The Wandering Village

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The Wandering Village

Cosa succede quando dieci zurighesi decide di sviluppare un city-builder? Il team di Stray Fawn Studio dà alla luce The Wandering Village, uscito in accesso anticipato per PC il 14 settembre 2022, in cui il giocatore dovrà gestire la relazione simbiotica fra Onbu, una creatura gargantuesca, e l’insediamento umano che vive sul suo dorso per sfuggire alle velenose tossine che risiedono nella terra, regalandoci una piccola gemma nostrana. Noi lo abbiamo provato per due settimane, in tutte le sue modalità, e ora possiamo presentarvene la recensione.

I Nyonami, Onbu e la lotta per la sopravvivenza

Il gioco di questo piccolo studio indipendente svizzero vi porterà in un particolare mondo post-apocalittico come non lo avete visto prima – il che è un bene, dato il numero di sandbox gestionali che utilizzano l’estinzione imminente del genere umano come incipit.
Nel mondo di The Wanderin Village, la terra è ormai sterile e ricca di tossine; inospitale a praticamente ogni forma di vita, i pochi umani rimasti devono lasciare la loro casa e trovare un modo per sopravvivere alle spore tossiche che insidiano il loro pianeta. Dopo numerose disavventure i Nyomani trovano rifugio su una bestia antica, Onbu, che si credeva estinta da secoli. Questa creatura gargantuesca a sei zampe, in grado di ospitare un intero insediamento umano sul suo dorso piatto, ha dormito per secoli, sfuggendo all’occhio umano. Risvegliatasi a causa della forte tossicità del terreno, ha cominciato a vagare, trasportando con sé i Nyomani, che oltre ad approffittarsene del suo dorso piano e ricco di risorse, se ne prendono cura per garantire la reciproca soppravvivenza.
Onbu è una creatura gentile, buona ma anche piuttosto semplice. Vive la sua vita facendo pisolini dove le è più comodo, passeggiando in mezzo ai campi fioriti o distese di funghi, spostando piuttosto lentamente chiunque si trovi sul suo dorso in diversi biomi.

I Nyomani, umani dotati di strane maschere antigas per sopravvivere alla tossicità delle spore nel terreno, si sono inizialmente insediati su un addormentato Onbu per stare il più lontano possibile dal terreno tossico, bisognosi di trovare un clima stabile per il loro insediamento sul dorso del gigante buono. Ma Onbu è una creatura senziente, con cicli di fame e sonno, che la porterà a vagare per soddisfare i propri bisogni, ignara degli umani che la popolano. La vita sul nostro gentile amico a sei zampe è dunque tutto tranne che semplice: un suo soggiorno in un deserto arido per scaldare dolcemente la sua pelle coriacea potrebbe essere letale per le piantagioni del nostro insediamento, portando dunque all’estinzione umana.
Malgrado tutto, non potrete fare a meno di affezionarvi a questa sbadata bestia gargantuesca, anche quando vi porterà in un clima inospitale dopo una decina di minuti di gioco, mentre ancora cercate di capire come diamine funziona questo simulatore, e vi farà schiattare i venti umani perché non riuscirete a far crescere il cibo. Grazie, Onbu. Malgrado ciò, citando Rosa Diaz di Brooklyn 99, I’ve only had Onbu for a day and a half, but if anything happened to him, I would kill everyone in this room and then myself“.

Una lunga passeggiata ancora in corso

Il gioco è in accesso anticipato su PC, e lo studio ha annunciato l’uscita del gioco a data da definire su Xbox Series X/S. lo studio indipendente svizzero dà il benvenuto ai giocatori appena si avvia il gioco, avvisando che molte delle funzionalità sono ancora in via di sviluppo, ma garantendo la possibilità semplice e veloce di reportare bug e altri problemi, garantendo il feedback in qualsiasi momento di gioco tramite un pulsante a forma di coccinella o tramite il loro canale discord pubblico.
Nella sua versione v0.1.33, il gioco ha tre modalità, che si differenziano per difficoltà. La modalità Novizio, che è la prima che abbiamo provato per testare l’approccio del gioco a giocatori inesperti, fa partire Onbu e il suo insediamento di Nyomani in biomi sicuri e ospitali, e un NPC – l’anziano del villaggio – ci prenderà per mano guidandoci passo per passo nello sviluppo del nostro insediamento. La modalità Adepto è consigliata per i giocatori di livello intermedio, e come per la prima modalità si inizierà in una regione ospitale. Senza nessun npc ad aiutarci, si progredirà verso biomi più pericolosi. La terza e ultima modalità, chiamata Veterano, è per giocatori esperti, e il nostro insediamento prenderà piede su Onbu in un clima inospitale e spietato. Oltre a poter chiamare il nostro insediamento con nomi stupidissimi da bravi giocatori che condividono mondialmente un neurone, la possibilità di scegliere la difficoltà è qualcosa che apprezziamo, e malgrado tutto consigliamo una veloce partita a tutti a livello novizio, anche per abituarsi meglio alle meccaniche di gestione doppia dell’insediamento e del nostro amico Onbu.

