The Witness

Tanto tempo fa i videogames non erano tutti esplosioni, armi tecnologiche, alieni e sparatutto. Una votla i giochi sapevano farci del male al cervello, mettendoci di fronte ad enigmi complicati, cervellotici e astrusi. Una tradizione che si è persa nella boscaglia di Call of Duty, Battlefield, Far Cry e compagnia bella che però ha ancora i suoi estimatori. Myst, Riven, Amerzone sono alcuni dei puzzle game che mi vengono in mente della vecchia scuola e oggi diamo un’occhiata ad un puzzle game della nuova scuola: The Witness.

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Un milione di enigmi

In The Witness, il nuovo gioco dal creatore di Braid, ci ritroviamo su un’isoletta colorata. Sbuchiamo da un lungo tunnel scuro ed eccoci pronti per iniziare. Nessuna istruzione, nessun tutorial, niente di niente. Abbandonati a noi stessi, in compagnia della nostra testa, bisogna rimboccarsi le maniche e andare alla scoperta di questo strano mondo fatto di pannelli zeppi di enigmi. shot_2015_1453484220.09.16__time_12_52_n16L’interazione coi puzzle è estremamente semplice: ci avviciniamo a dei pannelli che rappresentano la sfida corrente e con lo stick destro possiamo disegnare una linea che deve andare da un punto di partenza fisso ad un altro. Semplice? Banale? Certo che no! All’inizio gli enigmi sono piuttosto banali e si riducono davvero a tirare una linea dall’inizio alla fine ma dopo la prima zona introduttiva le cose cambiano in modo radicale. Appena usciti dalla primissima fase avremo l’intera isola a nostra disposizione. Gli enigmi sono sparsi ovunque anche se sono, per la maggior parte, racchiusi in zone tematiche. Ci sono castelli, giardini, templi, stagni, spiagge… ogni zona ha la sua particolarità. I pannelli vanno sempre risolti secondo un determinato ordine stabilito da dei cavi energetici che serpeggiano per l’isola. Ad esempio nella spiaggia dovremo camminare attorno ad un promontorio per raggiungere la serie di enigmi iniziali a bordo mare. Ogni serie tematica ha quindi una sua particolarità, che resterà più o meno stabile durante tutto il percorso. Nella spiaggia il tema è la simmetria: i primissimi puzzle introducono gentilmente il concetto, facendoci vedere che la linea che tracciamo in realtà è duplice e si muove in contemporanea dai due lati. Poi è il momento di espandere il concetto obbligando il giocatore a toccare tutta una serie di punti colorati nel tragitto. Per finire, la simmetria resterà sempre lì ma potremo vedere solamente una delle linee, mentre la seconda sarà invisibile ma sempre presente nell’enigma. shot_2015_1453484281.09.16__time_14_43_n67_1Semplice a dirsi ma molto meno a risolversi, specialmente perché le regole degli enigmi le dovete capire da soli! Un’altra sezione, che si svolge in un giardino labirinto nei pressi di un castello, ha delle regole molto diverse: ogni labirinto va percorso in un determinato ordine che va poi riportato sul pannello all’uscita. Ma quali sono le regole? Nel primo è semplicissimo, c’è una sola strada percorribile. Il secondo invece presenta parecchi percorsi, ma solo un è quello giusto! Un’attenta osservazione ambientale vi darà la risposta… Il terzo labirinto è simile al secondo ma non ha soluzione ovvia. Dopo una decina di minuti di minuziosa esplorazione un elemento particolare salta all’occhio ed ecco che, finalmente, abbiamo una terza soluzione. E così via per tutto il gioco! The Witness eleva il pensiero trasversale a pura arte. Gli enigmi sono sempre risolvibili ma non sono quasi mai ovvi. In alcuni bisogna osservare bene il mondo circostante, altri hanno delle soluzioni puramente logiche, altri invece seguono regole ben precise che sta a noi scoprire. La vera sfida spesso non è risolvere una serie ma capire qual è la regola che la governa! E i pannelli da risolvere sono centinaia e centinaia che vi poteranno, piano piano, ad attivare tutta una serie di laser che, si spera, risolvano il mistero dell’isola.

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Esplosione di colori

The Witness è, artisticamente parlando, un gioiellino. Mentre pascoliamo, tra la frustrazione e la meraviglia destata dai vari enigmi (che si basano sempre sullo stesso concetto pur essendo davvero molto variati per quanto riguarda la soluzione) non possiamo che restare colpiti dal design del gioco. L’isola è una festa di colori sgargianti, di zone così diverse le une dalle altre. Ogni angolo dell’isola attende di essere scoperto ed è una delle motivazioni che vi spingerà, ancora e ancora, a riprovare gli enigmi per poter visitarla tutta. E le zone sono così particolari, con elementi così discordanti eppure armoniosi, che ci invoglia terribilmente a scoprirne i segreti. Perché templi, castelli, stazioni di ricerca, villaggi e sale sotterranee sono tutte in questo luogo? Il bello di The Witness non è solo nella genialità dei suoi enigmi ma anche nel semplice pascolare in questo ambiente così calmo e sereno che, in un certo senso, aiuta la mente a concentrarsi sulle sfide impegnative che dobbiamo risolvere.

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Tanti auguri a finirlo tutto

The Witness è un gioco brillante, intelligente, ostico e magnifico. Le sfide sono tutte risolvibili ma non sono affatto semplici. Spesso, anche quando abbiamo spento lo schermo, continueremo a rimuginare su un particolare pannello. Di norma il meccanismo è chiaro ma è la soluzione, quell’unica semplice lineetta che dobbiamo disegnare, a sfuggirci. The Witness non è solo un gioco difficile ma è anche enormemente soddisfacente perché, se non facciamo i bari e andiamo a vedere i Let’s Play, ad ogni soluzione non possiamo che sentirci orgogliosi di noi stessi. Un gioco che, nel 2016, ci obbliga attivamente a prendere carta e penna e annotarci soluzioni parziali o trucchetti o parti di verità è una cosa coraggiosa e che funziona, così come i puzzle game della vecchia scuola funzionavano a loro tempo. Se avete un PC o una PS4, The Witness è un titolo che non potete perdervi per nessun motivo.

 

 
 

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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