Esiste un tempo dopo la morte? Cosa definisce la vita? Esiste un’anima? Queste domande hanno tormentato l’umanità da sempre e sono state oggetto di studio per filosofi, uomini di fede e ogni categoria di intellettuale. E, come se le risposte non fossero già abbastanza complesse, gli autori di fantascienza hanno voluto rendere le cose ancora più difficili, ponendo un altro grande dilemma: cosa distingue un robot dalle altre forme di vita? Quel che è certo è invece che, se un’anima esistesse e se fosse possibile cambiare il proprio corpo, tutti vorrebbero sembrare a Elisabetta Canalis (o alla controparte maschile), giocare a calcio come Cristiano Ronaldo (o alla controparte femminile), avere le capacità videoludiche dei redattori di Joypad… e magari a qualcuno non dispiacerebbe neppure un cervello come quello di Einstein!
Talos, “chi” o “cosa”?
The Talos Principle affronta tematiche legate alla filosofia, alla mitologia e alle religioni. Di primo acchito, gli argomenti potrebbero sembrare troppo complicati da trattare in un videogioco, ma non temete: gli sviluppatori hanno fatto prova di un’intelligenza notevole e hanno saputo integrarli in modo raffinato, mai pesante, grazie alla narrazione e alle meccaniche di gioco.
L’avventura comincia in un mondo strano, le cui architetture riportano il giocatore ai tempi dell’antica Roma. Le costruzioni sono un sorta di labirinto che racchiudono degli enigmi da risolvere per poter avanzare nel gioco. Molto rapidamente, il giocatore capisce però che questo mondo non è reale perché la voce di Elohim – nella bibbia ebraica il nome significa “Dio” – lo consiglia e lo guida, mentre portali e computer fanno la loro apparizione. Inoltre, quando l’utilizzatore scopre per la prima volte le sue mani, vedrà che queste non sono propriamente quelle di un essere umano!
I portali permettono al giocatore di esplorare altri luoghi oltre al “mondo romano” che prendono ispirazione dall’antico egitto, dal medioevo e dal presente. I computer danno invece l’accesso a diversi documenti che sembrano scritti al giorno d’oggi e che contengono sia riferimenti alla religione, alla mitologia, alla storia e al culto dei morti, che diari degli scienziati che hanno creato il mondo virtuale. I terminali permettono inoltre di comunicare con un’intelligenza artificiale, che spinge il giocatore a riflettere sulle tematiche più volte citate nel testo; la narrazione raggiunge a questo punto dei picchi raramente visti nei videogiochi. Eccezionale!
Por-talos
The Talos Principle rientra nella categoria dei First-person Puzzle, portata all’apice dal magnifico Portal. In altre parole, il giocatore ha la possibilità di visitare un mondo in tre dimensioni, in cui risolvere degli enigmi grazie all’utilizzo di oggetti trovati durante l’esplorazione (nel caso specifico, offuscatori, riflettori, scatole, ventole e così via). In The Talos Principle, un settore ben delimitato propone di regola un unico enigma: il giocatore deve interagire con l’ambiente per disattivare delle porte e raggiungere così un tetramino (ricordate i pezzi di tetris?). Quando il giocatore ha collezionato una certa quantità di tetramini, può dunque utilizzarli per sbloccare delle porte o dei terminali, protetti da una specie di serratura. Quest’ultima ha l’aspetto di una griglia rettangolare, su cui è possibile disporre i pezzi raccolti precedentemente. Una volta scoperta la combinazione corretta, il gioco permette di accedere a nuovi luoghi e oggetti.
Gli enigmi sono organizzati per difficoltà: ogni zona contiene infatti un tetramino verde, giallo o rosso, il cui colore corrisponde a un livello di complessità semplice, medio o difficile. Ci sono inoltre degli oggetti speciali, le stelle, ben più complicati da recuperare che i tetramini. Questi possono essere sì visibili in una stanza, ma la via per raggiungerli è spesso ardua! Gli sviluppatori hanno deciso di proporre un mondo aperto – a condizione di aver sbloccato certe porte! – e il giocatore può decidere di passare da una zona all’altra, di cambiare d’enigma o semplicemente di alternare puzzle semplici ad altri più ardui.
Il livello di difficoltà è molto ben dosato: se risolvere i livelli più facili è piuttosto semplice, recuperare i tetramini rossi e soprattutto le stelle è invece una sfida di ben altra caratura.
Gli sviluppatori di The Talos Principle meritano di certo i complimenti per il design degli enigmi, ma anche per l’originalità nell’utilizzo degli oggetti: per esempio, la risoluzione del puzzle è a volte determinata dal loro impiego in modo improprio!
Le meraviglie del passato
La grafica di The Talos Principle è essenziale: pur non essendo brutta, tende a tratti a essere un po’ ripetitiva e spoglia di dettagli. Queste mancanze non disturbano per niente e, al contrario, permettono al giocatore di non senza farsi fuorviare da dettagli estetici inutili per la risoluzione di un enigma. Possiamo dunque considerare che la grafica sia adeguata al gioco, che ha inoltre il pregio di poter girare perfettamente anche su macchine piuttosto vecchie… Noi l’abbiamo provato addirittura con un portatile di 5 anni fa: il gioco è fluido, il frame rate molto stabile e l’unico difetto è che con un tale PC le ombre e certi dettagli appaiono solo a distanza ravvicinata.
La musica è di ottima fattura e di certo il punto forte del gioco dal punto di vista dell’estetica. Anche la recitazione e la registazione delle voci si attestano su un buon livello, ma dobbiamo precisare di aver provato la versione in lingua originale.
Il gigante di bytes
Croteam – già, già, proprio lo studio creatore di Serious Sam – ci offre un’esperienza indimenticabile di una ventina d’ore, a condizione di voler risolvere tutti gli enigmi e di cercare tutte le stelle. Il livello di difficoltà è ben dosato e passeremo da momenti più semplici ad altri in cui il nostro cervello sarà sottoposto a uno sforzo non indifferente.
La narrazione dovrebbe essere un esempio per ogni scrittore di storie per videogiochi e dimostra che, se ancora fosse necessario, qualunque tematica può essere trasposta in forma di videogioco senza annoiare il giocatore. A nostro avviso, The Talos Principle meriterebbe addirittura di essere giocato a scuola durante i corsi di filosofia!
Se si vuole veramente cercare il pelo nell’uomo, la grafica è l’aspetto più debole del gioco per via della mancanza di dettaglio, ma si assesta comunque a un livello ben più che soddisfacente. E poi, in combinazione con la musica, il risultato rispecchia alla perfezione la volontà degli sviluppatori, che a Colonia ci annunciavano il desiderio di proporre un mondo contemplativo e un po’ onirico.
The Talos Principle è dunque assolutamente indispensabile per tutti gli amanti di puzzle e i giocatori “onnivori”. Per tutti gli altri, c’è una sola ragione valida per evitarlo: l’allergia a questo genere di videogioco.
Il Talos secondo Croteam non è di bronzo, ma di platino!