Bloodborne

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“Sei Morto”, una schermata alquanto familiare mi accoglie nei primi minuti di gioco su Bloodborne, nuovo titolo di FromSoftware in esclusiva per PS4. Un’uscita che personalmente ho agognato sin da quando, all’incirca un anno fa, avevo messo le mani sull’alpha. Inserendo e avviando Bloodborne ho da subito ritrovato quella città maledetta da una piaga misteriosa e dall’atmosfera gotica vittoriana che mi aveva completamente rapita durante i pochi minuti in cui avevo potuto testarlo. Dopo parecchie ore spese su questa nuova opera di FromSoftware che trasuda da tutti i pori l’influenza della serie Souls sapendo però essere innovativo e con un’anima propria, posso solo dire una cosa “Ben tornato Miyazaki-san!”.

Maledizione o solo un brutto incubo?

2625742-preview_bloodborne_gamescom2014_20140814 - CopyIl gioco è ambientato in una decrepita città in stile gotico-vittoriano chiamata Yharnam, famosa per le sue cure basate sull’utilizzo del sangue. Nel corso degli anni in migliaia, tra cui il nostro personaggio, si sono diretti verso la cittadina nella speranza di trovare rimedio ai loro malanni. Il giocatore viene letteralmente gettato all’interno dell’universo di Bloodborne a mani nude e senza molte informazioni sul come sopravviverci. Nessun tutorial come vuole la tradizione della serie Souls, apprendimento per tentativi e parecchie morti, che non tarderanno ad arrivare, saranno le nostre maestre. L’unica cosa di cui si è a conoscenza è che siamo alla ricerca di una potente tipologia di sangue chiamata Paleblood capace di curare la misteriosa malattia da cui siamo afflitti.

Tuttavia, una volta giunti in città ci renderemo ben presto conto che questa soffre a sua volta di una piaga dalle origini misteriose che ha trasformato buona parte dei suoi abitanti in creature mostruose. Al fine di trovare il Paleblood, il nostro personaggio sarà obbligato ad affrontare esseri bestiali (alcuni decisamente troppo cresciuti), trappole, imboscate e altre varie peripezie attraverso gli intricati vicoli oscuri di Yharnam e le sue zone circonstanti. Durante il nostro viaggio non potremo fare a meno di notare come la città abbia una sua propria anima sebbene cupa e quasi deserta (eccezione fatta per le creature che pattugliano le strade), come ogni elemento che la compone sia stato curato e arricchito di una miriade di dettagli e come sezioni intere siano logicamente collegate fra loro. Tutto questo fa del nostro cammino in Yharnam un’esplorazione di una città vera e propria, che è viva e si è evoluta nel tempo. Ogni scorciatoia che si scopre sembra integrarsi perfettamente e naturalmente al mondo di Bloodborne (in particolar modo all’interno della città) facendone un universo intricato dove tutto è collegato, ma nulla sembra forzato. Le ambientazioni sono tutte molto suggestive e Miyazaki e il suo team riescono veramente a farti sentire un estraneo a Yharnam e dintorni, in una solitudine quasi opprimente, ma che istiga il giocatore a scoprire la storia e i segreti della città e della sua maledizione.

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Purtroppo questa vastità e  ricchezza di dettagli ha un costo che si fa sentire nei caricamenti estremamente lunghi e nei cali di frame rate in alcune zone. C’è di buono che i caricamenti non sono troppi, uno solo per l’intero mondo per l’esattezza, ma tenendo conto che ad ogni morte ce ne dobbiamo subire uno, i lunghi tempi di attesa possono diventare alquanto noiosi e alquanto ravvicinati. Ma non disperate, FromSoftware ha già rilasciato degli aggiornamenti per migliorare entrambe le due problematiche e promette ulteriori patch future.

