LBX : Little Battlers eXperience

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Dai creatori di Inazuma Eleven e direttamente dagli studi di Level 5 nasce Little Battlers eXperience, JRPG sulla faslariga dei prodotti simil Pokémon se non che, al loro posto, si piazza il collezionismo sfrenato per delle action figure Robot personalizzabili che tanto sono apprezzate nella terra del Sol Levante. L’hobby riguardante la costruzione dei Mini Mecha a stampo nipponici con l’ausilio di determinati kit è piuttosto diffuso fra i fan della cultura giappo e geek di sorta, questo grazie anche a una commercializzazione in larga scala come dei Gunpla di Bandai Namco (in breve, i modellini raffiguranti i mecha tratti dalla storica e famosa saga Gundam). Little Battlers eXperience crea quindi un connubio fra modellismo e battaglie fra minirobot in un prodotto che ricalca perfettamente il genere Shonen come furono Beyblade, Bakugan, Yu-gi-oh e via dicendo. 61ZZ0rZaCAL._SL1031_Questa IP particolare sviluppata dagli studi di Level 5 approda inizialmente nel 2011 su PSP, vantando inoltre poco dopo anche di un sequel sempre per PSP e PS Vita (Little Battlers eXperience W), in linea con l’anime rilasciato praticamente in concomitanza. Tuttavia un anno dopo il suo debutto arrivano anche diversi porting dedicati a Nintendo 3DS, oltre che alla creazione di un titolo esclusivo come Little Battlers eXperience Wars con l’arrivo della terza serie animata. La nostra recensione si focalizza per contro su LBX : Little Battlers eXperience, primo porting dedicato alla console portatile della casa di Kyoto che arriva alle nostre latitudini solo tre anni dopo dalla distribuzione giapponese, come tipico delle politiche di localizzazione di Level 5. Inoltre una breve premessa va scritta sulla questione lingua e contenuti che, ahimé, è totalmente in lingua inglese : sia per quanto riguarda i testi che per il parlato delle cutscenes. Questo costituisce, in parte, già un difetto per chi non mastica particolarmente la lingua in questione, soprattutto vista l’alta concentrazione di contenuti legati alla personalizzazione dei robot, a tutta la gestione delle battaglie con i diversi tutorial e del funzionamento del “Main Menu” : HUB principale per tutte le attività ingame. Dopo questa breve premessa, procediamo comunque con ordine nell’analizzare questo prodotto prettamente nipponico.

largeCome già citato nel paragrafo precedente, LBX è un brand tipicamente shonen incentrato su una particolare attività collezionistica, che punta chiaramente a una narrazione tipica del genere. Abbiamo quindi il canonico ragazzino adolescente sui 13 anni, Van Yamano, appassionato di LBX con il sogno di diventare campione internazionale. Il giovane infatti trascorre il suo tempo libero con i coetanei Amy e Kaz nel combattere con un LBX affittato presso il negozio principale della città dei ragazzi : Pacifica. Tuttavia Van è impossibilitato nel possederne uno visto la disapprovazione della madre, questo pervia della scomparsa prematura del padre che, tra l’altro, è uno dei fondatori e creatori degli LBX. Un giorno una misteriosa donna in camicia da laboratorio appare nei pressi del fiume della città, e dona a Van una misteriosa scatola contenente AX – 00 : un LBX dalle fattezze particolari e non presente sugli scaffali dei negozi. Ben presto il giovane adolescente scopre che, dietro al misterioso regalo, si nascondono diversi e pericolosi come le attività inerenti a un’associazione semi terroristica che cerca solo il mero potere e cercare di appropriarsi di AX – 00 che contiene i dati di una fonte illimitata di potere…fino alla verità sulla scomparsa del padre, ritenuto ormai defunto. I tre amici quindi vagheranno per le strade di Pacifica, o meglio, nelle differenti location al fine di completare la trama principale, in uno stile prettamente tridimensionale e tipico dei JRPG per quanto riguarda la questione dei controlli o l’integrazione con i numerosi NPC. Le varie location sono suddivise per genere, fra quelle inerenti alle zone d’interesse della città (come lo Shop, la scuola o la zona residenziale) a dei veri e propri minidungeon con tanto di incontri casuali alla Pokémon (la “Slumb” dietro le scuole o alla fabbrica Engel Stern). Nelle prime troveremo un buon numero di NPC suddivisi anch’essi in diversi gruppi : da quelli che desiderano il combattimento se approcciati a coloro che daranno il via a una Quest. Quest’ultime sono fondamentali per guadagnare la valuta del gioco al fine di acquistare ulteriori pezzi di customizzazione del proprio LBX. Le quest sono accessabili tramite il “main menu” (attivabile con X) laddove si trova una sotto categoria in cui sono elencate cronologicamente mostrando, inoltre, i dettagli e il grado di difficoltà. Il main menu si tratta per la precisione di un intero HUB che non offre solamente la gestione delle mini missioni, ma anche intere categorie legate alla personalizzazione dell’LBX nel minimo dettaglio (che tratteremo successivamente), alll’eXtroller che consente la comunicazione con gli amici di Van e non solo, ai vari tutorial e via dicendo. Insomma confermiamo inoltre che nelle prime ore di gioco il giocatore verrà tartassato da una miriade di informazioni legati all’intera interfaccia del titolo, sbloccando molto velocemente le differenti sezioni e categorie…senza contare inoltre gli interi tutorial legati al puro combattimento.

