Sonos Beam (gen 2) e Sonos Sub Mini

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Sonos Beam (gen 2) e Sonos Sub Mini

Ce l’abbiamo fatta, finalmente la nostra recensione di Sonos Beam (Gen 2) e di Sub Mini! Una soundbar e un subwoofer, venduti separatamente, che però si completano in un setup valido per essere usato con una TV, con un PC o da solo, con la musica in streaming.

D’altra parte, Sonos ha una certa reputazione da difendere: prodotti dal bel design e qualità sonora.

Beam (gen 2): piccola ma dal cuore grande

Parliamoci chiaro, al giorno d’oggi chiunque pensi ad una soundbar, in particolare ad una di un certo costo monetario, ha anche certe aspettative. Parliamo di design piacevole, facilità d’uso, flessibilità e supporto alle tecnologie più recenti. Quindi supporto a tecnologie come eARC, Dolby Atmos, Wi-Fi, supporto allo streaming diretto da app e dispositivi e un sistema di controllo semplice. Sonos, almeno sulla carta, ha quasi tutto.

Vediamo dapprima quali sono queste specifiche e funzionalità. Per prima cosa il design! Beam è disponibile nelle colorazioni bianche o nere ed è un rettangolo di dimensioni 651x69x100 mm. Non eccessivamente grande ma nemmeno troppo piccola da avere la chance di produrre una buona emissione sonora. Gli angoli arrotondati ne fanno un prodotto dall’aspetto moderno e dal profilo basso. Posizionatela sotto la TV e sparirà con eleganza, lasciando fare alle orecchie piuttosto che alla vista. Sul lato superiore troviamo anche una serie di controlli sensibili al tocco. Un tasto play/pausa, un tasto per mutare il microfono e due tasti, opposti, per la regolazione del volume. Un led bianco si accende quando la soundbar è alimentata e cambia leggermente la luminosità, assieme ad un feedback sonoro, quando interagiamo con essa. Purtroppo, questa Beam non viene venduta con un telecomando incluso nella scatola. O lo usate con la vostra TV, attraverso le funzionalità HDMI CEC, oppure è possibile fare affidamento sull’IR blaster del telecomando della vostra TV, se optate per un collegamento TOSLINK. Attraverso l’App di Sonos possiamo anche configurare il telecomando con due semplici step. Se avete un telecomando supportato, se usate eARC oppure direttamente l’app da smartphone non avrete problemi! La soundbar che ci propone Sonos è chiaramente un prodotto pensato per essere usato primariamente con una TV. Il motivo è semplice: il device propone un solo sistema di connettività, una singola porta HDMI. Se vogliamo usare il collegamento ottico, o TOSLINK, potremo usare il convertitore HDMI / ottico incluso nella confezione. Ma è una cosa che onestamente non raccomandiamo, perdereste la funzionalità Dolby Atmos! La porta HDMI 2.1 supporta Atmos, certo, ma con un collegamento ottico potremo puntare al massimo a Dolby Digital 5.1. Ovviamente la connettività non è limitata esclusivamente alla porta HDMI, abbiamo anche la connettività wireless e addirittura una porta ethernet, utile nel caso abbiate problemi di connettività (noi, comunque, non ne abbiamo avuti). Per quanto riguarda i formati audio, Beam supporta PCM stereo, Dolby Digital, Dolby Digital Plus, Dolby TrueHD, Dolby Atmos (sia nella versione Digital+ che in quella TrueHD), PCM multicanale e Dolby PCM multicanale.

Il layout della nuova Beam è molto simile a quello del suo predecessore: composta da cinque array separati (quattro midwoofer, un tweeter centrale e tre radiatori passivi per i bassi) rispetto ai tre visti in passato, che però non abbiamo mai testato. Quando si guardano contenuti Atmos, due di questi array sono dedicati alla riproduzione dei suoni overhead e surround. Grazie alla maggiore potenza del processore, il Sonos Beam Gen 2 utilizza la tecnologia psicoacustica HRTF (head-related transfer function) per dare l’impressione di altezza senza bisogno di includere degli speaker che puntano verso l’alto. Beam si propone insomma di offrire un suono immersivo senza l’uso di speaker satelliti fisicamente posti dietro di noi, necessari per un “vero” Atmos. In realtà, sebbene Beam (Gen 2) abbia un sound stage vasto e prestazioni audio interessanti per le sue dimensioni, non abbiamo davvero sentito l’audio provenire chiaramente da sopra di noi.

 

Sonos Sub Mini: pump da bass

Lasciateci chiarire una cosa: per usarlo vi serve un altro device nell’ecosistema Sonos. Come la Beam (gen 2)! Sub Mini è un aggiunta, un complemento o addirittura un acquisto da farsi in un secondo momento. Questa modularità è assolutamente benvenuta: permette di ridurre la spesa unica e adattare la nostra installazione audio nel tempo. Disponibile in bianco o nero come la soundbar, ha un design discreto. La parte frontale è interrotta solo da un singolo piccolo LED e dall’unico controllo fisico del diffusore. Le porte si trovano sul fondo e l’unica vera particolarità del design è il centro cavo, con i due woofer che si fronteggiano all’interno, visibile solo da una vista laterale. Discreto sebbene non davvero mini nelle dimensioni: 305 mm di altezza e 230 mm di diametro con un peso di 6.35Kg. D’altra parte, un subwoofer deve essere di dimensioni più grandi rispetto ad altri tipi di altoparlanti, è la fisica che lo richiede. L’unica connessione fisica di cui dobbiamo occuparci è il cavo d’alimentazione, il resto viene configurato nell’app. Sebbene, anche in questo caso, la porta ethernet è inclusa. Ovviamente la maggior parte delle persone lo collegherà a una Beam ma è anche possibile combinarlo con i diffusori musicali del brand come ad esempio delle Play:5. Una volta aggiunto, Sub Mini si occuperà di gestire la frequenze basse dello spettro, mentre il resto del setup penserà a mid e high range.

