Scars Above: anteprima da Belgrado

Quando ti viene offerta la possibilità di andare fino a Belgrado per provare un gioco in anteprima, è normale rispondere affermativamente, giusto? Per cui quando games.ch mi ha chiesto se volessi andare a provare Scars Above, shooter d’azione e avventura fantascientifico in terza persona, ad un evento organizzato da Plaion a Belgrado, ho chiesto solo “quando si parte?”.

Ed eccomi quindi arrivato nella capitale della Serbia, accolto da un quantitativo sostanziale di cucina locale, in un ristorante vicino alla confluenza dei fiumi Danubio e Sava. Una giornata fredda e uggiosa però carica di promesse videoludiche e di una caldissima accoglienza da parte di chiunque, principalmente intenzionato a farci provare le bevande alcoliche tipiche della regione. Ma non sono di certo andato fin là per godere della (vasta!) offerta culinaria ma per provare in anteprima la versione quasi definitiva di Scars Above.

Una location suggestiva

Il luogo scelto per l’anteprima era una sorta di fortezza, un luogo affascinante costruito da rocce e pareti spesse, una grotta sotterranea che – mi si è detto – è stata usata in passato per organizzare diversi rave. Nel nostro caso però Plaion e Mad Head Games l’avevano trasformata in una sala dotata di postazioni per giocare e un piccolo palco per parlare ai presenti. Quindi abbiamo lasciato da parte il rinfresco e i goodies per immergerci nel mondo di Kate Ward.

Sopravvive il più ingegnoso

In Scars Above dovremo affrontare l’ignoto. Dopo che una misteriosa struttura aliena è apparsa nell’orbita terrestre, l’umanità ha deciso di rispondere con una missione scientifica per tentare di scoprirne l’origine e saperne di più. È stato quindi deciso di inviare una nave, la Hermes, in orbita per indagare. La protagonista, la dottoressa Kate Ward, fa parte della spedizione SCAR (Sentient Contact Assessment and Response) incaricata di indagare sulla misteriosa struttura. La donna viene descritta dagli sviluppatori come una persona normale, una scienziata certo, ma non un’eroina dalla forza e i poteri soprannaturali. Non è una soldatessa, non ha seguito alcun tipo di addestramento militare. A parte qualche nozione di primo soccorso, Kate è in tutto e per tutto una normalissima scienziata, capace e brillante ma di certo non invincibile. La sua missione è capire di più sul manufatto, a cui viene dato il nome di Metaedro, fornendo un’analisi dei dati raccolti. Qualcosa va però irrimediabilmente storto e Kate viene separata dal resto della squadra, finendo catapultata misteriosamente su un esopianeta dall’altra parte dello spazio. Trovatasi da sola in uno strano ambiente decisamente ostile, la donna non potrà fare altro che fare affidamento sulle sue conoscenze scientifiche e le sue abilità ingegneristiche per tentare di sopravvivere, trovare i propri compagni dispersi e tornare a casa sana e salva.

Misteri alieni attendono di essere scoperti?

La nostra avventura però inizia prima del disastro. Ci ritroviamo a bordo della nave spaziale Hermes e un nostro collega, Mike, ha un problema e ha bisogno del nostro aiuto. Da subito Scars Above ci ricorda un po’ Mass Effect, per via della sua camera in terza persona e gli ambienti esplorabili attorno a noi. Tuttavia, questo non è un RPG come il titolo di Bioware ma più incentrato sull’azione e l’esplorazione come il più recente Returnal, pur non essendo così difficile da affrontare. Attorno a noi ci sono diversi elementi coi quali possiamo interagire e dai quali possiamo ottenere informazioni supplementari sull’universo del gioco; fumetti e altri documenti sembrano essere una delle primarie fonti di lore. Peccato che non abbiamo troppo tempo da perdere: Mike ci sta aspettando per far ripartire un reattore in avaria. La prima cosa che dovremo fare è assemblare una sorta di fucile elettrico per agire sul reattore. È anche un’ottima scusa per introdurre il sistema di crafting del gioco. Ci verrà chiesto di combinare un saldatore, lo SLD-26 Welder, con un Rail Module al fine di assemblare quella che diventerà la nostra arma multifuzione: Vera. Armati della nostra nuova creatura basterà sparare su alcuni punti ben precisi del reattore per farlo ripartire, una meccanica che rivedremo spesso durante l’avventura. Riparato il reattore e riposta al sicuro Vera, siamo subito chiamati dal capitano sul ponte della nave. Fuori, nello spazio, vediamo una gigantesca struttura triangolare stagliarsi al di sopra della superfice della Terra. Il momento è giunto per tentare una prima scansione e, forse, un primo contatto con una razza aliena. La scansione però fallisce in modo spettacolare e Kate sembra perdere il senno, visioni allucinate che spariscono rapidamente lasciandola da sola in una zona desertica, su quello che sembra essere un mondo alieno. C’è aria respirabile e il paesaggio attorno a noi non rivela altro che sabbia e rocce. Nel cielo scorgiamo lo stesso (o un altro?) Metaedro, minaccioso e misterioso allo stesso tempo. Non abbiamo armi, non c’è uno hud per indicarci la direzione. Siamo da soli. O per lo meno lo siamo per un po’ perché, dopo qualche passo incerto, una strana figura, a metà tra un ologramma ed uno spettro, ci appare invitandoci a seguirlo.