L’inizio del gioco è molto simile a qualunque city-builder: si raccolgono le risorse iniziali (sassi, legna e bacche) e pian piano si sviluppano alloggi, centri di ricerca, sistemi di raccolta e stoccaggio dell’acqua, e via dicendo. Tutto molto facile e intuitivo, e soprattutto compreso di un log di gioco in basso a sinistra, che vi racconterà non solo i report delle vostre costruzioni e dei vostri abitanti, ma anche dei movimenti di Onbu.
Assegnare il numero di abitanti ad ogni compito è altrettanto semplice, dovendo letteralmente gestire dei pulsanti “+” e “-“. Data la mano d’opera scarseggiante, che è difficile da aumentare a meno che non si trovino altri umani nel cammino di Onbu da accogliere sul suo dorso, vi è un sistema di prioritizzazione dei vari lavori da eseguire, che ci permette di creare una scaletta per i nostri abitanti. È sempre possibile visualizzare in alto a destra quante persone nel nostro insediamento sono disponibili, quante lavorano, e i loro bisogni più pressanti, così da sapere con quale costruzione o ricerca procedere.
È facile dimenticarsi di essere su un essere vivente in quanto Onbu è una creatura completamente autonoma, che soddisferà i propri desideri anche da sola. Ricordiamoci però che se tutti gli umani del nostro villaggio dovessero morire, o se dovesse farlo il nostro adorabile, colossale mezzo di trasporto e compagno di viaggio, sarà game over. Sarà dunque molto importante bilanciare lo sviluppo e il mantenimento di entrambe le cose! È infatti possibile ricercare e costruire modi per comunicare e prendersi cura di Onbu – anche i suoi bisogni sono mostrati in alto a destra -, che ci darà tutta il suo amore se lo tratteremo con dolcezza. Il gioco ci permette tranquillamente di approfittarci di Onbu senza pietà, utilizzando ad esempio il suo sangue per nutrire i nostri Nyomadi, passando dunque da simbionti a parassiti, ma la bestia itinerante non ne sarà per niente contenta, e ci remerà contro più noi abusiamo di lei, rendendoci la vita piuttosto difficile. La scelta sta a voi, a dipendenza di che strategia deciderete di usare.
Eppure, anche prendendoci cura di Onbu a volte capiterà che la bestia, goffa, in un modo o nell’altro ci distrugga parte dell’insediamento. Ma come si può odiare questa adorabile bestia gigantesca? Anche se per colpa sua dovessimo perdere la partita, vorremmo comunque avere un peluche scala 1:10000 del nostro mezzo di trasporto preferito su cui dormire.

Un vibe diverso

I suoni del gioco sono calmi, semplici ma ricchi. Si sentono delle percussioni e dei cori di voci dai suoni tribali, che ricordano esotiche tribù che vivono ai confini del mondo e, come noi, a volte devono affrontare le intemperie del mondo. Anche i suoni prodotti da Onbu sono mozzafiato – a volte anche inaspettati -, accompagnati da piccole scosse di assestamento per ogni suo cambio di movimento. È difficile dimenticarsi di essere su Onbu.
The Wandering Giant ha questo particolare stile che lo rende magico. Tutta l’ambientazione è disegnata minuziosamente, dai dettagli mozzafiato e a volte difficili da cogliere, come le sottili differenze fra alcuni degli edifici, mentre i personaggi sono colorati con colori piatti e dalle tinte tenui, quasi pastello. Gli abitanti indossano dei vestiti semplici e comodi, e soprattutto hanno costantemente naso e bocca coperti, a ricordarci della tossicità dell’aria. Il loro design è in costante contrasto con l’ambiente circostante, che – non dimentichiamolo – altro non si tratta che del dorso di Onbu. Questo contrasto ci ricorda costantemente che siamo solo degli ospiti sul nostro errante compagno di viaggio, e che malgrado lo spazio finito intorno a noi possa sembrare accogliente, la terra ci sta uccidendo, e gli esseri umani sono pronti a tutto pur di sopravvivere, anche diventare dei parassiti.

Malgrado sia ancora in accesso anticipato, vi consigliamo di comprare questo gioco. Oltre a sostenere una realtà Svizzera, l’esperienza di gioco è davvero piacevole. Vi affezionerete molto velocemente a Onbu e alle sue roccambolesche passeggiate, e malgrado lo odierete quando si metterà a mangiare funghi per lunghi, interminabili giorni, in un bioma a voi inospitale, mentre sopravvivete solo di bacche per non disturbare il gigante buono perché diamine non posso fare del male ad un cumulo di codice e pixel sottoforma di stegosauro gargantuesco con la faccia un po’ da scemo, vi divertirete comunque molto a vivere sul suo dorso.
Speriamo che con l’uscita definitiva del gioco vi siano più elementi narrativi che completino questa esperienza mistica e tribale.

Ci piace

  • Doppia gestione di risorse
  • Post-apocalittico diverso dal solito
  • Tribale e mistico

Non ci piace

  • Poca narrativa
5.5

Scritto da : Giulia Da Costa

Conosciuta anche come Duckie, Giulia è una redattrice appassionata di indie e studentessa di Media Management.

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