Splatoon 3

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Splatoon 3

La “saga” di Splatoon ha anch’essa raggiunto una certa maturità come brand distintivo di Nintendo, insieme agli altri big della casa di Kyoto. Il recentissimo sparatutto colorato, nato dalle ceneri di Wii U e riproposto su Nintendo Switch, compreso il presente di questa recensione, è riuscito in soli 8 anni a raccogliere numerosi consensi  fra l’utenza di Nintendo. Splatoon è quindi un gioco che quasi tutti gli utenti conoscono, o che perlomeno si è già sentito parlare. Per chi, invece, non lo conoscesse, si tratta di uno sparatutto in terza persona il cui scopo del gioco è quello di “splattare” la mappa o di sconfiggere gli avversari “à la paintball”. Già cinque anni sono passati dal secondo capitolo, eppure la distribuzione di un terzo capitolo ha fatto la gioia di molti utenti in quanto richiesto a gran voce, giocatori che hanno investito online almeno un centinaio di ore senza nemmeno accorgersene.

Splatoon nasce come gioco competitivo online nel quale, appunto, si spara utilizzando getti di colore. Lo scopo del gioco non è necessariamente sconfiggere l’avversario, la modalità principale prevede infatti quello di vincere “colorando” l’intera mappa sfruttando il proprio colore di squadra. A vincere, dunque, non sarà la squadra che avrà “splattato” più nemici, ma chi avrà ricoperto – del proprio colore di squadra – un’area maggiore della mappa in confronto all’avversario. A rendere più frizzante il gameplay in questa terza reincarnazione sono le numerose tipologie di armi, le nuove abilità speciali, l’equipaggiamento con nuovi perk e le nuove, nonché eterogenee, nuove modalità single e multiplayer. Insomma, Splatoon seppur “un more of the same” anche nel suo terzo capitolo, mantiene ormai ancorate al suo modus operandi le abilità speciali di esplorazione della mappa, come la capacità di trasformarsi in un calamaro in ogni momento ed esplorare l’area di gioco nascosti nella vernice del proprio colore di squadra, ricaricando simultaneamente le “munizioni” di colore. Insomma, fra abilità speciali, peculiari armi, un equipaggiamento “giovanile”, calamari e via dicendo, il gameplay di Splatoon suscita sempre interesse poiché originare e in grado di distinguersi in mezzo a tanti prodotti del genere simili fra loro.

Splatoon 3 riprende fedelmente quello che era Splatoon 2 e il primo Splatoon, quest’ultimo un banco di prova per inaugurare quella che è diventata, in meno di dieci anni, uno dei prodotti più apprezzati in quel di Nintendo. In Giappone si è subito trasformato in una vera e propria mania fra i giocatori vendendo milioni di copie pur non avendo un brackground come altre famose serie della casa di Kyoto. Tuttavia, l’uscita di Wii U non ha raggiunto lo stesso successo del secondo capitolo. 13 milioni di copie di Splatoon 2 sono state piazzate su Switch e Splatoon 3, dai primi dati di vendita, non sembra essere da meno. Il successo del terzo capitolo, però, non è tuttavia un dato in grado di definire se questo capitolo è, o meno, all’altezza dei precedenti.

Beninteso, preliminarmente cominciamo con il descrivere che Splatoon 3 non è stato concepito per rivoluzionare la serie. Le meccaniche sono infatti praticamente le medesime di Splatoon 2, infatti questa incarnazione è praticamente identica al suo predecessore. Concettualmente le modalità sono identiche così come il sistema di progressione, la struttura dei campi di battaglia, dell’hub centrale e delle differenti armi a disposizione. Le novità maggiori vi sono nell’equipaggiamento, una rinnovata modalità storia che riprende le vicende dall’espansione Octo Expansion in Splatoon 2. Per i veterani della serie non ci sarà quindi da prevedere un’accoglienza calorosa e piena di entusiasmo, per i neofiti, invece, il terzo capitolo racchiude tutto quello che di buono c’è stato nei precedenti. Anche in questo capitolo, la modalità storia (singolo giocatore) che, seppur eterogenea, piena di diverse sfide, comunque assai impegnativa (provando tutte le armi a disposizione) è di media di sole sette ore di gioco. Il mondo di gioco è suddiviso in diverse isole le quali ognuna sarà ricoperta da una melma mortale. I livelli in singolo consentono di utilizzare tutte le armi a disposizione, mentre altri obbligano il giocatore a delle vere e proprie sfide con armi imposte. La modalità singolo giocatore appartiene quindi a un classico sparatutto in terza persona con tanto di puzzle game, mentre alcuni livelli hanno invece un’impronta più action con tanto di boss finale. La breve longevità citata poc’anzi, tuttavia, trasmette l’ennesimo chiaro messaggio già presente nei titoli passati: ovvero che il singolo giocatore resta solo marginale, una costola in confronto a tutte le modalità multi giocatore che Splatoon 3 offre (e offrirà con continui aggiornamenti).

