That Time I Got Reincarnated as a Slime Isekai Chronicles è un titolo tratto dal famoso Isekai Vita da slime il quale, soprendentemente, non è stato quasi per nulla pubblicizzato prima del lancio, eccezion fatta per qualche sporadico trailer.
In effetti, non sembrava esserci molto interesse da parte della software house Bandai Namco Entertainment di pubblicizzare questa nuova uscita. Il che è un peccato, perché a livello di gameplay il gioco è anche relativamente appagante, fatta eccezione per la trama, in quanto i lavori di trasposizione dall’opera iniziale l’hanno resa un po’ sempliciotta.
That Time I Reincarnated as a Slime Isekai Chronicle è essenzialmente una versione ridotta della storia di TenSura in forma di gioco. Iniziamo nei panni di Rimuru come uno slime, che, in origine, era un uomo del nostro mondo, morto e reincarnato in un mondo alternativo e di fantasia. A causa del modo in cui viveva la versione umana del personaggio, l’alterego slime acquisisce di una serie di peculiarità, come l’abilità predatore (in breve la capacità di divorare e acquisire le sembianze e le capacità della vittima) e l’assistente (chiamato il Grande Saggio). Nella caverna in cui si risveglia, Rimuru incontra il drago Veldora, che tuttavia riuslta essere stato sigillato da un eroe umano dopo aver raso al suolo un intero villaggio. Il drago, impressionato dalle abilità dello slime, decide di allearsi con Rimuru e farsi così divorare al fine di essere liberato dal sigillo con l’abilità Grande Saggio.
I due mostri decidono di scambiarsi i nomi, diventando insieme Rimuru Tempest. Dalla fusione e a relativa dissolvenza dell’aura di Veldora viene sprigionata una forza impressionante la quale trasforma Rimuru Tempest padrone di tutti i mostri nelle vicinanze. Pertanto egli decide di perseguire una sola missione: creare uno spazio sicuro in cui gli esseri viventi della foresta possano vivere in pace. Dall’incontro con Velora, il gioco avanza molto rapidamente fino a quando Rimuru acquisisce una forma umana. Dopo la conclusione del villaggio, Rimuru e gli altri coprotagonisti affrontano l’arco narrativo del Regno di Falmuth, coprendo una parte consistente della storia in modo sintetico. Alcuni elementi vengono letteralmente tagliati, probabilmente per far sì che il titolo si concentrasse maggiormente sulle battaglie. Per un fan della serie, questi tagli non saranno visti sotto una buona luce, in quanto la semplificazione delle scene rendono l’insieme della trama quasi fin troppo “banale”.
Il gameplay di That Time I Reincarnated as a Slime Isekai Chronicle è relativamente semplice. Le battaglie si svolgono a scorrimento bidimensionale con tre personaggi attivi, mentre due rimangono inattivi potendo però essere richiamato in ogni momento. Si tratta in breve di un side scrolling bidimensionale con elementi hack’n slash in cui tutti i personaggi del famoso anime possono mettere a segno le famose mosse contro gli avversari viste nell’anime. La mappa (non esplorabile) mostra diversi punti da selezionare per poter avanzare nella trama e cominciare così le conversazioni con gli altri personaggi (che ricordano molto i tales of come modalità di visualizzazione). Durante i combattimenti, si controlla uno dei tre personaggi attivi, con l’obbiettivo di concatenare combo per infliggere più danni. Vi sono attacchi standard e mosse speciali, quest’ultime adatte a rompere gli scudi aversari, che possono essere concatenate contemporaneamente al fine di creare maggior danno. Più interessanti sono le mosse “ultimate” di ogni personaggio che si possono scatenare sui nemici non appena l’apposito indicatore è pieno. Le battaglie sono un continuo scambio fra i tre personaggi attivi e con i due inattivi in background al fine di abbattere il più velocemente possibile gli scudi avversari e infliggere il maggior danno nel minor tempo. Di conseguenza, maggiori sono le buone prestazioni in combattiemto migliori sono le ricompense a fine battaglia. Se è veroche, da una parte, la semplicità del gameplay può decretare il successo o meno di un gioco, nel caso in questione i combattimenti, per quanto spettacolari, risultano molto ripetitivi.
I materiali raccolti nei dungeon (in cui si svolgono i combattimenti) sono necessari per la gestione e costruzione del villaggio. Ogni edificio che si crea andrà a portare benefici per i personaggi del gioco, dalle statistiche ad altri effetti tangibili in battaglia. Tuttavia, come gestionale lo sviluppo del villaggio è limitato alla sola costruzione senza portare ulteriori elementi che approfondiscono questo aspetto. Seppur apprezzata l’elemento gestionale, la sua aggiunta non rende il titolo particolarmente complesso, anzi. L’elemento gestionale del gioco resta una componente pensata superficialmente e non aggiunge profondità alcuna al titolo. Ragione per cui sarebbe stata gradita qualche opzione in più, oltre ad aumentare le statistiche dei personaggi. Se, inoltre, si considera il notevole backtracking, ovvero l’obbligo imposto al giocatore di tornare negli stessi dungeon della mappa di gioco per raccogliere i materiali necessari a costruire, ciò non aiuta ad apprezzare la componente gestionale del gioco.
Concludendo, da una parte comprendiamo i motivi della poca pubblicità al qui presente Blockbuster. in effetti, a parte i combattimenti, gli altri elementi del gioco sono assai carenti e troppo semplicistici, cadendo facilmente nel monotono dopo poco tempo. Peccato, perché il prodotto potrebbe raggiungere facilmente la sufficienza sé fosse stato curato sotto determinati aspetti.
The Good
- Sistema di combattimento curato e spettacolare
- ci sono tutti i personaggi della serie con le loro famose mosse
The Bad
- Troppo backtracking e farming
- gestione del villaggio al limite basico
- la semplificazione della trama l'ha resa senza mordente