Real

Real, film giapponese nel concorso internazionale al Pardo, porta la firma del regista Kiyoshi Kurosawa. Si tratta di un film che oscilla tra il genere drammatico e la fantascienza, ma non disdegna nemmeno di pescare dal genere horror.

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Real ci narra la storia di Koichi ed Atsumi. La giovane è finita in coma un anno prima, in seguito ad un tentato suicidio. Dal momento che la giovane non sembra voler uscire dal suo stato, Koichi utilizza una nuova tecnica medica chiamata Sensing. Tramite il Sensing, egli può mettersi in contatto con la mente della ragazza per tentare di riportarla alla vita. Koichi dovrà prima superare i suoi timori e, finalmente, aiutato da una equipe di neuroscienziati farà il grande passo. Il suo arrivo nella mente di Atsumi lo coglierà impreparato, trovando la giovane che tranquillamente disegna manga alla scrivania di casa. Invece di rispondere alle sue domande, Atsumi chiederà a Koichi se possiede ancora il disegno di un plessiosauro che gli aveva dato in dono quando erano alle elementari.

Real comincia con questa premessa, che obiettivamente non è davvero originale. Il tema della navigazione nella mente altrui è stato già in passato portato sul grande schermo da svariati autori. Quello che però cambia in questa pellicola è che, come spesso nel cinema giapponese, le cose non sono davvero quelle che sembrano. Lo spettatore sarà preso di sorpresa mano a mano che i 127 minuti di questo film passano. Scopriremo parecchie cose sull’infanzia dei due giovani, compreso un evento molto traumatico.

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Il film di Kurosawa è, a mio avviso, davvero un buon film. Interessante, ben girato e i due attori principali sono azzeccati per i rispettivi ruoli. Bene inteso, non si tratta di un film di stampo molto occidentale, quindi bisogna aspettarsi sequenze più lente, con un ritmo più composto e specialmente prendere in considerazione i famosi sottointesi alla giapponese, che sono imprescindibili non solo nel cinema ma in tutta la società nipponica. Un film che entra nella psicologia di Koichi e Atsumi in modo magari un po’ grossolano, ma che regala comunque un buon finale: inatteso e soddisfacente.

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Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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