Little-Battler-eXperience1Lasciando da parte la questione location ed esplorazione, gli elementi chiave che contraddistinguono maggiormente il prodotto di level 5 risiedono nella customizzazione degli LBX ai combattimenti veri e propri nelle arene simulative, vale a dire in simpatici blocchi di cartone che propongono ambientazioni variopinte di ogni genere. Non appena Van ingaggia una sfida, il giocatore si piazza in terza persona nel controllo del minirobot, trasformandosi in un vero e proprio action game. I controlli risultano piuttosto semplici da assimilare, dal classico salto alla “Dash” per percorrere lunghe distanze in breve tempo o al fine di schivare gli attacchi nemici, dal tasto attacco al puntamento dei diversi avversari (sempre fino a un massimo di tre nemici). In questo semplice sistema troviamo interessanti alcuni elementi, come gli “Special Attack Routines“ che ricordano le mosse speciali di Inazuma Eleven, accessibili tramite dorsale destro raggiungendo il livello della C-Gauge richiesta, alla presenza della “Battery Gauge” e della “Tension bar”. Quest’ultime pongono dei limiti all’azione libera dell’LBX in questione, lo scaricamento totale della batteria decreta la sconfitta automatica mentre la barra di tensione diminuisce con gli attacchi e i vari “dash” dell’LBX, causando a volte un sovraccarico se non si presta attenzione, diminuendo determinate statistiche come la potenza di attacco. Sistema interessante che, tuttavia, non è esente da fastidiosi difetti. Primo fra tutti è la legnosità del gameplay, in poche parole gli attacchi mancano di continuità e fluidità (ma non si tratta del framerate). A volte risulta relativamente complesso sferrare veloci attacchi consecutivi o a colpire un avversario in un determinato momento. L’impressione del sottoscritto è di una sorta di sistema ancora alquanto acerbo, e in fondo parliamo anche del primo capitolo della serie che, seppur è già un porting dalla PSP, mantiene le stesse caratteristiche dell’originale uscito nel 2011. Questa originalità intacca purtroppo anche i controlli su Nintendo 3DS, con la totale assenza del supporto al C-stick / Circle Pad Pro per controllare la prospettiva dell’LBX in combattimento. Difetto in parte ben compensato con la controparte legata alla personalizzazione del minirobot, ben studiata, elaborata e assolutamente geniale. Ogni singola parte, che spazia dalle braccia al torso, dalle gambe al busto fino all’elmo, è intercambiabile. Lo stesso discorso anche per il SoC che anima l’LBX, i core units che comprendono un motore, una memoria volatile, una CPU, una batteria e parti accessorie atte a modificarne ulteriori caratteristiche. Quest’ultimo viene personalizzato a modo di Tetris in cui i vari pezzi vengono incastonati fra loro secondo lo spazio libero sulla superficie del SoC. Nell’insieme le varie personalizzazioni che riguardano le skin e i Core Units modificano le statistiche dell’LBX ponendo diverse resistenze e attributi. icon_xlDi vario genere citiamo gli attacchi base con determinati elementi come l’acqua, il fuoco e l’elettricità, alla tipologia di resistenza contro le armi caratterizzate da Pierce (affondo), Smash (colpo devastante) o slice (tagliente). Il tutto permette quindi di creare vere e proprie strategie basate sulle debolezze e resistenze tipiche di questo tipo di giochi, sulla falsariga dei Pokémon e non solo. Il bagaglio delle armi inoltre costituisce un importante elemento che permetto a ciascuno di adottare il proprio stile. È infatti possibile equipaggiare fino a due armi, intercambiabili in battaglia premendo il tasto su della croce direzionale, adottando diversi stili di combattimento. Le spade ad esempio sono veloci e caratterizzate dall’elemento Slice, le lance pure ma si dilettano in affondi (Pierce)…mentre i martelli e le asce sono lente e pesanti ma propongono attacchi più diretti e devastanti (Smash). Le armi, come le Skin, avanzeranno di livello permettendo di sbloccare ulteriori “Special Attack Routines” inerenti all’equipaggiamento in questione.

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Ci vorrebbe troppo tempo per elencare tutti i contenuti presenti in Little Battlers eXperience, come tipico delle produzioni Level 5 questo genere di Action JRPG trasudano di attività ed informazioni. La software house nipponica è di certo maestra nell’avviare brand e veri propri trend di questo genere, l’arrivo di Yokai Watch e la presenza di Inazuma Eleven anche alle nostre latitudini è una chiara dimostrazione del suo marchio di fabbrica. Consigliamo quindi caldamente l’acquisto di LBX se siete appassionati del genere, a patto di sapere abbastanza bene o perfettamente l’inglese.

 

 

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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