Xenoblade Chronicles: Definitive Edition

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Xenoblade Chronicles: Definitive Edition

Correva l’anno 2009 quando all’E3 di Los Angeles venne mostrato Monado: Beginning of the World su l’allora console casalinga Nintendo Wii. Titolo provvisorio che, con la distribuzione prevista per l’anno seguente, prendeva il nome di Xenoblade Chronicles. Un titolo che, come obbiettivo, voleva rendere omaggio a  Mr. Tetsuya Takahashi, che ha dato tutto se stesso per realizzarlo e che fu fautore della serie Xeno-, come testualmente affermato da Satoru Iwata, storico presidente di Nintendo (scomparso nel 2015).

Titolo sviluppato dal Team Monolith Soft, il brand Xenoblade ha raccolto molti consensi nella sua prima incarnazione, diventando uno dei punti di riferimento per molti giochi di ruolo giapponesi di quegli anni. IL suo successo ha decretato l’arrivo su Wii U di Xenoblade Chronicles X e, nel 2017, di Xenoblade Chronicles 2, sequel diretto del primo capitolo su nintendo Switch. Seppur gli universi di tutti e tre i predetti capitoli sono separati fra loro, fra il primo (Wii) e il secondo capitolo (Switch) vi è un importante collegamento narrativo che estende la lore del mondo di gioco come molti non si sarebbero aspettati. Ragion per cui era quindi un obbligo morale di Nintendo riproporre nuovamente il primo capitolo anche su Nintendo Switch, al fine di offrire una narrazione completa dell’intera saga anche per chi non ha avuto l’opportunità di giocarlo a suo tempo (o il port per New Nintendo 3DS nel 2015).

Xenoblade Chronicles: Definitive Edition è su tutt’altro livello in confronto alla citata versione portatile creata ad hoc per Nintendo 3DS. La versione per Switch è praticamente un remake del primo capitolo su Wii: grafica rivista, colonna sonora rimasterizzata, voci ridoppiate, engine di Xenoblade Chronicles 2 e un inedito nuovo epilogo. Engine che, tagliando la testa al toro, offre una risoluzione di rendering pari anch’essa al secondo capitolo. Tuttavia, l’ottimizzazione è comunque maggiore, e le vistose problematiche dei cali di definizione di Xenoblade Chronicles 2 sono molto meno presenti in questo remake. Ciò a dimostrazione che vi è stato, comunque, un certo lavoro di ottimizzazione da parte di Monolith Soft. Xenoblade Chronicles: Future connected, è invece il contenuto aggiuntivo creato per questa versione. Alla stregua di Torna-The Golden Country, Future connected mette un punto alle cronache con protagonista il giovane Shulk ma, allo stesso tempo, permette ai giocatori di esplorare le terre della spalla di Bionis, inaccessibili nel titolo originale del 2010. Xenoblade Chronicles: Definitive Edition, è la versione sia casalinga che portatile che Nintendo Switch meritava di ottenere, che rende comunque giustizia ad un’opera la quale, già a suo tempo, era considerata una master piece per il genere.

L’attacco dei giganti!

L’universo di Xenoblade Chronicles è un mondo avvolto da un oceano sconfinato, in cui due gigantesche divinità, Bionis e Mechonis, combattono furiosamente fino ad infliggersi simultaneamente il colpo di grazia per poi cadere in un perpetuo sonno. Su queste divinità si sviluppa la vita e, come in un vero e proprio continente, nascono molte peculiari razze. Da una parte, su Bionis prendono vita gli Homs, i Nopon, gli Haientia e tutta la fauna locale, mentre dall’altra, su Mechonis, prendono vita una razza meccanica senziente, ovvero i Mechan. Entrambe le razze, come lo erano le divinità, sono da molto tempo in un lungo conflitto. A un anno dalla battaglia fra Homs e Mechan nella Valle della spada, il giovane Shulk, abitante della Colonia 9 ai piedi di Bionis, è impegnato nella sua quotidiana ricerca di pezzi meccanici di ricambio fra le scorie Mechan attorno alla cittadella. Il giovane, assieme all’amico Reyn e Fiora, sorella dell’eroe della Monado Dunban (nonché condottiero nella battaglia nella Valle della Spada), vivono una vita tranquilla scandita dalle loro attività quotidiane. Un giorno, però, questa pace viene bruscamente interrotta da un’invasione Mechan, che porta morte e distruzione in tutta la Colonia 9. Shulk, nel tentativo di salvare i suoi amici e i cittadini della Colonia, decide di brandire la spada Monado, la quale gli conferisce la facoltà di prevedere il futuro e, di riflesso, tutte le mosse dei suoi avversari. Ciò gli permette quindi di combattere contro le furiose macchine e di scontrarsi altresi con un misterioso Mechan col volto, contro il quale la Monado, inaspettatamente, non ha alcun effetto. Placato l’assalto e con la fuga dei Mechan, a seguito della scomparsa dell’amica Fiora, Shulk e Reyn, mossi dal desiderio di vendetta, decidono di intraprendere un viaggio e distruggere ogni singolo Mechan con il potere della Monado.

