Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri

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Uncharted: Raccolta L’Eredità dei Ladri (PC)

Uncharted è una serie che ci sta molto a cuore su Joypad: la vera definizione di “azione avventura videoludica”. C’è tutto, storie appassionanti, misteri perduti, civiltà scomparse, azione, intrigo… è un mix bomba che ogni gamer su PlayStation dovrebbe provare almeno una volta. Ma ora non è più un’esperienza che i possessori di PS4 o PS5 possono sperimentare perché, seguendo un trend oramai consolidato, Sony ha rilasciato il gioco su PC.

Iniziamo dunque la nostra recensione delta (ovvero, la recensione originale ma con le doverose aggiunte PC) in modo che tutti coloro che in passato non si sono interessati a Nathan Drake possano avvicinarsi a questa saga. La Raccolta “L’eredità dei Ladri” contiente due giochi, usciti in origine su PS4 e poi portati su PS5, ovvero Uncharted 4: Fine di un Ladro e Uncharted: L’Eredità Perduta.

Uncharted 4

Nate ha finalmente messo la testa a posto. Sposato finalmente con Elena, ha appeso le pistole al chiodo per fare un lavoro normale. Ha detto addio all’avventura, chiuso con città perdute e tesori maledetti e ha perfino smesso di parlare perfino con l’amico di una vita Victor Sullivan. E l’ha fatto per amore, perché una vita di pericoli e avventure non si addicono più all’impegno preso con Elena. E tuttavia l’aver mollato tutto gli manca terribilmente. Come può un uomo abituato a scoprire misteri perduti da sempre, pistola alla mano, abbassarsi a fare la contabilità per una piccola azienda di recuperi marittimi? E di certo le immersioni per raccogliere treni deragliati in cerca di rame non hanno lo stesso fascino dello scoprire El Dorado! Ma l’avventura, quella con la A maiuscola, sta per bussare alla sua porta personificata nel volto di Sam, il fratello di Nathan creduto morto da 15 anni. L’ossessione di Sam è il tesoro del pirata Henry Avery, che si dice abbia ammassato un tesoro favoloso per nasconderlo in qualche isoletta segreta e lontana. Questa ossessione è stata la rovina dei fratelli Drake, incappati in una brutta situazione in una prigione sudamericana e che ha separato i due. Insomma, è ora di un’ultima, grande, avventura! Uncharted non sarebbe Uncharted senza una agguerrita caccia al tesoro contro il tempo. Anche in questo caso abbiamo un gruppo di rivali e motivazioni più che sufficienti per correre innumerevoli pericoli. Ma il Nate di questa volta non è più il giovanotto spericolato che conosciamo e dubbi e rimorsi faranno capolino nella sua mente.

La trama di Uncharted 4, che non vogliamo di certo spoilerarvi troppo, ci svela molto di Nathan. A partire dai suoi primi passi in gioventù in compagnia del fratellone Sam fino alla sua nuova, ed ultima, avventura. Una storia che chiude ogni conto in sospeso, che rivela ogni dettaglio e che riempie tutti i buchi lasciati dai precedenti giochi.

L’importante è non ripetere gli errori del passato

A differenza di Uncharted 3, un filino troppo sbilanciato per quanto riguardava i combattimenti, in questo quarto capitolo la parola d’ordine è stata bilanciamento. Uncharted 4 propone meno sparatorie con nemici a gettito continuo, favorisce un approccio più stealth grazie all’aggiunta di un indicatore di attenzione dei nemici e introduce maggiore dinamismo. Novità assoluta l’introduzione di una corda con rampino e un chiodo da roccia. La prima permette di superare ostacoli altrimenti insormontabili, di scalare e discendere altezze e di interagire con alcuni oggetti. Il secondo non è altro che un appiglio portatile, utile per rendere un po’ più emozionanti le inevitabili sezioni di scalata, da sempre componente fondamentale di questa serie.

Gli scontri a fuoco escono impreziositi con questi elementi, evitando di cadere nella trappola dello stare nascosti dietro a ripari tutto il tempo facendo il tiro al bersaglio. Nemici più scaltri, che tentano di aggirarci e, specialmente, moltissima distruzione ambientale, ci obbligano a stare in movimento continuo. Saltare, arrampicarci, sorprendere i nemici dall’alto o alle spalle diventa il nostro pane quotidiano. Un cambiamento che invece di snaturare l’esperienza Uncharted la esalta. Non possono ovviamente mancare le fasi esplorative e di risoluzione di puzzle. La componente esplorativa è decisamente maggiore rispetto al passato, più simile a The Last of Us in effetti. Saremo occupati non solo a cercare tesori e segreti ma anche a scoprire, piano piano, la trama. Novità anche alcuni livelli “open world” dove, alla guida di vari veicoli, potremo esplorare liberamente la zona alla ricerca di indizi e tesori. Per quanto riguarda i puzzle ambientali essi sono come al solito piuttosto semplici ed ingegnosi. Complicatissimi rompicapi ad ingranaggi e qualche vera e propria caccia all’indizio si inseriscono molto bene nel quadro generale del gioco.

