Fra i Dating simulator più bizzarri usciti negli ultimi tempi, Hatoful Boyfriend si piazza sicuramente sul podio per qualità bizzarra ma anche ben riuscita: in cui gli amanti sono niente meno che dei piccioni. Come ogni dating simulator, la redazione l’ha giocato cercando di completare di scoprire le differenti storie disponibili esplorando una scuola fatta solo di uccelli. Ebbene Holiday Star è, o dovrebbe, essere il secondo capitolo che si collega agli eventi del primo…seppur con qualche riserva di troppo. Riserve che si traducono in conversazioni e trame alquanto semplicistiche, perdendo quegli elementi tipici da simulatore di incontri come lo era il primo capitolo, nella fattispecie infatti la totale assenza di romanticismo, flirt o appuntamenti veri e propri fra due piccioncini. Ma allora, ci chiediamo, cosa si nasconde dietro questo sequel se ha perso la totale essenza del primo, uscendo inoltre dal campo del genere di appartenenza ? La questione richiede un’analisi più approfondita nel successivo paragrafo. Inizialmente alla nostra prova presso gli stand della gamescom (qui l’articolo) ne eravamo rimasti entusiasti proprio per l’aggiunta di maggiore elementi che richiamano la cultura giapponese con i prodotti e produzioni classiche, come nel caso delle Pretty Cure (vedasi immagine sottostante). Tuttavia questo ha portato a una produzione distaccata se confrontato col primo capitolo sotto ogni aspetto, e non possiamo definirla una buona cosa per il brand.
Hatoful Boyfriend Holiday Star sembra più che altro una sorta di sequel sulla falsariga di un contenuto aggiuntivo, in cui i numerosi uccelli protagonisti sono alle prese con la vita di tutti i giorni cimentati nelle attività ad essa connesse. Ulteriormente bizzarra è anche la trama principale, in cui si viene presentata, per la prima volta, una ragazza umana in una scuola popolata da soli piccioni…non siamo i primi ad aver pensato, in grandi linee, a quello che potrebbe essere l’inizio di un lungometraggio simile a quello del pianeta delle scimmie. Una sola ragazza circondata da un intero popolo di pennuti, costretta ad innamorarsi proprio di quest’ultimi rispetto a quelli della propria specie, rende la trama ancora più curiosa e spesso senza particolare senso compiuto. Quest’obbligo si giustifica per il semplice fatto che in tutta la città, negozi, bar e appunto, scuole, sono popolate solo es esclusivamente pennuti. La civiltà umana sembra praticamente sparita dalla circolazione, con un’espansione esponenziale a favore di quella aviaria. È quindi un titolo incentrato solo e prettamente sull’universo creato da Hatoful Boyfriend, offrendo un’esplorazione più approfondita della città esplorando quindi tutte quelle attività quotidiane non presenti nel primo capitolo…comprese appunto i numerosi riferimenti a quelle natalizie visto il nome del sequel “Holiday star”. Tutto questo si traduce in una folle trama, in cui il natale è al centro dell’attenzione ma le problematiche trattate così come i problemi di tutti i giorni enfatizzati all’ennesima potenza ci ha fatto spesso storcere il naso. È vero che già la trama del primo capitolo era pura pazzia, ma quello che leggiamo nelle conversazioni del secondo ci rendiamo conto che il nonsense può prendere pieghe alquanto atipici.