Cyberpunk 2077, il nuovo gioco di CD Projekt Red, visto in fiera

Il reveal del gameplay di Cyberpunk 2077 è stato sicuramente uno dei momenti più attesi ed interessanti di questa E3. L’ultima fatica di CD Projekt Red è stata presentata a porte chiuse, esclusivamente su invito, ai tanti giornalisti che morivano dalla curiosità di saperne di più sul nuovo gioco dei creatori della saga di The Witcher.

Finalmente è giunto anche il nostro turno, durante l’ultima giornata di fiera, di sederci nella oscura saletta dello sviluppatore polacco per assistere a 40 minuti buoni di gioco.

Cyberpunk 2077 è un shooter RPG in prima persona. E non intendiamo dire che si tratta di uno shooter con qualche componente di role play, intendiamo proprio dire che è un gioco con una profonda componente ruolistica che si gioca in prima persona come fosse un FPS. La demo è iniziata con la creazione del personaggio, di cui possiamo scegliere praticamente ogni tratto dal sesso alle caratteristiche fisiche. Non c’è la scelta di una classe di base perché CD Projekt Red ha preferito includere un sistema più fluido in grado di adattarsi alle scelte del giocatore ma c’è comunque un sistema di punti da attribuire a varie abilità e skills quali conoscenze di hacking, ingegneristiche, di combattimento eccetera.

Cyberpunk 2077 esiste in una timeline alternativa alla nostra in cui le mega corporation sono al potere. Nelle strade invece è la criminalità organizzata a dettare legge. Night City, città dello stato libero della California del nord non è certamente uno dei posti più tranquilli e raccomandabili. Il giocatore controlla V, un mercenario dotato di grande talento, che tenta di sopravvivere ad un mondo brutale. La demo si apre con V all’interno di un palazzo fatiscente sulle tracce di una donna scomparsa. Sparsi per gli ambienti troviamo cadaveri, persone a cui sono stati strappati gli innesti cibernetici per poi essere abbandonati privi di vita dove capita. Tali innesti hanno un enorme valore sul mercato nero e chi è troppo stupido o sfortunato per finire nelle mani sbagliate fa una brutta fine. Troviamo la donna in fin di vita dentro una vasca. Nel collo le è stato infilato un pezzo di ferro per impedire la comunicazione tra il suo bio-monitor e il servizio di emergenza. Ma non c’è tempo per rallegrarci del salvataggio perché, nel frattempo che aspettiamo l’arrivo del Trauma Team (una sorta di Swat incaricata di recuperare i feriti che possono permettersi questo tipo di copertura sanitaria) veniamo attaccati dai gestori del mattatoio in cui ci troviamo. L’azione è frenetica: nonostante l’aiuto di un operatore che avverte del pericolo e di opportunità d’attacco, Cyberpunk 2077 si dimostra immediatamente un gioco impegnativo.

I nemici hanno armi potenti, in grado di trapassare i muri di cartongesso. Ma anche V ha a disposizione armi e potenziamenti, come ad esempio uno spray chiamato Reflex Booster che permette al giocatore di essere più rapido e letale per qualche tempo. Un misto di pallottole, slow motion e grazie alla copertura del nostro compagno IA, Jackie Welles, riusciamo a portare la donna in salvo. Ma salvare la gente per pochi spiccioli non è davvero l’aspirazione di V. La sua chance arriva quando un signore della malavita locale, Dexter De Shawn, richiede i suoi servigi. La seconda fase della demo inizia nell’appartamento di V: una volta scelta un’arma dall’armadietto e una giacca, possiamo uscire per incontrare Jackie. Ogni oggetto in Cyberpunk 2077 ha delle statistiche ben definite. Ad esempio, la giacca di pelle scelta nel caso della nostra demo aveva diversi perk difensivi, come protezioni fisiche, termiche e via dicendo. D’altra parte, l’equipaggiamento è una delle componenti fondamentali di un gioco di ruolo e abbiamo il sospetto che anche in Cyberpunk 2077 questo aspetto avrà grande importanza. Mentre ci incamminiamo per incontrare Jackie abbiamo l’occasione per dare uno sguardo al mondo di gioco. Ci sono elementi interattivi ovunque: interagire con una pubblicità sbloccherà l’acceso ad un determinato prodotto, potremo parlare con le persone, fare acquisti. Lo sviluppatore di CD Projekt Red ha anche approfittato di questo momento per assicurarci che ogni elemento che vedremo in gioco sarà pienamente compatibile con il lore di Cyberpunk e che si tratta di un aspetto fondamentale del gioco. V raggiunge finalmente Jackie e, qualche metro più in là, trova Dexter ad attenderlo.