E questi chi sono?

Senza alcuna altra opzione, decidiamo di percorrere un abbozzo di sentiero davanti a noi, usando il tasto B sul controller per arrampicarci oltre gradinate di pietra e con la possibilità di scattare in avanti. Per quanto riguarda il traversal del mondo, Mad Head Games ha scelto di proporre soluzioni tradizionali e ben conosciute dai giocatori. C’è comunque anche una schivata rapida, un’abilità che tornerà estremamente utile più avanti. Ben presto ci imbattiamo in una prateria, l’erba secca agitata dal vento attorno a noi. In lontananza si erge un manufatto, una sorta di obelisco dall’aria decisamente artificiale. Appena ci avviciniamo diverse strane figure appaiono attorno a noi, minacciose. Il vento si alza e diventa una tempesta dalla quale dobbiamo fuggire, tormentati da visioni di mostri e alieni. La mega struttura appare di nuovo nel cielo e un personaggio alieno ripete più volte che “sono stati distrutti”.

Fear keeps you sharp

Questo il titolo del primo capitolo, che inizia subito dopo questo intrigante prologo. La missione è semplice: salvarsi la pelle e trovare il resto del team SCAR, disperso chissà dove dal misterioso evento. Ci ritroviamo in una zona paludosa, uno dei primi biomi che visiteremo in Scars Above. Dietro di noi troviamo immediatamente un pilastro.

I pilastri fungono da checkpoint e ricaricano la salute ma riportano anche in vita i mostri

I pilastri sono parte del sistema di check point del gioco. Potremo interagire manualmente coi pilastri e, in caso di morte, ricominceremo la partita da essi. Interagire con un pilastro ripristina la salute di Kate e parte delle munizioni ma avrà anche l’effetto di ripristinare i mostri. In pratica se dovessimo morire (o scegliere di usare il pilastro) torneremo in salute ma dovremo riaffrontare mostri precedentemente già eliminati. Fortunatamente però i percorsi aperti in precedenza resteranno agibili. In caso di morte quindi non dovremo più occuparci di riesplorare certe zone perché avremo già aperto delle scorciatoie per evitare di fare il giro lungo. La prima arma che troviamo è un machete, utile per tagliare rampicanti e per difendersi da quella che, a questo punto, immaginiamo sarà una fauna locale ostile. Il primo oggetto è anche un’occasione per dare un’occhiata all’inventario: avremo 16 slot a disposizione, di cui uno occupato dall’electric cutter appena raccolto. Immediatamente notiamo anche che Kate ha a disposizione una sezione per le abilità. Due alberi sono proposti: Engineering e Xenobiology. Le capacità ingegneristiche sono parecchie e spaziano dalla ricarica rapida delle armi a un aumento dello spazio nello zaino o semplicemente un incremento della forza. La xenobiologia invece offre opzioni come i remedy, che aumenta di uno la ricarica della salute. Ci saranno poi elementi come la rigenerazione cellulare ma anche lo sblocco di colpi melee e la resistenza a tali colpi. Più raccoglieremo informazioni scansendo i mostri che sconfiggeremo e più raccoglieremo speciali cubi che forniscono punti di conoscenza e più potremo aumentare le abilità di Kate. Non si tratta di un albero delle abilità enorme ma c’è un po’ di tutto e ci sembra che sarà possibile privilegiare certi tipi di upgrade in base al nostro stile di gioco.