Nel corso dell’avventura i due giovani ragazzi incontreranno altri carismatici personaggi, i quali a loro volta hanno subito importanti perdite per colpa dei Mechan. Il gruppo, diventando col tempo numeroso, formano una task force atta a riportare la pace sulle terre di Bionis. Le vicende dei giovani è una lunga campagna che dura dalle 50 alle 70 ore, e oltre per il completamento di tutte le attività presenti. La durata della campagna oscillerà a dipendenza del livello di difficoltà scelto, delle missioni secondarie intraprese e di tutte le nuove sfide affrontate (novità di questa versione). Nella modalità casual, infatti, è possibile completare molto più velocemente le missioni a fronte di battaglie molto più semplificate. Inversamente, nella modalità pro le battaglia saranno molto più complesse e i personaggi guadagneranno meno punti esperienza. Ne discende che è piena discrezione del giocatore scandire il guadango dei punti esperienza per guadagnare, o meno, velocemente i livelli necessari per proseguire.

Xenoblade Chronicles è un JRPG molto particolare. Il gioco trae ispirazione da un settaggio alla MMORPG, in particolare per l’esplorazione, lo svolgimento delle missioni e i ruoli presenti in battaglia. Vi sono infatti numerosissime missioni secondarie, moltissime sottotrame da affrontare: alcune che trattano temi profondi, altre più superficiali. Tutto il mondo di Bionis, composto appunto dalle sue razze e dalle rispettive capitali, offre una buona e variegata presenza di NPC pronti a deliziarci con i loro racconti e problemi di vario genere. Vi sono missioni legate alle scelte della vita, sulla risoluzione di conflitti fra personaggi, sulla ricerca di oggetti o di determinati mostri (le cosiddette Fetch Quest). Poiché vi è una gran mole di personaggi non giocanti, i medesimi vengono registrati in un apposito diagramma d’intesa con tutti gli NPC con i quali il giocatore è entrato in contatto. Questo registro mostra il loro nome, il rapporto con altri NPC, in che luoghi trovarli e a che ora (possibilità di cambiare orario su discrezione dell’utente), i loro tratti personali e gusti. Con essi è anche possibile scambiare degli oggetti, da usare per altre missioni o per la costruzione di Colonia 6. Nel corso della trama, infatti, il giocatore dovrà ricostruire letteralmente una cittadella raziata dai Mechan: a modo di gestionale, portando ai responsabili della città i materiali necessari per le costruzioni edilize.

Ad ogni modo, la gestione delle missioni secondarie era, a suo tempo, uno degli aspetti meno riusciti del titolo. A fronte di un’interfaccia troppo caotica, lenta e assai vetusta, completare le missioni secondarie in Xenoblade Chronicles significava investire parecchio tempo per cercare i giusti materiali o mostri, che spesso non apparivano nei luoghi prefissati obbligando il giocatore a vagare ininterrottamente per la vasta mappa. In Xenoblade Chronicles: Definitive Edition, vi sono all’occorrenza importanti migliorie. L’interfaccia è stata totalmente rivista, ora è possibile tracciare con esattezza ogni singola missione sino all’obbiettivo, senza dover per forza perdersi nelle immense distese di ogni singola mappa, oppure ricercare un NPC senza dover cambiare a caso l’orario di gioco e indicarlo sulla mappa. L’UI è sicuramente una delle novità più importanti, nonché molto apprezzate, di questo remake e risolve, in gran parte, le problematiche della prima versione.