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La caccia è aperta

Bloodborne è un action-RPG non convenzionale nelle sue meccaniche, ma i fans della serie Souls si ritroveranno molto presto a casa tra le tetre vie di Yharnam. La sua struttura semi-open world, in cui i progressi non sono spesso sotto forma di check points, testimonia l’importante influenza che i titoli Souls hanno su questa nuova esclusiva per PS4. L’angoscia quando ci si rende conto di essersi imbattuti senza volerlo in un boss, con appresso migliaia e migliaia di echi di sangue (le nuove anime usate per livellare o effettuare acquisti), che immancabilmente ci uccide due volte di fila facendoci perdere definitivamente il prezioso sangue, ricorda fortemente i giochi Souls. Anche il sospiro di sollievo e la soddisfazione di sbloccare scorciatoie, nuove aree e lanterne (i nuovi falò) è alquanto familiare. Senza contare la sorpresa di trovare di tanto in tanto NPC nascosti nei luoghi più improbabili che ci svelano nuove importanti informazioni sulla storia di Yharnam. Ogni sussurro, ogni indizio, ogni rumore misterioso rivela qualche cosa sui fatti che hanno portato la città nello stato in cui si trova e implora di essere interpretato. Bloodborne premia così l’esplorazione e l’attenzione dei giocatori come nessun altro gioco, e punisce in egual misura coloro che si distraggono o si trattengono troppo a lungo in aree sconosciute. Il tutto accompagnato da una colonna sonora superba che mette in valore il mondo di Bloodborne e le creature che lo popolano.

BloodborneSpot1Ma il nuovo IP di FromSoftware è molto più di una copia dei precedenti titoli Souls. Il suo sistema di combattimento si distacca in maniera marcata dalla serie: veloce, aggressivo, senza scudi dietro cui ripararsi come dei vigliacchi e al cui cuore si trovano parata e schivata. Le meccaniche della parata è probabilmente dove il sistema di combattimento di Bloodborne devia maggiormente dalla serie Souls. La parata si effettua difatti mettendo un colpo a segno in un momento ben preciso con un’arma da fuoco a nostra scelta. Un sistema ad alto rischio, ma anche ad alto rendimento visto che se riuscito ci permetterà di effettuare un attacco viscerale dagli ingenti danni, mentre se fallito saremo alla mercé dei nemici. Senza contare che le pallottole non sono esattamente infinite, sebbene esista un meccanismo per averne sempre almeno cinque nell’inventario. L’assenza di scudi e quindi l’impossibilità di bloccare i colpi, è probabilmente l’elemento che aumenta notevolmente il livello di difficoltà per i neofiti che non hanno mai giocato ai titoli di FromSoftware. Anche se ad essere precisi uno scudo esiste in Bloodborne, sebbene completamente inutile visto che la sua capacità di difesa è pari a zero. La sua presenza è più un piccolo tocco di umorismo e sbeffeggiamento da parte di Miyazaki ai giocatori che erano abituati a proteggersi dietro ad uno scudo come delle tartarughe (RIP Havel Monsters).

ss-detail17_0Le battaglie si dimostreranno più sanguinolente che mai grazie alle armi disponibili e alla possibilità di trasformarle nel pieno dell’azione per delle combo fluide e mortali (senza dimenticare lo stile!) in un turbinio di balzi, rotolate e fendenti. L’armamentario è originale e diversificato, potenziabile tramite delle gemme che troveremo in giro per il mondo durante le nostre esplorazioni. Da un bastone che diventa una frusta, a una spada che si trasforma in martello ce n’è per tutti i gusti e stili. Purtroppo non si può dire lo stesso per la quantità. Poche sono infatti le armi e armature tra cui scegliere se le paragoniamo all’eterogeneità proposta in altri titoli Souls. Starà comunque al giocatore scegliere quale tipologia di arma usare in quale situazione, strategia e riflessi pronti resteranno però le migliori armi a nostra disposizione. Inoltre, il nuovo sistema di riguadagno della vita persa dopo essere stati feriti, sprona i giocatori a rimanere nel vivo dell’azione e non ritirarsi dietro un angolo a curare le ferite (anche perché le fiaschette di cura, chiamate fiale di sangue, non si rigenerano più alle lanterne), ma allo stesso tempo attinge all’avidità che c’è in ognuno di noi per metterci in situazioni scomode, rischiose e altamente mortali.

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Se l’arsenale non è molto variato, lo stesso non si può dire dei nemici proposti, in quanto le creature bestiali che popolano Bloodborne coprono una gamma molto vasta. Da abitanti dalle sembianze zombie armati di forconi e fucili, a umanoidi sproporzionati con armi altrettanto sproporzionate, da piccole creature semi-trasparenti dalle sembianze infantili che ti risucchiano il sangue, a raccapriccianti bestie sanguinolenti, Bloodborne propone una sfilza di nemici ben variegata e minacciosa quanto basta per mai stonare con le infauste ambientazioni. I nemici che si incontrano sono talmente ben disegnati che a volte sono anche più impegnativi dei boss dell’area, testimonianza di una buona IA e anche di qualche lacuna nella progettazione di alcuni boss. Ciononostante le battaglie con quest’ultimi sono sempre appaganti ed esaltanti, molto più originali di quelle viste in Dark Souls 2. Parare una bestia gigantesca mentre ti carica inferocita e sferrargli un colpo viscerale non ha prezzo.

