La nostra prova su strada di Pokémon GO

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PokemonGoSono in molti che aspettavano Pokémon GO: la prima applicazione nata dalla famosa proprietà intellettuale della The Pokémon Company sotto la supervisione di Nintendo, in collaborazione con Niantic, team di sviluppo presso Google. L’idea di questo particolare applicativo era nata quasi per scherzo, da un pesce d’aprile che consisteva nel catturare i primi 151 Pokémon sfruttando, appunto, Google Maps. Da qui l’idea di creare un gioco simile ma sfruttando l’augmented reality, vale a dire un sistema di grafica interattivo attraverso la fotocamera del proprio smartphone.

I creatori di Ingress pubblicano così una versione definitiva dell’app solo per alcuni mercati, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Stati Uniti, ma è comunque possibile utilizzarla aggirando i limiti regionali: creando un account australiano per iOs o sfruttando l’APK ufficiale su Android. Noi abbiamo optato per quest’ultima soluzione, possedendo attualmente un Nexus 5X. Bisogna tuttavia introdurre una piccola premessa, in breve chi è in possesso di un firmware Beta Android “Nougat” non potrà avviare Pokémon GO per questioni di compatibilità con l’ultimo OS di Google. Il downgrade a Marshmallow è quindi obbligatorio per il corretto avvio del software.

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pokemon_go_plus_product_image_with_strap-499-1000Bando alle ciance, personalizzato il nostro allenatore e scelto il nostro primo Pokémon (tra i canonici, Bulbasaur, Squirtle, Charmander e recentemente aggiunto pure Pikachu!) si parte per catturare i Pokémon che compariranno sulla mappa. Il concetto quindi è abbastanza semplice, basta spostarsi ed aspettare l’apparizione di un Pokémon selvatico per poi passare all’interfaccia di cattura creata tramite la fotocamera dello smartphone. È in quel momento che Pokémon GO chiede una certa perizia nel lanciare la Pokéball nella giusta traiettoria, al fine di catturare il Pokémon desiderato.  La probabilità di apparizione sulla mappa di quest’ultimo è marcata in basso a destra dell’interfaccia, a seconda delle orme presenti l’utente si avvicinerà al Pokémon (un’orma) o piuttosto se ne allontanerà (tre orme). Il Pokémon catturato potrà in seguito essere potenziato aumentando i suoi punti lotta utilizzando le caramelle della specie di appartenenza, collezionabili catturandone altri uguali. Oltre al mero potenziamento, le caramelle sono la chiave per avviare l’evoluzione: 25 necessarie per quella intermedia e 50 per lo stadio finale. Un sistema a nostro modo di vedere ben studiato, che concentra maggiormente la cattura di ogni singolo Pokémon evitando l’abbandono nei box tipico delle versioni principali. Pokémon GO è addirittura più drastico: se il giocatore desidera produrre più caramelle dovrà privarsi definitivamente del Pokémon in questione.

Charmander_-_Pokemon_Red_and_BlueLa parte che più si è ispirata all’app Ingress è invece tutta la gestione riguardante le palestre e il numero dei Pokéstop sparpagliati sulla cartina, determinati secondo i di interesse caratteristici della regione. Già da quest’ultimi si piò notare un primo grande limite dell’applicativo, e vale a dire la differenza di punti di interesse disponibili fra periferia e città. Noi stessi camminando per Friborgo notiamo un certo limite in tal senso, con una differenza sostanziale cambiando da zona periferica a centro città. Speriamo che Niantic reintrodurrà la procedura per l’aggiunta di nuovi punti di interesse, al fine di aumentarne la presenza in determinate regioni un po’ vuote come già accadeva per Ingress.

PokemonGO_145530996-4

PikachuSugimoriOldIl ruolo dei Pokéstop è semplicemente quello di rifornimento strumenti per l’allenatore: dalle Pokéball alle pozioni, e via dicendo. Si aggiungono anche i moduli da depositare nei pressi dei Pokéstop, che aumentano la presenza di Pokémon selvatici nelle vicinanze per un tempo limitato. Una buona soluzione per le zone periferiche con poche apparizioni di Pokémon. Il sistema di combattimento, invece, è avviabile solamente tramite le palestre sparpagliate sulla mappa: laddove è occupata da una squadra avversaria (a seconda del team d’appartenenza: rosso, blu o giallo) ne diminuiremo il prestigio, così da poterla conquistare. Per contro se il capopalestra appartiene allo stesso team il giocatore deciderà fra due opzioni, depositare uno dei suoi Pokémon o combattere per aumentarne il prestigio. Il sistema di battaglia non è mal studiato per un applicativo su dispositivi touch: l’utente dovrà tappare sull’avversario per danneggiarlo con i soli due attacchi disponibili del Pokémon, mentre switchare a destra o a sinistra su proprio Pokémon esegue le schivate necessaria agli attacchi della controparte. A nostro avviso il sistema di combattimento non deve essere particolarmente rivisto, per contro introdurre delle MT (Macchine Tecniche) per cambiare le mosse sarebbe effettivamente una buona cosa da un punto di vista più strategico.

001Bulbasaur_RGPokémon GO è un’app non esente da difetti di gioventù, prima di trattare cosa manca al gameplay base, una piccola parentesi alla qualità tecnica è necessaria. Essendo basato su Google Maps e la realtà aumentata, il battery drain causato dalla geolocalizzazione, schermo e fotocamera è molto importante (senza contare la connessione dati necessaria in fra 4G e Wi Fi). Seppur alcuni accorgimenti possono essere presi, come disattivare la realtà aumentata o impostare la localizzazione in risparmio energetico, Pokémon GO abbassa di parecchio la batteria del telefono se usato ininterrottamente. Nella nostra prova su strada con gli accorgimenti di risparmio energetico sopra citati, perdiamo circa il 10% in 35 minuti, mentre quasi il doppio se lasciati attivi tutti i settaggi ottimali. Inoltre sono ancora importanti i lag che caratterizzano l’interfaccia, segno che il frame durante la comunicazione dei server va ulteriormente corretto. L’esempio lampante è durante la cattura di un Pokémon dopo aver lanciato la Pokémon, o dopo la sconfitta dell’avversario nei pressi di una palestra. Tutte questioni di ottimizzazione che saranno risolte a breve, secondo il team di sviluppo e, soprattutto, la stabilità dei server che andrà ad equilibrarsi con l’introduzione ufficiale dei server europei.

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180px-SquirtleArtworkRG_zps5610f676Le grandi mancanze a nostro parere dopo giorni di utilizzo sono bene altre e vanno introdotte tempestivamente se non si vuole perdere una buona fetta di utenti. Prima fra tutte la gestione del PvP, troppo limitante se ancorata esclusivamente alle palestre. Non sarebbe un male avere un sistema di incontri in tempo reale o, alla limite, con una sorta di lista amici e quindi su totale discrezione dell’utente.  Ugualmente per gli scambi, sempre tramite lista amici o stile scambio prodigioso con sconosciuti. È necessaria infine un HUB concernente la squadra di appartenenza, che mostra le palestre conquistate, eventuali ranking e via dicendo creando una vera rete sociale e di collaborazione, limitando mezzi esterni come Whatsapp e Facebook Messenger, che drainano ulteriore batteria al telefono se usati contemporaneamente. Insomma, siamo agli inizi e Niantic dovrà sudare sodo per mantenere alto l’interesse nei confronti di Pokémon GO.

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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