Il sistema di combattimento, anch’esso ispirato dai classici giochi di ruolo di massa online, è rimasto invariato. Si tratta di un sistema di battaglia in tempo reale, dove il personaggio esegue degli attacchi automatici e il giocatore, mediante un’apposita lista orizzontale, sceglie l’abilità attiva da compiere. Col tempo, contestualmente al completamento della barra di tensione, un cerchio attorno alla mossa centrale attiverà un particolare status permettendo di attivare alcune aure con speciali perk dalla durata temporanea: come l’aumento dell’attacco, della difesa o dell’ira. Il team di combattimento conta al massimo tre personaggi, ognuno con il suo ruolo. Vi sono infatti i dps ravvicinati e a distanza (Shulk, Dunban, Melia e Fiora), i tank (Riki, Reyn) e l’healer (Sharla). Come nei multigiocatori di massa, il tank si occupa di tenere l’ira (aggro) dei nemici costante in modo da permette al (o ai) dps di attaccare, rispettivamente all’healer di curare. Ogni boss fight richiede comunque una certa strategia e un’adeguamento delle abilità, sia attive che passive. Abilità passive gestite nell’apposita impostazione (tavola delle abilità) e che vengono sbloccate guadagnando i punti PA. Ogni abilità passiva da apprendere fa parte di un tratto specifico della personalità del personaggio, vi sono quattro percorsi caratteriali per ciascuno. Non solo, se l’intesa fra due o più personaggi aumenta (5 livelli d’intesa al massimo), per ogni livello d’intesa vi è la possibilità di trasferire le abilità passive ad altri personaggi e permettergli di acquisire delle abilità altrimenti inaccessibili. Complessivamente, il sistema di battaglia è semplificato in relazione a Xenoblade Chronicles 2, ma comunque profondo abbastanza per costruire strategie elaborate.

Lunghe distese per chilometri e chilometri di esplorazione

La prima versione di Xenoblade Chronicles era già, per l’epoca, considerato un titolo molto all’avanguarda in relazione all’hardware su cui veniva riprodotto. Le terre di Bionis (e non solo) erano delle mappe gigantesche pullulanti di mostri, NPC e pieno di missioni secondarie da svolgere. Ogni regione offrira un contesto naturale specifico ed era caratterizzato da elementi unici: Colonia 9 e la Colonia 6 (Gamba di Bionis) sono delle grandissime praterie con i suoi ruscelli, cascate, laghetti e sentieri su più livelli. Le palude di Satorl, come lo dice il nome, è una distesa paludosa che si trasforma in uno spettacolo di luce cromatica durante la notte, con tanto di mostri più agguerriti e pronti ad attaccare l’intero gruppo di avventurieri. Il mare di Eryth, invece, è una distesa d’acqua con tanto di isole flottanti su cui ci si può spostare con marchingegni di teletrasporto. La valle della spada, invece, è una distesa a fondovalle di terra e ferro edificata con le fortezze Mechan. Ogni territorio è caratterizzato da un peculiare level design, coadiuvato da una colonna sonora specifica ed elaborata per ogni ambiente. Ed è prorpio l’ambiente, con la rispettiva fauna locale e l’ottima colonna sonora, uno dei punti forti di Xenoblade Chronicles. Lunghe distese che il giocatore può ammirare, esplorando pian piano ogni singolo angolo del gigante Bionis.

