatte in un titolo che cattura l’essenza pura della bellezza visiva. La prima cosa che salta agli occhi è una grafica mozzafiato, un autentico trionfo di dettagli minuziosi che trasformano ogni scenario in una tavolozza d’arte digitale. Ogni struttura non è solo un edificio autonomo, ma un pezzo di un intricato puzzle; costruisci abitazioni vicine e potresti vedere formarsi un pergolato ricoperto di fiori o un arco artigianale. Questa interconnessione non è solo estetica: è un simbolo del mondo vivo e interattivo che il gioco ha creato. Uno degli aspetti più sorprendenti è la capacità di avvicinare la visuale e osservare questi dettagli da vicino. Un’occhiata attraverso una porta potrebbe rivelare un mondo intero di attività. Il brio non si limita alle strutture: i coloni sono al centro dell’esperienza, portando vita e personalità alla città. Le loro interazioni e linee vocali pertinenti aggiungono uno strato di realismo, come una ragazza che avvisa un altro colono di maneggiare con cura la falce in un campo di grano.

Completando questa sinfonia visiva, c’è un design audio immersivo che culla il giocatore in uno stato di rilassamento. Il dolce scricchiolio delle barche, il mormorio delle onde e la musica di sottofondo serena formano un insieme armonioso, rendendo The Settlers non solo un gioco, ma un’esperienza per i sensi. Dopo essersi lasciati incantare dalla magnificenza visiva di The Settlers: New Allies, è naturale aspettarsi un gameplay altrettanto profondo e coinvolgente. Tuttavia, c’è una dicotomia sorprendente tra l’abbondanza estetica del gioco e la sua offerta ludica. Mentre ogni angolo del mondo scintilla di vitalità e dettaglio, il gameplay sembra non riuscire a mantenere quella promessa di profondità. Si può paragonare a un oceano vasto e scintillante, ma poco profondo. La stessa cura e attenzione posta nel disegnare un pergolato fiorito o nell’animare le interazioni tra coloni non si riflette in un gameplay che sfida e impegna veramente il giocatore. È come se la brillantezza e il fascino visivo avessero creato aspettative che la meccanica di gioco non riesce a soddisfare completamente. In breve, mentre “The Settlers: New Allies” è una vera festa per gli occhi, lascia i giocatori con un desiderio di più quando si tratta della sua profondità ludica.

Il cuore narrativo di “The Settlers: New Allies” ci vede nei panni degli inviati degli Elari, un popolo agricolo pacifico che si ritrova tragicamente al centro di un colpo di stato militare. Gli attimi iniziali della campagna sono intensamente emotivi: la musica malinconica accompagna il saccheggio delle terre degli Elari, con il giocatore che si sente quasi fisicamente il peso della disperazione di un popolo che ha perso tutto. Tuttavia, nonostante un avvio promettente, la narrazione della campagna inizia a perdere coesione. Le cutscenes, pur ben realizzate dal punto di vista grafico, sono spesso afflitte da dialoghi incoerenti e scelte di trama discutibili. Per esempio, il cartografo e il maestro di gilda, che rappresentano gli Elari nelle cutscenes, sembrano agire senza una vera motivazione, spesso prendendo decisioni che sembrano contrastare con la situazione attuale. Si aggiunge a questo una serie di punti della trama che non hanno senso, come alleanze formate senza un chiaro motivo o antagonisti che cambiano lealtà senza spiegazione. Dando seguito alla narrazione del gioco, nei panni degli inviati degli Elari, il giocatore si trova a dover costruire un nuovo insediamento dalle ceneri. La meccanica di costruzione del gioco si concentra fortemente sulla gestione delle risorse e sull’organizzazione logistica. Ogni edificio che si costruisce, ogni risorsa che si raccoglie, ha una rete complessa di interdipendenze. Il magazzino emerge come una pietra angolare nella costruzione del tuo insediamento. Funziona come un hub centrale dove tutte le risorse vengono immagazzinate e distribuite. La progettazione e la manutenzione di una rete stradale efficiente diventano essenziali, poiché influenzano la velocità con cui le risorse possono essere trasportate dal punto A al punto B. Gli ingegneri giocano un ruolo cruciale in questo ecosistema. Sono responsabili della costruzione e manutenzione delle strutture, ma hanno una fame insaziabile di risorse. La loro presenza richiede una costante catena di rifornimento, evidenziando l’importanza di una gestione efficace delle risorse e di una rete logistica ben oliata. Tuttavia, ci sono alcuni dettagli che potrebbero frustrare i giocatori. La mancanza di una funzione per cambiare la velocità del gioco può rendere alcune fasi un po’ tediose. Inoltre, l’uso di carri trainati da asini come principale mezzo di trasporto delle risorse può sembrare affascinante inizialmente, ma con l’espansione del tuo insediamento, può portare a ingorghi logistici.

