Escape Dead Island

Gli zombies sono di certo i mostri più popolari di inizio millenio: da una quindicina d’anni sono riusciti a invadere cinema, fumetti, libri, serie televisive, giochi da tavolo e videogiochi, con un successo che non accenna minimamente a smorzarsi con il tempo. La popolarità va probabilmente di pari passo con la ricchezza, perché i cari zombi hanno da qualche tempo abbandonato i vecchi manieri, le putride fogne e altri luoghi poco ospitali, e preferiscono ormai non vivere su isole con spiagge da sogno, dove possono esibire bikini all’ultima moda e corpi marcescenti. Ed è su una di queste isole, Narapela, che si svolge Escape Dead Island!

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Nell’attesa di Dead Island 2, previsto per il 2015, Deep Silver ci propone un episodio atipico della serie, che attinge a piene mani da più generi: avventura, esplorazione e stealth. L’estate scorsa, durante la Gamescom, la sessione di prova ci aveva permesso di scoprire un gioco molto gradevole – addirittura una delle sorprese dell’evento – e lo attendavamo con impazienza. Purtroppo, diciamolo subito, le nostre aspettative non si sono realizzate del tutto e la versione finale del gioco ci lascia un retrogusto amaro in bocca!

Giovani, belli e inutili

Il protagonista di Escape Dead Island è Cliff Calo, un giovane tanto pieno di sé quanto privo di veri valori. Il belloccio può godere dell’immensa fortuna del padre, ricchissimo, con cui ha problemi a relazionarsi. Il fatto di apparire una nullità agli occhi paterni lo spinge probabilmente a rubargli lo yacht e a imbarcarsi con Linda e Devan, due amici altrettanto limitati, in un’impresa pericolosa: prepare un servizio giornalistico su Narapela, un’isola dell’arcipelago di Banoi, dove è probabilmente cominciata un’epidemia zombie.
Evidentemente, poco tempo dopo essere sbarcati sulla magnifica isola, tutto volge al peggio e i tre personaggi si ritrovano invischiati in una faccenda ben troppo pericolosa per loro, che li spinge a maturare e a diventare adulti.

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La storia di Escape Dead Island è sicuramente il miglior aspetto del gioco. Se è vero che questa contiene tutti i cliché del genere (esperimenti folli di scienziati poco previdenti, le testimonianze scritte di chi ha subito il nascere dell’epidemia, un accenno a una possibile storia romantica non consumata, il bisogno di salvare i propri cari e così via), è anche vero che questi sono ben mescolati e che c’è una grossa sorpresa: la caduta progressiva di Cliff nella pazzia, che è davvero ben narrata e che spinge il giocatore a domandarsi cosa sia vero e cosa frutto del delirio. Inoltre, Escape Dead Island propone una sorpresa finale, per niente scontata, che confonde ancora di più chi gioca e che lascia un’amara convinzione: il male non può essere confinato.

Solid Cell

Come già annunciato in precedenza, Escape Dead Island è un’avventura in terza persona, che predilige l’esplorazione e la furtività al massacro. Lo stile ricorda quello di grandi classici come Metroid, in cui c’è un unica grande mappa che si può scoprire nella sua interezza solo quando si ottiene un particolare oggetto: un’arma per distruggere le piante, un’altra per forzare porte, una torcia per le zone scure, un grappino per accedere a superfici elevate e così via. Il giocatore è dunque spinto a esplorare più volte le zone di gioco principali, ottenendo di volta in volta l’accesso a aree prima precluse. Nel frattempo, avrà il compito di trovare dossier, cartoline e altri oggetti che testimoniano ciò che è accaduto sull’isola. Inoltre, da buon aspirante giornalista, Cliff ha un apparecchio fotografico che servirà a immortalare un centinaio di oggetti, personaggi e edifici del gioco. Fin qua, tutto bene: l’esplorazione e la ricerca di oggetti sono ben fatte e gli sviluppatori sono stati in grado di mantenere questi compiti stimolanti fino alla fine del gioco.

