Sony LinkBuds Open

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Sony LinkBuds Open

Sony LinkBuds Open, note anche come WF-L910, sono la seconda generazione delle Sony LinkBuds, ovvero delle cuffiette wireless che portano un nuovo concetto di open-ear. Il nuovo modello è dotato di un foro posto al centro degli auricolari per far passare il suono ambientale, un design aggiornato, un nuovo driver, un processore audio di seconda generazione, audio spaziale con head tracking e una maggiore durata della batteria. Il tutto ad un prezzo di circa 180 CHF presso rivenditori specializzati.

Il design delle LinkBuds Open è davvero particolare ed è suddiviso a doppio pod: da una parte il driver e l’altro il foro che lo attraversa per il suono ambientale. Il nuovo modello vanta tuttavia di un design ad anello più corto di 2 mm in confronto alle precedenti LinkBuds, mentre la parte più cicciotta che ospita l’elettronica ora ha una copertura in gomma intorno ad essa, che presenta anche dei piccoli supporti per fissare più comodamente gli auricolari nelle orecchie. Le coperture in gomma sono intercambiabili e si possono sostituire con altre di diversi colori per una personalizzazione dell’esetetica più profonda a discrezione dell’utente. Tuttavia, la dimensione dei presenti auricolari è unica e, pertanto, non è possibile adattarla a diverse forme di orecchie. Ciò scritto, la peculiare forma delle LinkBuds Open potrebbe essere fuori portata per alcuni utenti. A differenza degli auricolari di altri produttori dotati di gommino, il suono non viene sparato direttamente all’interno dell’orecchio ma si dirige piuttosto verso i lati. Tale soluzione dovrebbe preservare maggiormente la salute dell’orecchio. La custodia, invece, è relativamente piccola e non dà l’impressione di essere particolarmente robusta. Infine, gli auricolari sono certificati IPX4 per la resistenza agli schizzi.

Per quanto concerne l’indossabilità, posso affermare che durante il mio test ho sperimentato momenti contrastanti. In pratica, se non parlo e mi limito all’ascolto l’auricolare non cade e resta solitamente ben ancorato nell’orecchio. Invece, dal momento che inizio a parlare (esempio: conference call di almeno un’ora), dopo meno di mezz’ora l’ancoraggio perdeva aderenza con inevitabile caduta dell’auricolare. Riguardo invece all’interazione, i LinkBuds Open non hanno un’area touch come nei prodotti della concorrenza, ma occorre toccare l’area appena davanti alle orecchie. Ciò si traduce in un gesto che, all’atto pratico, è meno preciso di un’area touch chiaramente definita, con conseguente difficoltà nell’attivazione di un comando.

I LinkBuds Open si accoppiano con l’app Sony Connect, disponibile per iOS e Android. La nuova applicazione (precedentemente: Headphones Connect) ha una UI “aggiornata”, la quale, tuttavia, sembra ancora antiquata e con un’integrazione meno armoniosa con le impostazioni di, per esempio, Android. Inoltre, la configurazione delle cuffiette è lunga e, a tratti, tediosa. Molte funzionalità sono superflue, le quali riempiono le schermate di informazioni che si potrebbero fare a meno. Un’ulteriore rivisitazione del’interfaccia, nonché la semplificazione del tutorial e il raggruppamento di alcune impostazioni sarebbero a nostro parere delle modifiche gradite. Molto buono, invece, l’equalizzatore integrato, che presenta inoltre una funzionalità per scovare le impostazioni che più aggradano l’utente o la modifica manuale dei vari indicatori. Interessante la funzione di musica di sottofondo che emula l’effetto del suono di alcuni ambienti, come quello del bar o dell’ufficio. Le cuffiette supportano anche l’audio spaziale di Android con head tracking. La funzione 360 Reality Audio di Sony, che richiede anche qui una configurazione lunga, non è  purtrooppo compatibile con determinati servizi di streaming di terzi. Altre funzionalità includono l’upscaling DSEE di Sony, che funziona davvero solo con contenuti a basso bitrate, l’accoppiamento multi-dispositivo, il controllo automatico del volume, che regola automaticamente il volume in base al rumore ambientale, Head Gesture per accettare o rifiutare le chiamate scuotendo la testa su/giù o lateralmente e spegnimento automatico. I LinkBuds Open supportano i codec SBC, AAC e LC3, quest’ultimo disponibile solo in modalità Bluetooth LE. Tale modalità, oltre ad offrire una latenza ancora migliore e dei consumi ancor più contenuto, rappresenta un salto in avanti alla passata generazione, che dovrebbe permettere una maggiore autonomia senza perdere in qualità audio. Essendo open-ear, mancano di riflesso tutte le impostazioni relative alla cancellazione del rumore, non essendo le cuffiette concepite per tale scopo.

