Starfield

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Starfield

Se state leggendo questa recensione, è probabile che lo stiate facendo a causa dell’alta aspettativa che circonda l’uscita di questo titolo. Sin dal teaser presentato nel lontano 2018 durante l’ormai scomparsa E3, Bethesda ha voluto in pochi secondi dimostrare quale fosse il suo prossimo obiettivo e come avrebbe introdotto una nuova saga nel suo repertorio.

Sì, perché basta menzionare titoli come The Elder Scrolls, Fallout, Quake o Doom, giusto per citarne alcuni dei loro franchise, per capire che questo studio deve rispettare determinati standard per il proprio pubblico. Ed è proprio Starfield a inaugurare una nuova serie di esclusive per la console targata Microsoft e per la sua controparte su PC. Ma scopriamo di cosa si tratta e se tutta questa attesa, dopo aver visto nei negozi un paio di settimane prima dell’uscita il bellissimo controller e le cuffie per Xbox in edizione limitata in stile Starfield, ne vale veramente la pena.

Una premessa, prima di iniziare ad analizzare il gioco. Questo titolo è talmente vasto e immenso che descriverlo nel dettaglio è praticamente impossibile nel poco tempo a disposizione. Ovviamente, per chi ha già giocato a titoli di Bethesda di questo genere, troverà alcune meccaniche e stili che non si discostano particolarmente dai precedenti titoli dello studio. Questo aspetto può essere visto sia positivamente che negativamente da chi impugna il controller e magari cerca qualcosa di rivoluzionario. Ma andiamo avanti e passiamo alla sua trama.

Storia

Siamo nell’anno 2330, e l’umanità ha lasciato il pianeta Terra alle spalle, espandendosi tra le stelle della Via Lattea, colonizzando nuovi sistemi e pianeti. Purtroppo, nel corso degli anni, lo spirito pionieristico che ha guidato la diaspora iniziale è svanito, e gli sforzi per esplorare oltre lo spazio conosciuto sono diminuiti. Il gioco inizia nei panni di un minatore senza identità, che scende nelle profondità del punto di estrazione di Argos sul pianeta Vectera con altri membri, dove impareranno i primi comandi base sull’estrazione dei minerali. Ma quando il giocatore entra in contatto con un antico artefatto alieno e lo tocca, perde coscienza e ha una visione straordinaria. Incontra presto la Costellation, l’ultimo gruppo di esploratori spaziali, che cerca di risolvere il mistero più grande di tutti: cosa si nasconde là fuori? È un destino che cambierà il modo di vivere e di esplorare nuovi mondi e nuove galassie.

È vero, la trama iniziale potrebbe non sembrare la migliore, ma è un modo carino per convincerci ad abbandonare la routine da minatore per esplorare “liberamente” lo spazio, e in seguito creare il nostro personaggio (di cui parleremo in dettaglio in seguito). Nonostante un inizio un po’ lento, la storia guadagna intensità nel corso dell’avventura, forse creando una delle migliori narrazioni mai viste da Bethesda e oltre.

Gameplay

Starfield, come Skyrim o Fallout, riesce a catturare l’attenzione del giocatore facendolo perdere nelle interminabili conversazioni. Non stiamo dicendo che il gioco sia solo testuale, ma che praticamente moltissimi NPC sparsi per l’intera galassia potrebbero chiedervi di aiutarli in qualche compito, e ascoltare attentamente le missioni è essenziale per portarle a termine. Ovviamente, ci sono anche numerosi documenti all’interno di libri, taccuini e computer. Inoltre, sono presenti mostre virtuali con narratori e ologrammi dedicati al passato, che è possibile saltare se non vogliamo ascoltarli. Insomma, una storia così vasta da far invidia a molti giochi.

Come nei precedenti titoli di Todd Howard, game director di Starfield, Skyrim e Fallout 4, la trama principale è solo un piccolo elemento che introduce il protagonista in un contesto più ampio. Ovviamente, le colonizzazioni hanno portato non solo benefici, ma anche problemi, creando fazioni, gruppi criminali, pirati spaziali e cooperative economiche. In altre parole, gli anni e i secoli passano, ma i problemi umani rimangono gli stessi. Ma non voglio dilungarmi troppo su questi punti per evitare spoiler.

Iniziamo invece a parlare della creazione del personaggio, cosa che ha suscitato qualche reazione negativa tra gli utenti. In Starfield è possibile personalizzare vari attributi per rendere l’astronauta più simile ai nostri tratti (o anche diverso), come in molti altri giochi, ma con una maggiore libertà. Ad esempio, se scegliete un determinato genere, potete successivamente selezionare il pronome corrispondente. Questo aspetto ha suscitato l’indignazione di alcuni utenti. È vero che oggi, nella vita reale, si tende a essere più inclusivi, ma nel contesto del gioco, dovremmo ricordare che è un’opportunità per divertirsi e essere chiunque si desideri. Non mancano caratteristiche della personalità che conferiscono abilità iniziali interessanti, come la capacità di forzare serrature o migliorare la potenza di fuoco, o tratti sociali e religiosi che offrono bonus unici ai giocatori.

Tornando al gameplay, non siamo obbligati a seguire immediatamente la trama principale e unirci al gruppo della Costellation per cercare i manufatti, ma è caldamente consigliato per apprezzare appieno la sua complessità e sbloccare nuove e interessanti caratteristiche di gioco. Inoltre, è possibile accettare fin da subito numerose missioni secondarie e persino trascurare quella iniziale. Nel nostro caso, per errore, è stata avviata una missione secondaria all’inizio, senza neppure accorgercene, e non capivamo come accedere a determinate funzioni.

