Shin Megami Tensei IV

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Molti sono i fan che lo hanno aspettato e, finalmente, anche Shin Megami IV approda nel vecchio continente dopo circa un anno e mezzo di ritardo dal debutto sul suolo giapponese. La famosa saga prodotta dalla nipponica Atlus, che vanta sul groppone ben oltre 20 anni, è attualmente in distribuzione solo in digital delivery tramite il canale Nintendo Eshop a una modica cifra di circa 28 CHF. Niente versione retail, quindi, senza la possibilità d’importazione visto la presenza del region lock applicato al sistema del Nintendo 3DS. Non migliore inoltre la questione della localizzazione di cui solo la lingua inglese è disponibile con la totale assenza della lingua italiana. Insomma, questa distribuzione effettuata da Nintendo punta a un minimo sindacale, denotando chiaramente un approccio tipico per un titolo estremamente di nicchia. Tuttavia il prezzo molto accessibile e ottimo per una produzione di questo livello rende scusabile la distribuzione alquanto controversa. La serie Megami Tensei nacque nel 1987 per Famicom e MSX ed è un brand tipicamente JRPG, caratterizzato da ambientazioni dark / cupe di vario genere infusi in una trama piuttosto matura. Il cambiamento al nome “Shin Megami Tensei” avvenne solamente nel 1990, dando il via a une serie di sequel e altrettanti numerosi spin-off : tra i più conosciuti spiccano i Persona pubblicati prettamente su sistemi Sony. L’ultimo sequel della serie, Shin Megami Tensei IV, è piuttosto atipico vista l’introduzione di una trama che non è per nulla legata ai precedenti capitoli. Per contro il titolo esclusivo per Nintendo 3DS riprende fedelmente l’intero universo dell’IP immergendolo in una nuova vicenda inedita, caratterizzata da giovani guerrieri in grado di controllare delle forze demoniache alle prese con una sanguinosa guerra contro le forze oscure.

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Shin Megami Tensei IV non è da meno se confrontato direttamente con i suoi predecessori, a titolo d’esempio citiamo le ambientazioni dark, una vicenda che solleva argomenti alquanto maturi e la presenza degli esseri demoniaci, chiave e cuore centrale del gameplay prettamente basato sulle battaglie a turni. Ciò non toglie che altri elementi entrano in gioco in un titolo di questo genere in modo che, fondendosi e combaciando fra loro, creano una sorta di armonia e varietà stupefacente. Parliamo infatti delle ambientazioni, dell’esplorazione di quest’ultime e l’avanzamento della trama donando determinate sensazioni a secondo del punto della vicenda in corso. Infatti all’inizio dell’avventura il shinprotagonista comincia nella città di Mikado, un’imponente fortezza ispirata chiaramente ai grandi castelli medioevali occidentali, con tanto di divisione delle classi sociali accompagnata da uno stile di vita senza tecnologia. Una riserva invece è applicata per quanto riguarda ai guardiani della città, i cosiddetti samurai di cui solo 5 nuovi giovani ragazzi vengono scelti a cadenza annuale. Il protagonista, dopo essere stato selezionato per far parte del suddetto ordine, riceve così un Borroughs : una sorta di polsino tecnologico con incorporata una IA che accompagnerà il giocatore per tutta l’avventura di gioco, con molte funzionalità di cui parleremo in seguito. Ebbene nella città di Mikado l’esplorazione ricorda i classici punta e clicca in cui le immagini statiche, i luoghi divisi in diverse categorie e via dicendo fanno da padroni. Si aggiunge un’ambientazione pacifica e colorata, caratterizzata da una trama che introduce una certa routine, vale a dire l’inizio dell’apprendistato del protagonista al fine di diventare un potente samurai. La sensazione di pace quindi rientra sovrana fino a quando la trama non sarà caratterizzata da una brusca svolta. Ben presto il protagonista si ritroverà, assieme agli altri compagni samurai, ad affrontare una sanguinosa guerra in quel di Tokyo, divenuto ormai un campo di battaglia a tutti gli effetti. In questa seconda locazione entra in gioco l’esplorazione totalmente poligonale, l’assenza di immagini statiche accompagnano di conseguenza la sparizione della pace e la tranquillità che caratterizzavano il regno di Mikado, immergendo il giocatore in una turbolenta battaglia contro innumerevoli demoni. Per contro le battaglie non erano del tutto assenti nel regno di Mikado, infatti durante l’apprendistato per diventare samurai l’esplorazione del Naraku gioca un ruolo fondamentale. Fungendo da Dungeon / tutorial totalmente poligonale, il Naraku offre una peculiare vastità rendendo l’elemento backtracking meno monotono. Quest’ultimo gioca un ruolo fondamentale anche nelle altre fasi dell’esplorazioni tridimensionali su Tokyo, Atlus è stata maestra nel rendere l’esperienza di gioco molto varia e tutt’altro che ripetitiva.

