Ai tempi del Gamecube giocare a Wind Waker voleva dire cavalcare le onde del vasto mare per vivere emozioni di ogni genere : dall’esplorazione di tutte le isole presenti sulla mappa nautica o dalla pelledoca causata nel sentire la melodia prodotta dalla bacchetta del vento. Dopo ben 10 anni dall’ultima volta che ci giocai, molte emozioni sono tornate a galla trasportandomi nell’età adolescenziale vissuta in compagnia delle console di sesta generazione.
The Legend of Zelda Wind Waker non è un semplice remake, è un’opera riscritta in chiave moderna utlizzando gli attuali tool di sviluppo e lo standard della grafica moderna. Paradossalmente mi tocca soffermare sull’elemento meno discusso in un gioco targato N : la grafica, visto che il gameplay rimane immutato dal fratello maggiore. Nella demo mostrata oggi che presenta i primi momenti di gioco del capitolo di Zelda ambientato 100 anni dopo Ocarina of Time donano un impatto molto positivo. L’armonia di colori che compone l’ambiente di Wind Waker coccola gli occhi del videogiocatore grazie ai colori vivi e sgargianti, caratterizzato dallo stile cartonesco che ai tempi aveva diviso le community di videogiocatori. La risoluzione full HD, inoltre, rende il dettaglio grafico ancora più complesso trasformando un gioco scritto per Gamecube (quindi mantenendo gli standard PAL) in una seconda versione che non ha nulla da invidiare ai diretti concorrenti.
L’introduzione di elementi di condivisione come il Miiverse, o della presenza di una modalità eroica alla Master Quest, rende ancora più appetibile l’acquisto del suddetto remake. Da una parte la piccola critica riguardano i controlli. Ma attenzione, non tanto che quelli tradizionali siano scomodi (tutt’altro), ma permettere anche l’uso di Wii Mote e Nunchuck (riprendendo e migliorando il lavoro svolto su Skyward Sword) avrebbe sicuramente reso ancora più varia l’offerta del titolo.