Uno dei principali autori di questa “confusione” iniziale sono proprio i menu di gioco, che non sono sempre intuitivi per chi non ha mai giocato a un gioco di questo genere. Molte caratteristiche non vengono descritte e vengono date per scontate dall’utente finale. Ad esempio, l’albero delle abilità può sembrare abbastanza oscuro inizialmente, dato il numero di categorie e abilità in ciascuna di esse, il che può rendere difficile capire dove concentrare lo sviluppo del nostro personaggio e come farlo evolvere. Anche in termini di equipaggiamento, alcuni dettagli non sono descritti in modo chiaro, lasciando il giocatore a interpretare quale sia la scelta migliore per il proprio tipo di personaggio. Ovviamente, giocando, molte di queste incertezze si dissolvono col tempo.

Non solo a piedi, ma anche tra le stelle

Ora passiamo alla vera novità rispetto ai titoli citati precedentemente. Se eravamo abituati a camminare a piedi (o a cavallo) tra le lande di Skyrim o di Fallout, questa volta voliamo tra le stelle. Già nei primi istanti del gioco, dopo aver completato il tutorial nelle miniere, otterremo la “Frontier”, una nave interstellare che ci è stata affidata per continuare il nostro viaggio. Questa astronave non è solo un mezzo per spostarci tra i pianeti o i sistemi, ma anche un’utile risorsa per affrontare battaglie contro i pirati spaziali (e non solo…) che cercano di metterci in difficoltà. Il sistema di combattimento è interessante, poiché non solo potremo pilotare e manovrare la nostra astronave per attaccare i nemici, ma avremo anche accesso a una console per gestire l’energia secondo le nostre preferenze. Ad esempio, potremo aumentare la potenza dei cannoni o dei missili a scapito della velocità dello scudo.

In Starfield, è possibile atterrare su qualsiasi pianeta o luna che si vede e iniziare l’esplorazione sulla loro superficie. Questa è la parte più emozionante del gioco, poiché offre la libertà di scoprire nuovi luoghi mai visti prima o di rivisitare pianeti conosciuti, come quelli del sistema solare. Ogni mondo ha le proprie caratteristiche, pericoli, fauna e storie da raccontare. È superfluo dire che in molti di essi sono presenti diverse missioni secondarie che possono farvi passare ore ed ore in un unico luogo.

Il tratto personalizzato

Non manca la possibilità di scegliere il proprio percorso, tra cui decidere a quale fazione unirsi, selezionare le alleanze o i nemici, e personalizzare il proprio equipaggio, creando relazioni più profonde rispetto a semplici amicizie. Potrete anche partecipare alla colonizzazione, costruendo e sviluppando nuove basi. La personalizzazione dell’equipaggiamento e il miglioramento delle abilità nell’uso dei consumabili sono altri aspetti che contribuiscono a rendere Starfield un gioco ricco di contenuti, con un’enorme longevità.

Conclusione

Starfield, nonostante alcune critiche iniziali, è un titolo che merita sicuramente attenzione. Ovviamente, non è adatto a tutti; è destinato a coloro che amano l’esplorazione, l’avventura e l’attenzione ai dettagli, compresi i numerosi dialoghi disseminati nell’intero universo di gioco. Ciò che potrebbe deludere alcuni giocatori sono i tempi di caricamento, talvolta prolungati, durante l’atterraggio e il decollo della nostra nave. In Starfield, infatti, l’atterraggio richiede un’analisi preliminare del pianeta dallo spazio e la scelta di un punto di atterraggio specifico, e ogni transizione è accompagnata da un caricamento, sebbene veloce su Xbox Series X, ma comunque evidente ad ogni esplorazione. È altrettanto evidente l’assenza di un’esperienza di esplorazione a terra tramite veicoli. In Starfield, una volta atterrati su un pianeta o una luna, la nave rimarrà ancorata al suolo, il che può limitare il senso di libertà. Tuttavia, questo potrebbe cambiare in futuro…

Un altro aspetto che può risultare frustrante è il sistema di raccolta degli oggetti. Ci sono molti oggetti sparsi per il mondo, e raccoglierli può essere complicato se il puntatore non è posizionato con estrema precisione. Anche se c’è uno scanner per rilevare oggetti, materiali e analizzare la fauna, il processo può risultare noioso quando si cerca di raccogliere oggetti specifici.

Tuttavia, Starfield rimane un gioco vasto e appagante da esplorare nella sua totalità. Bethesda ha già annunciato vari DLC e un’espansione della storia base, dimostrando l’impegno a lungo termine per il gioco. In sintesi, vi aspettano molte ore di esplorazione, scoperta e avventura, ma Starfield non è un gioco da prendere alla leggera. Nonostante questo, è sicuramente un titolo che rimarrà nell’immaginario dei giocatori per molto, molto tempo.

Ci piace

  • Esplorazione nello spazio
  • Storia
  • Longevità
  • Personalizzazione

Non ci piace

  • Mancanza di informazioni per alcune caratteristiche
  • Espressioni facciali non sempre perfette
  • Sistema di raccolta oggetti
5.5

Scritto da : Neme

Ingegnere informatico e diplomato in Digital Graphic Computer Animation, sono un grande appassionato di retrogame. Nel mio tempo libero, anche se sembra una barzelletta, mi piace sviluppare videogiochi con amici e ricercare qualche perla antica da aggiungere al mio museo videoludico personale.

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