Provato in fiera: Metal Gear Survive

Durante il primo giorno di E3 abbiamo avuto il grande onore di essere tra il primo gruppo di giornalisti a provare Metal Gear Survive, un vero e proprio spinoff delle avventure di Snake.

Dopo essere stati risucchiati in un portale all’esplosione di Mother Base, un gruppo di soldati si ritrova prigioniero di uno strano mondo infestato da creature umanoidi prive di testa. Survive si discosta in modo piuttosto marcato da Metal Gear Solid V: Ground Zeroes. Da gioco che predilige lo stealth a titolo improntato maggiormente sull’azione e gli scontri diretti e pensato per essere fruito in cooperativa da quattro giocatori online.

Essendo arrivati all’appuntamento con qualche minuto di ritardo ci siamo persi gran parte del briefing da parte degli sviluppatori di Konami che, ricordiamo, non sono più sotto la direzione di Hideo Kojima. Prima di lanciarci nell’azione comunque abbiamo potuto scegliere un personaggio tra i quattro diversi proposti dal gioco. La versione finale permetterà al giocatore di customizzare sia l’aspetto che le abilità e le armi del proprio avatar ma nella demo E3, per brevità e comodità, eravamo limitati a quattro loadout predefiniti. Abbiamo optato per una ragazza armata di arco, bastone stordente e fucile d’assalto a medio raggio. Scelto il personaggio siamo stati catapultati in un mondo neutro, una sorta di zona d’addestramento completamente bianca in cui provare armi ed abilità. Dal momento che lo scopo del gioco è quello di difendere un macchinario dalle orde di non morti che ci attaccheranno ad ondate, la zona di test è stata utile per provare non solo le armi ma anche e soprattutto gli oggetti speciali. Il nostro personaggio aveva diverse opzioni interessanti: creazione di recinzioni, trappole elettrificate da piazzare sul terreno, costruzione di torrette sopraelevate, la possibilità di piazzare postazioni di mortaio oltre che bombe a mano.

Un discreto numero di oggetti da usare in modo strategico in partita. Ci siamo sbizzarriti per qualche minuto, sperimentando le combinazioni di oggetti e armi, piazzando ad esempio una torretta d’avvistamento protetta da una trappola da cui sparare in postazione rialzata. Fatto questo, è stato il momento di giocare sul serio. Il nostro team, formato da quattro giocatori, si ritrova in una zona desertica. Avanzando rapidi verso il punto da difendere ci siamo imbattuti in qualche zombie qua e là, eliminato in modo silenzioso con arco e frecce o con colpi ravvicinati. Raggiunta la zona da difendere, una sorta di piccolo agglomerato di costruzioni con al centro una specie di generatore. La zona era difendibile ma non ci certo una fortezza: lo spiazzo centrale era protetto da costruzioni e mura ma parecchie aree erano aperte verso l’esterno e alcuni lati erano facilmente scalabili dall’esterno. Il team ha iniziato immediatamente a chiudere le aperture più ovvie, che sono tra l’altro poste in concomitanza con degli spawn point visibili sulla mini mappa di gioco. In seguito abbiamo piazzato armi offensive di varia natura e fatto amicizia con il sistema di crafting in gioco. Sì perché le munizioni non sono infinite e vanno craftate durante la partita, dopo aver raccolto metallo, piombo, polvere da sparo ed altri ingredienti. C’è stato comunque poco tempo per riflettere perché dopo un paio di minuti di preparazione siamo stati attaccati dalla prima ondata.

I nemici non hanno dato prova di grande intelligenza, limitandosi in sostanza ad avanzare zombescamente in linea retta verso il centro della zona di difesa. Il loro punto forte non è certo la furbizia quanto piuttosto il numero. Abbiamo comunque respinto in modo piuttosto facile la prima wave di nemici. La preparazione per la seconda ondata si è svolta in modo del tutto simile alla prima, con l’aggiunta della necessità di curare il proprio personaggio. Tramite un menù apposito, possiamo vedere quali parti del corpo sono ferite e che dobbiamo quindi curare. Ci siamo anche scontrati con il sistema di crafting delle munizioni: ci è stato impossibile capire al volo quale tipo di proiettili sparava il nostro fucile, ritrovandoci a creare diversi tipi di munizioni, sprecando risorse, fino a trovare quelle giuste.

La seconda ondata ha introdotto nemici ben più potenti, di tipo esplosivo. Se lasciati liberi di avvicinarsi troppo, questo tipo di zombie può essere un vero e proprio problema. Tuttavia è anche possibile sfruttare questa tipologia di nemico in modo tattico, dal momento che la loro esplosione causa notevoli danni nell’area circostante. Superata la seconda ondata siamo poi caduti vittime degli zombie al termine della terza, avendo scioccamente dimenticato un lato della barricata!

Metal Gear Survive visivamente ci ha un po’ deluso. Non contenti di aver riciclato gran parte degli asset di Ground Zeroes, Survive ci è sembrato decisamente sotto tono nella versione per PlayStation 4 a nostra disposizione. Il gioco invece presenta una curva d’apprendimento iniziale piuttosto ripida che, briefing o meno, ha rallentato i nostri progressi iniziali. Survive ha il potenziale di essere un gioco co-op di un certo peso ma la strada da fare per rifinire il gameplay e renderlo più divertente è ancora tutta in salita.

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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