The Witcher (Netflix)

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The Witcher (Netflix)

The Witcher è un nome molto famoso presso i gamer. Grazie al magistrale lavoro fatto da CD Projekt Red su The Witcher 3: Wild Hunt e successivi DLC, le avventure dello strigo Geralt di Rivia sono famose in tutto il mondo. Ma sarebbe sbagliato ridurre le avventure dello strigo creato da Andrzej Sapkowski ad un solo gioco. Per cominciare, ci sono anche The Witcher (che però è decisamente lontano, qualitativamente parlando, dal terzo capitolo) e The Witcher 2: Assassins of Kings.

Ci sono ovviamente anche i libri, dai quali avremmo forse dovuto iniziare in effetti. Le 8 opere di Sapkowski sono di diversa natura e iniziano come una serie di storie brevi per poi maturare in opere più corpose, a mano a mano che l’autore definiva meglio i contorni del mondo fantasy da lui creato.

Geralt è sacro!

Un fenomeno come quello generato da The Witcher 3 non poteva non attirare le attenzioni di altri tipi di media. Non che The Witcher non sia già stato adattato a fumetti o per il piccolo schermo, tuttavia l’entrata in campo di un gigante come Netflix è decisamente un fatto interessante. Principalmente perché Netflix ha un enorme potere economico col quale finanziare una trasposizione degna di questo nome, dal momento che le ambientazioni e i mostri creati da Sapkowski non sono di certo a buon mercato da un punto di vista della realizzazione. Ovviamente l’interesse dei fan del gioco di CD Projekt Red e, forse in misura minore, dai fan delle opere letterarie, è stato acuto sin dall’annuncio della serie TV. Dalle scelte della showrunner Lauren Schmidt Hissrich al casting di Henry Cavill (conosciuto ai più come Superman) nel ruolo di Geralt.

Tante incognite, specialmente perché Netflix non ha di certo il perfect score nell’adattare universi in serie TV. Da forzature per quanto riguarda l’etnicità dei personaggi (un dibattito complesso nel quale non vogliamo assolutamente infilarci in questa sede) a modifiche per quanto riguarda la storia dei suoi adattamenti. Tali modifiche a volte sono necessarie, altre paiono un po’ troppo insensate. Ma tant’è, noi siamo qua per dare un’occhiata a quanto è stato fatto e non a quello che si potrebbe fare. Con questo spirito, ci siamo lanciati nella visione dei primi 5 episodi della serie The Witcher, con un misto di trepidazione, ansia e insicurezza. Come sarà stato adattato un personaggio che, nei cuori di tantissimi gamer, è praticamente sacro e intoccabile?

Mi sono perso qualcosa?

È la cos che penserete nelle prime puntate, garantito. The Witcher, la serie Netflix, si apre con Geralt alle prese con una Kikimora, un terribile mostro simile ad un ragno, che vive in una palude. Un’apertura forte e d’impatto che però finisce sin troppo presto, lasciandoci in compagnia di un Geralt smaronato e taciturno (piuttosto fedele all’originale dunque!) che cerca di raccogliere quanto gli è dovuto per aver ucciso il mostro. Sì, perché essendo un witcher, il lavoro di Geralt di Rivia è quello di uccidere mostri in cambio di denaro. I witcher fanno questo, senza emozioni, solo per ricevere un compenso. Il bello del personaggio Geralt è che non è un eroe senza macchia né paura, che accorre stupidamente in aiuto dei più deboli. Se quest’uomo parte all’avventura, è solitamente perché c’è costretto o, in alcuni casi, per assecondare quello che è chiaramente il volere del destino. Forse è questo che gli conferisce tanto ascendente sui lettori e giocatori: in un certo modo, Geralt è più reale di tanti altri “eroi”. Ma non facciamoci distrarre, stavamo parlando della serie Netflix.