Il sistema è completamente trasparente per l’utente: se si disattiva il Sub o lo si scollega, la soundbar torna semplicemente alla sua normale uscita full-range. Il volume del Sub Mini si alzerà e abbasserà automaticamente assieme alla soundbar. Se preferiamo una gestione più completa, si possono aumentare o ridurre i livelli dei bassi indipendentemente dall’equalizzazione del diffusore principale attraverso l’app di gestione. Incluso anche il supporto a Trueplay, la tecnologia di Sonos per la regolazione dei diffusori in base alle stanze in cui si trovano. Questo dovrebbe aiutare a ottimizzare il suono del Sub Mini ovunque lo si collochi nella stanza. Peccato che serva per forza un iPhone o un iPad per impostare il tutto. È vero che necessario solo una volta (o ogni volta che si spostano i device in giro) ma è fastidioso se non abbiamo un utente Apple a portata. A quanto pare la qualità dei microfoni su device Android è troppo inconsistente per permettere la calibrazione, il che a pensarci bene ha senso. Ma piuttosto che impedire di usare la funzione, magari un “fatelo a vostro rischio” sarebbe stato meglio, no?

La combo

Abbiamo testato i due device assieme, come ovvio. La procedura di installazione è relativamente semplice e basta seguire le indicazioni a schermo. L’App permette all’utente di installare la soundbar, configurarla per funzionare con la nostra TV e poi aggiungere Sub Mini. Potremo aggiungere o rimuovere altri prodotti Sonos dalla zona attiva (ogni setup va impostato in una zona o stanza, in modo da gestirli come un gruppo in modo semplice), sarà possibile regolare l’EQ, sebbene solo con controlli per alti e bassi, configurare telecomando, ritardo dei dialoghi (introduce un delay nell’audio, una cosa interessante in certe situazioni!). La configurazione della TV poi è utile per assicurarci che la connettività tra pannello e soundbar funzionino a dovere. L’app fornisce perfino informazioni sul formato audio in entrata, per cui se vediamo “PCM” sappiamo di aver dimenticato di attivare Dolby! Da questo momento in avanti, Beam e Sub Mini si comportano come qualsiasi altra soundbar e non dovremo più fare nulla. Possiamo usare i controlli audio della TV se non vogliamo fare modifiche via App, oppure lasciare stare la TV e gestire il sonoro solo a livello di soundbar.

 

Se invece optiamo per usarla principalmente via Wi-Fi, l’App Sonos è dove troveremo di una serie di modi per ascoltare la musica. Sonos Radio è disponibile per impostazione predefinita, ma è più semplice collegare un account come Spotify per il controllo diretto o lo streaming direttamente da Spotify. Possiamo anche fare uno step più avanti e collegare Google Assistant o Sonos VoiceControl per gestire la riproduzione musicale (ma non solo!) tramite la voce – da qui il tasto per mutare il microfono tra l’altro.

Ma insomma, dopo tutte ste parole, come suonano Sonos Beam (gen 2) e Sub Mini? Le impressioni sono inizialmente molto positive. C’è una buona separazione stereo, i dialoghi sono chiari, il basso è ben presente. Il soundstage, come già accennato, è sorprendentemente ampio per la dimensione della soundbar. Tuttavia non può fare miracoli per quanto riguarda quanto riuscirà a riempire efficacemente gli spazi. Più il vostro salotto sarà grande e più si vedranno i limiti fisici di Beam. In un salotto di dimensioni medie o piccole è dove questa combo saprà dare il meglio di sé. Per quanto riguarda i canali verticali, quelli che contraddistinguono Dolby Atmos insomma, non sono così credibili come quelli “reali” creati da altoparlanti fisici che sparano verso l’alto. Non sono nemmeno lontanamente alla portata di un setup più professionale, e notevolmente più costoso, come il kit Samsung Q950A che usiamo di solito (ma quello sono 11.1.4 canali reali, non siamo nemmeno sullo stesso pianeta). Scriviamo questo per dire che anche in questo campo ci sono prodotti per tutte le tasche, necessità e occasioni e che si può sempre aggiungere roba. La differenza è che con l’ecosistema di Sonos possiamo acquistare poco per volta!

Insomma, l’accoppiata Beam e Sub Mini è vincente se cerchiamo una soundbar midrange con un bel po’ di bassi, senza esagerare. Ma non dimentichiamo che stiamo parlando di Sonos, un brand che si posiziona decisamente più sul premium. E per questo, se mettiamo assieme i 499CHF per la soundbar (al momento della stesura) con i 449CHF per Sub Mini, ci avviciniamo pericolosamente alla soglia dei 1000CHF. Per questo prezzo potete prendere una soundbar, subwoofer e due satelliti. Con supporto a molti più canali reali (intesi, più diffusori) di quanti possa offrire la combo di Sonos. Sony, Samsung, LG e JBL e molti altri hanno tutti offerte in questo range. Questa combo (o anche solo Beam) vanno considerate insomma anche per il loro design, il loro ecosistema e il brand che le produce e non solo per le features dure & pure. Diciamo che la soundbar da sola ha un prezzo decisamente più ragionevole, per una midrange ci può stare. Magari prendere il sub in un secondo momento…

 

Ci piace

  • Design
  • Qualità audio
  • Sistema modulare

Non ci piace

  • Pagate il nome Sonos
  • Niente telecomando incluso
  • Solo una HDMI

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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