Synth Riders

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Synth Riders

Synth Riders è un gioco che ci ha stuzzicato. Da grandi fan di Beat Saber quali siamo, specialmente durante il periodo di pandemia come buon sistema per fare movimento restando a casa, non potevamo non dare uno sguardo più da vicino ad un titolo che riprende la stessa idea di base: rhythm game in realtà virtuale.

Abbiamo approfittato allora dell’uscita del pacchetto Electro Swing Essentials per farci qualche partita.

Unisci le mani!

Synth Riders, a differenza di Beat Saber, ha un suo tema particolare. Lo chiameremmo retrò anni 80, con colori neon e uno stile palesemente ispirato a quella decade. I livelli sono tutti rigurgitanti di colori, di effetti e di movimento (fin troppo a volte, ci ritorneremo) e in generale Kluge Interactive ha fatto un buon lavoro nel dare a questo gioco un suo sapore particolare. Abbandonate le spade laser, in Synth Riders le nostre mani si trasformano in due sfere, una per mano, che dobbiamo muovere attorno a noi per colpire altre sfere più piccole che si muovono verso di noi.

Oppure dobbiamo seguire delle scie luminose, talvolta con una sola mano, talvolta con due, talvolta unendole in modo da formare un punto di contatto unico. Synth Riders richiede certamente una certa dose di coordinazione da parte nostra, specialmente perché ci sono complicazioni come, ad esempio, sezioni in cui dovremo scegliere se colpire gli obiettivi con la mano destra o sinistra, dovendo poi continuare finché la sezione speciale non sarà terminata. Sicuramente è più complesso di semplici sciabolate a destra e sinistra ma ci si fa presto l’abitudine! In più c’è anche la Force Mode, in cui non basta sfiorare le sfere che vengono verso di noi ma dovremo anche applicaci una certa dose di forza, in pratica prendendo gli obiettivi a pugni.

Vs

La differenza principale tra Synth Riders e Beat Saber (oramai il confronto è d’obbligo) è come si gioca. Se in Beat Saber dobbiamo fare movimenti in una direzione precisa (perché i cubi vanno colpiti nel senso indicato da una freccia) in Synth Riders possiamo teoricamente colpire le sfere in qualsiasi direzione vogliamo anche se, in un’ottica più ampia, saremo sempre obbligati a colpirle in un modo che ha senso per mantenere movimenti fluidi e che ci permettano di continuare la fila di combo. Il risultato principale è che Synth Riders è un gioco che punta molto di più sulla precisione dei movimenti che non il brutale tempismo di Beat Saber.

Dovremo muoverci con energia, certo, ma meno e dinamismo rispetto al gameplay con le spade laser. Ai livelli più elevati il consumo energetico da parte nostra aumenterà sensibilmente, perché dovremo muoverci molto di più eppure, in tutta onestà, abbiamo sentito un po’ la mancanza della soddisfazione provata nell’affettare i cubi di Beat Saber. L’aggiunta difficoltà del seguire movimenti asincroni con le due braccia, magari impegnate in due diverse file concatenate di sfere, è meno soddisfacente di tagliare senza pietà una lunga colonna di cubi. Detto questo, se non avete qualche abbondante decina di ore su Beat Saber, troverete Synth Riders complicato ai livelli più alti. Il grado di precisione e rapidità richiesto non è una cosa che si impara da un giorno all’altro! Per quanto mi riguarda, ho iniziato immediatamente dalla difficoltà Hard per poi salire gradualmente verso Extreme.

Luci, colori, musica, movimento

Synth Riders, come impostazione di base, fa scorrere il mondo verso di noi. Nel senso che mentre giochiamo, vedremo il livello muoversi verso di noi, scatenando in chi scrive un immediato senso di nausea travolgente. Per fortuna gli sviluppatori hanno pensato alla motion sickness e se siete deboli di stomaco come il sottoscritto, c’è una comoda impostazione che rende le cose più statiche, anche se perderemo un po’ il piacere di vedere l’avanzamento dei livelli sino alla fine. Visivamente, come detto in apertura, Synth Riders è assai gradevole. Molto più ricercato di Beat Saber, il mondo al neon di Synth Riders ha un suo sapore tutto particolare nel quale è divertente immergersi.

A livello di performances non abbiamo notato alcun problema, il gioco mantiene costantemente un framerate stabile che non induce sensi di nausea (ma potrebbe essere anche merito della nostra macchina di test dotata di Ryzen 9 3900X e 2080 Ti?). La scelta musicale, visto che possediamo tutti i pacchetti usciti fino ad ora, è assai soddisfacente. Troviamo musica elettronica (ovvio!) ma anche altri generi, come ad esempio l’electro swing (parte dell’electro swing music pack essentials). Troveremo in genere un buon mix di synthwawe, dubstep e truzzame vario. Un mix piacevole (potete ascoltare la sountrack ufficiale del gioco su Spotify). Un assoluto plus del gioco è il supporto alle musiche personalizzate che poi è quello che ha reso Beat Saber tanto popolare con sistemi come BeatDrop. Per Synth Riders si può usare synthriderz.com e altri sistemi, magari non legalissimi, ma che nell’ottica di espandere la tracklist, di sicuro funzionano.

Bottom line

Synth Riders, fosse uscito quale primo rhythm game in VR, avrebbe fatto un grande successo. Da secondo arrivato, è un po’ meno impressionante. Visivamente curato, una buona tracklist, in grado di farci sudare mica male se ci mettiamo d’impegno. Ma stringi stringi, dobbiamo dirlo, è meno divertente di Beat Saber. Vuoi per le lunghe scie di note difficili da seguire, vuoi per la precisione necessaria nei movimenti. Semplicemente, in modo del tutto soggettivo, il feedback dell’affettare i cubi di Beat Saber è più soddisfacente delle sfere di Synth Riders. Obiettivamente siamo di fronte ad un titolo curato con una sua identità che ha tutte le carte per divertirvi. Ma il cuore vuole ciò che il cuore desidera e nel nostro caso, sono le spade laser. Dipende dai vostri gusti!

The Good

  • Ambientazione
  • Opzioni di gioco
  • Buon senso di sfida

The Bad

  • Meno divertente di Beat Saber?
4.75

Written by: Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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