Tales of Arise

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Tales of Arise

Esplorazione, strategia, bestie feroci e lotta per la libertà, elementi incorniciati da una curata ambientazione anime e da un’ampia possibilità di personalizzazione. Tales of Arise è tutto questo, e molto di più. Single player offline, il gioco a tratti sembra catapultarci all’interno di un anime di qualità, grazie ad alcune particolarità che vedremo più nel dettaglio qui sotto.

Sviluppato nel 2021 da Bandai Namco, è il diciassettesimo titolo della popolare serie di JRPG “Tales of”, ed è un titolo cross-gen, disponibile per PC, PS4, PS5, XBOX One e XBOX Series X/S.

Live long and rich?

In antichità, Dahna era un pianeta ricco e prospero, nei suoi cieli troneggiava il pianeta gemello Rena e il suo satellite, Lenegis. Trecento anni prima dell’inizio della nostra avventura, Dahna venne invasa dai renani, popolo padre di tecnologie incredibilmente avanzate; i renani ridussero il popolo di Dahna in schiavitù, costringendoli a lavorare in terribili condizioni per produrre ed estrarre l’energia astrale, elemento utile ai Lord di Rena assegnati ai cinque regni del pianeta da loro conquistato. Il nostro protagonista è un giovane schiavo dahnano di nome Alphen, incapace di provare alcun tipo di dolore fisico, che ha perso ogni ricordo del suo passato e che indossa una particolare maschera di ferro che non è in grado di togliere.

La sua strada si incrocia con quella di Shionne, una renana tenuta prigioniera dal proprio popolo in quanto colpevole di tradimento, avendo sottratto il nucleo primario del fuoco ad uno dei Lord. Shionne è afflitta da una maledizione chiamata “aculei”: chiunque la sfiori prova un atroce dolore simile alla scarica di un fulmine. Alphen (chiamato inizialmente Maschera di Ferro per la sua particolare caratteristica) è l’unico capace di toccarla senza conseguenze. Ciò lo rende in grado di estrarre dal nucleo primario, racchiuso nel corpo della ragazza, un’arma incredibilmente potente, la spada fiammeggiante. Alphen e Shionne, nonostante quest’ultima sia restia ad allearsi con un dahnano, decidono di unire le forze per raggiungere il loro obiettivo comune: spodestare i Lord renani e porre finalmente fine alle angherie subite dal popolo di Dahna. Nel corso del gioco incontreranno diversi interessanti personaggi, che si aggiungeranno ai due per aiutarli a raggiungere il loro scopo. Così come i suoi predecessori, anche Tales of Arise ha una trama indipendente, che lo rende quindi adatto anche a chi non ha mai giocato i titoli precedenti.

Combattere ad Arte

Una delle caratteristiche meglio riuscite di Tales of Arise è sicuramente il sistema di combattimento. Innanzitutto, ogni elemento viene inserito per gradi, dando modo al giocatore di prendere confidenza con i comandi e le funzionalità dei combattimenti, prima di inserirne di nuove. I personaggi giocabili, sei in totale, hanno uno stile di lotta diverso tra loro, ma ben bilanciato. Oltre ai normali attacchi, ogni personaggio è in grado di usare le Arti, attacchi speciali che consumano la BA (Barra delle Arti), che si ricarica autonomamente nel tempo. Fanno eccezione le Arti curative, che consumano PC (Punti Cura), i quali sono condivisi da tutta la squadra e si possono ricaricare solamente riposando o utilizzando lo specifico consumabile. È data importanza anche al sistema di schivata che, se effettuata al momento giusto, provocherà un rallentamento del tempo per permettere al giocatore di sferrare un contrattacco con un bonus sui danni inflitti. Le Arti a disposizione per ogni personaggio sono moltissime e possono essere sbloccate proseguendo nel gioco, oppure selezionandole dalle rose delle abilità del personaggio.

