Super Mario Odyssey

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Super Mario Odyssey

Super Mario. Due magiche paroline che fanno battere il cuore di ogni gamer che si rispetti. Che si tratti di una console portatile, una casalinga o di una ibrida, quando Nintendo prepara un titolo tripla A con protagonista il simpatico baffetto italico, l’hype monta come la doppia panna friborghese. E Mario Odyssey? Hype giustificato?

 

Tanto di cappello

Bowser, tanto per cambiare, ha rapito la principessa Peach. Ma questa volta ha davvero esagerato, saltando tutta la parte del corteggiamento, della prigionia nei castelli e ha, saggiamente, deciso di passare alla fase matrimonio. Si risparmia tempo, soldi e arredamento di camere/prigioni lussuose. Certo, un matrimonio va organizzato: torte, regali, anelli, rinfresco… Quindi, per l’occasione, una strana banda di conigli squilibrati barra wedding planner sono stati messi al lavoro. La loro missione è girare il mondo e raccimolare tutto quello che serve al grande matrimonio e, se capita, sbarazzarsi di un determinatissimo Mario.

La storia di Odyssey è, come di consueto, una mera scusa per sbatterci contro mostri, livelli e ambientazioni disparate. Il che, come al solito, è più che sufficiente per noi quando si tratta di un gioco di Super Mario. In questo nuovo gioco, uscito ovviamente solo su Switch, però non saremo totalmente soli nelle nostre peregrinazioni nel perenne tentativo di salvare la principessa Peach. Ad inizio gioco incontreremo Cappy, un personaggio davvero curioso. Si tratta di un cappello magico in grado di parlare e di donare a Mario tutta una serie di poteri davvero speciali. Ad esempio possiamo usare Cappy per sbarazzarci dei nemici, per distruggere oggetti e per prendere il controllo di altri esseri viventi. Diventare una ranocchia salterina? Nessun problema! Prendere il controllo di un Goomba? Si può fare! Possedere un TIRANNOSAURO? Certo!! Le possibilità di gameplay, lo immaginerete, sono parecchio vaste e il team di sviluppo si è decisamente sbizzarrito con questo nuovo potere di Mario.

Un po’ Sunshine, un po’ 64, un po’ Galaxy, un po’ 3D World…

Odyssey è, non abbiamo alcun dubbio a riguardo, una vera summa dei suoi predecessori. Il primo Mario open world dai tempi di Sunshine pesca a mani basse dai giochi che l’hanno preceduto, miscelando i punti di forza e le peculiarità di ogniuno di essi con una perizia che raramente vediamo non solo nel genere platform ma nei videogames in generale. Viaggiando per i vari mondi di gioco a caccia di lune nascoste nei posti più disparati e impensabili, ci rendiamo conto che il sistema di gameplay di Odyssey rappresenta l’apice della categoria. Un platform senza sbavature, che sa soprenderci ancora ed ancora, con soluzioni mai banali e sempre inattese. Perché il livello in cui prendiamo possesso di un T-Rex è solo una delle bizzarrie insapettate di Odyssey. Sparsi per i vari mondi troveremo infatti anche delle zone a 2 dimensioni in cui il nostro protagonista tornerà indietro di 20 anni, con una grafica da NES per brevi ma divertenti sezioni amalgamate perfettamente nei mondi 3D.

L’esplorazione in Odyssey è tutto. Sebbene sia possibile finire il gioco con un minimo di lune per livello, arrivando in una decina d’ore alla fine, sono in realtà necessarie da 5 a 6 volte questo tempo per raccogliere ogni oggetto, raccimolare ogni moneta speciale e scoprire ogni segreto. Come da tradizione infatti anche in Odyssey c’è letteralmente una valanga di contenuti nascosti. Che si tratti di piccole zone oppure di veri e propri angoli di mondo, le parole d’ordine sono sperimentare ed esplorare. Alcune lune infatti vanno raccolte compiendo le attività più disparate: piantare dei semi magici negli appositi vasi, seguire pazientemente un cagnolino nel deserto, trovare rape dorate, cavalcare strani leoni, giocare d’azzardo… la parola “limite” sembra non esistere nel vocabolario di Nintendo.

Audace

Tutto in Odyssey è audace. Sicuramente la scelta di creare mondi sia realistici che tradizionali. Questi ultimi sono un tripudio di colori, di personaggi buffi e di situazioni esilaranti. Ma ci sono anche mondi dall’impronta più reale. Una foresta e una metropoli non sembrano ambientazioni adeguate all’idraulico più famoso del mondo. Eppure, dopo un l’iniziale sconcerto, non ci sentiamo di giudicare questa scelta in modo negativo. Mario funziona anche in mondi meno fiabeschi anche se, in questo caso particolare, molto dipenderà dai vostri gusti.
Questo gioco è audace anche perché osa inserire il motion gaming in un titolo fatto per Switch che molti utilizzano semplicemente in modalità portatile. Fortunatamente tutte le varie gestures sono facoltative, sia che utilizziate la console portatile, coi joycon nell’adattatore o il pro controller (quest’ultimo, a nostro parere, rimane il metodo in assoluto migliore per giocare a Odyssey). Facoltative dicevamo. Anche perché spesso sono imprecise, specialmente per quanto riguarda alcune mosse legate a Cappy che vorremo usare in momenti di pericolo o tensione e che spesso non funzioneranno come vogliamo. È una cosa piacevole da avere ma che ci siamo ritrovati a non usare se non in situazioni di relax, per evitare di perdere un punto vita.

Capolavoro annunciato

Mario Odyssey ci è piaciuto. Parecchio. È un vero Mario, pedigree certificato e tutto quanto. Un graditissimo ritorno al free roaming (sebbene limitato dai vari mondi di gioco), un gameplay che rasenta la perfezione (al netto dei comandi motion) e una realizzazione tecnica che spinge al limite le capacità di Switch. Se volete giocarlo al meglio, secondo il nostro modestissimo parere, giocatelo sulla TV col pro controller. Se vi piacciono i giochi di Mario, se amate il platform o semplicemente siete degli estimatori dei videgiochi belli, Mario Odyssey va giocato. Una vera killer app per Nintendo Switch.

Ci piace

  • Gameplay
  • Livelli
  • Fantasia

Non ci piace

  • Controlli motion
5.75

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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