Il problema è che ci sono cose che vorremmo dirvi ma che non possiamo, per via delle condizioni poste proprio da Netflix. Una in particolare è frustrante, perché sarà fonte di parecchia confusione negli spettatori, specialmente nelle prime tre puntate. Non potendo fare menzione di questo “dettaglio” possiamo solo dirvi di continuare a guardare fino alla fine della quarta puntata, in modo che possiate mettere i pezzi a posto da soli e dipanare in gran parte i dubbi che sicuramente sorgeranno sul prosieguo della storia. Com’è successo in questi giorni con l’Ascesa di Skywalker, anche questa volta ci ritroviamo a dover discutere di un’opera in cui la trama è tutto e non è nostra intenzione spolerare alcunché! Diciamo insomma che nelle prime cinque puntate che abbiamo visto cominceremo a conoscere Geralt, Yennefer, Cirilla, Triss, Ranuncolo e molti altri personaggi che già conosciamo, sia dai giochi che dai libri. Personggi che, a differenza di The Witcher 3, inizialmente non si conoscono ma che vedranno i propri destini intrecciarsi indissolubilmente. Non è un mistero che Geralt e Cirilla siano legati dalla legge della sorpresa ma come si incontreranno nella serie è tutta un’altra storia! Seguiremo la crescita di Yennefer e la sua trasformazione in strega tanto potente e misteriosa. Vedremo il primo incontro tra Ranuncolo e Geralt, evento che genererà non solo avventure ma anche qualche simpatico siparietto tra i due.

Sul piccolo schermo

Lo ammettiamo, avevamo tanti dubbi su questa serie. Per prima cosa non riuscivamo davvero a vedere Cavill nei panni dello Strigo. Eppure, specialmente in lingua originale, l’attore piano piano ci è parso una scelta azzeccata. Ci sono incongruenze per quanto riguarda il Geralt che conosciamo dai videogiochi ma in fondo questa cosa è più che giustificabile, prima di tutto da un punto di vista temporale, visto che gli eventi della serie TV si svolgono prima della Caccia Selvaggia. Secondariamente, beh, ci pare normale che chi abbia creato la serie non abbia usato solo il gioco come referenza, specialmente se ci rendiamo conto che Netflix si è basata più sui libri che sul gioco! Cavill ha la faccia giusta e l’attitudine corretta: parla a monosillabi, è infastidito dal chiasso e dagli intrighi che si intrecciano attorno a lui. Insomma, se gli scusiamo i vestiti dall’aspetto un po’ troppo appena usciti da un dipartimento costumi (un problema che hanno anche alcuni luoghi – dall’aria decisamente troppo nuova e posticcia per sembrare davvero costruzioni reali), l’adattamento ci sta. Lo stesso vale per altri personaggi come Yennefer, bene adattata e simile a quanto ricordiamo dal gioco. Triss e Cirilla, sono due storie un po’ a parte. La prima è totalmente diversa dal gioco ma in qualche modo più simile al personaggio ideato da Andrzej Sapkowski mentre Cirilla è molto lontana dall’essere la badass alla quale siamo abituati. Il motivo è semplice, la storia del suo incontro con Geralt è nettamente diversa da quella di The Witcher 3. Non possiamo entrare in dettagli ma è una cosa che sicuramente farà storcere il naso ai fan del gioco anche se, a prescindere da questo fatto, non è che la sequenza degli eventi sia di per sé fatta male o peggiore di quello a cui siamo abituati – è solo diversa.

Da un punto di vista della CGI, The Witcher per ora non ha la grandiosità di Game of Thrones. Ci sono sì campi lunghi in cui vediamo città ed insediamenti e i mostri, sebbene più rari di quanto ci aspettassimo, in generale sono abbastanza convincenti anche se, specialmente nel caso della Kikimora, ha meno presenza fisica di quanto ci aspettassimo (per non parlare della realizzazione ridicola di alcune sue parte del corpo una volta che la bestiaccia finirà sul dorso di Rutilia, il cavallo di Geralt). Ma insomma, per essere una prima stagione non c’è nemmeno troppo da lamentarsi.

Una buona visione?

È presto per dare una valutazione complessiva di The Witcher. Avendo visto solo le prime 5 puntate e avendo grattato solo a malapena la superfice della storia messa in piedi da Netflix, quello che possiamo dire è che siamo curiosi di vedere come continua. È un adattamento perfetto? No, ma è normale che lo sia. Dopo aver speso decine e decine (potenzialmente centinaia) di ore sui giochi o sui libri, ciascuno di voi si sarà fatto la propria idea di come dovrebbe essere una serie TV. In più CD Projekt Red non ha collaborato in nessun modo con Netflix alla realizzazione, eppure sia la colonna sonora che le ambientazioni sono piuttosto in linea con quanto fatto nei videogiochi, una scelta saggia secondo noi. E garantito che non sarete d’accordo con me. Questo è il problema del fandom, mai contento e sempre esigente. Non che sia un male ma bisogna anche avere delle aspettative realistiche. Per ora, come detto, The Witcher ci ha intrigato e lasciato con la voglia di vederne di più. E tanto basta per raccomandarvi la visione della serie! Fateci poi sapere quanto non siete d’accordo con noi, ok?

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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