L’uomo vuole che V recuperi una cosa per lui, promettendogli di farlo entrare nel giro giusto se dovesse riuscire nella missione. Suggerisce di acquistare qualche upgrade e suggerisce qualche informazione sulla missione: bisogna procurarsi uno spider bot da un gruppo di fanatici delle modifiche cibernetiche. Ci sono diversi modi per compiere la missione: possiamo cercare di ottenere soldi (in diversi modi) per acquistare il bot, possiamo attaccare frontalmente o trovare qualche altro modo. CD Projekt Red decide di procurarsi i soldi con l’aiuto di un’agente di una corporation interessata alle attività dei fanatici. Abbiamo così la possibilità di vedere il sistema di risposte multiple di Cyberpunk 2077: diverse risposte ottengono diversi risultati. Si può scegliere la diplomazia, il bluff o addirittura attaccare a tradimento. Ma prima di tutto V si reca nel laboratorio del Dottor Vector il quale, dietro promessa di un pagamento, ci procura un bio scanner oculare e un’interfaccia armi.

Il nuovo occhio non solo permette di zoomare ma permette di scansionare il mondo che ci circonda, persone comprese. L’interfaccia armi nel palmo della mano invece crea un collegamento diretto con le armi che stiamo usando, in modo da sapere quante munizioni abbiamo e le modalità secondarie di fuoco. Per incontrare l’agente della corporation, V prende la macchina di Jackie. Per spostarsi negli enormi ambienti di Night City sarà spesso necessario usare un veicolo per coprire le distanze rapidamente. Sarà anche possibile avere un veicolo nostro. Durante il tragitto però viene individuato da un gruppo di scavanger, gli stessi tizi che battuto nell’appartamento all’inizio della demo. Segue un combattimento ad alta velocità in cui bisogna sparare ai nemici sul van, evitando di schiantarci contro altre auto in movimento attorno a noi. Giungiamo a destinazione ma anche l’incontro con l’agente non è molto rilassante: V finisce prima malmenato e poi gli viene hackerato il cervello per sapere se sta mentendo o meno. Ma grazie a delle risposte soddisfacenti, riesce ad ottenere 50’000 eddie (diminutivo di eurodollars, la valuta di Night City).

Gli sviluppatori dicono che 50’000 eddie sono una cifra considerevole e che potremmo anche decidere di intascare e risolvere la missione senza spenderli. Poco dopo, siamo finalmente di fronte alla tana dei fanatici. Si tratta di persone che non si fermano a poche modifiche non invasive, la maggior parte di loro ha la faccia ricoperta di occhi rossi, sensori avanzati, braccia con impianti bellici e via dicendo. Riusciamo ad arrivare nella sala principale, notando che il posto è letteralmente zeppo di armi difensive e trappole esplosive. Se V avesse deciso di entrare con la forza avrebbe dovuto affrontare un nemico formidabile. La trattativa sembra andare bene, ancora una volta grazie alla giusta combinazione di risposte ma qualcosa va storto. La carta coi 50’000 eddie che abbiamo ricevuto dall’agente in realtà conteneva un virus che scatena il panico. L’intero edificio viene isolato e non possiamo fare altro che combattere. Di nuovo vediamo un gameplay estremamente dinamico e rapido, impreziosito da armi davvero particolari. Una, ad esempio, è dotata di proiettili traccianti che cambiano direzione autonomamente una volta sparati in modo da colpire il nemico.

Una pistola può sparare di rimbalzo: grazie ad un indicatore di traiettoria potremo colpire i nemici sparando verso un muro per poi indirizzare manualmente i colpi dove vogliamo. Ci viene assicurato che si tratta solo di un paio di armi e che nel gioco finale ce ne saranno molti altri. Durante lo scontro vediamo anche la possibilità di sorprendere alle spalle un nemico, eseguire un hacking sui suoi sistemi e sfruttare i suoi collegamenti col luogo in cui ci troviamo per disattivare armi, attivare difese e via dicendo. La demo è quasi giunta alla fine, V deve solamente abbattere un uomo all’interno di un esoscheletro dotato di uno scudo autonomo. Il boss ha una gran potenza di fuoco ma grazie allo scanner oculare V riesce ad identificare i punti deboli. Lo scontro è deciso in partenza: l’abilità dello sviluppatore del gioco è decisamente maggiore di quella del nemico IA. La missione è compiuta, Dexter ha ottenuto quello che voleva e V finalmente è entrato nel circolo giusto. Che succederà in seguito?

Cyberpunk 2077 sorprende in positivo per molti motivi, i due principali sono la grafica assolutamente spettacolare e per il suo gameplay ibrido. Unire un vero RPG, profondo e variato, con il genere FPS è una cosa ancora raramente tentata. Se state pensando a Destiny, siete decisamente fuori strada. Cyberpunk 2077 è effettivamente più simile a The Witcher per quanto riguarda questo aspetto. Da valutare il gun play. Non avendo potuto giocare è difficile valutarne i pro e i contro ma sembra solido, specialmente per via dei vari potenziamenti che possiamo usare in combattimento come il più classico degli slow motion. Insomma, nonostante qualche polemica nata sul web a causa del passaggio dalla terza alla prima persona per questo gioco, Cyberpunk 2077 ci è sembrato uno dei giochi più interessanti di questo E3.

 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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