Con Xenoblade Chronicles: Definitive Edition, quanto appena descritto è stato ulteriormente migliorato con il totale rifacimento della cosmesi. L’engine è infatti quello di Xenoblade Chronicles 2: Torna – The Golden Country, con textures riviste, mostri più dettagliati e maggiori elementi su schermo. In modalità fissa la risoluzione è chiaramente passata in alta definizione (si parla di 720p dinamico), e se già in passato gli ambienti erano artisticamente ispirati, con questa nuova versione si è raggiunto un ulteriore livello di qualità. Il character design, inoltre, è stato integralmente rivisto per tutti i personaggi giocanti e non giocanti principali, con espressioni facciali complesse e movimenti del corpo elaborati. Il doppiaggio di tutte le scene è inoltre rivisto totalmente: giocando il gioco in giapponese con i sottotitoli è infatti evidente la perizia applicata nelle cutscene in tal senso. Per quanto riguarda il framerate, il medesimo è fisso a 30 fps senza cali di sorta percettbili. La risoluzione in modalità portatile invece non è ottimale, ma nemmeno a livelli del secondo capitolo. Seppur il titolo viene elaborato in portatile a 540p, le fluttuazione alla risoluzione minore sono molto meno frequenti in confronto al secondo capitolo, unicamente nelle battaglie più complesse e concitate. In questo ultimo punto, l’engine di Xenoblade è stato sicuramente meglio ottimizzato.

Un futuro connesso…

L’epilogo introdotto con questo remake porta con sé ben ancora 10-15 ore di gioco presso il territorio inesplorato della spalla di Bionis. Un anno dopo gli eventi di Xenoblade Chronicles, Shulk e Melia atterrano sulla spalla di Bionis alla ricerca di una capitale perduta, ma ben presto saranno costretti ad affrontare una nuova e misteriosa minaccia che incombe sul loro mondo. Con l’epilogo Monilith Soft ha reso disponibile una zona che da molto tempo è stata oggetto di speculazioni e teorie da parte dei fan. Non vi è uno stravolgimento particolare del gameplay, a parte la totale assenza del diagramma d’intesa e dei poteri intrinsechi della Monado (come il potere della premonizione), parimenti non vi è nemmeno la tavola delle abilità. L’esplorazione della spalla di Bionis è come su tutte le altre regioni analogalmente alla campagna principale, con tante missioni secondarie e qualche interessante sottotrama da seguire. Chiaramente, non manca qualche chicca legata al sistema di battaglia (in particolare agli assalti di gruppo sostituiti dagli attacchi collettivi dei pronspettori). Un epilogo che conclude il cerchio delle cronache di Shulk e compagni, ma lascia comunque qualche questione in sospeso. Chi ha giocato e concluso Xenoblade Chronicles 2 potrebbe comunque rimanere deluso sul fatto che l’epilogo non affronta alcune questioni sollevate nel secondo capitolo. Xenoblade Chronicles: The Future Connected infatti è circoscritto al solo universo del primo capitolo e da esso non si discosta. Ciò però non lo rende un contenuto di bassa qualità, anzi, la narrazione è al pari della trama principale e apprfondisce un personaggio rimasto assai in sordina durante la campagna principale. Quindi, un epilogo comunque di buona fattura, scritto bene e sulla stessa lunghezza d’onda della campagna principale.

Xenoblade Chronicles: Definitive Edition risolve alcune note dolenti della prima versione, introducendo un UI rivista, una grafica rinnovata e tante piccole chicche che migliorano un gioco che già rasentava la perfezione nel 2010. Chiaro, sul punto di vista risoluzione poteva essere svolto un lavoro migliore, ma ciò non toglie che il titolo è godibile e la cosmesi degli ambienti, dei personaggi e di tutto il mondo di gioco sono sicuramente molto ben fatti. Questo remake conferma che il primo capitolo della saga è invecchiato bene e rappresenta, anche oggi, uno dei capostipiti del genere JRPG che i giocatori dovrebbero giocare almeno una volta. Un plauso a Monolith Soft che, con il personale ridotto poiché impegnato su altri progetti, è riuscito a produrre un remake di comunque tutto rispetto.

Ci piace

  • Un'epopea di ottimo livello, complessa, profonda e intrisa di tematiche
  • La qualità artistica degli ambienti e della colonna sonora sono magistrali
  • Moltissime missioni, un mondo interconnesso e un nuovo epilogo da esplorare
  • I nopon
  • Le nuove sfide contro il tempo
  • Il miglioramento dell'interfaccia e grafico è evidente e ben riuscito...

Non ci piace

  • ...ma si trascina qualche problematica tecnica già constata nel secondo capitolo
  • Le fetch quest possono risultare ripetitive e tediose
5.75

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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