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Bloodborne-1Ultimo bemolle che bisogna citare prima di passare alla componente multiplayer, è il lacunoso sistema di spostamento tra le varie lanterne, o per meglio dire la mancanza di tale possibilità. Una scelta alquanto dubbiosa quella di impedire al giocatore di spostarsi direttamente da una lanterna all’altra, obbligandolo invece a far ritorno ogni volta nel Sogno dei Cacciatori (una variante del Nexus di Demon’s Souls) e subirsi così inutilmente un’ulteriore schermata di caricamento. Una decisione che lascia ancora più perplessi visto che in Dark Souls la possibilità di viaggiare tra i vari falò disseminati per il mondo era disponibile. Questa limitazione pare quindi essere non una scelta voluta, ma bensì forzata probabilmente da difficoltà tecniche nel collegare le varie zone. Malgrado ciò, la mancanza di un sistema di spostamento flessibile non toglie nulla all’esperienza di gioco complessiva.

Colleghi cacciatori

Bloodborne è per la maggior parte un viaggio solitario, ma qua e là alcuni elementi cooperativi migliorano l’esperienza facendo sentire il giocatore meno isolato e strappandogli un sorriso di tanto in tanto. È possibile come da tradizione vedere morti e leggere messaggi, a volte esilaranti, di altri colleghi cacciatori, o lasciare messaggi per aiutare (o meno) altri compagni di sventura. Il sistema di messaggistica in particolare, ha visto delle migliorie e permette ora di includere delle emotes nel messaggio che appaiono come ologrammi a coloro che aprono la nota. Ci sono inoltre sparse per il mondo delle skin per i messaggeri che custodiscono gli appunti dei cacciatori, una graziosa aggiunta che non ha mancato di farmi sorridere.

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Per quanto riguarda la modalità cooperativa, purtroppo non ci sono stati miglioramenti, ma piuttosto dei passi indietro rispetto a Dark Souls. Sebbene Bloodborne permetta sempre di chiamare in aiuto altri giocatori qual ora riscontrassimo delle difficoltà nel progredire, o semplicemente perché preferiamo condividere con qualcuno l’avventura, il sistema è meno intuitivo e alquanto confuso a causa di una mancanza di informazioni nel gioco. Per richiedere una mano da colleghi cacciatori si dovrà suonare la Campana del Richiamo (ottenibile dopo aver incontrato il primo boss) aprendo di fatto il proprio mondo a essere invaso da cacciatori amichevoli e non. Ma come ci si collega ai mondi dei cacciatori che hanno suono la Campana del Richiamo? Il gioco non dice nulla al riguardo a parte la menzione di alcune campane, ma come ottenerle è completamente un mistero. bloodborne_japanese_tombstones_1Una ricerca veloce su Google e l’enigma viene svelato (il fatto di doverlo fare però mi lascia alquanto perplessa ed è segno di quanto mal disegnata sia la modalità multiplayer). Per poter aiutare altri cacciatori bisogna acquistare la Campana Echeggiante Piccola nel Sogno dei Cacciatori, precisamente nel negozio dedicato ai punti intuizione (anche quelli fino ad allora un’incognita). La singolarità di questo negozio, che mi lascia ancora più dubbiosa, è che si attiva unicamente quando si possiedono dieci punti intuizione, un’informazione completamente assente nel gioco. Inoltre, ogni volta che si suona la Campana del Richiamo si spende un punto intuizione che non viene risarcito se non si trova nessuno e si decide di lasciare l’area. Questo sistema poco intuitivo ha avuto come risultato che alcuni giocatori hanno finito il titolo senza quasi toccare la modalità cooperativa, non per proprio volere ma perché non sapevano come funzionasse. Una scelta di design veramente poco saggia. Oltre ai problemi elencati sopra, si riscontrano anche dei problemi di connettività durante le sessioni di cooperativa: lag pronunciata, difficoltà a connettere i giocatori e dei cali di frame rate molto importanti soprattutto durante le boss fight.

