Hatred

Follia, insania, istinti omicidi. Tutte cose non proprio da brava personcina equilibrata che però hanno un certo fascino per taluni. In questa recensione c’è spazio solo per una emozione, solitaria e potente: l’odio. Hatred, titolo piuttosto controverso di Destructive Creation, saremo una sorta d’incarnazione dell’odio folle omicida visto che il nostro compito sarà fare una strage e poi morire. Allegro, no?

hatred logo

 

“Il mio nome non importa”

Comincia con questa frase esagerata e ganassa il nostro viaggio tra la follia omidica, nella squallida eppur estremamente fornita cantina del folle assassino che andremo ad impersonare. Il giocatore tira le fila di questo personaggio che ha la sola ed unica volontà di ammazzare in modo brutale chiunque gli capiti a tiro, più sono e meglio è. hatred_screen (4)Il gioco ci propone immediatamente un tutorial in cui impareremo a muoverci, sparare, usare granate e apprenderemo l’unico modo per recuperare la vita in questo gioco. Niente medipack, niente checkpoint magici visto che per curarci bisogna giustiziare persone ferite in punto di morte. Operazione che si effettua in modo estremamente curdo e brutale, sparando in faccia a persone che pregano di essere risparmiate. Fuori dallo scantinato il massacro comincia e saremo liberi di vagare per tutta la mappa (il primo livello è un tranquillo sobborgo statunitense) e scatenare l’inferno. Alla base abbiamo una missione semplicissima: uccidere un certo numero di persone. Ma nelle nostre sanguinarie peregrinazioni ci imbatteremo in sottomissioni semplici che richiedono altro sangue. Ad esempio potremo incappare in una festicciola che dovremo interrompere a suon di proiettili e granate! Il titolo ci poterà in varie ambientazioni che spaziano dal già citato sobborgo a un supermarket, una processione funeraria e altre situazioni di vita quotidiana da spezzare. Ovviamente non potremo agire indisturbati, più caos causeremo e più tenacemente le forze dell’ordine cercheranno di fermarci. Tuttavia è esattamente quello che vogliamo, dal momento che più poliziotti significa più vittime e anche armi e munizioni, visto che il cittadino medio non gira pesantemente armato.

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Contro i muri

Hatred ha quell’ambientazione e quell’idea di base che sicuramente faceva molto figo in fase di progettazione. Il problema di Hatred, anzi i problemi, purtroppo per loro devo elencarveli. Per prima cosa il sistema di gameplay che si basa su un misto di WASD (la tastiera) e di mouse per mirare che risulta quanto meno scomodo, specialmente in concomitanza con la visuale di 3/4 dall’alto. Impreciso, scomodo, poco pratico… insomma avete capito. Molto comune finire per errore contro un muro o incastrati dietro una porta nel bel mezzo di un bagno di sangue. Anche l’IA delle vittime non è eccelsa, con comportamenti assurdi quali persone che non corrono per mettersi al riparo anche se avete appena ammazzato a tutto andazzo dietro l’angolo, persone che si rifugiano in mezzo ai cadaveri, problemi di movimento in genere! Per finire, e questa è un’opinione estremamente personale, la tematica. Sbagliata punto e basta. Il media videogame non deve temere di rappresentare ciò che vuole, ma metterci nei panni di un assassino schizzato, senza nessun messaggio oltre quello del bagno di sangue, è di cattivo gusto. Hatred non ha neanche quello stile alla Tarantino che rende la violenza senza senso eppure per qualche strano motivo più giustificabile da un punto di vista stilistico. Nel mondo in bianco e nero di Hatred siamo solamente una stolta macchina di morte senza nessuna pietà e senza nessun motivo.

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Mi spiace ragazzi

Non sono un fan della critica e basta, cerco sempre e comunque i punti forti di un titolo che recensisco. Purtroppo però in Hatred non ne ho trovati: storia e ambientazione assurde, gameplay legnoso e scomodo, realizzazione tecnica appena sufficiente. Hatred cerca di spingere oltre quello che può essere rappresentato in un videogame e nel farlo esagera con cattivo gusto. Non sono contro i giochi violenti, ma sono di certo contro questo tipo di violenza senza motivo, senza divertimento, gratuita e fine a sé stessa. Non dubito che a qualcuno piacerà, ma a meno che non abbiate seri problemi personali, evitate questo gioco.

 

 
 

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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