La serie è conosciuta per la sua intricata gestione delle risorse e gli elementi di simulazione dettagliati, rappresentando una sfida per gli sviluppatori nella creazione di un gioco che sia profondo ma anche accessibile. Alla luce di ciò, abbiamo voluto esplorare come il team dietro “The Settlers: New Allies” abbia affrontato questa sfida. Volker Wertich ci ha rivelato che uno dei principali obiettivi era trovare un equilibrio tra la profondità desiderata dai fan di lunga data e l’accessibilità necessaria per attrarre nuovi giocatori. Ciò ha comportato un’attenta riflessione sulla progettazione dell’interfaccia utente, la curva di apprendimento e tutorial intuitivi. Il gioco doveva dare l’opportunità ai giocatori esperti di affinare le loro strategie, mentre allo stesso tempo fornire ai principianti gli strumenti necessari per imparare e progredire.

La sfida, come descritto dal team, era creare un gioco che fosse sia una celebrazione della complessità strategica che ha reso famosa la serie, sia un invito accogliente a tutti coloro che desiderano avventurarsi nel mondo dei “Settlers” per la prima volta. Recentemente sono state poste alcune domande agli sviluppatori dietro la serie storica The Settlers, cercando di comprendere meglio l’evoluzione della serie e la direzione in cui si sta muovendo. All’inizio, il team ha ricordato come questo gioco sia nato con una visione chiara: fornire ai giocatori un’esperienza di costruzione di insediamenti dove la pianificazione e la strategia erano centrali. La semplicità grafica dei primi giochi, unita a una profonda meccanica di gioco, aveva l’obiettivo di dare ai giocatori la sensazione di essere veri e propri colonizzatori in terre inesplorate. Con il passare degli anni, la serie ha subito diverse evoluzioni. Alcuni titoli hanno introdotto nuove meccaniche di gioco, ampliato le opzioni di combattimento o esplorato nuove trame narrative. Gli sviluppatori hanno sottolineato che, pur mantenendo sempre al centro l’essenza diThe Settlers, ogni titolo ha cercato di innovare e di rispondere alle aspettative crescenti della comunità dei giocatori. Il team ha poi parlato dei cambiamenti chiave avvenuti nell’ultimo decennio, in particolare l’introduzione di elementi RTS più avanzati e la profondità nelle meccaniche economiche, che sono diventati sempre più centrali. Queste innovazioni sono state introdotte per offrire un’esperienza di gioco più ricca e immersiva. È evidente che è una serie che non si riposa sugli allori. Con una storia lunga, continua a evolversi e ad adattarsi, cercando sempre di offrire ai suoi fedeli giocatori qualcosa di nuovo e stimolante.

Nel corso degli anni, l’evoluzione tecnologica ha profondamente influenzato il mondo dei videogiochi, plasmando il design e la realizzazione di titoli sempre più sofisticati. La serie non fa eccezione. Dalle sue umili origini, con grafica pixelata e meccaniche semplici, la serie ha beneficiato di significative innovazioni tecnologiche. Con l’introduzione di motori grafici più avanzati, The Settlers ha potuto offrire ambientazioni visivamente sbalorditive, dettagliate e immersive, come evidenziato dal recente “The Settlers: New Allies”. L’avvento della computazione in cloud e della connettività migliorata ha anche permesso una maggiore interazione online, portando la serie in una dimensione multiplayer più ampia e interconnessa.

Scritto da : Nadir

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