BloodborneIl PVP se da una parte viene migliorato grazie ad un sistema di combattimento molto più fluido e veloce, dall’altra subisce dei duri colpi a causa della limitata varietà di armi e alla difficoltà nell’invadere i mondi degli altri giocatori. Per i problemi di connessione FromSoftware ha promesso future patch che dovrebbero risolvere la situazione. Per ora la comunità sembra apprezzare più i pregi che i difetti, ma a lungo andare, quando ci si sarà abituati all’incremento di velocità delle battaglie, questo potrebbe cambiare e la limitata varietà di build offerte (di cui i giochi Souls tanto vantano) inizierà probabilmente a farsi sentire.

Ultimo elemento degno di nota prima delle conclusioni finali, sono i Chalice Dungeon. Novità assoluta in Bloodborne, queste nuove sezioni diventano disponibili una volta ottenuto un calice nella campagna principale. Questo può essere usato in concomitanza ad altri materiali per dar vita a dei labirinti a più livelli (sei per ogni dungeon) in cui troveremo nuovi nemici, boss e materiali per i potenziamenti di alto livello. Ogni dungeon è diverso a dipendenza del calice e degli oggetti impiegati e sarà possibile condividerlo con i nostri amici attraverso un codice alfanumerico generato automaticamente, o tenerli aperti a tutti dando così la possibilità a chiunque di esplorarlo. Il potenziale di tale meccanica è considerevole e arricchisce ulteriormente l’esperienza che Bloodborne sa offrire ai propri giocatori, dandogli un ulteriore valore aggiunto che lo distingue ancora di più dal resto delle produzioni videoludiche.

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Un esempio per le altre grandi case sviluppatrici

La saga Souls vive in Bloodborne senza però incatenarlo nel passato. Un nuovo spirito in un corpo rassicurante e familiare. Il nuovo IP di FromSoftware trova così spazio nel cuore dei fans affezionati e dei coraggiosi neofiti che hanno deciso di provare un videogioco, per certi versi moderno e per altri tradizionale. Bloodborne è brutale agli inizi, ma mai ingiusto; provoca il giocatore in maniera singolare, ma è capace di restare in quel delicato confine tra completa esasperazione e massima soddisfazione; impegnativo perché pretende la nostra completa attenzione, sia per capirne le meccaniche di combattimento che per comprendere la storia del suo mondo, dove tutto esiste e si trova in determinati luoghi per un motivo. Un’attenzione ai dettagli che oggigiorno il mondo videoludico (in particolare i titoli AAA) raramente offre. Altri sviluppatori dovrebbero prendere esempio da FromSoftware, mentre i gamers dovrebbero imparare a pretendere di nuovo che i loro titoli preferiti siano completi e non smembrati in tante piccole parti per poi essere venduti sotto forma di DLC/sequel a prezzi ridicoli (ogni riferimento a Destiny e The Order: 1886 è puramente casuale…).

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La durata della campagna dipenderà dall’abilità del giocatore, da quanto si fa uso del multiplayer e da quanto uno esplora attentamente l’universo pieno di segreti confezionato da Miyazaki e il suo team. In Bloodborne non esiste un cammino o un ritmo predefinito con cui vivere l’avventura, è il giocatore stesso che ne detta la cadenza e sceglie la strada da percorrere. Ma se proprio si deve azzardare una stima sui tempi necessari, direi intorno le quaranta ore (con tutti i segreti e quest secondarie) per i fan di vecchia data, mentre oltre la sessantina per i nuovi giocatori. Da tener conto che la presenza dei Chalice Dungeon e degli NG+ estende notevolmente la longevità del titolo anche dopo la prima run. Finalmente dopo tanto tempo, una volta arrivata ai titoli di coda sento che l’esperienza è valsa il tempo e i soldi investiti. Nonostante alcuni minori problemi tecnici e di design, la cura con cui questo titolo è stato realizzato lo rende degno di essere acquistato anche a prezzo pieno per la quantità e soprattutto la qualità che offre. Coloro che non l’avessero ancora capito, è un (molto!) sottile invito a uscire e comprare Bloodborne e una PS4, perché questo titolo merita di essere vissuto e rivissuto per esplorare appieno l’oscura e suggestiva Yharnam. Che la caccia abbia inizio!

 

 
 

Scritto da : Redazione

Di quando in quando la Redazione prende vita e pubblica articoli tutti suoi. Com'è possibile? Nessuno lo sa...

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