La HUB principale Splatville è sicuramente più vasta dei precedenti HUB della serie. Splatville nasconde parecchi segreti, tra cui minigiochi, da tavoli di air hockey a cabinati da gioco, e via dicendo. Nuova modalità è invece Splattanza, ovvero una sorta di mini gioco in cui saranno impiegate delle carte raccolte nella modalità principale multi giocatore. L’obiettivo è il medesimo della modalità classica: colorare il campo di battaglia diviso in caselle. Tuttavia, per colorare sarà necessario giocare le carte raccolte, le quali compongono il mazzo di battaglia. Si tratta di una modalità semplice ma d’impatto, anche se non sufficiente per essere cosniderata una novità di un certo rilievo.

Procedendo con le novità, negli Splatfest è stato aggiunta una categoria tra cui scegliere, creando ora tre squadre di appartenenza e non più due. Gli Splatfest, giorni speciali nei quali gli utenti si divideranno in squadre legate a una contrapposizione di elementi (come per esempio maionese contro ketchup) saranno molto più caotici grazie alla presenza di una terza squadra sul campo. Non mancano inoltre le Salmon Run, la modalità cooperativa del gioco Nintendo che vede quattro diversi giocatori collaborare per sconfiggere ondate sempre più potenti di nemici (Salmonoids) e rispettivi boss, ma nel frattempo collaborando e collezionando quante più uova di salmone possibili. In Splatoon 3 i giocatori potranno ora passarsi le uova esattamente come un pallone da basket e metterle così al sicuro nelle apposite cesta. Salmon Run, inoltre, resta sempre disponibile e non sarà più limitato a determinati giorni. Immutata, invece, la mischia mollusca (modalità cardine di Splatoon), o come si intercambiano le mappe o le varie modalità multi giocatore nel corso dei giorni e delle settimane. A rendere le mischie sicuramente più interessanti sono le nuove armi, le abilità speciali, i power up dell’equipaggiamento e via dicendo, i quali saranno in grado di offrire una maggiore scelta di strategia, ruoli e rendere il tutto più caotico…o studiato a puntino. Altre migliorie risiedono nelle “Quality of Life” (QoL) nella modalità multi giocatore, come scegliere di restare con un gruppo di giocatori anche dopo la fine di un match. Oppure salvare e selezionare in ogni momento modelli di equipaggiamento da cambiare all’occorrenza e secondo lo stile di gioco che si vuole adottare in quel match. Inoltre è possibile trasferire i dati di salvataggio da Splatoon 2 al 3 in semplice passaggi, in modo da mantenere sbloccate le proprie armi et similia.

Relativamente al gameplay, le nuove armi di rilievo sono la tergilama, pensata per i giocatori a cui piace cimentarsi nel corpo a corpo, e il calamarco, un arco speciale in grado di sparare tre diversi colpi contemporaneamente. Relativamente a quest’ultimo la caratteristica più interessante è l’ampiezza dei tre proiettili di colore, che cala se caricato l’attacco ma con una potenza maggiore. Inversamente, sparando immediatamente si ottengono tre colpi ben distinti con una certa distanza tra loro, ma meno potenti singolarmente. Inoltre, saltando il calamarco spara verticalmente, su terra orizzontalmente.

Lato grafico Splatoon 3 è praticamente Splatoon 2. Vi sono però migliori effetti grafici (sfocatura o animazioni dei personaggi) e la fluidità generale è certamente migliorata. I 60 frame al secondo sono certamente garantiti, in ogni modalità ma con qualche calo in Splatville, il quale carica molti dettagli in un’unica mappa. Le musiche sono come sempre molto orecchiabili e in continuità rispetto al passato, simili pertanto ai giochi precedenti.

Splatoon 3 è una garanzia: gameplay solido, bella grafica, colorato, divertente, semplice e d’impatto. Una formula vincente nata su Wii U che continua a tenere attaccati allo schermo i giocatori di Nintendo Switch. Eppure, ciò non basta per fare quel salto di qualità che ci si aspetta da un terzo capitolo. Insomma, per quanto Splatoon 3 abbia dato seguito a questo interessante e colorato brand, il more of the same potrebbe non essere all’altezza questa volta del compito. Beninteso, la qualità globale è comunque molto buona, ma questa volta si ha l’impressione che Nintendo non abbia osato, come di solito la casa di Kyoto ha abituato i propri utenti.

Ci piace

  • Colorato, divertente e d'impatto
  • Nuove abilità, nuove armi, nuovi perk, QoL interessanti
  • un more of the same che mantiene inalterata la propria formula...

Non ci piace

  • ...ma che sembra piuttosto una grande espansione del secondo capitolo che un gioco a sé stante
  • modalità singolo giocatore ancora marginale
  • Nintendo poteva certamente osare di più
5

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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