L’Expérience Blocher

Il film/documentario di Jean-Stéphane Bron non passerà sicuramente inosservato. Una pellicola dedicata ad uno degli uomini politici più influenti della recente storia elvetica non può che far parlare di sé. Specialmente prima di essere effettivamente visto dalla gente. Noi il documentario l’abbiamo visto in anteprima al Festival del Film di Locarno e ne siamo rimasti positivamente impressionati.

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Jean-Stephane Bron ci presenta un ritratto inedito dell’uomo dietro la figura politica, della persona dietro il “mostro” o il “santo” a dipendenza delle nostre inclinazioni politiche. L’approccio è quello del documentarista che cerca di non fornire troppi punti di vista pre confezionati, sebbene Bron ha la correttezza di affermare dai primi minuti che non condivide né le idee né i metodi di Blocher. I 100 minuti de L’expérience Blocher ci portano a scoprire due diverse linee temporali della vita del politico: da un lato seguiamo la sua storia con le sue umili origini fino al diventare un vero e proprio tycoon dell’industria Svizzera, dall’altro lo seguiamo giorno per giorno tra il 2011 e il 2013.

OC669276_P3109_177404Scopriamo dunque come Christoph Blocher sia nato in una famiglia numerosa, abbia fatto l’apprendista contandino ma si sia ritrovato nella incomoda situazione di non possedere né una fattoria né la terra da coltivare (un fatto che, secondo Bron, lo porterà a volere una rivincita personale acquisendo ben più di una semplice fattoria). Seguiremo gli anni di successi lavorativi travolgenti e le prime polemiche legate ai suoi metodi di gestione, importati dal peggio della scuola neoliberista e capitalista statunitense. Assisteremo anche, tramite filmati televisivi dell’epoca, dell’entrata in politica di Blocher e del suo strepitoso successo (perchè di questo si tratta, a prescindere dal sentimento politico personale mio e vostro) nella sua battaglia contro l’adesione della Svizzera allo spazio economico europeo. Un successo che, messo in prospettiva in questo 2013, si è rivelato essere ancora più grande. Non mi spingerò a dire apertamente che egli aveva capito tutto e gli altri no (anche se in fondo in fondo lo penso, essendo un economista, un po’ di queste cose ci capisco!), però sarebbe bello rifletterci sopra almeno un po’. Il documentario di Bron continua poi seguendo l’arrivo a Berna e la successiva entrata in consiglio federale di Christoph Blocher per poi mostrarci la reazione al “tradimento” di Eveline Widmer-Schlumpf nel 2007. Una sconfitta che sembra essere stata più bruciante per l’UDC che per Blocher stesso. In questi momenti di forte tensione, ci accorgiamo della bravura e del talento di Bron il quale, rigorosamente fuori dall’inquadratura, cattura i momenti più intimi di Blocher.

Molte, anzi la maggior parte delle scene girate dal regista losannese, sono infatti ambientate nell’auto di Blocher. Si tratta di una scelta consapevole, che Bron ha compiuto per forzare il politico ad essere più sé stesso e meno il personaggio pubblico misurato e padrone della situazione. Un uomo quello rappresentato, ancor prima di essere una figura pubblica. Un uomo però pieno di contraddizioni, di momenti di umiltà (ad esempio dirà al regista “Io non mi conosco, non so chi sono. Non mi osservo mai. Sono un uomo d’azione. Perché sono come sono non lo so, ma mi interesserebbe saperlo. Dato che sarà lei a fare il film, non posso che sperare che lo faccia con onestà.”) e di momenti di nessuna umiltà. Insomma, L’Expérience Blocher è un documentario interessante sia che amiamo o odiamo Christoph Blocher, che ci permette di conoscere meglio un uomo che nel bene o nel male ha fatto la storia Svizzera. Ma si tratta di un documentario che nel contempo ci dà l’occasione di accedere ai retroscena della politica elvetica, di giudicarne con più congnizione di causa taluni aspetti. Evidentemente non cambierete opinione su Blocher dopo aver visto questo film, ma rimane un’occasione imperdibile per saperne di più.

L’Expérience Blocher è atteso in Svizzera tedesca il 17 ottobre e in romandia per il 30 ottobre 2013. Non abbiamo nessuna informazione riguardo una eventuale distribuzione nella Svizzera italiana.

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L’opinione di Davide

Christoph Blocher (UDC) è una delle figure politiche svizzere più controverse e discusse degli ultimi anni. I suoi metodi inusuali, sono molto apprezzati per la loro efficacia da alcuni e considerati populisti e dannosi da altri. Al di là delle proprie convinzioni politiche è quasi impossibile non avere un opinione sulla persona e le idee di Blocher. Il regista Jean-Stéphane Bron mette in chiaro fin dall’inizio del documentario che personalmente si trova sullo spettro politico opposto rispetto all’imprenditore di successo.

L’expérience Blocher più che una critica o un exposé, è un ritratto di un essere umano. Personalmente mi trovo raramente in sintonia con l’ideologia di Blocher, tuttavia mi aspetto che un documentario sia il più obiettivo possibile e lasci decidere allo spettatore cosa pensare e come sentirsi. In questo il regista riesce benissimo. Il film non è un attacco a Blocher o le sue idee, ma una specie di viaggio alla ricerca della sua vera identità. La conclusione di Bron sembra essere che Blocher è un uomo molto solo, con tanti segreti (come dice lui stesso), come tutti noi alla ricerca di qualcosa “di più”. In questo senso il documentario diventa una specie di Quarto Potere, nel senso che cerca di catturare l’essenza di un uomo, di capire l’incomprensibile e di mostrare la sua vita interiore.

Il documentario si contraddistingue per la sua fantastica fotografia, le immagini vivide e molto suggestive, la musica cupa e misteriosa che creano quasi l’atmosfera di un sogno. Il film ci regala uno sguardo nella vita privata di Blocher, la sua passione per la musica classica, il pittore svizzero Albert Anker e sua moglie Silvia, che lo accompagna da un posto all’altro. Come ci ha insegnato la psicoanalisi, la chiave per capire veramente una persona è la conoscenza dei suoi dettagli più intimi, i suoi sogni (e incubi), la sua infanzia e via dicendo. Rimane però la domanda: Quanto è possibile veramente conoscere qualcuno? Quanto conosciamo noi stessi? Bron cerca di scavare più a fondo che può, ma ovviamente è difficile mostrarci di più di quello che Blocher ci permette di vedere.

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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