Non credevamo ai nostri occhi

Il gameplay di Uncharted 4 è senza dubbio il risultato della grande esperienza maturata da Naughty Dog nel corso degli anni. Variato, preciso, divertente, sorprendente. Ma non ho ancora speso nessuna parola sul risultato visivo degli sforzi del team californiano. Uncharted 4 è semplicemente incredibile. Il team di sviluppo era riuscito a spremere da PlayStation 4 qualcosa di mai visto su console. Uncharted 4 è stato un magnifico, splendente, maestoso gioco su PS4. Tutto in questo titolo è privo di sbavature. I livelli sono disegnati in modo commovente, strutturati in modo perfetto e zeppi di dettagli. Il livello di raffinatezza è talmente spinto che nell’osservare un bicchiere dentro ad uno scaffale in un angolo dimenticato di una casa polverosa ci renderemo conto che il vetro del bicchiere distorce quello che vi sta dietro. Allucinante che ci si sia spinti ad applicare un effetto così complesso su un oggetto così insignificante, specialmente perché vi sono centinaia di altri oggetti attorno a noi. I livelli ambientati nella giungla poi sono una festa di rigagnoli d’acqua, ruscelli, fiumiciattoli, pozze fangose. Tutto animato, tutto perfettamente incluso nell’ambiente. Lussureggianti giungle, desolate praterie, ambienti cittadini. Vi sfido a trovare un solo difetto. Non lo troverete.

Tanta cura al dettaglio è stata ovviamente estesa ai personaggi di gioco. Durante le frequenti cut scenes avremo quindi tutto il tempo di ammirare espressioni facciali e textures ma soprattutto la magistrale recitazione dei vari attori. La performance capture è di altissimi livelli: i vari Nathan, Sam, Sully, Elena eccetera trasmettono emozioni vere. E per fortuna perché Uncharted 4: Fine di un Ladro è un gioco profondamente diverso da questo punto di vista rispetto al passato. Rimane scanzonato ma introduce una nuova dimensione per i suoi personaggi. Più personale, più introspettiva. Nathan e soci sono in un certo senso più veri perché sono colti da dubbi e, con l’avanzare degli anni, cominciano a realizzare che i veri tesori non sono forse quelli d’oro e diamanti ma ben altri.

Uncharted: L’Eredità Perduta

Chloe Frazer non è un personaggio sconosciuto ai fan. L’abbiamo incontrata più volte in Uncharted 2 e 3. Una ladra di tesori scaltra, intelligente e pronta a tutto per accaparrarsi ricchezze. Questa volta, non potendo contare sull’aiuto di Nate, ha deciso di fare coppia con un’altra nostra vecchia conoscenza: Nadine Ross, l’oramai ex comandante dell’esercito di mercenari Shoreline. Le due donne sono alla ricerca della Zanna di Ganesh, un tesoro di inestimabile valore che permetterebbe ad una di diventare ricca mentre all’altra di riprendere il controllo del suo esercito. A differenza dei capitoli principali della serie, L’Eredità Perduta si svolte solo in India e inizia con Chloe, la protagonista, che cerca di infiltrarsi in una zona di guerra. Sullo sfondo, oltre il mercato, una città sull’orlo della guerra civile. Un esercito di ribelli rivoluzionari, comandati da un certo Asav, sta cercando di destabilizzare la regione allo scopo di prendere il potere. Sfortunatamente per le due donne, l’indizio cruciale per scoprire il luogo in cui riposa la zanna è proprio nelle mani di Asav. Ovviamente ci impadroniremo del cimelio ma incontreremo anche l’uomo che, affatto felice di vederci, scatenerà una caccia al tesoro senza esclusione di colpi. Chi arriverà per primo al tesoro del perduto popolo degli Hoysala?

Girl power!