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shinmegamitenseiiv_review_2Trama caratterizzata non solo nelle diverse conversazioni fra i vari personaggi, ma soprattutto nell’affrontare tantissime missioni secondarie (denominate challenge) tenute sotto controllo grazie alla IA del Borroughs, ma ottenute dalla taverna di Mister K. Insomma una longevità degna del genere in questione che saprà tenere incollati gli acquirenti grazie alla maestria della Atlus d’offrire sempre, e spesso, giochi di ruolo unici e peculiari. In tutto questo subentra la questione dei demoni e quello che concerne il sistema di battaglia, fulcri principali di Shin Megami Tensei IV. Come già precedentemente scritto, i combattimenti contro i demoni sono svolti in un canonico e tradizionale stile a turni, in prima persona e con l’ausilio del party del giocatore. Party di altri tre elementi caratterizzato a sua volta unicamente da Demoni che nello specifico hanno concluso un contratto col protagonista. La manifestazione di volontà delle parti con l’avvio di una negoziazione è resa possibile grazie alle caratteristiche del Borroughs, che permetterà di dialogare con gli esseri demoniaci se incontrati nelle battaglie casuali durante l’esplorazione nei Dungeon. Se la negoziazione va a buon fine il demone si aggiungerà alla propria raccolta “stock” del Borroughs se disponibili ancora posti, tuttavia il numerus clausus imposto è  aumentabile sbloccando nuove opzioni nell’avanzare del livello del giocatore. Inoltre gli esseri mistici non fungono solo da fidi combattimenti, ma sono fondamentali nella crescita del protagonista per quanto riguarda l’apprendimento di nuove abilità spaziando da attacchi prettamente fisici a potenti magie elementali (sia offensive che quelle difensive).3DS_Atus_Shin_Megami_Tensei_05 Ma non è tutto, il borroughs permette di fonderli fra loro creando nuove specie : modificando chiaramente il tipo, l’ammontare delle statistiche e le abilità apprese. Se la presenza dei demoni denota all’utente uno stile di gioco simile Pokémon, l’approccio adottato da Atlus è totalmente l’inverso. Vale a dire in altre parole il fatto di essere praticamente obbligati nel continuare a fondere i Demoni, senza mai soffermarsi su uno in particolare. Si tratta quindi di una perenne ricerca nel trovare nuovi e fidi guerrieri al fine di affrontare combattimenti sempre più impegnativi, una dicotomia fra stile di gioco del giocatore, necessità, ricerca e varietà piuttosto sorprendente.

Shin Megami Tensei IV è un titolo che va approfondito e goduto nell’insieme dei contenuti proposti, un’esclusiva interessante che si aggiunge alla già corposa lista di JRPG che caratterizza la piccola portatile Nintendo. Peccato per la distribuzione in ritardo se confrontata agli altri continenti, come la mancanza di una versione retail o di una migliore localizzazione. Trattasi di un gioco tutt’altro che commerciale, lo stile del gameplay alquanto arcaico e a vecchio stampo terrà lontano quegli utenti che cercano degli action RPG alla Tales of.

 

 
 

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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