La palude nasconde tante insidie

A questo proposito, il nostro primo incontro con una creatura ostile è una sorta di ragno anfibio. La bestiaccia compare dal terreno, ben presto accompagnata da altri due. Riusciamo a difenderci a colpi di machete ma, a difficoltà normale, Kate ne esce piuttosto malconcia. Potremmo tornare al pilastro e curarci al 100% ma poi i ragnacci sarebbero di ritorno. Decidiamo di addentrarci nel pantano. Il level design impone al giocatore di andare in una sola direzione, ci sono alcune piccole deviazioni ma da subito capiamo che Scars Above non è un gioco open world: la storia, così come la nostra strada, va in una sola direzione. Dopo qualche minuto speso in apprensione facendoci strada fra l’acqua putrida incontriamo il primo vero ostacolo. Un portale ci sbarra la strada. Tre triangoli ne adornano i contorni ma non riusciamo ad attivarli. Guardandoci attorno troviamo, per puro caso e con una fortuna davvero sfacciata, una cassa contenente Vera, lo scanner trasformato in arma proprio da noi qualche ora prima. Non facciamo attempo a congratularci con la nostra stella fortunata che un nuovo tipo di mostro appare. Una sorta di ibrido tra un serpente ed un essere umanoide, con due potenti braccia e un buco tentacolato al posto della faccia. Sono forti e pericolosi anche da morti visto che rilasciano attorno a loro una nube tossica.

Il vicinato è sfortunatamente ostile…

Nel caso dovessimo entrarci a contatto finiremo immancabilmente infettati e vedremo scendere la nostra vita progressivamente fino a che l’effetto non finisca o saremo morti. C’è modo di togliere questo effetto, trovando ed usando delle speciali medicine. Ma questo al momento ancora non lo sappiamo e siamo finiti morti almeno un paio di volte mentre adattavamo le nostre strategie di combattimento. Vera non ha i colpi infiniti e le munizioni saranno derivate da strani fiori elettrici sparsi negli ambienti. Non si tratta di una risorsa molto comune ma nemmeno eccessivamente rara. D’altra parte, Scars Above è uno shooter e non un survival horror. Ma sarà comunque necessario sparare in modo intelligente per evitare di finire a secco nel momento peggiore. E l’opzione del pilastro per ricaricare parte delle munizioni non ci è mai sembrato un ottimo affare, visto che saremmo da capo se non peggio. Aperto il portale, ci ritroveremo in una nuova parte della palude. Dopo qualche combattimento anche piuttosto teso, in cui 2 o 3 mostri “umanoidi” e qualche ragnetto sono più che in grado di metterci i bastoni tra le ruote e rallentare la nostra progressione, faremo una strana scoperta. Sparsi nelle erbacce troviamo pezzi della Hermes: lastre metalliche, parti elettroniche e cavi elettrici. Stranamente però sembra che i cablaggi siano stati stesi, come se qualcuno avesse recuperato parti della nave per fabbricare qualcosa. Con nostra sorpresa troviamo un angolino appartato in cui casse e altri oggetti sono ammonticchiati. Un tavolo da lavoro è anch’esso presente. Il mistero si infittisce, un audio log abbandonato rivela criptici messaggi, gente impazzita che implora ossessivamente bruciare la crescita (“burn the growth” in inglese). Kate è sbalordita, sembrerebbe che almeno un membro del suo equipaggio sia arrivato sul pianeta molto prima di lei. Peccato che non abbia senso, lei stessa è arrivata solo qualche ora prima. Con più domande che risposte fabbrichiamo un nuovo upgrade per l’arma, che ora può sparare anche colpi infuocati oltre che elettrici. Questo nuovo tipo di munizioni sarà utile non solo per aprire certi tipi di portali chiusi ma anche per combattere contro i nemici. È qui che ci rendiamo conto che i mostri di Scars Above hanno diversi tipi di debolezze, indicate da un’icona che accompagna il mostro. Questa debolezza ci è apparsa come un modo per renderci le cose più complicate ma senza cambiare il tipo di nemico: lo stesso mostro, infatti, a volte è debole all’elettricità, altre al fuoco e dovremo per forza cambiare (tramite la croce direzionale) il tipo di proiettile. Liquidati alcuni mostri, possiamo finalmente avanzare nella nostra ricerca, potendo aprire un portale che richiede il fuoco. Davanti a noi si staglia l’ennesimo pilastro, questa volta inattivo e dall’altezza vertiginosa. Scorgiamo delle tracce attorno ad uno stagno brulicante di sanguisughe letali. Kate può usare il suo scanner per trovare diversi indizi e ricostruire in realtà virtuale i movimenti di chi ha lasciato le tracce. Con nostra sorpresa ci rendiamo conto che qualcuno, un membro del team SCAR, ha attraversato la pozza infestata. Ma noi non possiamo farlo, entrare in quell’acqua significa morire in modo molto doloroso. Non possiamo fare altro che proseguire l’esplorazione, in un pattern che ci sembra ripetersi più volte: un percorso chiuso ci obbliga a fare una deviazione per trovare il potere o l’oggetto che ci permetterà di tornare sui nostri passi e proseguire. In lontananza, oltre un albero caduto alla fine di un acquitrino, notiamo un passaggio. Dall’altra parte, un’ampia zona circolare che puzza di boss fight. Ed infatti siamo confrontati con il combattimento più complesso finora incontrato. Il mostro, un bruto lento ma molto violento, ci costringe ad usare un po’ di tattica. I suoi pattern d’attacco non sono molto complessi ma sufficienti per metterci alle strette. Ha un solo punto debole, nel centro dello stomaco, e dobbiamo colpirlo coi proiettili infuocati. Naturalmente potremo scoprire i punti deboli tramite osservazione oppure, più saggiamente, premendo C sulla tastiera (ed equivalente tasto sul controller) per una scansione rapida del nemico che evidenzierà i punti da colpire.