L’Eredità Perduta è un titolo al contempo simile e diverso dai capitoli principali. La differenza più ovvia è quella dei protagonisti. Chloe e Nadine non sono Nate e Sully e affrontano i problemi in modo diverso. Appena abbozzate in Uncharted 4, in questo capitolo le meccaniche stealth sono più robuste e si incastrano meglio nel gameplay. L’approccio può essere in molti casi totalmente furtivo: sfruttando le coperture e le zone di vegetazione fitta possiamo bonificare intere aree di nemici senza sparare un colpo. Va detto che a volte non è affatto semplice perché non abbiamo modo di attirare l’attenzione dei nemici, portandoli dove vogliamo noi. Tuttavia, è interessante vedere un po’ di cambiamento nel modo di giocare. La nostra compagna IA, Nadine, è decisamente più propositiva e scaltra rispetto a Sullivan o addirittura ad Ellie di The Last of Us. Combattiva, l’abbiamo vista più volte eliminare personalmente nemici IA, sia in modalità furtiva che in scontri a fuoco. Un deciso, e benvenuto, passo avanti rispetto al passato.

Naughty Dog ha anche inserito novità per quanto riguarda la progressione. Durante il gioco ci ritroveremo in una ampia mappa open, in cui dobbiamo cercare diversi manufatti. La scelta di quale manufatto raccogliere per primo è a nostra discrezione e potremo girare liberamente per la zona, piuttosto ampia invero, a bordo della Jeep. L’esperienza di gioco rimane sempre molto pilotata, con cut scenes e situazioni pesantemente scriptate ma in questa parte centrale dell’avventura sentiamo davvero di essere più liberi di fare ciò che vogliamo. Tra le varie novità troviamo anche sezioni da distruggere (che solitamente nascondono tesori) e un’abilità di Chloe di scassinare serrature, solitamente finalizzata ad aprire casse di rifornimenti ed armi. Rimaste invariate invece le sezioni a enigmi: Chloe e Nadine si imbatteranno in diverse sezioni in cui bisognerà risolvere alcuni puzzle, sia ambientali che regolari e diversi segreti. Come di consueto, il livello di sfida non è esagerato ma in alcuni casi richiederà un minimo di ragionamento, tanto da rendere i puzzle interessanti senza cadere nella frustrazione.

La versione su PC

A differenza dell’adattamento su PS5, da noi giudicato un po’ pigro, su PC il lavoro di Iron Galaxy Studio è niente male. Per prima cosa perché di lavoro se n’è dovuto fare di più, con un port da console a PC che non è mai un lavoro scontato. Questa versione ci ha soddisfatto. Buone le impostazioni grafiche che permettono di scalare in modo degno il gioco tra PC meno potenti e battlestation corazzate. C’è una potenzialmente lunga attesa la prima volta che lanciamo il gioco ad aspettarci però: la compilazione degli shader del gioco sarà effettuata al primo lancio e potrebbe richiedere anche diversi minuti a dipendenza della potenza della vostra GPU. Le opzioni sono divise tra diversi preset, con tanto di oramai comune indicatore sulla VRAM usata dal gioco (una metrica che però non abbiamo mai trovato particolarmente utile – ma forse perché siamo degli infami dotati di RTX 3090…). Possiamo anche modificare le opzioni a mano ma senza entrare in troppi dettagli. C’è ovviamente il supporto a TAA, DLSS 2.0 e FSR 2.0, tecnologie di upscaling che possono aiutare molto. Stranamente però il gioco non gira a schermo intero esclusivo ma solo in finestra senza bordi, non che generalmente sia problematico ma per alcune tecnologioe, come G-Sync, sarà il caso di fare attenzione. I vantaggi rispetto alla versione PS5 includono un piccolo incremento delle ombre, offrendo una mappa a risoluzione più elevata con bordi migliori rispetto a quanto visto sulle controparti console.

Generalmente non abbiamo avuto alcun problema di performances sulla nostra macchina e questa raccolta, giocata sul maestoso Odyssey Ark è uno spettacolo nonstante le sue “umili origini”. Tra l’altro sono supportate anche risoluzioni ultravide, nel caso ne foste dotati.

Per chi non ha giocato?

Uncharted: Raccolta L’eredità dei Ladri su PC è una fantastica scusa per i gamer computer di recuperare almeno due dei giochi d’azione migliori della scuderia PlayStation. Saranno giochi usciti nel 2016 e 2017 ma sono ancora magnifici, su PC ancora di più, non solo da un punto di vista della storia e dei suoi personaggi ma anche da un punto di vista grafico. Se avete già giocato su PS4 o PS5 questa versione non ha nulla di più da offrire, anzi di meno rispetto alla versione originale PS4 che proponeva una (dimenticabile) modalità multiplayer.

Ci piace

  • I due giochi sono magnifici
  • Buona conversione su PC

Non ci piace

  • Consigliato solo a chi non conosce gli originali
  • Nessun extra di rilievo
5.5

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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