Gli indie stanno cominciando ad approdare anche su Wii U, grazie alla recente apertura di Nintendo sulla pubblicazione, distribuzione di questi particolari titoli e il pieno supporto alla piattaforma Unity : tanto amata dagli sviluppatori indipendenti. Ed ecco quindi Knytt Underground, una produzione indie disponibile per il download presso l’eshop della home console Nintendo, anche se già disponibile ufficialmente su steam di Valve durante il 2012. Knytt Underground si basa sulla famosa serie Knytt creata dallo svedese sviluppatore indipendente Nicklas Nygren, già famoso per Within a Deep forest e il genere di stile atipico adottato nei suoi giochi. La versione Wii U presso la redazione non è stata un porting diretto dallo stesso Nicklas, ma dal collega Mathias Kaerlev che, oltre al lavoro di adattamento del codice, ha introdotto freatures classiche che vedono protagoniste il Wii U Gamepad : dall’off-play al menù degli oggetti trovati accompagnato, alla mappa presente durante l’esplorazione accessibile con un semplice tap sul display dello schermo tattile.
Knytt Underground è, in semplici parole, un platform piuttosto atipico come i precedenti Knytt ma in grado di riassumere l’intera carriera del suo creatore, il risultato è un un prodotto ben curato caratterizzato da un’ambientazione e level design difficilmente da rimproverare. Il titolo è incentrato in particolar modo sull’esplorazione di una grande mappa bidimensionale a modo Metroidvania, caratterizzata da elementi platform ed enigmi che completano ulteriormente il gameplay. Ma di quello tratteremo più avanti, primo fra tutti e non di poco conto è l’intera vicenda che muove il personaggio principale del titolo : una spiritella di nome Mi. Divisa in soli tre capitoli, la trama è ambientata nell’universo Within a Deep Forest unendo inoltre i personaggi presenti nei precedenti Knytt. Infatti Mi sarà richiamata, in sostanza, ad esplorare il sottosuolo popolato da diverse creature come gli stessi spiritelli, i blublue (gelatine blu), fate, ecc… ma mossa da un obbiettivo inizialmente sconosciuto. Appena cominceremo il primo capitolo infatti tutto quello che si viene a sapere è che la povera Mi ha perso la memoria, compresa la sua infanzia e la capacità di parlare. L’unica cosa certa è solo una : cercare la fontana delle fate e chiedere il loro misericordioso aiuto, nella speranza di ritrovare la memoria perduta. Parte quindi un viaggio in un mondo sotterraneo bidimensionale verso l’ignoto, in cui il videogiocatore si perderà facilmente senza capire effettivamente quale strada e bivio intraprendere. L’unica soluzione è quella di esplorare a 360 gradi la mappa per capire effettivamente quello succede intorno a Mi, completando qualche subquest nell’aiutare la popolazione del sottosuolo.
Il secondo capitolo non si discosta molto dal primo, infatti il senso di incognito rimane invariato, ma cambia totalmente il gameplay. Senza spoilerare particalermente, nel secondo atto il videogiocatore si troverà nei panni di un pallone presso un laboratorio (che richiamerà elementi riconoscibili solo da chi ha giocato a Within a Deep Forest). Esatto, sarete una palla che rimbalzerà a destra, a sinistra, molto in alto (premendo B) e a rasoterra (premendo Y), e cercare di capire cosa sta effettivamente succedendo. Il terzo ed ultimo capitolo, invece, è l’immersione vera e propria della vicenda in cui si ritornerà nei panni di Mi con l’abilità di potersi trasformare nel pallone del secondo capitolo. Ella ha un compito importante che richiede perizia ed abilità nel superare i pericoli al fine di raggiungere tutte le campane del fato, innalzando un richiamo agli dei permettendo così la continua pacifica vita nel sottosuolo senza che il pianeta terra venga distrutto.
Il gameplay richiama totalmente il genere platform introducendo qualche enigma per superare determinati punti. Mi è in grado di arrampicarsi su qualsiasi parete verticale, e per aumentare la velocità d’esplorazione corre di default. In alcuni punti si presentano delle luci analoghe a delle lucciole che donano un potere diverso alla protagonista a dipendenza del colore. Appena si è investiti dalla suddetta luce, i poteri potranno essere attivati premendo L o ZL, causando salti più grandi (se rossa), un “missile” che si dirige orizzontalmente (se blu), verticalmente (se giallo), ecc… Nel secondo livello invece, quando ci ritroveremo nei panni di un pallone, premendo L o ZL ci si potrà agganciare a dei robot per raggiungere piattaforme più alte. Infine, solo nel terzo capitolo, premendo R o ZR Mi cambierà forma da spiritello a palla, e viceversa. Il tutto condito da un ambientazione con una certa classe, caratterizzata da sfondi oscuri, presenza di diverse ombre o luci, macchine funzionanti che richiamano uni stile piuttosto Steam e infine la vegetazione.
Seppur la mappa è una sola, si riesce ben distinguere le diverse zone che la caratterizzano : dalle foreste ai villaggi, dai laboratori alle “fogne” e via dicendo. L’insieme di tutti questi elementi saprà ben mettere ansia e un senso di solitudine, e perché no anche di paura e mistero. Si aggiunge la colonna sonora praticamente inesistente, sostituita dagli effetti sonori donati alla fauna, alle macchine in funzione, al fruscio delle foglie e al movimento della foschia che sapranno colmare le sensazioni precedentemente elencate con una sorta di calma e tranquillità. Calma e tranquillità richiamate anche nel gameplay, che punta particolarmente all’esplorazione e alla pazienza di scovare ogni singolo riquadro che compone la mappa mettendo a dura prova le persone che facilmente si annoiano.
Knytt Underground non è di certo un gioco per tutti e che potrà effettivamente piacere alla massa. La sua forma atipica nel gameplay e nell’esporre la trama lo rende un titolo difficilmente apprezzabile da tutti, seppur l’insieme ha un suo perché e merita almeno ad essere provato. Knytt può piacere soprattutto a quei giocatori più nostalgici, ma soprattutto quelli pazienti che difficilmente si annoieranno nell’universo tranquillo e semplice del sottosuolo.
Ora sono indeciso se prendere Knytt oppure aspettare Unepic, che esce giovedì prossimo
Difficile a dirsi, dipende dai gusti. Personalmente punterei ad Unepic (essendo amante di ogni forma di GdR), dall’altra Knytt Underground ha il suo perché. Io comunque aspetterei ancora quando saranno disponibili entrambi.
Creepy game is creepy!