Vieni qui e fatti ammazzare!

Possiamo sfruttare le pause tra una serie di colpi del mostro, rotolando fuori portata e tentando di colpirlo nel momento opportuno. Dopo uno o due colpi il mostro tenterà di farsi scudo con un braccio ma dovrà per forza scoprirsi per attaccare. Capire la sequenza dei colpi e approfittarne contando sui nostri riflessi sarà la ricetta per la vittoria. Il primo combattimento è stato inizialmente impegnativo ma tutto sommato fattibile. Peccato però che dopo aver fatto qualche metro un secondo mostro, accompagnato da tre ragni, sia sopraggiunto per peggiorare decisamente la nostra giornata. Un duro scontro dopo siamo comunque da capo: non abbiamo idea di come proseguire oltre la palude infestata. Le abilità scientifiche di Kate tornano però utili. Dopo esserci imbattuti in uno strano manufatto/creatura che secerne un liquido criogenico, potremo creare un nuovo tipo di munizioni criogeniche. Non particolarmente utili per il combattimento, visto che sono lentissime, ma di sicuro perfette per congelare parti della palude e camminarci sopra, al riparo dai pericoli.

Scars Above proporrà diversi biomi

L’incontro, dopo qualche decina di minuti, con un nuovo e più potente boss, ci anticipa quello che probabilmente sarà Scars Above. Nemici potenti che andranno affrontati sfruttando le armi a nostra disposizione, tentando di non soccombere con la pena di dover ricominciare dal check point. Il tutto mescolato con esplorazione degli ambienti alla ricerca di risorse, munizioni e cubi di sapere per migliorare le nostre capacità offensive, come ad esempio una speciale barriera che potremo attivare per diventare temporaneamente invulnerabili agli attacchi nemici. Ci sono anche dei puzzle, ad esempio ci siamo imbattuti in una specie di pannello di controllo alieno disattivato. Per poterlo usare abbiamo dovuto cercare tre oggetti piramidali nascosti nell’ambiente. Abbiamo sempre a disposizione un nav point ma punta solo sulla destinazione finale, non su quella intermedia. Per cui la ricerca delle piramidi va fatta senza aiuti, sbarazzandosi dei mostri sul nostro cammino finché non ci imbatteremo in quello che cerchiamo.

