Nero

Ogni tanto ci capita sotto mano un gioco diverso dal solito, senza esplosioni pirotecniche e mostri sanguinari dallo spazio e ne siamo contenti, perché i videogames sono ben più del solito spara spara ammazza ammazza. Nero, degli italiani Storm in a Teacup, fa parte di un’altra categoria, più poetico e rilassato. Diamoci un’occhiata da vicino, shall we?

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Una notte stellata

Approdiamo nella notte nel porto di un tranquillo villaggio di pescatori nei panni di un personaggio incappucciato. Senza nessuna indicazione su quale sia il nostro ruolo, ci incamminiamo per la foresta silenziosa, immersi in una strana quiete. Dopo qualche decina di passi ci imbattiamo in alcune scritte luminose che, come se fossero fumosi ricordi, cominciano a raccontarci la storia di Nero. Le scritte narrano di un gruppo di briganti che hanno trovato rifugio sull’isola, costruito un villaggio di pescatori come copertura e si sono accampati nell’entroterra. Ma qualcosa stona, visto che troviamo anche scritte di tenore completamente diverso, scritte che sembrano essere ricordi di una coppia che ha appena avuto un figlio. Ma il nostro viaggio è solo all’inizio, cosa sarà successo?

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La narrazione del gioco va avanti così, scoprendosi piano piano, passando da scritte che hanno davvero poco senso a una vicenda dai tratti drammatici che non può che non toccare il giocatore. Nero scopre le sue carte piano piano, facendoci scoprire chi siamo noi, chi è il misterioso personaggio che ben presto si unirà a noi nell’esplorazione dell’isola. Mentre scopriamo ambientazioni diverse tra loro, legate a doppio filo con quanto accade in quello che è più simile ad un libro che ad un videogame, resteremo sorpresi da un design davvero ispiratissimo e molto riuscito. Nero è un continuo stupore tra una zona e l’altra, tutte belle e tutte permeate da un’aura del tutto particolare.

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Enigma

Il nostro compito è quello di esplorare e risolvere enigmi piuttosto semplici. In effetti in Nero siamo quasi più spettatori che veri e propri giocatori, dal momento che le attività da svolgere sono poche. Potremo certamente interagire con il mondo lanciando sfere luminose e attivando oggetti, ma per la maggior parte del tempo è quasi più un esperienza contemplativa, passeggiando lentamente (forse troppo lentamente, avremmo preferito poter camminare un pochino più veloce) tra i vari panorami. Gli enigmi si fanno comunque un pochino più complessi via via che avanziamo, introducendo anche l’uso del secondo personaggio, che andrà posizionato dove vogliamo per attivare meccanismi. Nelle varie zone del gioco è anche possibile raccogliere delle parti di fotografie che, una volta ricomposte, sveleranno un immagine legata alla vicenda. Tuttavia avrete ben compreso che questo gioco non è decisamente action e che fa del suo ritmo pacato uno dei punti principali.

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Non per tutti

Nero non è un gioco per tutti. Per prima cosa per via della sua trama, dai temi adulti e di sicuro zero interesse per i più giovani. Piacevolissimo il modo in cui si svelano gli eventi in una sorta di esperimento narrativo che mi è piaciuto molto. Per quanto mi riguarda, a lato contenutistico approvo assolutamente quanto fatto da Storm in a Teacup. Le note dolenti riguardano il lato tecnico: da un lato abbiamo un design davvero molto ispirato e suggestivo che però si scontra con problemucci fastidiosi. Frame rate davvero scostante e sempre piuttosto basso, modelli di gioco che non rendono giustizia al titolo (e che sono davvero un po’ bassi a livello di poligoni per un titolo datato 2015) e aliasing a tutto andazzo. Peccato anche per qualche bug di troppo che, in un caso (per fortuna solo uno) mi ha costretto a chiudere e riaprire il gioco. A livello linguistico troviamo solo ed esclusivamente l’inglese, per altro nemmeno facilissimo da comprendere. Un filo incomprensibile come scelta, visto che il gioco dopo tutto è fatto da un team italiano!

Insomma, Nero è un titolo molto particolare che si fa apprezzare a livello artistico e narrativo ma che scade un po’ troppo sul livello tecnico. Tuttavia mi sento di consigliarlo a coloro che cercano qualcosa di un po’ speciale e che vi colpisca al cuore.

 

 
 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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