Bassi…dove siete?

Dapprima, è d’uopo rilevare che i LinkBuds Open sono auricolari open-ear e non hanno il lusso di un ambiente isolato come un modello in-ear con gommino. Pertanto, abbiamo riscontrato due criticità durante il nostro test. Dapprima, i bassi lasciavano parecchio a desiderare. I driver a forma di anello, posizionati all’interno di una superficie ristretta, non aiutano nella riproduzione fedele dei bassi. Pertanto, è chiaro che per compensare i bassi inesistenti entrano in gioco altre frequenze, come quelle medie. In effetti, la gamma delle frequenze medie e medio-alta, suonano infatti meglio e si nota la particolare cura che è stata impiegata per queste frequenze. Summa summarum, la qualità del suono è decisamente ottimale nelle frequenze medie, ma a causa del design ad anello la qualità si assottiglia verso entrambe le estremità delle ferquenze, in particolar modo i bassi. In secondo luogo, in ambienti rumorosi, l’assenza dell’isolamento o di una cancellazione del rumore attiva potrebbe essere problematica durante l’ascolto. Vero che, concettualmente, le LinkBuds Open si rivolgono a un pubblico che non intende isolarsi completamente dall’ambiente circostante. Chi, come il sottoscritto, è un pendolare che vorrebbe avere la propria tranquillità sui mezzi pubblici, le LinkBuds Open potrebbero non essere la soluzione adatte all’appena menzionata necessita. In effetti, per permettere un “isolamento” si è costretti ad alzare di molto il volume dell’audio.

Le prestazioni del microfono si trovano relativamente nella media. I nostri interlocutori non si sono mai lamentati della qualità della nostra voce. In particolar modo, in ambienti rumorosi, le LinkBuds Open fanno un buon lavoro nel sopprimere il rumore di fondo e mantenere la propria voce udibile. Chiaramente, in ambienti tranquilli come potrebbe essere l’ufficio, i microfoni funziona egregiamente e catturano perfettamente la voce dell’utente.

Buona, infine, la latenza della riproduzione e la stabilità della connessione, le quali rendono le LinkBuds perfette per ogni esigenza (gaming e non). In effetti, i recenti standard di connessione, come il pieno supporto al Blutooth 5.3 e al Bluetooth LE, permettono un salto qualitativo tangibile in confronto alla passata generazione. Lato autonomia, visti i nuovi standard,  ci si aspettava qualcosa di più. Pur le LinkBuds Open raggiungano le ore 8 ore dichiarate, vista l’assenza della cancellazione attiva del rumore, funzionalità che consuma la batteria di questo tipo di prodotti, ci saremmo aspettati un’autonomia sensibilmente maggiore.

Le Sony LinkBuds Open hanno un prezzo di circa 180 franchi presso rivenditori ufficiali, e come concetto questi auricolari sono innegabilmente fantastici. Equipaggiare un auricolare con un foro che attraversa l’altoparlante, in modo da poter sentire tutto ciò che ci circonda, è una soluzione molto interessante che all’atto pratico funziona. Tuttavia, la taglia unica che non si adatta a tutte le grandezze di orecchio e l’assenza di bassi fan sì che l’investimento sia più difficile da giustificare…almeno che non si è disposti di scendere compromessi per la qualità dell’audio e si è alla ricerca di auricolari specificatamente open-ear.

The Good

  • Comode da indossare, a patto di avere delle orecchie sufficientemente grandi
  • qualità generale del suono buona con possibilità di personalizzare in maniera profonda l'equalizzatorezatore
  • Concetto open-ear interessante e d'impatto...

The Bad

  • ...ma con il sacrificio dei bassi
  • Applicazione Sound Connect da rivedere

Written by: Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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