Non poteva mancare una recensione sul tanto parlato, nel bene o nel male, “new” Macbook. Presentato giusto tre mesi fa durante il keynote Apple svoltosi il 9 marzo, in cui Cupertino ha introdotto non solo il lancio ufficiale di Apple Watch, ma anche un nuovo prodotto aggiuntosi alla line up dei suoi portatili più famosi. Ebbene, à côté del Macbook Pro e del Macbook air si unisce una terza gamma che richiama i vecchi Macbook PowerPC e non : il nuovo “Macbook”, versione standard che racchiude le particolarità dei prodotti Apple, dal display risoluto “retina” al design tipico, semplice e particolarmente ispirato. Quello che ne consegue è un prodotto alquanto controverso che punta a diversi compromessi riguardanti l’usabilità, nella fattispecie sulla carente presenza di porte per la connettività, ma che tende ad offrire un’esperienza ultra portatile nei limiti dell’immaginabile. Parliamo di un prodotto con uno spessore di soli 13.1 mm (piedini d’appoggio inclusi), con uno schermo abbastanza ampio (12”) in una scocca di un macbook air 11”. Il tutto in soli 900 grammi di peso, un peso piuma se confrontato ai prodotti dello stesso settore. In redazione abbiamo avuto l’occasione di acquistarne uno e testarlo a fondo per quasi una settimana, e i risultati sono stati in parte abbastanza sorprendenti.
Design
Uno degli elementi principali dei prodotti Apple risiede soprattutto nel puro design, in quella semplicità dei lineamenti della scocca che raramente si vedono su altri prodotti. Ebbene il modello in nostro possesso, la versione dorata (disponibile anche nella colorazione scura “Space Gray” e nel classico Grigio), sfoggia in tutta la sua peculiarità sgargiante in un colore veramente alquanto atipico per un portatile che, in aggiunta al fine spessore e al rivestimento totale in alluminio, dona subito quella sensazione di prodotto premium e di un certo valore. Una piccola chicca di progettazione risiede anche nella distribuzione del peso, costante su tutto il telaio della tastiera, permettendo l’apertura dello schermo senza un sollevamento automatico del Macbook. Finiture di questo genere rendono il nuovo arrivato perfetto dal punto di vista prettamente costruttivo ed estetico. Tuttavia il nostro modello ha manifestato per qualche giorno un piccolo difetto estetico, oltretutto riscontrato anche da altri utenti durante un breve lasso di tempo. La presenza di una sorta di click durante l’apertura dello schermo, o come l’impressione che all’interno del telaio si muovesse leggermente qualcosa ha destato al sottoscritto qualche dubbio su un possibile difetto di costruzione, cose che purtroppo possono capitare. Per contro questo strano movimento interno è scomparso automaticamente in soli due giorni, concludendo quindi a una sorta di difetto abbastanza classico sui prodotti ricoperti di alluminio (problema simile riscontrato un anno fa su Xperia Z2). Leggendo pareri nel web sulla questione effettivamente la scocca in alluminio nella maniera in cui è stata progettata sul Macbook può causare un po’ di gioco nella componentistica interna nella zona cerniera / casse stereo. Accettabile per un prodotto caratterizzato da un prezzo non particolarmente accessibile ? Discutibile, seppur non esiste il prodotto perfetto, simili incertezze di costruzione dovrebbero tuttavia non essere presenti…i nostri soldi, in fondo, non hanno difetti quando vengono prelevati per il pagamento (cit. Joypad’s Chief Editor) e adempire a una pari prestazione dalla controparte.
Tastiera e Touchpad
I punti di forza del nuovo Macbook risiedono, secondo la casa madre, nella nuova tastiera portata ai fili del telaio e all’enorme touchpad introdotto che, più o meno, ha le stesse fattezze di uno montato su un macbook pro 15″. Non possiamo che confermare come quest’ultimo sia effettivamente gigantesco, caratterizzato inoltre dalla nuova funzionalità “force touch” in cui sono stati introdotti alcuni sensori per il riconoscimento della pressione del dito. Il risultato è una lastra di vetro fissa che non presenta click fisici come nei prodotti tradizionali. Per contro i sensori di pressione simuleranno un click a seconda della pressione esercitata : uno per il feedback singolo classico tipico dei comandi basilari e uno doppio, più marcato, al fine di avviare le vere e proprie funzionalità “force touch”. Quest’ultime permettono diverse feature nell’uso quotidiano di OSX, a titolo d’esempio citiamo la finestra pop up di ricerca nel dizionario di sistema su un termine presente in un testo di Safari durante la navigazione, nei software di produttività o nelle email. È molto comodo soprattutto per il supporto totale al multilingua, donando molti sinonimi accompagnati da una spiegazione esaustiva e soddisfacente. Oppure avviare un’anteprima di un file piuttosto che premendo la barra spaziatrice, o lanciare una finestra pop up nel calendario che mostra l’anteprima di un evento salvato. Attualmente le funzionalità force touch non sono parecchie, tuttavia nel prossimo futuro saranno aggiunte nuove opzioni probabilmente ispirate, tratte dalle future funzionalità di iOS 9 presenti nei prossimi iphone, di cui si vocifera l’introduzione di un pannello multitouch con i suddetti sensori di pressione. Per quanto riguarda la tastiera invece, il feedback è del tutto soggettivo.