Il tempo della nostra demo è terminato fin troppo presto ma sappiamo che il gioco richiederà tra le 10 e le 15 ore per essere completato. Non si tratta insomma di un’epopea sci-fi AAA quella offerta da Mad Head Games ma piuttosto qualcosa di più corto e concentrato.

Arrivano i guai

Ispirato ad Alice ed Ellen Ripley

Scars Above è un gioco che prende ispirazione da diverse fonti, due su tutte Alice nel Paese delle Meraviglie ed Alien. A detta di Teodora Radovic, sound designer di Mad Head Games, il team di sviluppo ha voluto mettere assieme la voglia di esplorare, quasi infantile, di Alice con gli orrori dei mostri partoriti dalla fantasia di Ridley Scott e H.R. Giger. Kate, ci è stato detto, incarna in un certo senso la curiosità del personaggio di Lewis Carroll, una curiosità quasi a discapito di sé stessi. Ma si tratta anche di un tratto positivo, la voglia umana di scoprire di più, di imparare e di comprendere il mondo che ci circonda. Kate non solo si appresta ad esplorare un mondo alieno ma anche a tramandare ciò che scopre agli altri, scienziati e semplici persone. Per questo terrà una sorta di diario delle sue scoperte. Detto questo, Scars Above non ha nessuna intenzione di offrire un’esperienza criptica e misteriosa. Una delle prime cose che ci è stata detta è che questo gioco, per tutti i misteri che introduce, fornirà anche delle risposte. In più di un’occasione siamo stati rassicurati che i giocatori otterranno tutte le informazioni e che la storia di Kate è un arco che, a detta di Mad Head Games almeno, arriverà ad una conclusione soddisfacente. Starà però anche al giocatore impegnarsi però nel cercare le varie informazioni extra per colmare ogni parte della storia del mondo attorno a noi visto che il gioco è fondamentalmente lineare e non permetterà di tornare sui propri passi nel caso avessimo dimenticato di scansionare qualcosa. Da un punto di vista di doppiaggio il gioco sarà disponibile in inglese, tedesco, francese e spagnolo con sottotitoli in 12 lingue tra cui, speriamo, l’italiano.

Un monster design molto… arboreo

Attese

Scars Above, l’abbiamo menzionato, non ha l’intenzione di competere con enormi titoli AAA ma di offrire un’avventura lineare di media durata in cui raccontare una storia fantascientifica. Il gameplay ci è parso divertente, con le varianti offerte dai tipi di danno dell’arma a movimentare un po’ le cose. Il combattimento è a tratti piuttosto tattico e richiederà dapprima osservazione e poi l’applicazione di qualche trucchetto perché continuare a sparare a caso raramente sarà una strategia vincente o efficace. Non sappiamo però dire se sul lungo periodo saprà reinventarsi a sufficienza dal mantenere le sfide sempre nuove ed interessanti o se, dopo un po’, sarà piuttosto la routine a subentrare. Non punta ad essere difficile per tutti come Returnal, sebbene basterà aumentare il livello di difficoltà per trovarsi di fronte ad una sfida piuttosto impegnativa. La vera difficoltà per Scars Above sarà quella di emergere dalla massa di action in terza persona e guadagnarsi un posto nella vostra libreria di giochi. Ma per saperlo dovrete aspettare la recensione! Scars Above uscirà il 28 febbraio 2023 su Xbox Series X|S, Xbox One, PS5, PS4 e PC.

 

Articolo originariamente scritto per games.ch, ripubblicato previa autorizzazione

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

Nessun commmento

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

JOYPAD

Joypad è il sito indipendente di videogiochi, tecnologia e film per la Svizzera italiana.

Il sito nasce quale tentativo di informare i giocatori della Svizzera italiana nel modo più completo possibile riguardo ai media videoludici, cercando di contestualizzare l’informazione per gli ascoltatori di questa regione spesso dimenticata dalle grande aziende mondiali. Dalla metà del 2013 si occupa anche di film con la rubrica Joypad Movies.

SGN Logo

Altri membri di SCN:
games.ch
the(G)net.ch