RUSH

“Ad un tratto la pace della vallata è rotta da un improvviso boato e da un folgore rosso: il sordo grugnito di 500 cavalli a 12.500 giri, seguito da uno stritolio di gomme… Nürburgring 1 agosto del 1976… Un giorno che è entrato nella storia della Formula Uno. “

Rush l’ultima fatica di Ron Howard che dopo aver smesso i panni di Ricky Cunningham (Happy Days) racconta la straordinaria rivalità sportiva fra due assi del volante, Niki Lauda e James Hunt.

 

00Una cronaca serrata rievoca il campionato del mondo 1976 – F1

Il film inizia con una voce fuori campo, di Lauda: cito non testualmente ma a memoria. “Ventiquattro piloti partecipano al Campionato del Mondo di Formula 1 e ogni anno due di noi muoiono in pista (una stima per difetto vi assicuro). Che razza di uomini possono accettare un lavoro così?” E qui tutto inizia, si torna indietro nel tempo. All’improvviso ti ritrovi catapultato nel circus della formula uno degli anni ’70. Vi assicuro che non era quello che si vede oggi in TV, i diritti televisivi erano un privilegio. I piloti vivevano in roulottes e si spostavano come dei vagabondi e correre era una passione più che un lavoro, una passione in un continuo sfidare la morte ad ogni gran premio. Entravano per la prima volta gli sponsor di sigarette e goldoni. È proprio qui, che nascono due piloti che resteranno nella storia della formula uno, uno che la cambierà per sempre con il suo modo professionale e manicale e l’altro che continuerà a viverla come una vera e propria avventura. Niki Lauda interpretato da Daniel Brühl (forse l’unico attore assomigliante al suo personaggio) e Chris Hemsworth (Thor) nei panni di James Hunt.

02Il film è un vero e proprio assalto sfrenato di una cronaca coinvolgente che ti tiene legato alla poltrona. Perché ci sono storie di sport che non hanno bisogno di una sceneggiatura degna del miglior film hollywoodiano per essere un’epica storia. Il nostro “Ricky CunninghamRon Howard riesce nell’impresa, riportare sul grande schermo questa epica battaglia. Il film su certi versi è molto semplificato, perché in 123 minuti non si può dire tutto o rappresentare tutti gli eventi che hanno dettagliato un campionato così intenso. Howard, aiutato dallo stesso Niki Lauda, riprende quei momenti importanti e significativi di quella stagione memorabile. L’interpretazione di Daniel Brühl è completa, notevole, aiutato da Lauda chiamato più volte per confrontarsi. Hunt (Chris Hemsworth) invece si è fatto aiutare da qualche lettera manoscritta, sottoposta ad analisi di un grafologo per delineare un atteggiamento caratteriale. Questo si nota molto, fattispecie sul fatto che Hunt realmente fosse più un “Jim Morrison” e certi atteggiamenti nel film sono stati palesemente smussati. Nel film vediamo anche Clay Regazzoni (Nicola Favino) che di simile ha solo i baffi, ma nell’interpretazione è più realista al Clay che tutti conosciamo, sbruffone e arrivista, ma ha il merito di aver scoperto un talento come Lauda, tanto che lo porterà con se in Ferrari. Di contorno si vedono anche Sir Alexander Hesketh, Louis Stanley, Teddy Mayer ed Enzo Ferrari, si vede anche la figura dell’ingegnere Mauro Forghieri della Ferrari in modo marginale.

01Quell’inferno verde

“Ventidue chilometri e 800 metri con il cuore in gola: questo è il vecchio Nürburgring. Un circuito che sembra disegnato dalla mano di un folle all’interno della foresta dell’Eifel, 60 km a ovest de Coblenza.” (Gazzetta dello Sport)

Il punto più spettacolare del film è quel maledetto 1 agosto del 1976 dove Lauda, finisce fuori strada per un cedimento di una sospensione. Il film di Howard rivive minuto per minuto quell’incidente con cura maniacale nella drammaticità. Tanto che la scena è stata completamente rigirata, che non si distingue tra quella vera che Hunt (Chris Hemsworth ) vede in Tv. Il film è realistico in tutti i dettagli, fotografia, auto d’epoca e materiale d’archivio, ma specialmente le locazioni come il vecchio Paul Ricard (Le Castellet in Francia) che vede un giovane Lauda alle prese con la BRM. Per gli appassionati come me, hanno apprezzato questa cura dettagliata nella ricostruzione di quell’epoca, perché non basta mettere due attori simile ad Hunt e Lauda e fargli interpretare due assi del volante.

 

Conclusioni

Se pensate di andare al cinema e di vedere un film di auto, beh fermatevi a guardare la locandina del film, e chiedetevi perché ci sono due piloti in primo piano e non le loro auto. Se pensate di andare a vedere un film dove la Ferrari vince e la fa da padrona, beh aprite la pagine di Wikipedia e controllate chi ha vinto il campionato di formula uno nel ‘76. Se amate Dominic “Dom” Toretto e company, beh la maggior parte di voi è meglio che rimanga a casa ma, per l’altra parte potrebbe essere un buon inizio per fare il salto di qualità.
RUSH è una storia di due piloti che, con rispetto e rivalità hanno messo in scena qualcosa di grande, accentuato sicuramente da un drammatico incidente che ha riaperto un campionato ormai chiuso.
“C’è stata una sorta di pseudo-intensità intorno alla stagione del 1976, che è rimasta a far parte del carattere della Formula 1. Non è sempre presente, ma la si può creare rendendo le cose più importanti di quello che realmente sono. È questo il business dello spettacolo” (Jochen Mass).

Puoi leggere e guardare documentari su questa stagione memorabile, ma rimarranno sempre due figure di un epoca orami passata, lontana. RUSH, fa qualcosa di più ti fa rivivere quello che un libro o un documentario non può fare, ti catapulta in quell’atmosfera così attraente e coinvolgente della Formula Uno degli anni ’70. Non sono mai stato un fan di Niki Lauda, non tanto perché non avesse talento, anzi ne aveva e parecchio, ma tanto perché era uno “Stronzo” in tutti gli effetti, e se mai avrei dovuto scegliere tra i due in quei gli anni forse avrei tifato per Hunt, ma a dirla tutta in quei anni c’erano Fittipaldi, Andretti e un François Cévert (asso nascente della Francia) morto tragicamente nel 1973. Erano piloti decisamente migliori, in simpatia e in modi di fare. Quello che voglio dire é che Rush mi ha fatto vedere un Niki Lauda diverso, più umano, tanto che le sue gesta sono davvero eroiche, che ha distrutto quella mia disistima nei sui confronti. James Hunt, beh lui è la Rockstar di quell’epoca vi piacerà sicuramente.
Il film, può essere visto con gli occhi di un appassionato che sicuramente lo apprezzerà molto ma può anche vederlo il “non” amante delle quattro ruote e rendersi conto quale sia il vero fascino che si cela dietro ad un motore e quattro ruote.

VOTO: 5

Scritto da : Redazione

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