Piuttosto che utilizzare un sistema classico a forbice, come su tutti i portatili concorrenti, Apple ha optato a un sistema denominato farfalla al fine di diminuire ulteriormente lo spessore occupato dai singoli tasti. Ne consegue quindi un risultato manifesto durante il feedback durante la digitazione, il poco spessore dona l’idea di una tastiera al limite del “piatto”. La distanza di percorrenza fra la digitazione e la pressione esercitata è quindi molto più corta del solito, ribadendo il fatto del fattore soggettivo : non a tutti andrà a genio questa implementazione. Compensa quest’ultima la larghezza e l’altezza dei singoli tasti che, essendo portati ai margini della scocca, sono più grandi di almeno un 20 % se confrontati direttamente alle tastiere standard montate sui Macbook Pro e Macbook Air. Inoltre la precisione di digitalizzazione è alquanto sorprendente, ci si abitua al tutto tranquillamente nell’arco di qualche giorno e i risultati sono pressoché i medesimi delle tastiere classiche, se non meglio se imparato a dovere.
Schermo
Un altro punto di forza di questo Macbook è la presenza di uno schermo “retina” da ben 2304 x 1440 pixel su un form factor di 16:10, chiaramente IPS con un alta capacità di luminosità (circa 370 bits) tranquillamente visibile contro la luce del sole. La gamma dei colori è chiaramente regolabile, quella presente di default è molto buona ed offre una saturazione ben equilibrata e un contrasto abbastanza alto, offrendo allo stesso tempo colori vivi e accesi ma anche naturali. La qualità è tranquillamente comparabile agli schermi IPS Retina dei fratelli maggiori Macbook Pro, se non addirittura meglio. Infatti il ppi è settato a 226, uno schermo con questo tipo di risoluzione sarà pienamente e maggiormente sfruttato se impostata con una resa di 1400 x 900 tipica degli schermi 13” come il Macbook Air 13″ (di default visione legata al Macbook Air 11”, 1200 x 800). Nel complesso si potranno avere tranquillamente moltoi applicativi su schermo senza sacrificare ulteriore spazio. Naturalmente vanno sfruttate le varie scrivanie nonché le gestures legate a Mission Control. Il sensore di luminosità funziona egregiamente e permette di fruire la bellezza dello schermo in tutta semplicità, senza settore ogni volta un determinato range di luminosità.
Performance globali e uso quotidiano
Il retina Macbook ha sollevato molte critiche sulle sue performance effettive. Non tanto per l’uso tipico da utente medio / studente, caratterizzato spesso da software produttivi come Office, navigazione internet e quant’altro, ma tuttavia per la sua pura e potenza bruta utile soprattutto in editing video, foto e intrattenimento videoludico. Nel modello da noi in possesso è presente l’intel core M 5Y71, la versione maxata con un clock minimo di 1.3 Ghz e un turbo boost fino a circa 3 Ghz, accompagnato da una GPU integrata Intel HD 5300 con frequenze comprese fra i 300 e i 900 Mhz. Ebbene vanno fatte diverse considerazioni a dipendenza dell’uso effettivo dell’acquirente. Per quanto riguarda l’esperienza sopracitata, vale a dire l’utilizzo medio nel nostro caso quello da studente, Macbook Retina si comporta egregiamente senza nessun problema di lag o quant’altro. Lo stesso si può affermare anche sulle temperature medie concentrate attorno alla piccola parte dove si trova la scheda madre, che non superano i 40 gradi. Per quanto riguarda l’utilizzo stressante, vale a dire editing foto e video, chiaramente il processore mostra i suoi limiti. Da una parte la sua struttura prettamente fanless non aiuta a mantenere alto il clock del processore a sufficienza per gestire tranquillamente un rendering di un video 4k, per contro abbiamo provato a editare un semplice video in 1080p e il tutto funzionava egregiamente, sia per quanto riguarda la fluidità della UI (imovie) che nei tempi di attesa dell’esportazione, non troppo lunghi. Discorso analogo nell’ambito gaming, in cui un prodotto simile è chiaramente altamente sconsigliato. Giocare però a titoli come Hearthstone : Heroes of World of Warcraft, a titoli indie presenti su steam così come giochi totalmente poligonali alla DOTA 2 e simili a patto di scegliere una bassa risoluzione (720p con settari bassi-medi), non è impossibile anzi. Chiaramente aspettarsi miracoli su un processore settato a un massimo di 6 tdp è alquanto utopico, per contro i risultati ottenuti sono abbastanza in linea ed analoghi alla famiglia Core U Hashwell (tra gli 11 e 15 tdp con frequenze chiaramente più alte) presenti in molti ultrabook / convertibili dello scorso anno come il Surface Pro 3 di Microsoft, e poco meno performanti dei Core U dell’attuale famiglia broadwell presenti su Macbook air o XPS 13 (un 15% circa in meno). Per tutti quelli che considerano Core M analogo ad Intel Atom si dovranno, quindi, ricredersi.