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Il vero punto negativo sono i combattimenti: se uccidere uno o due zombie è piuttosto semplice, doversi confrontare a quelli più duri o a un gruppo è spesso un calvario. Infatti, Cliff è in verità piuttosto debole (per capirci, lo zombie di base incassa più colpi) e, soprattutto, i controlli non rispondono sempre a dovere.edi4In particolar modo, la schivata, indispensabile per combattere gli zombie più progrediti e alcuni boss, a volte non si attiva perché un elemento del fondale ci blocca e in quel caso la morte è quasi assicurata. Calcolando che più si avanza e più la distanza fra i checkpoint aumenta, queste imprecisioni provocano putroppo la frustrazione del giocatore. Inoltre, le armi da fuoco non sono molto efficaci quando si è impegnati in un combattimento ravvicinato – praticamente sempre! – e alla fine si preferisce utilizzare quelle da corpo a corpo, ben più letali. Ad ogni modo, il miglior modo di procedere è quello di sfruttare al massimo l’assassinio furtivo, che permette di eliminare con un solo colpo anche lo zombie più coriaceo.
Dal punto di vista della durata di gioco, la sfida si protrae per una ventina di ore (a condizione di cercare gli oggetti nascosti), che possono anche raddoppiare se il giocatore ricomincia l’avventura nel modo “Gioco+” che si sblocca dopo averla terminata la prima volta.

Zombellezze al mare

La grafica di Escape Dead Island è tutta in cel shading, che conferisce dunque un look cartoon al gioco. Se questa scelta può sembrare strana in un primo momento, soprattutto in confronto al realismo di Dead Island 2, il risultato è invero molto positivo. La cosa ancora più sorprendente è che l’aspetto da cartone animato, con ambienti lussureggianti e molto colorati, non compromette affatto il senso di paura che si sviluppa nel giocatore. Ogni tanto, degli errori di calcolo delle collisioni con il fondale e del campo di visione affligono il motore grafico, ma sono rari e non rovinano l’esperienza di gioco. La musica è di ottima fattura e contribuisce di certo a sviluppare il senso di angoscia e il terrore nel giocatore. Le voci degli attori svolgono egregiamente il loro compito e denotano una certa cura da parte degli sviluppatori.

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Per alcuni, ma non per tutti

Giudicare Escape Dead Island è abbastanza complicato. Se da un lato il gioco non è di certo un capolavoro, dall’altro non è neppure quella catastrofe di cui spesso parla la stampa internazionale (c’è chi l’ha addirittura etichettato come il peggior gioco provato di sempre). Ad alcuni piacerà, al altri no.

La verità è che Escape Dead Island gode di parecchie buone idee e offre alcuni momenti veramente ben riusciti, ma la maggior parte delle volte pecca nei dettagli che avrebbero potuto fargli fare il salto di qualità. In altre parole, il potenziale c’è, ma non è sfruttato.
Un esempio lampante è il tutorial di inizio gioco, che non convince per niente: di per sé l’idea di usare une personaggio marginale alla storia sarebbe anche interessante, ma la grafica è abbastanza povera, i combattimenti sono poco avvincenti (se non fuorvianti rispetto all’approccio generale nel gioco) e la missione fallisce miseramente nel compito di stimolare il giocatore a scoprire il seguito, gravissimo errore dal punto di vista del game design. Eppure, una volta cominciata la vera avventura, il gioco si rivela ben più piacevole che in questo primo livello.

Per riassumere quanto detto precedentemente, Escape Dead Island gode di una bella storia, è esteticamente ben realizzato, riesce a volte a infondere nel giocatore angoscia e paura, l’esperienza migliora ora dopo ora, ma è purtroppo lacunoso nelle meccaniche di gioco e i suoi controlli imprecisi possono portare a frustrazione. Si tratta dunque di un gioco discreto e si può solo sperare che Deep Silver ne proponga un seguito, limando tutti i difetti di questo episodio.

Se Escape Dead Island vi interessa e ne avete l’occasione, provatelo: dopo un’oretta di gioco saprete di certo se evitarlo o se voler vivere l’esperienza completa di gioco. Se amate i giochi di esplorazione e stealth, questo gioco potrebbe infatti rivelarsi un’esperienza gradevole, seppur con diversi limiti!

 

 
 

Written by: Mauri

Si occupa di tante cose legate al mondo dei videogiochi: game dev, insegnamento di programmazione e game design, il Swiss Game Center e così via. E ogni tanto Dave lo incastra per scrivere su joypad!

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