Shadow of the Tomb Raider provato allo showcase Xbox

La nuova avventura di Lara Croft è sicuramente molto attesa dai fan dell’avventuriera britannica. Gli ultimi due giochi hanno rilanciato non solo l’immagine ma anche il gameplay di uno dei franchise in assoluto più famosi e riconoscibili del mondo dei videogiochi. Lara è molto cambiata, a livello personale, dal reboot del 2013 ad oggi.

Inizialmente una giovane insicura e inesperta, ha acquisito sempre più sicurezza e padronanza delle sue azioni. In Shadow of the Tomb Raider la ritroviamo profondamente diversa rispetto a Tomb Raider del 2013: spietata, decisa e feroce. Forse fin troppo feroce e determinata visto che le sue azioni sembrano proprio scatenare una sorta di catastrofe naturale. La sua trasformazione in cacciatrice di tombe è quasi completa ma qual è il prezzo da pagare?

Abbiamo iniziato il nostro hands con una fase esplorativa. Nel pieno della tradizione della saga dobbiamo attraversare delle rovine nascoste, superando sezioni platform e risolvendo alcuni puzzle ambientali. Mentre esploriamo gli ambienti polverosi e abbandonati dobbiamo evitare trappole che spuntano dalle pareti con una capriola, scalare pareti e superare alcune zone sommerse. Proprio in quest’ultime scorgiamo la ritrovata volontà del nuovo sviluppatore, Eidos Montreal, di aggiungere un pizzico in più di tensione a questo capitolo. Superare la sezione acquatica non è semplicemente un andare avanti alla cieca ma bisogna evitare di cacciarsi in vicoli ciechi e sfruttare delle sacche d’aria prima di restare annegati. La presenza di murene e di anfratti stretti in cui Lara riesce a malapena ad infilarsi, rallentando notevolmente la sua avanzata, contribuiscono a rendere più adrenaliniche queste sezioni.

Tuttavia, in pochi minuti siamo fuori dai cunicoli allagati e ci troviamo davanti ad una lunga ascesa. Per avanzare ricorriamo ad una meccanica introdotta nel 2013: l’utilizzo dell’arco e delle corde per aprire porte e passaggi. Una meccanica che riutilizzeremo ben presto durante l’ascesa per risolvere alcuni semplici puzzle. Ad esempio, dovremo bloccare di contrappesi usando dei carrellini da miniera. Inizialmente ci basterà spingere un carrello su un contrappeso legato ad una fune in modo che il suo gemello possa reggere il nostro peso mentre sfruttiamo la sua posizione per avanzare. Ma più in avanti, mentre ci facciamo strada verso l’entrata di una misteriosa piramide costruita all’interno di una vasta cavità naturale, dovremo ricorrere all’ingegno. Ci imbatteremo in un secondo contrappeso che però non possiamo fissare. Troviamo anche un carrellino da miniera che però non è nella buona posizione. La soluzione al problema è quella di spostare il carrello da miniera su una piattaforma girevole, agganciarlo tramite arco e corda ad una carrucola in modo da posizionarlo più in alto rispetto al contrappeso. In seguito, basterà tagliare la corda, far precipitare il carrellino contro una barriera in legno che, sfondandosi, farà cadere il peso verso il punto stabilito. Sembra macchinoso ma in realtà la soluzione è immediatamente visibile quando ce la troviamo davanti. Ciononostante, è una meccanica che abbiamo apprezzato in passato e che continuiamo ad apprezzare anche oggi. Finalmente giungiamo al tempio e troviamo uno strano pugnale dall’aria sospettosamente maledetta. Riusciamo ad impadronircene e, mentre una strana inondazione invade il tempio, riusciamo a malapena a fuggire per ritrovarci in una zona di scavo. Altre persone stanno cercando il pugnale e Lara, presa alle spalle, finisce per farselo sottrarre.

La seconda fase della demo serviva a mostrare il nuovo combattimento di Shadow of the Tomb Raider. L’accento è messo ancora di più sull’approccio discreto. Ora Lara può mimetizzarsi tra il fogliame, tra i rampicanti e in generale tra l’erba alta per tendere agguati silenziosi ai suoi nemici. La differenza è la nuova brutalità con cui Lara toglie di mezzo i suoi nemici, con una ferocia che non avevamo ancora visto nella nuova serie, specialmente quando eseguiamo delle uccisioni col coltello. Ritorna, ovviamente, l’arco. Letale come sempre, il suo utilizzo non è diverso rispetto ai due giochi precedenti anche se abbiamo potuto provare solo delle frecce normali, senza effetti esplosivi o di altra natura. Possiamo ovviamente anche usare un approccio più diretto, cosa che la demo ci costringeva a fare quando siamo stati scoperti da un gruppo di soldati a bordo di un elicottero. Un rapido scontro a fuoco a base di armi automatiche e abbiamo portato a termine la demo. L’enfasi, ancora una volta, rimane puntata sull’approccio discreto. In questo Tomb Raider continua a discostarsi nettamente dalla serie Uncharted, che fa degli scontri diretti una delle sue componenti principali. In particolar modo le nuove abilità mimetiche di Lara ci daranno l’occasione di giocare in modo pulito, evitando di farci scoprire per ripulire le zone di combattimento. La demo terminava con una cinematica in cui Lara si rende conto che l’aver recuperato il pugnale ha causato molte sofferenze alla popolazione locale: l’inondazione ha distrutto case e molte persone hanno perso la vita. Ma la cosa sembra non turbarla troppo, ossessionata dal recuperare al più presto possibile il pugnale. Quello che non sappiamo ancora è perché sia così importante, tanto da mettere la vita di persone innocenti in secondo piano agli occhi della cacciatrice di tombe.

 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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