La controparte dell’autonomia invece si attesta nella media dei Macbook di pari settaggio (in questo caso Macbook air 11), infatti il nuovo sistema a strati ha permesso di inserire nella scocca una batteria di ben quasi 40 Wh con una capienza di 5290 mah circa. La nostra copertura si è piazzata tra le nove, dieci ore di uso medio (navigazione internet, itunes, pdf, notifiche attivate, messaggistica, youtube, ecc…), 11 ore e oltre solamente leggendo PDF con itunes in background (senza tuttavia navigazione internet, sessione di studio media sull’arco di due giorni) e tra le 5 e 6 ore durante un uso intensivo quali giochi, riproduzione video e navigazione costante. Il risultato quindi è abbastanza analogo ai dati dichiarati da apple con una media quindi giornaliera fra le 8 e le 10 ore. a seconda dell’uso Con alcuni software terze parti tuttavia è da notare un draining più anomalo se confrontato direttamente a quelli della mela, come ad esempio VLC o lo stesso Chrome.
Un’altra sorpresa invece sono le casse stereo frontali : forti, chiare e con un suono molto pulito. Passando da un XPS 12 / Surface Pro 2 la differenza è manifesta, sia da un punto di vista di decibel che di qualità di output.
Non tutto è oro quello che luccica
Macbook Retina non è un tripudio di sole sorprese, per ottenere un prodotto simile si è dovuto scendere a compromessi abbastanza manifesti al limite dell’accettabile. Nella bufera di critiche la singola porta USB – C (Gen 1 5 gp/s) ha destato molti sospetti, sia sul fatto che la concorrenza come Asus o Microsoft siano riusciti a introdurre una porta USB tipo A (standard) in una scocca nel suo insieme più “fine” (ma scendendo anche loro a certi compromessi). Per chi non la conoscesse, la type C è un nuovo standard introdotto da Intel in collaborazione con molti OEM (soprattutto la Apple) capace, in un’unica porta, di offrire ricarica elettrica, trasferimento di memoria di massa, streaming audio e video e connessione ethernet. Attualmente sono pochissimi i prodotti, oltre a questo Macbook, ad averla implementata (Chromebook Pixel 2 o il tablet Nokia N1). Dal vivo effettivamente ci si rende perfettamente conto che una USB classica, il magsafe o la thunderbolt non ci sarebbero mai stati nel telaio della tastiera : portata all’estremità occupando praticamente tutto lo spazio, o all’immenso touchpad, una batteria che occupa praticamente tutto la scocca disponibile e per finire un telaio con delle fattezze simili a un prodotto che si attesta fra i 10 e gli 11 pollici. Ciò però non esclude che fosse possibile studiare una sistema per poterne inserire una seconda, magari dalla parte sinistra della scocca in cui è stato piazzato il jack audio da 3.5 mm. Nel nostro uso quotidiano non sentiamo la mancanza di una seconda porta, essendo ormai che tutte le operazioni di collegamento le eseguiamo via Wi Fi (peer to peer come airdroid, DLNA, mirroring e via dicendo), essendo il nostro uso più legato a un mondo studentesco. Per contro una simile soluzione non è per niente adatta a chi usa specialmente schermi secondari, soprattutto se in gran quantità, o per chi rinnega il touchpad usando solo mouse esterni. Questo quindi è un elemento chiave in grado di definire se il Macbook fa al caso vostro. Una seconda componentistica ingiustificata è la presenza di una webcam frontale in VGA (740 x 480 pixel) che ha destato non poche preoccupazioni sulla qualità effettiva. Inizialmente si pensava a qualcosa simile Nintendo 3DS, ma in seguito è stato chiaro che le lenti adottate sul Macbook sono comunque nitide e con una qualità “sufficiente” per le videochiamate, seppur una caratteristica che bocciamo a priori.
Ed infine il prezzo, non troppo accessibile per molti. Con una configurazione base varia da 1300 (prezzo studenti) a 1400 (prezzo base), passando a una configurazione media con 512 GB SSD da 1500 fr (prezzo studenti) a 1600 (prezzo base). Se configurato con intel core M 5Y71, si aggiungono 150 fr per il modello base e 100 fr per il modello con memoria da 512 GB, raggiungendo un prezzo di 1680 circa (prezzo studenti) e 1750 (prezzo base).