Bling Ring

film-bling-ringMarc (Israel Broussard) è un ragazzo tranquillo che arriva come studente nuovo a Indian Hills High School di Calabasas, in California. La maggior parte degli studenti lo ignora o lo trova strano, ma Rebecca (Katie Chang) è gentile con lui. Lo presenta alle sue amiche e dopo qualche serata nei club più esclusivi di Hollywood i due diventano amici inseparabili. Entrambi hanno una passione per le celebrità e il loro stile di vita costoso e a quanto pare abitando nella parte benestante della California del Sud l’accesso alle case dei ricchi e famosi è più facile di quanto si potrebbe pensare. Approfittando della sorprendentemente scarsa sicurezza delle ville di personalità come Paris Hilton, Lindsay Lohan, Megan Fox e Orlando Bloom, la banda è in grado di irrompere facilmente nelle loro abitazioni per avere un assaggio della loro roba firmata. Il tutto comincia in modo abbastanza innocente e per noia, ma lentamente si diventa un impulso irrefrenabile di derubare diverse case delle loro stellette preferite nella zona dei lussureggianti Hollywood Hills. Essendo solamente adolescenti ovviamente amano andare alle feste e vantarsi delle loro rapine, quindi è solo una questione di tempo prima che la polizia li catturi.

VIDEO_Bling_Ring_Tr_343983aSofia Coppola è da sempre affascinata da tematiche come la noia della classe privilegiata e l’ossessione della nostra società con celebrità. La sua sensibilità per queste problematiche brilla ancora una volta in quello che è il suo film più ritmato e veloce fino ad oggi. The Ring Bling riflette su come ci si sente ad essere un adolescente e quindi è naturale che il film sia montato in modo frenetico e quasi incoerente. Sequenze in rallentatore, rapide successioni di immagini, aggiornamenti dello status su Facebook, riprese di webcam, telecamere di sicurezza, telecamere del telefonino, notiziari TV, registrazioni di TMZ, telecamere mobili: Ogni tipo di pellicola esistente viene utilizzata e il tutto viene montato in quello che è quasi una specie di collage di eventi realmente avvenuti. Ci sono pochi momenti contemplativi e introspettivi, il che è sorprendente, soprattutto per chi ha visto Somewhere, il precedente film di Sofia. Il direttore della fotografia, Harris Savides (RIP), rimane lo stesso. Il suo approccio documentarista è molto appropriato per il tipo di storia e visto che si tratta del suo ultimo film Sofia glielo dedica. Il film è molto accurato nel ritrarre gli avvenimenti, ma riesce anche ad essere molto di più di una noiosa serie di eventi.

the-bling-ring-image02Basato sull’articolo di Vanity Fair scritto da Nancy Jo SalesThe Suspect Wore Louboutins, il film rimane il più fedele possibile agli eventi reali, utilizzando perfino citazioni reali, immagini d’archivio e perfino la vera villa di Paris Hilton. Considerando la sbadatezza e la superficialità dei protagonisti reali di questa storia, è ammirevole che il film non diventi mai una parodia o presa in giro di queste persone. I protagonisti non sono mostrati come criminali o “cattivi”, ma semplicemente come sono, che onestamente di per se è già abbastanza divertente. Sarebbe stato facile trasformare il film in una critica sociale predicatoria e condiscendente, ma Sofia è un regista il cui messaggio è tutt’altro che ovvio o poco sottile. I personaggi a modo loro sono simpatici o per lo meno veri esseri umani, sta al pubblico decidere come vuole vederli: Coppola preferisce non esprimere un giudizio di valore. Certo, si tratta di materialisti narcisistici, ma anche loro sono solamente umani, che vogliono essere parte di un gruppo, essere accettati e amati. Il ritratto riuscito di questi personaggi è anche in gran parte dovuto al cast incredibile per lo più i nuovi arrivati presieduto da Israel Broussard e Katie Chang. Complimenti anche a Claire Julien, Taissa Farmiga, Emma Watson e Leslie Mann, tutte bravissime e bellissime nei loro rispettivi ruoli.

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Mentre le performance sono incredibilmente dettagliate, credibili, e ricche di empatia, alcuni personaggi mancano di profondità e risultano “sottosviluppati”, il che potrebbe essere visto anche in modo ironico, considerando la natura dei  personaggi che caratterizzano. Ad ogni modo questo aspetto del film è risultato un po’ insoddisfacente e rappresenta forse la mia unica vera critica al film che altrimenti brilla per la sua genialità. Nonostante ciò è stupefacente come anche il più piccolo dei personaggi riesce a distinguersi. Come in ogni film di Sofia Coppola, la cosa più sorprendente è sempre il finale, e Bling Ring non fa eccezione. Sembra sempre che non vi sia una reale conclusione o risoluzione, tuttavia, è esattamente questo il punto. La vera storia della banda di Los Angeles non è ancora finita, le persone coinvolte sono ancora vive, quindi anche il film stesso è da considerarsi più una sorta di scena o spezzone della loro vita. Proprio come il film inizia in un punto specifico della loro vita, la fine nel film è l’inizio di qualcosa altro. Anche se sappiamo dall’inizio come andrà a finire il film, la storia è abbastanza avvincente e intrigante da far dimenticare allo spettatore tutto il resto, e trasportarlo nel “presente” della narrativa.

the-bling-ring-BR_00954_rgb (1)Come in ogni film di Sofia Coppola la cosa che apprezzo di più è la sua capacità quasi magica di farmi sentire parte della storia, come se fossi nel film. Il mondo attorno a me scompare. Anche se il montaggio non molto ortodosso e mi ha distratto più di una volta, ho vissuto la stessa esperienza “immersiva”. Anche se il look e il ritmo del film sono diversi dal solito, in qualche modo sono famigliari. Il distinto umorismo di Sofia e il suo uso ispirato della musica pop tornano in questo splendido film che è in grado di mostrare i suoi personaggi scontenti e ossessionati dalle marche di lusso senza giudicarli o condannarli. Il fatto che stiamo parlando di criminali è ovvio e quindi non c’è bisogno di ricordarlo allo spettatore, come farebbe forse un regista più inesperto o commerciale. Sofia vuole dipingere un quadro dell’America contemporanea e secondo me riesce perfettamente nel suo intento. Il mio unico timore è che un film come questo, radicato così nel presente “invecchi” abbastanza in fretta. Mentre tutti suoi film (Il giardino delle vergini suicide, Lost in Translation e Marie Antoinette) catturano uno specifico periodo della storia e luogo, in qualche modo riescono ad essere “senza tempo”. La natura inerente di questo film però non permette al film di essere altro che una fotografia di questo decennio. Se questo sia un bene o un male lo sapremo tra qualche anno: Tuttavia posso dirvi ora con certezza che questo film è realistico ed onesto nel riprodurre un quadro fedele e rilevante dei tempi in qui viviamo.

Voto 5.5

Scritto da : Redazione

Di quando in quando la Redazione prende vita e pubblica articoli tutti suoi. Com'è possibile? Nessuno lo sa...

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