Le battaglie si svolgono in un’area adibita ad hoc quale arena, in cui si verrà automaticamente trasportati all’inizio dello scontro. Per dare il via ai combattimenti, il nostro personaggio dovrà avvicinarsi al nemico fino a toccare fisicamente il suo sprite, senza avere la possibilità di attaccare (o di essere attaccati) prima in alcun modo; non è quindi possibile avere un piccolo vantaggio dettato da, ad esempio, un attacco furtivo alle spalle. Questa particolare meccanica ci ha fatto storcere un po’ il naso, ma in ogni caso i tempi di caricamento quando si entra ed esce dall’arena sono brevissimi anche su vecchia generazione (abbiamo infatti giocato Tales of Arise su Xbox One). Durante il combattimento, soprattutto quando giochiamo con il party pieno (4 eroi al massimo), quello che succede sullo schermo può diventare poco chiaro: le Arti, in pieno stile nipponico, sono infatti un tripudio di colori ed effetti visivi, rendendo il tutto un po’ confuso quando ogni personaggio utilizza un’Arte nello stesso momento. Possiamo utilizzare ognuno dei membri del party, mentre quelli controllati dall’AI attaccano autonomamente i nemici. Nel menu di gioco possiamo modificare e personalizzare il comportamento dei personaggi di supporto, scegliendo di renderli più aggressivi, oppure conferendogli unicamente la funzione di supporto (curativa). Abbiamo inoltre la facoltà di determinare ancora più nel dettaglio il comportamento in battaglia dei personaggi di supporto, grazie ad una modalità chiamata “Strategie”, dando ad esempio priorità agli attacchi diretti, scegliendo se utilizzare o risparmiare i Punti Cura, ed altre numerosissime opzioni.

Anche durante l’esplorazione il giocatore può scegliere di controllare il personaggio che preferisce. È inoltre possibile accedere a dei dialoghi opzionali, che mostrano i rapporti tra i membri del nostro party e l’evoluzione degli stessi nel tempo. I dialoghi sono rappresentati in stile manga, le vignette che si susseguono sullo schermo mentre i personaggi parlano fra loro. Un modo piacevole di approfondire la conoscenza dei nostri eroi scoprendo qualcosa in più sul loro conto. Un piccolo, ma piacevole dettaglio è che i membri della nostra squadra interagiscono spesso tra loro anche durante l’esplorazione e i loro brevi commenti sono visibili nel quadrante inferiore sinistro dello schermo, dandoci l’impressione che essi siano veramente al nostro fianco durante l’avventura e non solo come supporto in combattimento. I livelli sono strutturati in stile “corridoio”, ma sono comunque ampi, ben densi di nemici e vale la pena esplorare ogni anfratto e vicolo, per non farsi sfuggire i numerosi ingredienti o gli utili strumenti, come le rare gelatine necessarie per ripristinare i Punti Cura. Avremo in ogni caso la possibilità di viaggiare rapidamente in tutti i luoghi già visitati in precedenza.

Sfaccettato

Tales of Arise è un titolo disponibile per vecchia e nuova generazione, oltre che su PC. Nella versione da noi testata (Xbox One) non abbiamo riscontrato particolari cali di frame, il gioco scorre fluido e i tempi di caricamento sono brevi, sia che si tratti di viaggio rapido, entrata/uscita dall’arena di combattimento o durante il passaggio tra cutscene e gameplay. Non esistono modalità multiplayer o co-op, si tratta di un’esperienza completamente offline da godersi in solitaria.

In conclusione, abbiamo apprezzato la maturità e l’attualità degli argomenti toccati dalla trama di Tales of Arise, quali il razzismo, la discriminazione e la lotta per la propria libertà. Ogni protagonista è stato curato nel dettaglio: ognuno di essi presenta diverse sfaccettature che vengono ben approfondite, anche grazie ai numerosi dialoghi opzionali. Al contrario, gli antagonisti non sono particolarmente memorabili, non troviamo infatti il tipico “cattivone” da odiare e temere nel corso dell’avventura. Le ambientazioni sono degne di lode, ottimo level design e cutscene animate in 2D piacevoli e curatissime. Il doppiaggio giapponese e le musiche che ci accompagnano nella nostra avventura rendono l’esperienza di gioco molto simile al godersi un anime di buona qualità che ci tiene incollati allo schermo. Il fatto di essere trasportati in un’arena per gli scontri, nonostante i tempi di caricamento molto brevi, è leggermente passato di moda, inoltre non abbiamo la possibilità di attaccare fuori dall’arena, impedendoci quindi di avere un vantaggio sul nemico colto di sorpresa. In ogni caso, Arise si fa perdonare grazie al suo fiore all’occhiello: un pregevolissimo sistema di combattimento.

Ci piace

  • Eccellente combat system
  • Protagonisti ben approfonditi e interazioni fra di essi ben curate
  • Trama interessante che trasmette un messaggio più maturo rispetto ai predecessori
  • Level design, doppiaggio e cutscene di ottima qualità

Non ci piace

  • Antagonisti poco memorabili
  • Impossibilità di attacco fuori dall’arena di combattimento
  • L’uso contemporaneo di Arti da parte dei personaggi giocabili può rendere a tratti confusionario il combattimento
5

Scritto da : EllyPepper

Gattara, bassista, appassionata di videogiochi, film e serie tv sin dalla tenera età. Studentessa di grafica e web design, animazione e gaming.

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